Piccolo viaggio attraverso la Lombardia “in rosso”

Degustatori AIS Lombardia
26 novembre 2024

Piccolo viaggio attraverso la Lombardia “in rosso”

I Degustatori lombardi, ospiti della Delegazione AIS di Como, hanno dedicato una giornata di approfondimento e confronto sui vini rossi lombardi di Valtellina, Garda, Oltrepò Pavese, in compagnia di Artur Vaso.

Alessia Di Domenico

Sabato 9 novembre, il gruppo dei Degustatori AIS Lombardia si è dato appuntamento ad Albavilla (CO), per approfondire alcune denominazioni e vitigni rossi della Lombardia. Guidati dal Responsabile Luigi Bortolotti e coadiuvati dall’importante confronto con uno dei migliori sommelier d’Italia e conoscitore del territorio lombardo come Artur Vaso, i Degustatori hanno affrontato cinque batterie di vini provenienti da tre zone diverse: Valtellina, Garda, Oltrepò Pavese.

Un incontro di allenamento importante, in preparazione delle sessioni di degustazione per le guide Vitae e ViniPlus, in cui è fondamentale la conoscenza capillare di tutte le aree vitivinicole della Lombardia.

I saluti della delegata Rossella Ronzoni, padrona di casa, del Presidente di AIS Lombardia Hosam Eldin Abou Eleyoun e del Responsabile dei Degustatori Luigi Bortolotti hanno aperto i lavori. «La possibilità di assaggiare molti vini è frequente, tuttavia non lo è con l'opportunità di mettere in correlazione diretta ed in tempo reale le proprie sensazioni con quelle espresse da relatori che non vengono mai influenzati da esigenze di tipo commerciale» ha esordito Bortolotti.

La giornata è stata scandita dalle preziose indicazioni di Artur Vaso sulle caratteristiche rilevanti dei diversi areali di provenienza dei vini e sull’approccio da tenere quindi nel loro esame organolettico, fornendo così ai partecipanti le chiavi interpretative corrette per decodificare i calici, specie nell’ultima batteria in degustazione alla cieca. 

La Degustazione

Gli assaggi sono stati preceduti da un inedito e graditissimo campione di taratura, rappresentato dal rosso valdostano Nagòtt 2022 della cantina Anselmet, raccontato dallo stesso proprietario della vigna da cui proviene: il sommelier e degustatore Altai Garin. “Nagòtt” nel dialetto locale significa  “niente” e nasce dalla risposta che il nonno di Altai diede con pazienza e caparbietà a chi gli disse che dal quel vigneto, costituito da vecchie piante e per giunta tutte di varietà diverse, (petit rouge, fumin, cornalin, mayolet e premetta) non avrebbe ricavato nulla di buono: “Fa Nagòtt”. 

Il Nagòtt, invece, è un vino di ottima struttura ed eleganza, dalla prontezza intrigante e dalla beva poco tannica, succoso e fruttato all’assaggio, si fa perdonare con la sua schiettezza, una leggerissima volatile iniziale e una persistenza certamente non infinita, perché gioca un’altra partita, non quella della potenza e dei muscoli, ma della piacevolezza e della raffinatezza. Nel calice mostra integrità ed intensità colorante, con richiami odorosi di piccoli frutti rossi, una delicatissima spezia, un tocco sapiente del legno che, come ha commentato Artur Vaso, “c’è e non c’è” e che ne fanno una delle espressioni più autentiche del vino rosso valdostano, proveniente da vecchie viti, di varietà diverse, con esposizione a sud e altitudine a 750 m s.l.m. 

La giornata ha previsto l’assaggio di 16 vini rossi lombardi suddivisi in 5 batterie:  Rosso di Valtellina DOC, Riviera del Garda Classico DOC Groppello, Garda DOC Merlot, Croatina e una batteria mista finale. 

