Storie di Vigna - L’Azienda Agricola Tosca

Racconti dalle delegazioni
09 dicembre 2019

Storie di Vigna - L’Azienda Agricola Tosca

“Storie di Vigna” si avvia a concludere un 2019 ricco di eventi spostandosi sui colli bergamaschi della Val San Martino, nel comune di Pontida, per conoscere il terroir, i vini e i titolari di Tosca, una giovane ma già affermata azienda situata nel lembo più estremo della DOC Valcalepio

Stefano Vanzù

L’Azienda Agricola Tosca nasce nel 2000 quando Marco Locatelli e sua moglie Tosca decidono di recuperare alla viticoltura i terreni situati su una collina nella “Riviera di Pontida”, un anfiteatro naturale conosciuto da sempre come Val Pontida e collocata ad ovest di Bergamo, negli ultimi lembi della DOC Valcalepio.

La zona, con le sue colline che toccano i 600 mt. s.l.m., gode di una perfetta esposizione a sud e di un microclima ideale grazie alle cime di Valcava che la chiudono a nord, mantenendola così ventilata e garantendo inoltre una forte escursione termica.

Il terreno è formato da un substrato di sedimenti rocciosi calcareo-argillosi risalenti al Cretacico superiore, formatisi circa 80 milioni di anni fa, in particolare il flysh di Pontida (in dialetto svizzero il termine flysh significa “china scivolosa”) che apporta ai vini complessità, mineralità e sapidità.

In quest’area la viticoltura era praticata sin dall’epoca romana: praticamente sparita nel periodo altomedioevale, risorge attorno all’anno 1100 grazie all’impulso dei monaci benedettini del vicino Monastero di San Giacomo. Le vigne, però, seguono evidentemente le vicende umane e negli anni ’60 del 900 i quasi 300 ettari di vigneti seguiti dalla Cantina Sociale di Pontida (la prima cantina sociale della bergamasca, fondata nel 1954) vengono via via abbandonati ma fortunatamente non dimenticati, fino a quando, 19 anni fa, Marco Locatelli recupera i vigneti ed una vecchia cascina ormai diroccata ripristinando i primi tre ettari di vigna.

Oggi Tosca lavora nove ettari di vigneti, perlopiù terrazzati e posizionati ad un’altitudine compresa fra i 400 ed i 600 mt. s.l.m.: impostando sin dall’inizio la coltivazione in regime biologico, non vengono utilizzati diserbanti e prodotti di sintesi per la protezione delle piante, lasciando che lo sviluppo di erbe spontanee fra i filari favorisca l’ossigenazione delle viti e l’arricchimento naturale della terra, trattata esclusivamente con letame e compost.

Il sesto di impianto medio è di 5.000 ceppi/ha, le forme di allevamento sono a Guyot e Cordone Speronato, le uve allevate lo chardonnay, il pinot nero, la franconia, il merlot, il cabernet, il cabernet sauvignon, il riesling, il solaris (un vitigno Piwi), l’incrocio Manzoni (6.0.13) e solo nel piccolo vigneto di 0,5 ha “Colle dei Frati” il moscato di Scanzo.

La produzione media annua oscilla fra le 30.000 e le 40.000 bottiglie suddivise in due linee:

  • la linea Moderna, creata nel 2014 e che comprende cinque vini monovitigno con affinamento solo in acciaio, tappati con il tappo stelvin: Chardonnay Terre del Colleoni DOC, Riesling Bianco IGT Bergamasca, Incrocio Manzoni Terre del Colleoni DOC, Merlot Terre del Colleoni DOC e il Cabernet Sauvignon Terre del Colleoni DOC.
  • la linea classica Tosca, che comprende nove vini e tre grappe: i vini sono il Mainardo III, Brut Metodo Classico Terre del Colleoni DOC, il Kiki V, Brut Rosè Metodo Charmat (merlot 100%) Terre del Colleoni DOC, il Vigneti della Polisena Valcalepio Bianco DOC, il Primorò Rosso IGT Bergamasca, il Rosso del Lupo Valcalepio Rosso DOC, il Dionigi Farina Valcalepio Rosso Riserva DOC, il Bemù Valcalepio Rosso Riserva DOC, il Pietrone rosso da uve stramature e il Col di Frà Valcalepio Moscato Passito DOC; i tre distillati sono una grappa bianca, una grappa invecchiata (entrambe da uve merlot e cabernet sauvignon) e la Grappa Moscato di Valcalepio Rosso Passito.    

La degustazione ci permette di apprezzare sei vini dell’Azienda:

  1. ROSE’ Spumante Brut Metodo Charmat 2017 - Merlot 100% - 13% vol.

Sei mesi di affinamento in acciaio sui lieviti caratterizzano questo insolito ma convincente Brut spumantizzato da sole uve merlot. Colore rosa antico molto bello e carico, bollicine numerose, fini e persistenti, più complesso che intenso, all’olfatto è floreale di ciclamino, fruttato di frutti a bacca rossa (spiccano le fragoline di bosco), con una nota vegetale di erbe di bosco e una leggera speziatura. Al palato è fresco, leggermente astringente grazie ad un tannino delicatissimo, lievemente sapido. Maturo, abbastanza persistente ed abbastanza armonico, si offre come aperitivo ma anche come vino da tutto pasto o abbinato ad una pizza ricca, avendo buone acidità e struttura.

  1. MAINARDO III Metodo Classico Extra Brut Torre del Colleoni DOC - Chardonnay 100% di due cuveè (2013 e 2014)  - 13% vol.

