Vini Insoliti (sospetti o insospettabili?)

Un “atto di fede”, da parte della platea di sommelier, a Samuel Cogliati, degnamente ripagato con la degustazione di sette vini insoliti per la loro unicità

Gabriele Merlo

Un’idea, un guizzo dell’affascinante relatore ha creato questa serata, pensata e progettata per più di un anno. Che tema trattare, che vini degustare, cosa raccontare ad una platea così esigente? Sono queste le domande che hanno attraversato la mente di Samuel durante la preparazione dell’evento.

Iniziamo con la parola chiave della serata “INSOLITO”. Per il Dizionario Zingarelli: “diverso dal solito, non consueto, strano, straordinario…”; nell’Enciclopedia Treccani il termina significa: “non solito o diverso dal solito e dal normale…”. Il solito è la sicurezza, per un sommelier è assaggiare qualcosa a cui il palato è abituato e che non mette nulla in discussione. La viticoltura e l’enologia moderne tendono spesso a standardizzare ed omologare sapori e profumi, in modo da incontrare il gusto del consumatore. I disciplinari di produzione, le Doc e le Docg, impongono severe regole e parametri che spesso non favoriscono l’eccezionalità e l’originalità dei vini. Un buon sommelier dovrebbe essere dotato, prima di tutto, di curiosità per scoprire le mille sfaccettature che il mondo del vino sa regalare; non dovrebbe piegarsi all’omologazione del gusto dettata dal consumismo e dai mass media, ma rischiare e non seguire l’aspettativa dettata da un particolare vino o etichetta. Ci siamo chiesti quali possano essere i parametri che definiscono un vino “insolito”:


Origine geografica

Si parla tanto di terroir, di luoghi prediletti per la coltivazione delle uve, di mappe di zonazione ma spesso  non si pensa o vengono dimenticati territori in cui la vite è, o era, presente e che possono regalarci vini inaspettati.


Vinificazione

La vinificazione ed i processi evolutivi dei vini bianchi e di quelli rossi sono spiegati e codificati dai sacri testi del mondo dell’enologia. Nell’antichità esistevano altre forme di vinificazione, ad esempio quella ossidativa, rimasta in territori eletti o che alcuni intraprendenti stanno cercando di riproporre con risultati sorprendenti.


Reperibilità

Esistono vini prodotti in centinaia di migliaia di bottiglie, altri in poche decine. Vi sono annate facili da trovare ed altre letteralmente passate alla storia. L’insolito può essere anche questo, la facilità di rinvenire un vino sul mercato e quindi di poterlo assaggiare ed apprezzare.


Prezzo

Il prezzo è legato a doppio filo alla reperibilità ed alla notorietà di un particolare vino, più un vino è raro e famoso, più il suo prezzo sarà destinato a lievitare!

Insolito 1 - Vino bianco di ParigiVini Insoliti - Ais Milano - Samuel Cogliati

A Parigi il vino s’intreccia con la storia. Due secoli fa il proletariato urbano della capitale francese consumava enormi quantità di vino, per far fronte a quest’eccezionale richiesta, intorno a Parigi, sono stati piantati più di 40 ettari di vigneti. Oggi sono rimasti pochi filari reimpiantati alla periferia di questa metropoli, nel pittoresco sobborgo di Suresnes. Il Coteaux de Suresnes “Clos du pas Saint-Maurice” 2012 è ottenuto dai vigneti di chardonnay e sauvignon coltivati sulle pendici del Mont-Valérien, ricoperto interamente di vigne dal 1800. Se insolita è la location, il vino è invece solito all’olfatto, esordisce con profumi comuni di frutta fresca, erba falciata, un limone leggermente caustico, tracce di burro e albume d’uovo. Assaggiandolo, la bocca si riempie di acidità e struttura, un cosiddetto “vin vif”.

Insolito 2 - Spumante inglese

La perfida Albione non è più così severa nei confronti della viticoltura. Negli ultimi decenni il clima inglese si è decisamente mitigato e nelle colline del Devon e del Kent sono fioriti i vigneti di chardonnay, di pinot noir e pinot meunier. Il suolo è lo stesso della Champagne, le bianche scogliere di Dover sono composte dallo stesso calcare della mitica craie. Ma le radici della viticoltura inglese affondano nella storia: qui la vite era presente già in epoca romana e i Normanni diedero un notevole impulso alla sua coltivazione. Ottimo rappresentante delle potenzialità di questo territorio è l’English Sparkling Wine Brut Reserve 2009 di Gusborne Estate. Il colore paglierino, caldo, apre ad un trittico di sentori speziati, tostati ed animali che evolvono articolatamente in albicocca delicata, pane ai cerali, segale e gelato gusto malaga. All’assaggio è polposo, morbido e ben equilibrato tra freschezza e pungenza. La complessità è notevole, la persistenza non particolarmente. 

Insolito 3 - Vino bianco dell’Oltrepò Mantovano

Un vino nato da un sogno, un’utopia, quello di Stefano Legnani e del suo amico Mario. Quest’ultimo oggi non c’è più, ma è rimasto il suo sogno: produrre vino con le sue viti di trebbiano, vecchie di ottant’anni, piantate nella campagna di San Giovanni Del Dosso nella provincia mantovana. I suoi figli hanno deciso di espiantare la vigna e lì, al suo posto, ora ci sono campi di mais. Ma il frutto dell’ultima vendemmia è finito nelle sapienti mani di Stefano, artigiano-vigneron di Sarzana. Attraverso una vinificazione assolutamente naturale sulle bucce è nato “Tafon” Vino Bianco 2012, tafon in dialetto sarzanese significa “schiaffo”: lo schiaffo a chi, pur avendone la possibilità, decide di non inseguire i propri sogni! Una piccola favola di provincia come possono essercene tante, ma che stringe il cuore e merita di essere raccontata, ed assaggiata, “Tafon, il sogno di Mario”. Questo sogno enologico si veste di un color ottonato e ci regala sensazioni uniche, di zolfo, liquirizia, erbe aromatiche come il timo, piccole bacche e nuances animali. La bocca esplode di freschezza, è teso, lungo, rettilineo e rustico, dotato di una fisicità materiale ma allo stesso tempo di una severità elegante.  

