L'Oltrepò Pavese si tingerà di rosa

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22 gennaio 2009

L'Oltrepò Pavese si tingerà di rosa

Nel 2009 si celebra il vino che lo vede leader nel mondo: il Pinot Nero. E lo fa con un nuovo vino super-metodo classico di grande charme: il Cruasè!

Guido Montaldo

“Oggi l’Oltrepò Pavese è una delle più importanti zone vitivinicole europee e mondiali per la produzione di spumanti di qualità ed è il più grande ‘serbatoio’ italiano di Pinot nero” sono le parole del prof. Mario Fregoni, dell’Università Cattolica di Piacenza, ma sono anche un assioma confermato dai numeri. In Italia si stima attualmente una superficie totale dedicata al Pinot nero di poco inferiore ai 4000 ettari, di questi ben oltre il 50%, pari a 2.800 ha, sono coltivati in Oltrepò pavese.

Un’ipotesi originale è quella che i genotipi originari del Pinot nero fossero già coltivati in Oltrepò pavese dai Romani, che probabilmente lo portarono quindi nel Sud della Francia, dove furono selezionate le attuali varietà di Pinot nero.

La diffusione come varietà da spumantizzazione si intensifica però in Oltrepò a fine dell’800, contemporaneamente all’affermarsi dello Champagne nel mondo. Ai primi del ‘900 gli spumanti oltre padani erano già famosi anche negli States. A chi giungeva nel porto di New York dall’Italia nel 1912 si presentava un’immagine alquanto insolita: accanto alla Statua della Libertà, si trovava infatti il cartello pubblicitario del “Gran Spumante Svic”, prodotto dalla Società Vinicola di Casteggio (di cui Svic è l’acronimo). La Svic nasceva nel 1907, nella fase di fondazione delle Cantine Sociali dell’Oltrepò Pavese, e la sua direzione fu affidata fin dall’inizio all’enologo Pietro Riccadonna a cui dal 1909 gli venne affiancato Angelo Ballabio.

Pietro Riccadonna deve essere considerato come uno dei padri della spumantizzazione moderna, in particolare per quanto riguarda il Metodo Classico. Enologo, ma anche uomo di comunicazione, Riccadonna coniò lo slogan “Che cos’è la vita se non spumeggia il vino?” che accompagnò la promozione degli spumanti prodotti a Casteggio. Da una parte Riccadonna, dall’altra Ballabio (alla cui azienda, grazie soprattutto all’apprezzamento per lo spumante secco, Emanuele Filiberto, duca d’Aosta concesse nel 1931 il contrassegno di Provveditore della Real Casa con autorizzazione a fregiarsi delle insegne ducali) sono le figure storiche che testimoniano la storia dello Spumante Metodo Classico prodotto in Oltrepò Pavese.

Il primo dato certo relativo alla produzione di spumante in Oltrepò risale al 1870, quando l’ing. Domenico Mazza di Codevilla diede inizio alla produzione dello “Champagne” d’Oltrepò. Già allora la base per le cuvèe era rappresentata da vino Pinot ottenuto da uve Pinot nero. Da allora altri produttori cominciarono a cimentarsi nella nobile vinificazione della lenta fermentazione in bottiglia. Nel 1930 la cantina sociale La Versa si organizzò per creare una moderna (per quei tempi) cantina di spumantizzazione. La tradizione è continuata fino ad oggi con il riconoscimento, nazionale e internazionale, dell’Oltrepò pavese quale territorio d’eccellenza per la produzione di spumante metodo classico da uve di Pino nero. In Oltrepò il Pinot nero (sia per le basi spumante che per i vini rossi) è passato dai circa 600 ettari coltivati intorno agli anni ’60, ai circa 2800 attuali attuali con l’ obbiettivo di reimpianto di oltre 200 ettari all’anno per i prossimi 4 anni fino ad arrivare a 4000 ettari coltivati ed in produzione. E’ presente un po’ in tutto l’Oltrepò anche se è soprattutto coltivato in Valle Versa, Valle Scuropasso e alta Valle Coppa.

Il Pinot nero ideale per la spumantizzazione (metodo classico e metodo Martinotti) ha celebrato l’eccellenza con il riconoscimento della DOCG vino Oltrepò Pavese Metodo Classico e la successiva approvazione del relativo disciplinare di produzione pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 183 dell’8-8-2007.

Una filiera coordinata dal Consorzio di tutela (da 12 le aziende coinvolte diventeranno

54) in pieno fermento perché il percorso previsto per la Docg Oltrepò pavese metodo classico vedrà a fine 2009 entrare sul mercato la prima annata, il 2007: circa 1 milione e 400 bottiglie, ma l’obiettivo è quello di portare sul mercato nel 2010 quattro milioni di bottiglie, raddoppiando l’attuale produzione.