Prima batteria

  • Rosso di Valtellina DOC “Vesper” 2023 - Convento S. Lorenzo 
  • Rosso di Valtellina DOC 2022 - Colombo Sormani 
  • Rosso di Valtellina DOC 2019 - Plozza 

Protagonista della prima batteria è stato sua maestà il nebbiolo, localmente conosciuto come Chiavennasca, che nel Rosso di Valtellina mostra i suoi lineamenti più giovanili, freschi e semplici, con sensazioni fruttate fragranti e croccanti, che evocano l’immagine di un cestino di frutti di bosco, punteggiate qua e là di erbe di montagna, ed impreziosite da ravvivante freschezza, netta sapidità e tannini ancora scalpitanti. Il Rosso di Valtellina identifica la DOC più diffusa sul versante retico che racchiude più di centinaia di ettari, coltivati anche nelle zone più impervie e difficili, organizzate in piccoli terrazzamenti sostenuti da muretti a secco. Col suo carattere spensierato e fragrante e col suo prezzo medio estremamente accessibile, va interpretato come vino quotidiano e come l’inno più libero e semplice della terra dalla quale proviene.

Il primo campione è il Rosso di Valtellina DOC Vesper di Convento S. Lorenzo 2023: un vino che regala sensazioni odorose tipiche ed invitanti di piccoli frutti rossi, fiori blu, erbe di campo e spezie e mostra una particolare finezza gustativa, grazie ad un tannino elegante e garbato e ad una intrigante parte salina.

Il secondo campione è prodotto da un’azienda giovane, nata soltanto nel 2019, che lavora in conduzione biologica - anche se non ancora certificata - con minimi interventi in vigna ed in cantina, dove vengono usati lieviti indigeni e non si fa ricorso a correzioni, chiarifiche e filtrazioni. Il risultato è un vino schietto e sincero, dalla massa colorante tenue, dalla persistenza non infinita, che mostra nel tannino scorbutico e terroso, il suo carattere più rustico e semplice. 

Spezie, erbe di montagna, richiami odorosi agrumati di chinotto e cola contraddistinguono invece il terzo campione. Al palato risulta intenso, dalla dissetante freschezza, marcato da un tannino graffiante e da un finale sapido e persistente. Qualche imperfezione al naso e l’irruenza dell’assaggio ne penalizzano il giudizio complessivo, che rimane sulla categoria del “buono”.

Seconda batteria

  • Riviera del Garda Classico DOC Groppello 2022 - Le Sincette
  • Riviera del Garda Classico DOC Groppello Prevelli 2022 - Avanzi  
  • Riviera del Garda Classico DOC Maim 2018 - Costaripa

Nell’introduzione alla seconda batteria, Artur Vaso ricorda come il groppello sia un vitigno a bacca nera diffuso in tutta la sponda sud-occidentale del Lago di Garda, ma scarsamente coltivato (se ne contano solo 500 ettari in tutto) e che sia definito da molti “il Pinot Nero dei poveri” per i suoi acini dalla buccia sottile, che lo rendono facilmente attaccabile dalle malattie, per l’acidità attenuata, i tannini gentili, il colore tenue e i profumi speziati. Principalmente vinificato in rosa, nella versione Valtènesi Chiaretto, dona vini in cui non ricercare rotondità e robustezza di corpo, ma una spiccata freschezza, eleganza e profumi ampi, più che d’impatto, oltre che una sapidità spiccata, tipica del territorio. Artur segnala altresì il clone di Groppello di Mocasina, un vero e proprio cru, da cui si ottengono vini più intensi e corposi, che si presentano con un’acidità più marcata, tannini saporiti, profumi caratteristici di melograno e ribes. 

Il primo campione di questa seconda batteria ci porta in località Picedo, nel comune di Polpenazze del Garda, dove su suoli di origine morenica, prevalentemente sabbioso-calcarei, l’azienda agricola Le Sincette conduce, in regime biodinamico, 35 ettari di proprietà di cui 11 a vigneto e il resto ad oliveto e seminativi. Il vino si presenta di un colore rosso rubino luminoso, con profumi intensi di frutti rossi, come ciliegia, lampone e ribes, su fondo floreale che ricorda la viola e leggera rosa appassita; al gusto ha intensità e fresca acidità, corpo esile e slanciato, ma non ampiezza. 

