Storie di Vigna: l’Azienda Le Corne si presenta

Alla scoperta di un’importante realtà produttiva di Grumello del Monte, situata in una zona dove si fa vino sin dalla metà del XIV secolo: passione, tradizione e innovazione si fondono nei vini dell’Azienda Le Corne e si riconoscono nella degustazione guidata da Artur Vaso.

Stefano Vanzù

“Finalmente si ricomincia!” potrebbe essere sia lo slogan della prima serata post-lockdown dell’ormai collaudato format “Storie di Vigna”, che il pensiero presente fra gli oltre 50 soci e appassionati convenuti alla serata organizzata dalla Delegazione di Bergamo presso l’Hotel Settecento di Presezzo.    

Tutto esaurito, quindi, per ascoltare la storia, i metodi di coltivazione delle uve e di produzione dei vini dell’Azienda Le Corne, rappresentata dall’amministratore delegato Cinzia Cortinovis, dall’enologo Massimo Gigola e dal responsabile di cantina Carlo Pedersoli e naturalmente per degustare sei vini, guidati da Artur Vaso, sommelier professionista, relatore AIS e miglior sommelier della Lombardia 2017.    

L’azienda si trova nel comune di Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, ai margini della Valcalepio, separata dalla Franciacorta dal corso del fiume Oglio. Il nome deriva dalla “Corna”, un particolare tipo di roccia calcarea piuttosto esteso nella zona, e le origini dell’insediamento rimontano al Tardo Medioevo; la prima citazione documentaria delle Corne risale al 1355 e menziona un micro-toponimo dove si coltivava l’uva schiava.

Verso la fine del 1400 la produzione di vino in questo territorio è controllata dai Boschi, importante e storica famiglia bergamasca, e diventa essenziale per l’economia della zona alle fine del ‘700 e durante tutto l’800 sotto la gestione della famiglia Gonzaga.

Oggi “Le Corne” occupa un’area di circa 30 ettari, tutti collinari, nei quali vengono coltivate uve a bacca rossa internazionali (merlot, cabernet sauvignon, pinot nero e una piccola parte di cabernet franc), vitigni miglioratori (rebo, petit verdot e syrah) e uve bacca bianca (chardonnay, pinot grigio, moscato giallo).

Le vigne hanno una densità di 4000/4500 ceppi per ettaro, anche in funzione dell’età dei vigneti, con sistema di allevamento a Guyot, e le uve vengono raccolte in cassette da 18/20 kg., raffreddate rapidamente (per ottimizzare una prima criomacerazione e per estrarre le sostanze utili) e vinificate separatamente.

L’Azienda è stata totalmente convertita in regime biologico dal 2016 ma non per seguire una tendenza “di marketing”, come ha voluto sottolineare l’enologo Massimo Gigola, quanto per sfruttare al meglio la favorevole posizione dei vigneti che si trovano su declivi di terreno sciolto che favoriscono il deflusso delle acque e limitano l’azione negativa di funghi parassiti.

Il Responsabile di Cantina Carlo Pedersoli ha illustrato la filosofia dell’Azienda, pienamente condivisa dalla proprietà, dall’amministratore delegato Cinzia Cortinovis e da tutti i collaboratori di “le Corne”: oggi il vino deve tornare ad essere un piacere per tutti e pertanto deve essere un prodotto schietto, sincero, con un proprio carattere ben riconoscibile, che non necessiti di troppe spiegazioni per essere apprezzato e gustato anche da chi non è un esperto o un appassionato.

Per ottenere un prodotto di qualità è indispensabile attuare già in vigna una rigorosa selezione della materia prima, perché quando un vino ha finito di fermentare ha già delineato i suoi caratteri fondamentali; particolare attenzione va posta nella gestione dei solfiti, che inducono una deviazione organolettica sugli aromi primari, e altrettanta cura va dedicata alla pulizia e all’igiene in cantina con una costante sanificazione delle attrezzature (vasche di fermentazione, tubi etc.).