Nel breve futuro si parla anche di manuale del Pinot nero intitolato “Guida all’utilizzo

della denominazione di origine Pinot nero in Oltrepò pavese”. “Il manuale - come spiega Giuliano Pozzi, presidente del Consorzio tutela vini Oltrepò pavese - che riunisce Pinot nero per base spumante e vinificato in rosso, è il risultato dello studio di un pool composto da docenti e ricercatori dell’Università degli studi di Milano, degli Agronomi di Ager, dall’Ufficio tecnico del Consorzio, con il coordinamento del prof. Attilio Scienza dell’Università degli studi di Milano. Il Manuale conterrà: origine e storia del Pinot nero in Oltrepò pavese, prevederà la zonazione e relativa mappa vocazionale; i cloni più indicati, le tecniche di colturali e vinificazione sia in rosso che per il metodo classico, ecc.

Il Consorzio fornirà alle aziende assistenza tecnica per le etichette, per le cuvèe e i liqueur, gli impianti, la formazione”. In questo contesto d’entusiasmo la futura carta vincente della filosofia del Pinot nero si chiama Cruasè: un marchio collettivo, registrato dal Consorzio, per il metodo classico dell’Oltrepò pavese rosè.



Cosa significa Cruasè?

Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio tutela vini Oltrepò pavese:


La parola spiega ha diversi significati che si riuniscono sotto un’unica volontà: quella di identificare un vino speciale DOCG ottenuto esclusivamente da uve Pinot nero vinificate in rosa con il metodo classico in Oltrepò Pavese. Cruasè significa “selezione naturale pinot nero rosè”. Naturale perché pigiando un grappolo di Pinot nero, naturalmente ne fuoriesce un mosto rosa, che sapientemente elaborato può diventare un vino prestigioso. Per cui Pinot nero “crudo e naturale. Importante è il concetto selezione di crù francese che da sempre usato per indicare la selezione di vigna di luogo vocato predestinata.

Infine l’utilizzo dell’accento è inerente al nome Oltrepò, un territorio appunto con l’accento (L’accento sul territorio è inoltre un progetto lanciato dal Consorzio e sostenuto dalla Camera di Commercio di Pavia, Casteggio Servizi e numerosi comuni dell’Oltrepò pavese, ndr.). Il marchio collettivo “Cruasè” è di proprietà del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ad esclusivo utilizzo delle Aziende che rivendicano DOCG Oltrepò Metodo Classico Rosè



Il cruasè sarà caratterizzato, come ad es. il Satèn della Franciacorta, da un disciplinare di produzione particolare?

Panont: I riferimenti produttivi fanno testo al disciplinare di produzione DOCG a cui si aggiungono un affinamento sui lieviti, minimo di 24 mesi e potrà essere prodotto nelle tipologie Brut e Brut Nature.



Si distinguerà dagli altri Metodo Classico per un packaging particolare?

Panont: nell’abbigliaggio le bottiglie dovranno presentarsi vestite di tutto punto con un’ etichetta frontale (vedi esempio), il retro con dati DOCG e la fascetta DOCG di Stato. La capsula o cappellotto dovrà essere personalizzato con marchio aziendale o marchio consortile di colore grigio metallizzato oppure oro metallizzato.



Come verrà fatto conoscere ai consumatori?

Panont: Il 2009 vedrà un’intensa campagna pubblicitaria con il leit motiv “Riscopri il Classico Oltrepò” o “Scopri il Classico” fino all’esordio della prima bottiglia sul mercato che verrà presentata nel 2010.



Il nuovo Disciplinare di produzione DOCG in sintesi



Tipologie

O.P. Metodo Classico

O.P. Metodo Classico Rosè

O.P. Metodo Classico Pinot nero

O.P. Metodo Classico Pinot nero Rosè



Base ampelografica

O.P. Metodo Classico e O.P. Metodo Classico Rosè: Pinot nero min 70%, Chardonnay,

Pinot grigio e Pinot bianco max 30%

O.P. Metodo Classico Pinot nero e O.P. Metodo Classico Pinot nero Rosè: Pinot

nero min 85%, Chardonnay, Pinot grigio e Pinot bianco max 15%



Densità d’impianto

min 4.000 ceppi/ha



Resa ad ettaro e gradazione minima naturale

100 q.li/ha - 9,5% vol



Resa uva/vino

O.P. Metodo Classico 60%

O.P. Metodo Classico Rosè 65%

O.P. Metodo Classico Pinot nero 60%

O.P. Metodo Classico Pinot nero Rosè 65%



Affinamento in bottiglia sulla feccia

Minimo 15 mesi e Millesimato minimo 24 mesi a decorrere dal 1° gennaio successivo alla vendemmia.

Il vino Oltrepò Pavese Spumante Metodo Classico Rosè può essere immesso al consumo anche con la tipologia “Cremant” ai sensi della normativa vigente. Per identificare il vino DOCG Oltrepò Pavese metodo classico è vietato utilizzare il termine “spumante”.

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