Il secondo campione, il migliore della batteria, esprime la tipicità del territorio e si segnala come il più identitario tra quelli proposti, grazie alle note speziate nitide e precise, al ricordo di frutto croccante e succoso e alla piacevole scia salina con cui si congeda, che dà dinamicità al gusto. Un vino che la platea ha particolarmente apprezzato e che ha riscosso i maggiori consensi. 

Ugualmente didattico, anche se per altri aspetti, il terzo campione, che ha permesso ai degustatori lombardi di scoprire il volto del Groppello ottenuto da viti di oltre 40 anni e con un affinamento in legno. Il Maim di Costaripa fa infatti un passaggio per 12 mesi in piccole botti di rovere, che ne arricchiscono ed esaltano il corredo aromatico con note di sottobosco, pepe nero, viola, frutta rossa lavorata, liquirizia e riposa poi in bottiglia per almeno 10 mesi. È un vino pieno di energia, dalla beva rustica e di maggiore complessità gustativa. 

Terza batteria 

  • Garda DOC Merlot 2020 - Patrizia Cadore
  • Garda DOC Merlot 70 Anni 2021 - Pilandro
  • Garda DOC Merlot 2018 Tenuta Roveglia

Il Merlot arrivò nell’areale gardesano dalla Francia nel corso del XIX secolo: prima fu impiantato nel confinante Veneto, che nell’Ottocento costituiva insieme alla Lombardia un’unica regione, il Lombardo-Veneto appunto e poi arrivò in Lombardia. Rispetto agli altri areali del mondo famosi per il Merlot, come Bordeaux, Cile, Sud-Africa, Australia e Argentina, dove predomina l’argilla rossa, il terroir gardesano coi suoi suoli morenici, più chiari, ricchi di argille calcaree e sabbie, dona merlot più scarichi sia nel colore che all’assaggio. Le caratteristiche da ricercare in degustazione sono quindi l’eleganza, la struttura fine e non estremamente corposa, i tannini setosi, il gusto morbido e avvolgente. 

Il primo campione in degustazione ci porta a Pozzolengo, dove l’azienda Patrizia Cadore conduce circa otto ettari di proprietà, da cui produce settantamila bottiglie all’anno, vinificando dal 1800 uve turbiana, merlot, cabernet e chardonnay. All’esame visivo il suo Garda DOC Merlot si presenta di un colore rosso rubino intenso. Al naso richiama profumi tipici di piccoli frutti rossi, spezie e note vegetali di sottobosco. All’assaggio, come anticipato da Artur Vaso nell’introduzione alla batteria, ha struttura snella e persistenza non lunghissima. Complessivamente è un vino di buona qualità. 

Più massiccio e muscoloso il secondo Merlot, ottenuto da vigneti esposti a sud/sud-est su terreni argillosi, situati nella zona meridionale del Lago di Garda, non lontano da Desenzano. Le uve, raccolte tardivamente a fine ottobre, sono vinificate surmature. Segue un affinamento per 8-12 mesi in botti di rovere da 2500L per il 50% della massa e in tonneaux per la restante parte e, dopo questo tempo avviene l’assemblaggio. Il vino riposa poi per altri 6 mesi in bottiglia. Ne risulta un merlot di grande personalità: con profumi di frutta a bacca rossa e scura, spezie dolci, come la vaniglia, dentro una cornice vegetale e balsamica. Al sorso è intenso, secco, caldo, vellutato, con tannini setosi e piacevole freschezza; ha corpo pieno, grande equilibrio ed armonia. 

