Collio e Carso: sui sentieri della Prima Guerra Mondiale, tra vigneti, trincee e grandi vini

Lungo il confine con la Slovenia si trovano, oggi risorti e celebrati, due magnifici territori vinicoli, Collio e Carso, teatro un tempo, ormai lontano, di un conflitto tra i più complicati e spaventosi che l’umanità abbia vissuto, la Prima Guerra Mondiale.

Matteo Redaelli

Ci troviamo nell’estremo lembo del Friuli-Venezia Giulia, laddove l’asprezza del Carso si confonde e si mitiga fra i declivi dolci del Collio. Un territorio schietto e spigoloso, ma indiscutibilmente generoso di prodotti eccellenti. Territori caratterizzati da contaminazioni plurisecolari che rispecchiano il carattere di questa microregione. Terre di genti diverse, di culture che la storia ha spesso contrapposto, ma che in questa multietnicità hanno trovato anche la loro ricchezza. Carso triestino e Collio goriziano, territori ancora divisi al proprio interno da un confine (prima jugoslavo, oggi sloveno) ma che sembrano aver ritrovato un’unità particolare, capace di valorizzare il prezioso patrimonio di tradizioni locali. 

Insieme a Diego Sburlino, avvocato di professione e relatore AIS di origine friulana, e Roberto Filipaz, vicepresidente regionale AIS Friuli-Venezia Giulia e Delegato AIS Trieste, la delegazione lombarda di AIS Lecco ha ripercorso i territori un tempo teatro della Grande Guerra avendo la fortuna di degustare 8 meravigliose interpretazioni di questi luoghi.

La serata si è aperta con un’introduzione geografica dei territori focalizzandosi sulle analogie e le differenze dei terreni, sui microclimi e sull’importante influenza dei venti presenti. È stato molto emozionante rivivere le storie delle famiglie dei due relatori, che hanno rievocato i racconti dei loro parenti trasmettendoci le sensazioni e le tragedie vissute.

La degustazione ha proposto grandi produttori e grandi annate ormai difficili da reperire e ha permesso di saltare continuamente tra i due territori, alternando un vino del Collio con uno del Carso. Questo ha permesso di percepire chiaramente le differenze enologiche presenti nelle due zone.
Una grandissima e vincente serata di storia, cultura, vini e tradizioni dalla quale ne usciamo tutti emozionati e ripagati felici di aver “viaggiato” in questi luoghi di confine.

La degustazione

Collio: Mongris Riserva (magnum) 2017, Marco Felluga
Si inizia con un produttore che potremmo definire il “pioniere” del vino friulano. Vino ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve di pinot Grigio; uno dei più importanti vitigni coltivati nel Collio fin dalla seconda metà del 1800 e che oggi è una delle varietà a bacca bianca più diffuse della regione Friuli.
Terreni sabbiosi dovuti alla vicinanza con il fiume Isonzo regalano una grandissima sapidità che, come vedremo, è il punto chiave di tutti i vini del Collio.
Al naso, note burrose, miele e un grande uso del legno che arricchisce ancora di più il potenziale di questo vino. Spiccano poi le gradevoli note di spezie dolci e frutta tropicale.
In bocca una grande morbidezza, sapidità e note tostate. Struttura ed eleganza.

Carso: Malvasia 2020, Lenardon
Malvasia istriana in purezza prodotta in piccole vigne, che esprime la freschezza dei venti freddi dell’Altopiano del Carso, il calore del sole dell’Istria e l’influenza del mare del golfo di Trieste.
Sentori tipici della zona come ginestra, glicine, tiglio il tutto accompagnato da un finale fruttato e agrumato.

Collio: Col Disore (magnum) 2013, Russiz Superiore
La storia di Russiz Superiore è legata ancora una volta alla famiglia Felluga. Marco, che aveva già creato l’azienda Marco Felluga, nel 1967 decide di acquistare un’antica proprietà sulle colline di Capriva del Friuli, già nota in passato per la produzione di ottimi vini e fonda Russiz Superiore. Il vino è un uvaggio di uve pinot bianco, friulano, sauvignon e ribolla gialla affinato in maniera delicata in legno. Sentori di fiori d’acacia di mescolano a note fruttate di pesca, frutta tropicale e ananas unite a cenni balsamici che nel complesso donano un’eleganza indescrivibile. Naso importante, elegante, raffinato e una bocca di grande sapidità ed equilibrio.

