Dipinto diVino, i sensi a confronto

Sette quadri per sette vini, in un rapporto di corrispondenze evocative del gusto, del profumo, dei sapori e delle suggestioni immateriali che trovano puntuali equilibri e stimolanti contrappunti con i vini presentati.

Laura Zaninelli

 

Ais Milano Serata DipintodiVinoLa delegazione AIS di Milano ospita, per la prima volta, una serata ricca di suggestioni insolite; Beatrice Ferrario, storica dell’arte, e Francesco Albertini, degustatore ufficiale AIS, ci hanno guidato alla scoperta della corrispondenza che può esistere tra l’arte della pittura - cioè mimesi e ricerca del vero - e quella della degustazione del vino, abbinando vini italiani a quadri della tradizione pittorica europea, con inaspettati accostamenti.

Ci accoglie in sala l’effige del “Bacco” di Caravaggio (1596-97). Qui il riferimento al vino è esplicito e immediato, quasi la copertina della nostra serata. Il fanciullo vestito “alla Bacco”, ci offre (o forse indica di aver appena bevuto) un bicchiere a coppa larga contenente vino rosso. La sua espressione, melliflua e seducente, indica che il rapporto col vino si fa ambiguo, dipende da come lo si approccia, e che l'eccesso non sempre paga.

Pieter Claesz - Natura morta con granchioImpossibile parlare di accostamento tra arte e vino senza passare dalla pittura fiamminga del XVII secolo; Pieter Claesz con la sua “Natura morta con granchio” (1644), ci introduce al tema della vanitas: abbiamo i resti di un banchetto, il pane spezzato e il vino, quali simboli eucaristici, un limone aperto, svolto, la fragilità del bicchiere spezzato quasi tattile al nostro sguardo… Eppure il quadro ha un suo nerbo, c'è una granseola che, cotta, diventa rossa e al suo interno contiene una polpa morbida, fortemente evocativa: sono tutti elementi simbolici che ci parlano della vita dopo la morte. Il pittore invita a guardare dentro le cose: il bicchiere del vino in cristallo, di produzione fiamminga, dipinto con molta sapienza di significato e compositiva, la tovaglia a pieghe, i resti del cibo, la meravigliosa attenzione al dettaglio, tipica dell’arte fiamminga. Francesco Albertini abbina a questo quadro un Tenuta Frassineto, Brut 2007: metodo classico toscano, 100% chardonnay. 
Vino bianco luminoso, al naso aspetti di morbidezza e dolcezza: limone fresco, candito di agrume, pan brioche, corredo di fiori bianchi. Il profumo di questo vino completa e aiuta gli occhi fissi sul quadro, permettendo alle immagini di farsi gusto, assai fresco, in bocca.

 

Sandro Botticelli, “Novella di Nastagio degli Onesti. Il banchetto di nozze” (1483).
Ci lasciamo invitare ad un pranzo nuziale da Lorenzo de’ Medici; la corrispondenza d'amorosi sensi è il tema centrale di quest’opera, correlata agli ideali neoplatonici di cui era impregnata la corte medicea; è allestito qui un vero e proprio banchetto rinascimentale: due tavole che si fronteggiano, in mezzo alle quali si organizzavano degli spettacoli per intrattenere gli ospiti. Il tutto preparato con la massima eleganza. Colpisce la particolare scenografia: il banchetto si svolge in uno scenario classicheggiante, quello che sappiamo visibile, dalla seconda metà del ’400, nei giardini medicei a Firenze; ci si riferisce ad un nuovo sistema di valori che, paradossalmente, guarda indietro, alle glorie classiche del passato greco e romano. Lo scenario si staglia in mezzo al nulla: in una radura, alberi di alloro decorano le prime due colonne, mentre paggi simmetrici servono succulente portate. La costruzione appare però leggerissima: dame e cavalieri si fronteggiano, al centro il buffet ricco di tutte le vivande, mescolanza di odori e aromi.
Azienda Di Majo Norante, Falanghina del Molise in purezza.
Leggerezza e ariositá ci descrivono questo vino, in corrispondenza alla scenografia che Botticelli ha pensato per il banchetto di nozze. Personalità precisa e strutturata, l’impatto olfattivo è legato alla frutta matura, con sentori floreali di caprifoglio; alcune note transitano verso l'erbaceo: menta, salvia, limoncina, sentori molto raffinati. In bocca: discreta corrispondenza, nota non troppo dolce che dà struttura, cioè classicità.

 

Paolo Veronese - Le nozze di CanaPaolo Veronese, “Le nozze di Cana” (1563).
Cristo guarda verso di noi, il resto è confusione, affollamento, vorticosità, una scena assolutamente profana. Anche qui troviamo uno sfondo architettonico classico, i soggetti sono le figure che lo abitano: più che il racconto dell’episodio evangelico, qui si parla della folla di personaggi, evocativa di ciò che Venezia offriva a quel tempo: si vedono genti di razze diverse, vestite di sete e tessuti che allora si vendevano tra le strette calli, profusione di bellezze venete. La città della Serenissima si propone così al mondo.
Con il vino in degustazione rimaniamo in zona, e lasciamo che l’eleganza e la solidità del Valpolicella si accostino alla bellezza delle luci e dei colori.
Azienda S. Ambrogio, La pala, Valpolicella classico 2009
Profusione, comunicazione e leggerezza. Francesco Albertini classifica questo vino come edonista; la profusione sta nei sentori fruttati: rosa in ogni varietà, con un principio di confettura e una prima lieve spaziatura dolce, cannella; un vino di comunicazione immediata, come la cena di Veronese. In bocca è fresco, con un tannino setoso, una nota ammandorlata piacevole ed elegante.

