Taurasi: un'antica tradizione

Il racconto della serata dedicata al Taurasi del 17 maggio 2007, organizzata da Ais Lodi e condotta dal giornalista Franco Ziliani.

Marzia Pinotti

17-05-2007 Hotel Ristorante S. Rocco, Sant’Angelo Lodigiano (LO)



Il nostro lungo viaggio enologico ci ha portato lontano. Partiti dalle terre dello Champagne, nel corso dei mesi abbiamo visitato gli chateaux bordolesi, siamo passati per Barolo e per l’Astigiano fino a raggiungere la Toscana, da un lato inseguendo il Sangiovese e le sue molte anime - quella dei Brunelli e dei Nobili, dei Morellini, dei Chianti e persino quella un po’ spuria dei supertuscans – dall’altro attraversando l’Italia alla ricerca dei suoi straordinari vin santi.

Ma il nostro viaggio durato un anno (il primo della nuova Delegazione di Lodi) non sarebbe stato completo se, prima di risalire in Alto Adige per spegnere la fatidica candelina, non ci fosse stata un’ultima tappa meridionale e noi non ci fossimo spinti fino in Campania a conoscere il cosiddetto “Barolo del sud”, l’antico Ellenicum, oggi il modernissimo Aglianico vinificato rigorosamente in purezza.

A raccontare il Taurasi ci ha pensato il giornalista Franco Ziliani, presentando in degustazione tre diverse annate2000, 2001 e 2002 – nella libera interpretazione di cinque giovani aziende.



LA DEGUSTAZIONE



TAURASI VIGNA MACCHIA DEI GOTI 2002 (Antonio Caggiano)

Gr. 14%. Vitigni: Aglianico 100%. Terreni argilloso-calcarei a 350 m slm. Forma d’allevamento: guyot. Rese: 55 q/ha. Affinamento: 18 mesi in barrique e altri 18 in bottiglia. Produzione: 13.000 bottiglie.



Colore di grande intensità e ricchezza. Al naso è molto concentrato, rivelando un avvicendarsi lento e discreto di sentori terrosi, di toni selvatici, di profumi dolci che vanno da piccoli frutti rossi in confettura alla prugna sotto spirito, con un finale molto avvolgente di caffè misto a cacao. In bocca è elegante e potente, ricco di estratto, abbastanza equilibrato e molto piacevole con quella dolcezza del frutto in primo piano. Unica asperità un tannino ancora un po’ aggressivo, ma in fondo chiude bene con note tostate che intrigano. E’ un vino complesso, non strepitoso ma molto interessante comunque, frutto di un’annata non felicissima a cui un po’ di bottiglia non può che giovare.



VIGNA CINQUE QUERCE 2002 (Molettieri)

Gr. 14.5%. Vitigni: Aglianico: 100%. Terreni argilloso-calcarei a 550-600 m slm. Vigneti di 12 anni. Densità: 2500 ceppi/ha. Fermentazione: 50% in acciaio inox e 50% in legno. Affinamento: 30 mesi in barrique e in botte grande più 6 mesi di bottiglia.



Colore molto bello, qui il rubino si è fatto nitido con una vivacità di riflessi molto evidente. Al naso è fresco e leggermente floreale, con note terrose e selvatiche miste a sentori di liquirizia, cuoio, sottobosco e spezie che prevalgono sul tostato. In bocca è la dolcezza del frutto a tenere in equilibrio il tutto, il vino non si siede e avvolge con un finale non lunghissimo ma molto piacevole. Anche qui i tannini si fanno sentire ma, a differenza del vino precedente, sono più importanti, grassi, maturi, e in bocca si smussano quasi subito dimostrando una grande morbidezza, quasi dolce al palato. E’ un vino che incanta per la ricchezza di profumi e che si gioca tutto sull’estrema dolcezza.



TAURASI 2001 (Caputo)

Gr. 13.5%. Vitigni: Aglianico 100%. Superficie vitata: 34 ha. Terreni sciolti di origine vulcanica. Macerazione: 20 giorni in acciaio inox. Affinamento: 18 mesi in barrique.



Il colore è bello, con la preziosità lucente del rubino, ma già al primo sguardo nel bicchiere rivela nel vortice la sua natura sottile. Al naso risulta maturo, con sentori di ciliegia nera, una speziatura sfumata e una leggera nuance di liquirizia, ma poi chissà perché i profumi si spengono e a un tratto la ciliegia che pareva matura ci sembra sgraziata e anche un po’ stucchevole. Alla fine ciò che resta al naso è un vino senza slancio né freschezza, completamente privo di verticalità. Anche in bocca si siede, è corto, muto, privo di struttura e delude lasciando dietro di sé un’aroma di fungo essiccato non del tutto piacevole. E’ un vino privo di longevità e di prospettive, su cui nemmeno un po’ di permanenza in bottiglia può operare il miracolo.



TAURASI 2001 (Pietracupa)

Gr. 13.5% . Vitigni: Aglianico 100%. Superficie vitata: 3.5 ha. Produzione: 35.000 bottiglie. Macerazione sia in acciaio inox che in legno.



Di color rubino prezioso e brillante, al naso è intenso, molto fitto, buonissimo, denso di profumi dolci e plastici, complesso e profondo, con un buon equilibrio e una pulizia quasi commuovente, dove il selvatico si fonde al minerale, la grafite alla liquirizia e al sottobosco, con un accenno molto discreto di spezie sullo sfondo. In bocca conferma tutte queste sensazioni rivelando una grande linearità e ricchezza, un bel tannino forte che si smussa pur restando di sostegno, spina dorsale del vino ma non protagonista assoluto. Il frutto è rotondo, succoso, e rimane da mordere senza mutarsi mai in confettura. E’ maturo ma non sovrasta mai, lo mastichi nella sua integrità, ne assapori la tessitura, anche quando ti lascia con un bel finale in bocca. E’ un vino davvero notevole.



TAURASI RISERVA 2000 (Contrade di Taurasi)

Gr. 14%. Vitigni: Aglianico 100%. Superficie vitata: 4 ha. Vigneti vulcanici. Rese: 50 q/ha. Affinamento: 18 mesi in barrique e tonneau e un anno in vasca d’acciaio, più 30 mesi in bottiglia. Produzione: 2.500 bottiglie.



Colore rosso rubino molto intenso, denso, brillante. Al naso è intrigante e complesso, con toni selvatici e animali, sentori di cuoio, di pepe e di ginepro, di frutta matura e di liquirizia supportati da una nota boisé molto discreta. In bocca è caldo, denso, ricco, sapido e per questo finissimo. E’ un vino di grande impatto, potente, anzi imponente, con una massa di profumi, un finale lungo senza sbavature e un tannino maturo al quale manca soltanto una punta di freschezza.

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