Una "novità" dalle radici millenarie: la Bulgaria del vino

Racconti dalle delegazioni
29 novembre 2018

Una

Una serata dedicata ai vini della Bulgaria attraverso la degustazione di 8 vini dell'azienda Villa Melnik. Una sfida raccolta da AIS Brescia e raccontata da Guido Invernizzi. Un successo non scontato

Elisa Inselvini

“Emozionalmente parlando da questa serata usciremo tutti arricchiti". Parole che creano subito l’atmosfera giusta per la serata e sono di un relatore d’eccezione: Guido Invernizzi. È stato lui a raccogliere la "sfida" di una serata, quella di venerdì 23 novembre, dedicata ai vini bulgari di una piccola cantina, Villa Melnik, presente nella Struma Valley, una delle cinque zone vinicole della Bulgaria.

Una premessa è doverosa: si è trattato di una serata fortemente e coraggiosamente voluta dal Delegato AIS di Brescia, Alessandro Caccia, e dalla sottoscritta che, quasi per caso, in un viaggio “fuori dagli schemi’’ ha potuto degustare in anteprima alcuni dei vini che sono stati poi proposti durante la serata. Perché di coraggio, entusiasmo e vera passione per il mondo del vino si tratta quando si decide di proporre una serata che non ha avuto precedenti e che non basa la propria riuscita su ciò che ‘“si vende da solo’’ e che è comunemente conosciuto come il meglio presente all’interno del panorama vitivinicolo.
Ma proprio questo spirito e questo entusiasmo sono stati premiati da una massiccia partecipazione e da un apprezzamento generale per una serata che può, a ragione, essere considerata un successo.

Una novità, quella dei vini bulgari, che però ha radici millenarie, poiché è antichissimo il legame tra questa terra e il vino, che conserva vitigni autoctoni come il dimyat, il pamid e il mavrud: una realtà con migliaia di anni di vinificazione alle spalle, caratteristica comune a tutto il territorio caucasico.
Abitata da 100mila anni, questa era la terra dei Traci, guerrieri e mercenari, fieri del proverbiale “titanismo” anche nella morte, derisi e scherniti anche per questo dai Greci.

“Non avremmo l’Odissea senza di loro’’ commenta il relatore, poiché già nell’opera di Omero Ulisse si liberò di Polifemo proprio grazie al vino bulgaro. 

Ma nel lontano passato anche un'altra autorevole testimonianza emerge: il poeta Ovidio è in terra bulgara che trovò l’accoglienza, nonché l’apprezzamento dei vini tanto da citarli nelle sue opere.

La storia della Bulgaria è quella di popolazioni che non hanno saputo mantenersi unite e che, proprio per questo, hanno subito lo scotto di varie dominazioni, a partire da quelle degli Slavi, dei Romani e degli Ottomani; ma è anche la storia di una popolazione che nel passato ha mostrato la propria creatività nella scoperta di supporti tecnici come la fotocopiatrice, l’ U-wave nell’elettrocardiogramma, nonché il primo computer!

Tornando al vino, ma in realtà non l’abbiamo mai dimenticato in questa introduzione storico-aneddotica, la tradizione e il richiamo di questa terra per la viticoltura possono davvero essere considerati profondissimi, tanto da riuscire a sottrarsi alle dure prove che la storia, anche quelle relativamente recente, ha sottoposto ai bulgari: dalla presenza ottomana al periodo comunista, con la legge contro l’alcolismo posta da Gorbaciov nel 1985, foriera di blocchi e veti.

Nel 2007 la Bulgaria entra nella Ue, e forse da quel momento entra anche simbolicamente nella “modernità”. 60 mila gli ettari vitati per un territorio che si presta perfettamente alla viticoltura, con rilievi che possono raggiungere anche i 3000 metri e che, come nel caso dei Balcani, creano una imponente barriera al gelo da nord.

Dolci le colline che caratterizzano gran parte del territorio e, se è vero che “baccus amat collem’’, il resto è da degustare.  

La degustazione

I vini della serata

Aplauz rosé wine 2017 | Vitigni: melnik e mavrud

Alla vista si presenta di un bel colore rosa tenue buccia di cipolla, colore che spicca anche per la pulizia e la sanità cromatica. Il naso è semplice, diretto e piacevolissimo con una bella gestione dell’alcol. Le note sono quelle dei fiori - rosa, geranio e ciclamino - e della frutta matura, come la pesca noce. All’assaggio il frutto è quello immediato e aspro del ribes. Bella l’acidità e la salivazione. La piacevolezza è l’elemento caratterizzante di questo vino che risulta semplice, ma morbido, lungo, persistente, beverino, pulito e ben fatto.

Bergulé rosé wine 2017 | Vitigni: 34% cabernet sauvignon, 27% melnik, 39% pinot nero

All’esame visivo una bella trasparenza e sanità cromatica. Al naso evidenzia notevoli differenze rispetto al rosato precedente, esprimendosi più nelle note fruttate e agrumate che nella florealità, che è quella delicata dei fiori di sambuco. Importante la nota erbacea data dal cabernet sauvignon. Anice e scorza d’arancia. Anche la spezia è quella vegetale del pepe verde. All’assaggio liquirizia e la sensazione della bocca impolverata, seguiti da un finale amarognolo. Bella la gestione dell’alcol e la corrispondenza gusto olfattiva. Un rosato che rispetto al precedente è più austero, tagliente, diretto, accompagnato da una sensazione tannica e dalla presenza polifenolica del cabernet sauvignon che lo rendono più asciutto.