Pieter Paul Rubens, “Satiro e baccante” (1615). 
Il satiro ci presenta una canestra di frutta, soggetto tipicamente fiammingo; Rubens, tedesco di origine e fiammingo d’adozione, padroneggia la tradizione artistica che lo ha preceduto, ha una formazione umanistica, conosce, ama e utilizza i soggetti classici. Questo è un quadro sfacciato, sfrontato, nel quale la relazione tra i due personaggi non è chiara: la baccante ammicca ma non coglie lo sguardo ambiguo del satiro; anche il cielo si sposa alla tematica: uno scorcio temporalesco sottolinea la sensualità esplicita della scena, lasciando però lo spettatore nell’incertezza di quello che accadrà dopo. 
Colpetrone, Montefalco Rosso 2009
Questo vino ha una sensualità esplicita: c'è sostanza, carne; l’ambivalente lettura del quadro si traspone in questo vino: note immediate di frutta, frutta rossa scura, con una speziatura dolce, sentori di rosa, iris, note ulteriori di sottobosco, di humus, note animali, timo e alloro. In bocca: struttura di tutto rispetto, materia avvolgente, tannino presente, componente seria e meditava, con una notevole persistenza.

Fra' Galgario, “Ritratto di cavaliere dell'ordine costantiniano” (1740).
Ciò che colpisce subito l’occhio è la maestria del pittore nel dipingere i dettagli del vestito, piccoli contrappunti cromatici che conferiscono eleganza. Il soggetto ci guarda negli occhi, la sua bocca è sensuale, ci racconta un mondo: è un cavaliere dell'ordine costantiniano (lo riconosciamo dalla sua uniforme) ma non ha più l'allure del cavaliere forte: si mantiene solo la rappresentazione della funzione e non l'abilità della funzione stessa. Ciò nonostante, esprime nerbo, struttura, carattere. 
Azienda Morgante, Don Antonio, Nero d'Avola, 2008
Siamo alla presenza di un gentiluomo siciliano; alcuni aggettivi utilizzati per descrivere il quadro ritornano: elegante, sensuale, dotato di nerbo, struttura e carattere. Vino longilineo, con note di frutta scura: piccoli frutti come mora, mirtillo, susina scura, nota balsamica spiccata fino all'anice stellato, pepe nero ed erbe aromatiche, alloro e timo, humus, sentori aromatici di macchia mediterranea come legno di cipresso. Elegantissimo in bocca, con un equilibrio avvolgente.

Gli ultimi due quadri, con relativi vini in abbinamento, vengono presentati insieme, in chiusura della serata; qui l’accostamento tra il colore dei vini dolci e la pigmentazione dei dipinti è davvero sorprendente.

Georges de la Tour, “Baro con asso di fiori” (1635).
La scena descritta è molto eloquente: tutti i giocatori sono consapevoli dell’imbroglio tranne il giovane inesperto; il quadro rappresenta i vizi: il gioco, le donne e il vino; si coglie la circolarità degli sguardi, di caravaggesca memoria; è una scena di vanità, nella quale si descrivono i piaceri del mondo che generano inganno; i colori sono caldi e accattivanti, i tessuti tattili, con lumeggiature vivide. 
Azienda La Stoppa, Vigna del Volta 2008 
Colori che si abbinano perfettamente al quadro; questo passito ha un carattere esplicito e seduttivo, mostra il suo aspetto con grande immediatezza, data dai vitigni aromatici da cui nasce. Il naso è molto complesso, quasi sorprendente per essere un vino del nord; c'è comunque una componente di freschezza che si traduce in sentori tali da completare un quadro di note floreali belle: fresia, ciclamino e gelsomino. In bocca è fresco, seppur con componente di morbidezza e dolcezza, e un minimo di componente astringente; lunghezza infinita.

Jan Vermeer - Il bicchiere di vinoJan Vermeer, “Il bicchiere di vino” (1660).
Siamo di fronte ad uno dei tanti, meravigliosi, interni domestici dipinti dall’artista di Delft. La donna è elegante ma sobria, usa gesti composti; i colori sono naturali, grazie alla luce che entra dalla finestra. Il quadro sprigiona un senso di immobilità, di attimo fermato; l'uomo in piedi corteggia la donna che assapora la proposta, gli arredi sono quelli di una casa per bene, il cavaliere ha molto garbo nella proposta che avanza, l’ambiente è sospeso, la proposta d’amore dura in eterno. 
Azienda Decugnano dei Barbi, Decugnano Pourriture Noble 2009

Il nostro ultimo calice accoglie l’eleganza insolita di un muffato umbro, tenue ed elegante, senza note aggressive di zafferano e incenso; la botrite però si legge in sentori un po' cerosi, note dolci di zucchero al velo, fiori di tiglio, crema pasticcera aromatizzata al limone. In bocca percepibile la componente acida, più intimista. Colore d'oro di luce naturale; immaginiamo che la donna che degusta la proposta del cavaliere stia inebriando il suo palato con un vino come questo.

 

 

Credit foto: Aismilano.it, www.dipintiequadriaolio.it, it.wikipedia.org, sognodentrounsogno.blogspot.it

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