Lino Maga, 90 anni e 84 vendemmie

Lino Maga, 90 anni e 84 vendemmie

Interviste e protagonisti
di Alessandro Franceschini
31 dicembre 2021

“Non scrivere vivace, mosso o frizzante! Sono cose composte e negative. Usa brioso o spumeggiante, al limite effervescente, come la Traviata”. Se dovessimo mettere in fila l’innumerevole serie di frasi e aneddoti, in alcuni casi dei veri e propri aforismi, che Lino Maga ha dispensato...

Tratto da Viniplus di Lombardia - N° 21 Novembre 2021

...tra una fetta di salame e un bicchiere di Barbacarlo, magari avvolti dalle nuvole di fumo delle sue sigarette, a chiunque sia stato almeno una volta nella sua casa-bottega di Broni in Oltrepò Pavese, potremmo probabilmente riempire più di un copioso volume da conservare gelosamente. Classe 1931, Lino Maga quest’anno ha non solo tagliato il traguardo dei 90 anni, ma anche quello delle 84 vendemmie, viste e vissute di persona, poiché a 6 anni di età era già in vigna a lavorare. Il figlio Giuseppe, che porta avanti questa meravigliosa storia, divenuta patrimonio collettivo di chiunque ami il vino, non da meno finì sulle pagine del Giornale di Pavia del 1969 perché a tre anni era già in mezzo ai grappoli.

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È stato detto e scritto tanto sul Barbacarlo e il Montebuono, e sulle tante vicende che ha vissuto il suo creatore. Nel corso degli anni è diventato un emblema di contadinità e autenticità ed è stato anche tirato per la giacchetta per salire sul carro della “naturalità”. Ma Lino Maga è stato, ed è, soprattutto un simbolo di “lotta”. Quella condotta, per più di vent’anni tra ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, contro chi gli aveva rubato il suo nome, o meglio, il nome del suo vigneto, che poi è un po’ la stessa cosa. Quei quattro ettari che guardano a Sud Ovest, difficili da coltivare e con pendenze che serve avere gamba da montanaro per percorrerle, posti a poco più di 300 metri sul livello del mare e dove trovano dimora croatina, uva rara e ughetta, sono diventati un vessillo per chiunque pensi che la parola terroir abbia ancora un significato preciso e che non possa essere svilito e utilizzato a casaccio.

Testardo e cocciuto, quando l’annata 2003 del Barbacarlo, una bomba da oltre 16 gradi di alcol e un importante residuo zuccherino, venne bocciata dalla commissione che assegnava la DOC, la declassò a IGT, sotto l’ala protettiva dell’amico Luigi Veronelli, innamorato di quel millesimo. Non è più tornato indietro. Un Don Chisciotte, fiero e solitario.