Riesling, il mito immortale - Parte seconda

Riesling, il mito immortale - Parte seconda

Mondo Vino
13 luglio 2020

Prosegue il viaggio alla scoperta del riesling e dei suoi territori, con la seconda parte del racconto della lezione tenuta da Nicola Bonera nel terzo appuntamento dell’iniziativa “Annessi e Connessi”

Dopo aver raccontato di storia e caratteristiche del riesling, e dopo aver trattato la Germania, principale terra d’elezione di questo splendido vitigno (vedi qui Parte prima), prosegue il viaggio condotto da Nicola Bonera nelle altre aree dove il riesling renano ha trovato dimora con risultati d’eccellenza.


Il relatoreLe zone del riesling: l’Austria

Il riesling è presente in tutto il territorio nazionale e, in particolare, in tutte le 17 denominazioni d’origine che danno vita ai c.d. Qualitätswein. Copre oggi circa il 7% della produzione nazionale.

La classificazione austriaca del vino, che ha preso ispirazione dal modello tedesco, è basata sulla gradazione Babo (indicato con la sigla KMW - dal tedesco Klosterneuburger Mostwaage -, dove 1 grado Babo equivale a 10 g di zucchero presenti in un chilogrammo di mosto), ed è la seguente:

  • Wein, un tempo Tafelwein, dall’intero Stato, aventi un minimo di 10,6 °KMW;
  • Landwein, da tre grandi regioni, con un minimo di 14 °KMW;
  • Qualitätswein, da 16 sub-regioni, con un minimo di 15 °KMW;
  • Kabinettwein, con un minimo di 17 °KMW;
  • Prädikatswein, suddivisi in cinque sottoclassi:
    • Spätlese, minimo 19 °KMW
    • Auslese, minimo 21 °KMW
    • Beerenauslese, minimo 25 °KMW
      • Eiswein, caratterizzati dalle uve ghiacciate, vendemmiate a -7 °C
      • Strohwein / Schilfwein, con un minimo di 30 °KMW dopo l’appassimento
    • Ausbruch, minimo 27 °KMW
    • Trockenbeerenauslese, minimo 30 °KMW

«Con il tempo» ci dice Nicola, «questa classificazione ha lasciato spazio a un buonsenso molto più mediterraneo, passando cioè a metodologie tese a salvaguardare e valorizzare singole parcelle». È il caso dei DAC, acronimo di Districtus Austriae Controllatus, introdotti nel 2002 e ai quali aderiscono oggi 15 delle 17 regioni vinicole austriache (tutte ad eccezione di Thermenregion e Wagram), attraverso i quali a ciascun distretto è consentito definire uno o più vini “tipici” del proprio territorio, che saranno così designati come DAC.


AustriaI DAC possono poi ulteriormente classificarsi per qualità della parcella e del singolo vigneto, un po’ come accade in Germania con il consorzio VDP. La piccola piramide ha alla sua base i Gebietswein, poi gli Ortswein e infine i Riedenwein, che assomma idealmente gli Erste Lage e i Grosse Lage tedeschi.

La Wachau, il principale distretto austriaco dedito esclusivamente a vini bianchi a base di grüner veltliner e riesling, che con 232 aziende copre 1.344 ettari complessivi, pur avendo di recente aderito al sistema DAC, ha da tempo optato per un differente sistema di classificazione, basato sul c.d. Codex Wachau, una normativa tesa a consentire una viticoltura di qualità nel rispetto dei seguenti principi base:

  • origine rigorosamente controllata;
  • nessuna correzione dei mosti;
  • nessuna concentrazione di vini e mosti;
  • nessuna aromatizzazione;
  • nessun frazionamento;
  • rispetto della natura.

