Il Ritrovino si tinge di rosa con il Chiaretto, “il vino di una notte”

Il Ritrovino si tinge di rosa con il Chiaretto, “il vino di una notte”

Degustando
di Sara Missaglia
01 luglio 2021

Una serata in rosa per la rassegna “Il Ritrovino. Incontri e confronti” e per Nicola Bonera: nessun legame o tema di genere, ma un momento di conoscenza, approfondimento e riflessioni sul Chiaretto.

Il cosiddetto “vino di una notte” ha fatto del contatto con le bucce la modalità di vinificazione e di definizione di colori eleganti, a volte tenui, a volte più decisi. Il rosato è luminoso per definizione, e questa sera Nicola accende i riflettori sulla denominazione Riviera del Garda Classico: 92 associati al consorzio Valtènesi per poco più di 1000 ettari di vigneto. Si tratta di una DOC che ha raccolto l’eredità e il testimone di Garda Bresciano e Valtènesi, venute a cessare, ad eccezione della DOC Garda, che prosegue con le specifiche del monovitigno, soprattutto con uve internazionali.

La denominazione Riviera del Garda Classico valorizza vitigni che si rivelano molto interessanti: per il bianco il riesling minimo al 50% nella versione italico o renano, per il Chiaretto e il Rosso anche Superiore il vitigno groppello, nei biotipi gentile, mocasina e Santo Stefano, minimo al 30%, in blend con marzemino, barbera e sangiovese per un massimo del restante 70%, e con un contributo di ciascuno non superiore al 25%. Una composizione che è ricchezza, e che ha fatto dell’assemblaggio la peculiarità di questi vini. Il disciplinare norma anche gli spumanti rosé, che prevedono le medesime uve di Chiaretto e Rosso sia nella versione Charmat sia in quella Metodo Classico.

Riviera del Garda ClassicoLa Valtènesi (il cui nome deve sempre precedere senza alcun intercalare la denominazione Riviera del Garda Classico) è invece un’area più ristretta, che presenta gli stessi uvaggi della Riviera del Garda Classico e che norma, per la versione rosa, l’immissione al consumo dal 14 febbraio. Non è certo un caso che la data di immissione sul mercato coincida con San Valentino, la festa degli innamorati: il vino di una notte ha infatti il colore del corallo, della pesca, della viola, del tramonto, come cita il claim del Consorzio Chiaretto della Valtènesi.

La storia di questo vino risale all’anno 1896, quando il senatore del Regno di Salò Pompeo Molmenti, nella cantina a Moniga del Garda, inventò il Chiaretto, con la tecnica di vinificazione in rosato. Pompeo Molmenti aveva sposato Amalia Brunati, una nobildonna originaria di Moniga che in dote aveva portato una meravigliosa villa e 15 ha di terreno. Da avvocato, insegnante di Storia dell’Arte all’Accademia di Venezia e politico passò alla viticoltura, diventando il creatore del vino rosa che dedicò naturalmente alla moglie. La pigiatura delle uve lasciate a contatto delle bucce solo per poche ore - la durata di una notte - regala al vino un colore rosa unico e brillante. Il mosto rimane a contatto con le bucce un tempo sufficiente per ottenere l’estrazione qualitativamente più elevata dei profumi e dei precursori gustativi.

Nicola ci racconta anche di studi finalizzati alla mappatura della zona di produzione del Chiaretto: una zonazione per individuare tre macroaree che uniscono la componente geografica alla definizione di specifiche proprietà organolettiche del vino. Il rapporto con il bacino lacustre fa da discriminante: una zona a lago (vini più sottili e minerali), una pedemontana (vini un po’ più spostati sul frutto tra pesca, melagrana, ribes e lampone, dove l’elemento caratterizzante è la freschezza) e una oltre le colline (dove avvolgenza e struttura sono le caratteristiche principali, per vini in cui la frutta è un po’ meno croccante e più matura, e dove l’alcol aumenta leggermente).

Valtènesi e Riviera del Garda ClassicoIl format de “Il Ritrovino” prevede la messa a fattor comune dei vini che i partecipanti hanno scelto, da degustare e raccontare insieme durante il collegamento digitale: telecamere e microfoni accesi, calici in mano. Ecco quindi una danza di esperienze degustative narrate in tempo reale tra groppello, marzemino, barbera e sangiovese, con la descrizione di colori che virano dal petalo di rosa al cerasuolo, con profumi molto accattivanti e seducenti di fiori (biancospino, violetta) e di frutta, con sensazioni al palato armoniche, sapide e minerali. Profumi tiolici e che ricordano le erbe di campo o percezioni aromatiche, con speziature che vivacizzano il naso. Vini che nascono in un ambiente dove si trovano olivi, piante di limoni e di capperi: il clima mediterraneo sembra incastonato tra le Alpi, e le correnti del lago regalano vegetazione e microclima importanti per i vini. La bocca è sempre fine ed elegante, mai appesantita da un sorso carico e invasivo: i vini del lago sono vini equilibrati.

Interessanti sono anche gli abbinamenti selezionati dai partecipanti, raccontati nel “bello della diretta”: dalla semplice caprese al risotto alle ortiche piuttosto che al pesce, a sottolineare la versatilità dei rosati in abbinamento a preparazioni gastronomiche. Interessanti le valutazioni sulle annate non recentissime che sorprendono comunque per un gusto ancora croccante e che sembrano non aver perso nulla sul terreno. Le annate più giovani, invece, regalano profumi vinosi molto accattivanti, mai invasivi, che si declinano all’insegna della delicatezza. Vini sottili ma eclettici, adatti a molteplici abbinamenti, per intenditori e meno esperti, apprezzati da tutti.

«Un bacio è l’apostrofo rosa tra le parole t’amo» sussurrava Cyrano per conquistare la sua amata: offrendole magari un calice di Chiaretto. Dopo questa sera, lo immaginiamo così.