Insolito 4 - Vino bianco della Laguna Veneta

La vite è una pianta che cresce in posti che non ti aspetteresti mai, persino in un cimitero nel mezzo della Laguna Veneta. Nel cimitero di Venezia, all’interno del Monastero di San Michele in Isola, vi sono delle bellissime pergole ad arco cariche di grappoli di dorona, glera e malvasia istriana; altri vigneti si trovano  sull’Isola delle Zitelle e sull’isola della Giudecca. Raccogliendo queste uve e vinificandole nelle antiche cantine del convento con lunghe macerazioni, nessuna filtrazione e chiarifica, nessuna aggiunta di lieviti né solforosa, l’associazione “Laguna nel Bicchiere – Le Vigne Ritrovate” produce il Vino Bianco “In Vino Veritas” 2013. Un vino dal carattere ancestrale che non viene venduto, ma condiviso tra i soci. Profuma della dolce violetta, dell’amaro propoli, d’incensi orientali e accenni di borotalco. Assaporandolo si è colpiti dal suo carattere orientale e aromatico, dal nerbo sapido e salino e dalla quasi assenza di alcol.

Vini Insoliti - Ais Milano - Samuel CogliatiInsolito 5 - Vino rosso della Champagne

Se i matti hanno le ali, i coniugi Lahaye di Bouzy volano alto. Perché bisogna essere un pochino stravaganti per produrre del vino rosso in Champagne! Qui il pinot noir viene utilizzato a stento per produrre il rosè, figuriamoci per il rosso, una vera rarità; non è neppure facile produrre un vino rosso ben equilibrato ad una latitudine così elevata. Benoit Lahaye ha accolto questa sfida ed ha deciso di produrre il Coteaux Champenois Bouzy Rouge 2008 per esaltare, attraverso viti di più di cinquant’anni d’età, la mineralità gessosa del villaggio Grand Cru di Bouzy, la culla del pinot noir della Champagne. Questo vino mostra un ventaglio di sensazioni fruttate e minerali: piccoli frutti rossi e zolfo, melograno e mandarino, per poi esprimersi con sentori animali, di pasta di salame e vegetali. Intenso all’assaggio, delinea chiaramente le durezze, le acidità, la tannicità e la sapidità che permangono in bocca per diversi minuti.  

Insolito 6 - Vino bianco dell’Isola di Santorini

Le grandi navi da crociera riempiono il mare di quello che un tempo fu la caldera di una mitica isola al centro del Mar Egeo e migliaia di turisti si godono il tramonto dai ristoranti sorti sulle ceneri dell’antica Atlantide. Santorini è la perla delle Cicladi, l’isola nata da un’eruzione vulcanica spaventosa, sferzata dal vento e bruciata dal sole. Condizioni ideali per le vigne ultracentenarie di assyrtiko, qui coltivate a piede franco e potate con l’insolita forma a canestro, l’ambelia, per proteggerle dal clima ostile. Harimos Hatzidakis è il custode di questo territorio da cui ricava il prezioso nettare Santorini “Cuvée No 15” 2011, prodotto naturalmente con uve assyrtiko, coltivate in piccoli appezzamenti a Pyrgos, Emporio e Messaria-Vothonas. Un vino emozionante che sa di mare, cenere e vento. Un caleidoscopio di sensazioni speziate e fruttate: albicocca, anice, melone, zafferano e poi zolfo, liquirizia e crema pasticcera. In bocca è come un colpo di fucile, sprigiona potenza e acidità, alcolicità e salinità e termina untuoso e teso.

Insolito 7 - Madeira del 1973

Che dire dell’ultima grande sorpresa regalataci da Samuel? Fortunati noi che abbiamo potuto degustarlo! Dici Madeira e parli della storia del vino, di un’isola vulcanica in mezzo all’Oceano Atlantico interamente coperta di terrazzamenti coltivati a vite. Parli delle grandi rotte commerciali e del periodo coloniale, delle estufas e dei vini liquorosi e ossidativi, dell’Europa che fu; e termini pensando a questi vini che sono stati prodotti prima della tua nascita e che potranno durare ben oltre la tua morte. Il Madeira Verdelho Leacock’s 1973, non è un vino “da meditazione”, ma certamente ha la capacità di farti evadere dalla realtà per parecchi minuti. Di colore bruno, con lievi sfumature topazio; sprigiona profumi “satanici” che fanno impazzire: dal panforte speziato ai sentori marini, passando attraverso note ossidative e uvetta appassita al sole, poi, dopo alcuni minuti ecco arrivare a pungerti, la menta ed il pepe, e ti trovi a respirare il cacao in polvere e l’acquavite; infine fumo e barbecue ti annebbiano le sensazioni. La bocca, beh, che dire della bocca, assaggiatelo e poi ditemi voi!

Grazie Samuel, Grazie Hosam, è in serate come questa che sei felice di essere un sommelier!

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