Degustazione alla cieca con 6 rossi lombardi

Racconti dalle delegazioni
18 novembre 2021

Degustazione alla cieca con 6 rossi lombardi

Una bellissima degustazione alla cieca, con sei vini rossi lombardi, guidata da Mauro Garolfi, sommelier e degustatore della Delegazione di Pavia

Simone Bevilacqua

Il panorama vitivinicolo lombardo è molto variegato e i vini rossi sono indubbiamente ben rappresentati all’interno di tutte le province.
Tanti vitigni, tante tipologie, dai vini giovani a quelli da lungo affinamento, con terroir e areali che esprimono caratteri unici e rappresentativi.
Ovviamente anche la mano dell’uomo riveste un’importanza cruciale nella caratterizzazione dei vini, influenzando tempi e temperature di macerazione, affinamenti, assemblaggi, interpretando ogni anno ciò che la natura gli ha fornito.

Dodici fortunati degustatori si sono ritrovati allo stesso tavolo, con sei vini e la guida di Mauro Garolfi, ottimo degustatore e conoscitore della regione, che ha aperto la serata leggendo un passo di Mario Soldati nel quale il famoso scrittore esorta il lettore ad approcciarsi al vino con conoscenza, ma senza dimenticare la propria sensibilità personale. È proprio il giusto spirito per avvicinarsi a una degustazione alla cieca, nella quale non si hanno grandi indizi sui i vini: bisogna quindi partire dalle proprie sensazioni, dandogli fiducia e cercando di scavare nelle proprie conoscenze per cercare di comprendere come ogni territorio sia strettamente legato al risultato che troviamo nel bicchiere.

Mauro Garolfi insieme ai dodici soci durante la degustazione alla cieca

Prima di degustare, Mauro ricorda come la macerazione influisca sul corpo e sull’estrazione di polifenoli nei vini, sul colore e sul potenziale di evoluzione. Ogni vitigno ha diverse dotazioni di colore, tannini e sostanze aromatiche derivanti dalla genetica del vitigno ma anche dall’annata; l’enologo ha il ruolo di interpretare tutto ciò e comprendere come estrarre il meglio dalle uve. 

Dopo una breve introduzione iniziamo, quindi, a “giocare”.

La degustazione

Capriano del Colle DOC “Carme” 2017 – San Michele
Rubino dai riflessi granati. Accoglie i sensi con toni freschi di ciliegia, susina, erba tagliata e qualche sentore “lattico”. Lieve tannino ed ottima freschezza sono i segni distintivi del sorso che viene considerato piacevole e di facile beva.

I partecipanti pensano a vini del nord e qualcuno trova delle somiglianze con la barbera, considerazione in parte corretta in quanto entra nell’assemblaggio di questo vino. 

I vini della serata serviti alla ciecaValtènesi DOC “Arzane” 2015 – Azienda agricola San Giovanni
Veste tendente al granato con ancora cenni rubino. Bouquet di ottima espressività; piccoli frutti, mora, ribes e viola mammola. Si allarga rivelando note di vaniglia e cuoio impreziosite da qualche tocco di lacca.
Il sorso è corposo, traspare anche una buona dotazione alcolica che ne ammorbidisce ulteriormente la percezione. Freschezza e tannino bilanciano bene le morbidezze di questo vino che rimane a lungo in bocca coi suoi ricordi di piccoli frutti macerati.

Unanime impressione positiva delle qualità organolettiche di questo vino con forti dubbi circa la sua natura; si pensa a denominazioni come il rosso di Valtellina.

Garda Classico DOC rosso superiore “ la torre” 2010 – Azienda agricola La Torre
Nel bicchiere troviamo immediatamente un vino dal colore denso, scuro che però ha perso vivacità, cosa che fa ragionare alle eventuali cause: età, cattiva conservazione, senescenza, difetti di produzione? Il naso è comunque molto interessante pur confermando uno stato evolutivo abbastanza avanzato con dei profumi “autunnali” di frutta macerata, caffè, foglie secche, selvaggina, incenso e sfumature di terra.
Il sorso mantiene una buona piacevolezza grazie all’acidità, unica spalla che sorregge ancora il tanto estratto ed alcool.

In molti pensano a vini datati a base croatina.

Valtellina Superiore DOCG Riserva “Castel Chiuro” 2009 – Nino Negri
Granato di ottima luminosità. Il ventaglio di profumi è molto variegato ed intrigante.  Ribes nero, prugna, spezie dolci come cannella e vaniglia; continua con infusi d’erbe e the, menta, eucalipto e mandarino per chiudere con sfumature di liquirizia ed erbe officinali. Meravigliosa beva, grande freschezza, tannino dolce e lunga persistenza.

In generale questo assaggio ha rivelato una spiccata pulizia ed eleganza stimolando suggestioni che vanno verso l’Oltrepò Pavese o la Valtellina.

Sfursat di Valtellina DOCG “Fruttaio Ca’ Rizzieri” 2013 – Rainoldi

Granato vivace e pieno, si muove sinuoso nel bicchiere facendo immediatamente constatare la sua struttura. Il bouquet è fine ed ammaliante; visciola, prugna disidratata e fiori secchi. Rinfrescanti note balsamiche di resina e pino allargano il ventaglio per poi svelare profumi di pietra focaia, cacao e cenni eterei. Sul fondo qualche richiamo di vaniglia completa lo spettro olfattivo. Largo, importante, pieno ed appagante. Il tannino di questo vino è cesellato e riesce non solo a bilanciare ma anche ad esaltare le qualità del prodotto. Ogni sua parte trova perfetto equilibrio in bocca; Lunga, elegante e piacevole persistenza.

Data l’importante struttura in molti si orientano sulla Valtellina, ma anche sul Buttafuoco Storico.