Carso: Vitovska 2019, Bajta
Con Bajta introduciamo un vitigno chiave del Carso: la vitovska. Il suo sapore, fortemente legato al territorio e ai suoi elementi, al mare, alla roccia carsica e alla Bora, descrive chiaramente il territorio del Carso. Si presenta con un colore giallo chiaro con lievi venature dorate e un profumo di frutta a polpa bianca e note agrumate. Sentori floreali ed erbacei, di rose gialle, mughetto, salvia, erba tagliata, fiori di campo e fieno. Al gusto si presenta una netta mineralità e una grande acidità, doti ben equilibrate in una struttura ricca e persistente, soprattutto nella sua componente sapida e quasi iodata.

Collio: Klin (magnum) 2012, Primosic
La storia della cantina Primosic è indissolubilmente legata al Collio, alla sua terra, alle sue vigne, alla sua tradizione. I vini Primosic sono figli della tradizione, della passione e dell’amore per il Collio, ed esprimono in modo schietto le qualità di questo meraviglioso terroir.
Klin è un blend perfetto ed equilibrato tra vitigni autoctoni: friulano, ribolla gialla e vitigni internazionali, che si sono acclimatati benissimo nelle terre friulane: sauvignon blanc e chardonnay. 
Colore giallo dorato, al naso è complesso, con intensi profumi di fiori bianchi, aromi di frutta esotica, macchia mediterranea e suggestioni speziate.
Al palato è ampio, avvolgente, con acidità equilibrata, aroma fruttato e note tostate. Finale di grande persistenza.

Carso: Vitovska (macerata) 2019, Zidarich 
La cantina Zidarich è chiaro esempio di cantina carsica strappata letteralmente alla roccia e le sue bottiglie sono una perfetta rappresentazione di un territorio estremo come quello del Carso. Con questo vino introduciamo un’altra caratteristica tipica di alcuni vini prodotti con la vitovska: la macerazione.  La vitovksa Zidarich è infatti un bianco realizzato con macerazione sulle bucce in tini aperti, che esprime aromi fruttati e di fiori di campo, uniti a eleganti note iodate e leggermente salmastre, che ne ricordano la sua origine mediterranea e marina. Il bianco vitovska esprime in modo perfetto il concetto di vino territoriale, realizzato ancora in modo artigianale. Si presenta con un giallo intenso, quasi dorato. All’olfatto esprime profumi di fiori di campo, erbe aromatiche, frutta matura, con ricordi marini, iodati e di salsedine. Al palato è ricco, ampio e persistente, con freschezza equilibrata e finale sapido.

Collio: Collio bianco 2001, Carlo di Pradis
Carlo di Pradis è una realtà a conduzione familiare che contraddistingue il Collio friulano. il “Collio Bianco 2001” colpisce subito nel bicchiere per lo splendido colore, un giallo dorato tendente all’ambrato di grande lucentezza e splendore. Al naso sprigiona una fragranza aromatica ancora intatta con note di fiori gialli, frutta bianca, agrumi e qualche intrigante cenno di pietra focaia e spezia dolce. In bocca, il vino si mantiene vivace e saporito con un finale caldo e morbido. Grandissima sapidità, note medicinali, morbidezza, aromi di tostatura dovuti all’evoluzione e all’affinamento.

Carso: Malvasia selezione 2012, Kante
Cantina simbolo del territorio carsico capace di trasmettere nel vino il terroir, la brezza del mare e della Bora, regalando caratteristiche uniche e irripetibili di acidità, mineralità e salinità. Una malvasia definita come “salina, speziata, profumata” dal produttore; solo così può essere descritta. Al naso sprigiona l’essenza stessa del mare con un ventaglio odoroso prevalentemente floreale con sentori di biancospino, ginestra, camomilla e fiore di tiglio. Leggere note fruttate di arancia candita e pera. È un vino di struttura potente e morbida, in bocca risulta caldo, equilibrato e con molta sapidità. Ottima corrispondenza tra naso e bocca. Nel bicchiere continua a evolvere sprigionando nel tempo sempre nuove sensazioni.