La degustazione

Rosè Spumante Brut V.S.Q. “Potamotoco” - 100% pinot nero 

Un Metodo Martinotti-Charmat ottenuto da uve pressate (e non pigiate), rifermentato in autoclave con affinamento sul sedimento nobile per almeno 6 mesi, residuo zuccherino di 5-6 gr/lt, si presenta di un bellissimo colore rosa antico “corallo”, brillante, fine al naso, con note floreali di rosa canina, frutti di bosco e agrumi. Sapore morbido, vinoso, fresco, sostenuto da buona sapidità ed acidità, è un vino “cremoso” e di pronta beva, ideale sia come aperitivo che come accompagnamento per antipasti e piatti saporiti a base di pesce e crostacei.

Bergamasca Pinot Grigio IGP “Forte Terra” 2019 - 100% pinot grigio - 13,5% vol. 

Da un vitigno poco diffuso nella Bergamasca nasce questo Bianco di colore giallo paglierino intenso con riflessi tendenti al bronzo. Al naso si apre con sentori di frutta a polpa gialla (pera, pesca), fiori bianchi e pietra focaia. Al palato è largo, armonico e morbido con una chiusura sapida e vellutata; proprio la sua morbidezza lo fa ben abbinare a piatti speziati e strutturati.

Bergamasca Cabernet Franc IGP “Vento Fermo” 2019 - 100% cabernet franc (senza solfiti) - 13,5% vol. 

Rosso rubino con riflessi violacei, alla vista e al naso sembrerebbe un vino giovane ma in bocca si rivela invece pronto e quasi maturo. La cura dell’uva in vigna e la tecnica produttiva hanno permesso di attenuare fortemente la componente erbacea tipica del cabernet franc e al naso si avvertono note di marasca scura e uno speziato pungente. In bocca è croccante, equilibrato e con un’ottima persistenza che richiama le sensazioni percepite all’olfatto. Da abbinare a salumi non troppo speziati, carni arrosto, carni alla griglia.   

Bergamasca Rosso IGP “Corne 2015” 2015 - 65% merlot, 35% cabernet sauvignon - 15,5% vol. 

In un’annata difficile e siccitosa, con acini grandi la metà di quelli raccolti normalmente, è stato creato il vino bandiera dell’Azienda, dotato di un’importante struttura e più tannico ed alcolico del “Vento Fermo” da cabernet franc. Il colore granato tendente all’aranciato, la complessità dei profumi di frutta rossa, spezia dolce, erbe aromatiche, vaniglia e fondo di caffè ci conducono verso un ingresso in bocca che rivela un tannino notevole (che gli dona lunghezza) e una sensazione calda e morbida al palato, tutte caratteristiche che lo fanno ottimo compagno sgrassare e pulire la bocca dopo aver gustato piatti di carne a lunga cottura e di struttura importante. 

Il vino a sorpresa: “Pjeras” 2015 - 100% cabernet sauvignon - 16% vol. 

Un vino non ancora commercializzato e sul quale l’Azienda punta molto per il futuro è la gradita sorpresa offerta da “Le Corne” per la nostra serata: il Pjeras concede subito al naso sentori di frutta nera, cassis, ciliegia sotto spirito e pepe nero, oltre alle caratteristiche note erbacee e balsamiche tipiche del vitigno. L’alcol è potente, al palato è allappante e Artur Vaso, che consiglia di servirlo più fresco (13 °C) rispetto alla regola classica, lo giudica senz’altro pronto, anche se darà il massimo fra 10 anni; abbinamento ideale con le carni rosse.

Vino bianco da uve stramature “Lumine” 2017 - 100% moscato giallo - 13% vol.

Sono necessari 6 Kg. di moscato giallo, lasciato surmaturare in vigna e appassire sotto l’azione della botrytis cinerea, per ottenere 1 lt di Lumine: il colore giallo carico tendente all’oro antico, gli aromi di frutta candita, albicocca disidratata e spezie, il residuo zuccherino di 130 gr/lt ne fanno un vino da meditazione e da fine pasto in abbinamento ai dolci (pensiamo ad una colomba) ma anche a formaggi a pasta molle o erborinati, al foie gras sino a spingersi ad un taleggio stagionato. In bocca sorprende perché, nonostante lo zucchero, fa salivare grazie all’acidità ben presente, rivelandosi equilibrato e molto piacevole.