Con circa 3 gr/lt di zuccheri residui, potrebbe essere definito un Pas Dosè ma secondo il Disciplinare della DOC “Terre del Colleoni” va classificato come Extra Brut. 45 mesi di permanenza sui lieviti, anidride solforosa contenuta in 30-40 mg/lt, un’evoluzione che, come per tutti i metodi Classici, inizia solo dopo la sboccatura quando i lieviti aggiunti hanno terminato il loro lavoro, donano a questo Spumante un colore giallo paglierino intenso e molto compatto e bollicine numerose, fini e persistenti. Più intenso del Rosè, è vellutato ed al naso offre sentori di lievito da pasticceria, fiori bianchi (gelsomino, zagara, sambuco), frutti tropicali e mandarino. In bocca è fresco, sapido, dotato di una buona persistenza che si avverte poiché trascina i sentori del vino e non la sua carica alcolica, pronto, di corpo e abbastanza complesso. La caratteristica nota minerale richiama ed esalta il suo terroir rendendolo molto diverso rispetto ad esempio ad un Metodo Classico della vicina Franciacorta.

  1. RIESLING Bergamasca IGT 2017 - Riesling renano 100% - 12,5% vol.

Ottenuto da un’uva che, come spiega Marco Locatelli, è molto delicata, con una maturazione faticosa e che va vendemmiata entro 2/3 giorni dalla quando è pronta pena un rapido decadimento qualitativo, questo vino si presenta di un classico giallo paglierino con riflessi verdolini, abbastanza consistente, intenso, complesso e fine, all’olfatto non avvertiamo la tipica nota di idrocarburo (peculiare ad es. di un riesling renano della Mosella) bensì i suoi precursori quali salamoia ed oliva, accompagnati da fiore di magnolia ed una speziatura di cannella e pepe bianco. Al palato è fresco e croccante, in evoluzione fra il pronto ed il maturo, di corpo, abbastanza fine e persistente, la sua morbidezza lo rende ben abbinabile a un delicato pesce di lago.  

  1. INCROCIO MANZONI Terre del Colleoni DOC 2017 - Incrocio Manzoni 6.0.13 al 100% - 14% vol.

L’Incrocio Manzoni viene creato attorno al 1930 dal Prof. Manzoni della Scuola Enologica di Conegliano ibridando riesling renano e pinot bianco: è un vitigno che si sta diffondendo nella Bergamasca, adattandosi diversamente ai vari terroir e mostrando caratteristiche diverse nei vini ottenuti da uve allevate su terreni differenti, come nel caso di questo Bianco che è diverso dal vino ottenuto dallo stesso incrocio allevato però nella zona di Grumello. Paglierino intenso con lievi sfumature dorate, è intenso, complesso e consistente, al naso ha un attacco più caldo dei tre precedenti, è leggermente aromatico e si avvertono margherita e camomilla di campo. In bocca sentiamo pera matura, timo e pepe bianco, più sapidità che freschezza, comunque presente. E’ pronto, persistente, di buon corpo, da abbinare a grigliate di carni bianche.

  1. PRIMORO’ Bergamasca Rosso IGT 2018 - Merlot  51%, Franconia 49% - 13% vol. 

Vino senza solfiti aggiunti, affinato in vetro senza passare dal legno, ha un colore rosso rubino con riflessi porpora, è intenso e abbastanza complesso e sin dalla prima olfazione si sentono la speziature e l’aroma vinoso da cantina tipiche dell’uva franconia, cui seguono fragola caramellata, pesche gialle sotto spirito, chiodo di garofano (evidente anche se questo vino non fa legno), viola e vin brulè. Al palato è fresco, piuttosto sapido, pronto, abbastanza morbido ed abbastanza tannico. Trova buon abbinamento con il salame bergamasco speziato, le castagne arrosto, i tagliolini al ragù.

  1. ROSSO DEL LUPO Valcalepio Rosso 2017 - Merlot 70%, Cabernet Sauvignon 30% - 14% vol. 

Marco Locatelli introduce questo taglio bordolese il cui carattere proviene dall’aver trascorso 18 mesi in tonneaux di rovere da 1500 lt che, cedendo molto poco al vino (infatti queste botti possono essere utilizzate per molti anni semplicemente grattando un piccolo strato interno) ne consentono un affinamento equilibrato. Nato in una grande annata che ha dato meno spazio alla struttura del vino a favore della sua mineralità, è un vino ancora giovanissimo, di colore porpora con un’ unghia violacea, intenso, complesso e consistente. Al naso si avvertono violetta, rosa, geranio, frutta rossa sotto spirito, radice di liquirizia e rabarbaro ed una nota vegetale di erba tagliata. In bocca è fresco (il più fresco fra tutti i vini degustati), abbastanza morbido, tannico, abbastanza equilibrato ed abbastanza armonico mancando un po’ sulle durezze ma naturalmente dovrà attendere ancora del tempo per esprimersi al massimo.

A degna conclusione delle degustazioni e a suggello del ciclo 2019 di “Storie di Vigna” non potevano mancare tre sfiziosi piatti preparati dallo Chef Ezio Gritti dell’Agriturismo “La Polisena” dove si trova l’Azienda: un uovo in camicia su letto di polenta con pancetta croccante e salvia, un bellissimo risotto al melograno mantecato al formaggio bergamasco e una fetta di panettone artigianale con crema pasticcera.