Un patrimonio dell’enologia italiana: Castello Banfi e il suo Brunello

Sotto la straordinaria guida di Luisito Perazzo, AIS Milano racconta una seducente sfumatura di Toscana, la terra baciata da Bacco e sinonimo di vino grandioso, amato e apprezzato in tutto il mondo, attraverso una delle sue più celebri espressioni: il Brunello.

Paola Lapertosa

La fama del Brunello è fortemente intrecciata con la nascita dell’azienda Castello Banfi della famiglia Mariani e con la vicenda personale e professionale del suo creatore, Ezio Rivella.

La magia comincia alla fine degli anni ’70 a Montalcino, grazie alla meravigliosa storia d’amore tra i due fratelli italoamericani John e Harry Mariani e una collina isolata della Val d'Orcia, e grazie alla lungimiranza e alla competenza dell’enologo piemontese, che per primo capì le potenzialità della zona.

In pochi anni Banfi diventa proprietaria di quasi 3.000 ettari di terreno sul versante meridionale di Montalcino e realizza, intorno al vecchio castello di Poggio alle Mura, una cantina di assoluta avanguardia inaugurata nel settembre del 1984. Da allora, la “fiducia granitica” di Rivella nel Brunello è stata ricompensata, tanto che questa varietà di sangiovese, tradizionalmente coltivata nella zona, è diventata un gigante dell’enologia mondiale.

Oggi, James e Cristina Mariani continuano l’opera dei propri avi producendo vini di concezione moderna che arricchiscono la storia di una grande cantina rispettando l’ambiente circostante in tutte le fasi della filiera produttiva, con una strategia trasversale e una visione olistica ben definita.
Il relatore

Per il suo Brunello, Castello Banfi ha scelto i migliori cloni di sangiovese grosso, dalla buccia spessa e ricca di polifenoli, e li ha piantati su un terreno collinare ricco di argilla e calcare, con un’esposizione che consente di avere una maturazione rapida delle uve e l’anticipazione della vendemmia. Un’attenta ricerca sulla tipologia delle piante, la stagionatura e la tostatura del legno condotta puntigliosamente dell’azienda è stata dedicata alla fase essenziale dell’invecchiamento del vino, arrivando persino a selezionare, direttamente dalla pianta, il rovere francese che fa poi stagionare e tostare all’interno della tenuta, per controllare al meglio la variabilità delle barrique. Per salvaguardare la nostra salute e quella del pianeta, Castello Banfi ha inoltre stipulato una collaborazione con alcune vetrerie, dando vita a una bottiglia bordolese da 360 g (invece dei convenzionali 570 g), con un notevole risparmio di materie prime ed energia, e di conseguenza una minore emissione di CO2.

Con la degustazione sono state assaggiate due tra le più iconiche etichette della denominazione di Castello Banfi – Poggio alle Mura e Poggio all’Oro –, entrate a far parte del firmamento dei grandi vini del panorama enoico italiano e internazionale.

Brunello di Montalcino DOCG Poggio alle Mura

Poggio alle Mura è la migliore sintesi del territorio, del vitigno e del metodo di lavoro di Castello Banfi.

2001: 18 anni e non sentirli

In questa annata il sangiovese grosso esprime in maniera ottimale le sue qualità, conferendo piacevolezza, equilibrio ed eleganza al vino. Ha un colore cupo e denso, sfoggia una grande complessità al naso, con profumi che spaziano dalla frutta secca al caffè, dalle spezie orientali al tostato, fino a sentori marcati di funghi, humus e animale. In bocca è impeccabile: l’iniziale astringenza è bilanciata da un’acidità agrumata e da un finale ammandorlato di notevole fascino.

2004: un’orchestra di sensazioni

Da un’annata perfetta in tutte le sue fasi, nasce un vino poderoso che si addolcisce grazie a un tannino ricco, aromatico ed elegante. Il colore è luminoso, al naso si fa leggermente attendere, ma poi sprigiona con grande nitidezza una notevole presenza di ciliegia, mora e lampone sotto spirito, note speziate di pepe nero, liquirizia e anice, e sentori floreali e di terra.

2012: austerità suprema

La veste è granata con leggeri riflessi aranciati e nasconde il carattere di vino gentile al naso e austero in bocca: i profumi si aprono in sequenza, evidenziando prima note di spezie dolci come la vaniglia e la cannella, poi gli agrumi e l’arancia; in bocca appare scontroso, di notevole struttura e grandiosa forza. Un vino da conservare e aspettare.

Brunello di Montalcino DOCG Poggio all’Oro Riserva

Poggio all’Oro è il gioiello di Castello Banfi, prodotto esclusivamente nelle grandi annate con uve selezionate del vigneto esposto a sud, Poggio all’Oro, dove il sangiovese trova le sue condizioni ideali per crescere. È un vino che sviluppa il colore caldo tipico dei versanti esposti a sud, ma che però mantiene freschezza e giovialità.

2007: generosità

Da un’annata calda e generosa, nasce un vino dal colore compatto e luminoso che sprigiona al naso un potente e nitido profumo balsamico di menta, seguito da cioccolato, confettura di mora e lampone. In bocca si arricchisce di note di tartufo bianco e burro e sentori spiccatamente minerali di grafite e iodio. All’assaggio è succoso, morbido e persistente.

2008: completezza

È un Brunello dal colore pieno e deciso alla vista, con una ricca concentrazione di profumi che spaziano dai chiodi di garofano alle note balsamiche e mentolate al fruttato e floreale - soprattutto di viola e iris -, per concludere con una nota vegetale di foglie di pomodoro ed erbe aromatiche, come il timo e l’alloro. L’ingresso in bocca è dolce e morbido, ma subito compare l’alcol e il tannino austero, presente e leggermente polveroso.