Da questa cornice normativa, nasce e viene applicata nella Wachau una classificazione a tre livelli:

  • Steinfeder, «vini bianchi delicati» con un minimo di 15 °KMW e un titolo alcolometrico volumico massimo dell’11,5%
  • Federspiel, «vini bianchi più importanti e più ricchi in alcol», con un minimo di 17 °KMW e un titolo alcolometrico volumico compreso tra l’11,5 e il 12,5%
  • Smaragd, «vini bianchi più strutturati e longevi», con un minimo di 18,2 °KMW e un titolo alcolometrico volumico minimo del 12,5%.

I Riesling provenienti da questa zona, caratterizzati da un alto livello qualitativo medio, si proporranno con profumi di pesca, albicocca e limone e – all’assaggio – con una acidità viva che andrà a spegnersi lentamente negli anni. Gli idrocarburi saranno scarsamente presenti, percepibili solo dopo un adeguato invecchiamento, anche a causa della lavorazione eseguita spesso in acciaio o in legni esausti proprio per preservare la freschezza del frutto e non anticipare i fenomeni ossidativi.


AlsaziaLe zone del riesling: l’Alsazia 

In Alsazia il riesling renano è stato impiantato fin dalla fine del XV secolo, ma ha conosciuto un poderoso incremento in termini di superficie vitata soltanto dalla metà del ‘900. Oggi è presente principalmente nell’Alto Reno, specie nell’area di Colmar, e con una quota del 22% rappresenta il principale vitigno d’Alsazia.

L’esposizione dei vigneti è simile a quella della Borgogna, poggiando essi sulla dorsale est dei Vosgi, che disegnano una dorsale nord-sud lungo tutta la regione. A seconda delle formazioni geologiche di questi monti, avremo vini differenti e in particolare, per le formazioni in pendenza:

  • da viti piantate su granito e gneiss, otterremo vini freschi e leggeri;
  • da scisto avremo vini lenti nell’esprimersi;
  • su terreni di matrice vulcanico/sedimentaria si produrranno vini fumosi, ampi e strutturati;
  • da grés – sabbie di quarzo cementate – otterremo infine vini acidi e meno aromatici, lenti nel crescere.

Il Riesling alsaziano in gioventù è caratterizzato da grande freschezza e generalmente sviluppa sentori di idrocarburi prima rispetto al Riesling tedesco, per via del clima più asciutto e caldo nel quale maturano le uve. In Alsazia è uno dei vitigni “nobili” utilizzabili, oltre che nell’AOC Alsace – e nelle relative 13 denominazioni comunali –, nella AOC Alsace Grand Cru, composta da 51 lieux-dits individuati a partire dal 1975. Di questi, a parere di Nicola i migliori climat per il riesling sono Altenberg de Bergheim, Brand, Geisberg, Hengst, Muenchberg, Rangen, Saering, Schoenenbourg e Vorbourg.

Le zone del riesling: l’Italia

Nel nostro Paese il riesling renano occupa oggi circa 250 ettari, suddivisi tra Alto Adige (80 ha), Langhe (circa 30 ha), Garda classico (meno di 25 ha) e Oltrepò Pavese (100 ha). Altri 700 ettari sono presenti in Veneto, Emilia, Piemonte e Umbria, oltre che in altre zone d’Italia.

Sono 17 le DOC che consentono l’utilizzo del riesling, dall’Abruzzo DOC passando per il Friuli Isonzo DOC, arrivando al Trentino DOC e al Vicenza DOC. È altresì autorizzato in 84 IGT, tra le quali Nicola menziona le lombarde Benaco Bresciano IGT, Terre Lariane IGT e Valcamonica IGT.

Le migliori espressioni italiane sono appannaggio dell’Alto Adige, e in special modo della Val d’Isarco e della Val Venosta, ma Nicola segnala anche la crescita qualitativa di alcune referenze dell’Oltrepò Pavese, che ormai arrivano a livelli di eccellenza.

Una rassegna entusiasmante, quella propostaci da Nicola Bonera, con la quale abbiamo attraversato, sorvolato e conosciuto le principali aree di coltivazione del riesling.