Aplauz viognier sur lie 2017 | Vitigni: Viognier 100%

Vitigno che i francesi chiamano “untuoso’” per il velluto e la rotondità che lo contraddistinguono. Il colore è magnifico, limpido, trasparente, di un giallo dorato carico verso il dorato, ma ancora con colpi di coda verdolini, quasi a riuscire a comprendere tre step di gradazione di colore. Un vino muscolare, di struttura. Il naso è ampio, di frutta tropicale, banana e subito dopo floreale di ginestra, zagara, fiore d’arancio e lavanda. La spezia è  dolce, lattiginosa e vanigliata. Un vino definito ricco, pulito, complesso e con perfezione nella corrispondenza del vitigno.
Anche all’assaggio si esprime come un grande vino nel quale spiccano la florealità, l’agrume del mandarino e dell’arancia e la sapidità. La sequenza del fiore, del frutto, della mineralità e sapidità sono accompagnati da una delicata nota boisé, espressione discreta e non invadente dei 6 mesi di barrique di quercia bulgara.

Orange wine sauvignon blanc 2017 | Vitigni: sauvignon blanc 100%

Un vino orange rivisitato verso il gusto moderno che, all’esame visivo presenta un colore carico e fitto, denso, dorato con una bellissima sanità cromatica. Grande la struttura e l’opulenza. Al naso il miele è mentolato e i profumi tipici varietali sono sfumati dal tropicale, alle note minerali di gas, erba macerata, muschio e sottobosco. Il frutto è quello maturo della marmellata di agrumi. Un naso che viene descritto come atipico ed interessante. All’assaggio colpisce per la non coincidenza con l’olfazione, tendendo a perderne i profumi. D’ingresso è balsamico e mentolato, minerale, sapido, quasi metallico, impolverato, con una punta tannica.

Aplauz Melnik 55 2016 reserve | Vitigni: Melnik 55 100%

All’osservazione dell’esame visivo esprime un colore cupo e profondo, dotato tuttavia di una bella trasparenza. Anche in questo caso il colore rubino, che inizia ad avere delle note granate, sembra mantenere contemporaneamente dei riflessi violacei. A livello visivo si esprimono, ancora una volta, tre step con tre tonalità. Al naso il bouquet è quello della frutta rossa matura, seguito da una nota balsamica, mentolata, di canfora. La buona complessità olfattiva prosegue nella spezia del pepe. All’assaggio il tannino si rivela giovane, ma importante e ben integrato. Sensazione di bocca impolverata nella nota balsamica di talco mentolato. La frutta è spremuta ed acidula. La nota verde preminente spinge ad ipotizzare la necessità e potenzialità di invecchiamento.

Aplauz shiroka melnik 2015 reserve | Vitigno: Shiroka melnishka loza 100%

All’esame visivo è evidente una media carica polifenolica, con un viraggio del colore verso una sfumatura melograno mattonata. Un vino di struttura. Il naso è austero, delicato, fine con note di frutta sotto spirito e con cioccolato. Anche la spezia e il tabacco sono fini e non prorompenti. A seguire una nota mentolata e sentori terziarizzanti. Alla bocca si esprime una buona acidità e un tannino molto ben gestito. I 18 mesi di barrique di legno bulgaro non spiccano durante l’esame olfattivo. Non è particolarmente spiccata la corrispondenza tra naso e bocca.

Aplauz mavrud 2015 reserve | Vitigni: mavrud 100%

Il colore rubino è bellissimo, profondo, cupo, con una nota granata. Si presenta consistente. Sanità cromatica e pulizia come motivo conduttore dei vini della serata. Il naso è, ancora una volta, caratterizzato da una pulizia eccezionale che ne valorizza la qualità. Frutta rossa matura, in gelatina e marmellata di fragole sono preminenti ad una prima olfazione. I sentori del legno non sovrastano il frutto, ma si declinano mediante una leggera speziatura e verso il cacao e il cioccolato. In bocca è sapido, acido, pulito. Si esprime in una nota di concentrato di pomodoro e pomodoro secco. L’evoluzione della nota erbacea data dalle pirazine si esprime nell’oliva nera in salamoia. Perfetta la gestione del tannino. Il finale è speziato, noce moscata, e di grafite, per chiudersi con una nota amaricante che ricorda l’inchiostro.

Bergulè melnik & pinot noir 2014 | Vitigni: Shiroka melnik 52%, pinot nero 48%

All’esame visivo si presenta di un color rubino vivace con sfumature granata dalla bassa carica cromatica e di media struttura. Molto fine e pulito al naso con chiari sentori varietali. Percepibile la frutta, ciliegia, le erbe aromatiche nell’espressione della menta e la speziatura del pepe nero. All’assaggio buona è la carica tannica, media l’acidità e speziato il finale. Bocca polverosa e verde. La complessità olfattiva è semplice e lineare.