A concludere gli assaggi di questa batteria, il Garda DOC Merlot di Tenute Roveglia: un vino che nasce da vigneti posti a sud del Lago di Garda, alle pendici di una collina morenica ad un’altitudine di 100 m s.l.m. su terreni argilloso-calcarei, ricchi di minerali. La vinificazione non prevede l’uso del legno, ma dell’acciaio, dove affina per 18-20 mesi. Ha un profumo complesso, delicatamente speziato ed invitante. All’assaggio risulta però penalizzato da un leggero ed intatteso petillant, non adatto al modello e dalla persistenza corta, che non ha permesso alla platea di portarne la qualità oltre il giudizio di “buono”. 

Quarta Batteria

  • Provincia di Pavia IGT Croatina Il Soffio 2023 – Alessio Brandolini
  • Oltrepò Pavese Bonarda DOC La Fidela 2021 – Ca’ del Gè
  • Vino Rosso Castelrotto 2019 – Pietro Torti

La quarta batteria è stata dedicata alla Croatina dell’Oltrepò pavese, vitigno tradizionale di questo areale, declinata in versione ferma. Tra le caratteristiche salienti ricordate da Artur Vaso, la cromia sempre violacea, anche dopo un passaggio in legno, i profumi tipici di amarena, mora, cassis, conditi da una generosa spolverata di pepe. All’assaggio la Croatina mostra sempre i muscoli, con una sfumatura di bacca nera, spezia e corteccia. 

Fine, sottile, integro nel frutto, il primo campione di questa batteria evoca sensazioni odorose di ciliegia, fragoline, mirtilli e mora, accanto a note speziate più calde di pepe e noce moscata. È il miglior campione di croatina in degustazione, grazie alla suo piacevole freschezza, al tannino gustosissimo e alla complessiva eleganza che mostrano al Gruppo Degustatori le caratteristiche più gioiose e piacevoli del vitigno. 

L’Oltrepò Pavese Bonarda DOC La Fidela di Cà del Gè è invece un vino che viene prodotto soltanto nelle migliori annate, in quantità limitate. Ha un colore rosso rubino, con riflessi amaranto; profumi di frutti rossi in confettura, mandorla amara e note vegetali un po’ ruvide e poco eleganti. Al palato è corposo, di buona persistenza e con un lieve residuo zuccherino. 

Il terzo campione, biologico, è stato ottenuto da uve croatina in purezza, con affinamento in barriques di rovere di Allier per 24 mesi. Alla vista si presenta di un colore rosso rubino profondo ed impenetrabile, con evidente sedimento nel calice. All’esame olfattivo si riconoscono sentori di frutta in confettura (marasca, mora, prugna), seguiti da note pepate. L’assaggio è moderatamente fresco, tannico, sapido, ma al tempo stesso rustico e poco aggraziato, cosa che ne fa penalizzarne il giudizio complessivo. 

Quinta batteria

  • Bonarda dell’Oltrepò Pavese DOC  Gaggiarone Vigne Vecchie 2019 – Annibale Alziati
  • Rosso di Valtellina DOC 450 2018 – Balgera
  • Garda DOC Merlot Leonatus 2016 – Perla del Garda 
  • Groppello Anfora Khaos 2015 - Pratello

L’ultima batteria incede, con ritmo quasi rock, con l’assaggio di un vino iconico del territorio, Il Gaggiarone di Annibale Alziati, un assaggio particolarmente didattico, poiché incarna la capacità della croatina di esprimersi ed evolvere nel tempo. Il profilo olfattivo è leggermente chiuso ed incentrato su richiami fruttati, speziati ed empireumatici: fragola, mirtillo, lampone, bacche di ginepro, caffè torrefatto, cannella e chiodi di garofano. Al palato è fresco, dal tannino vigoroso e sapido. Intenso e lungo il finale ammandorlato.

Il secondo calice rivela subito la tipicità del Rosso di Valtellina, col suo manto rubino di cristallina trasparenza, le note olfattive caratteristiche di violetta, ciliegia, lampone, che cedono il passo a spezie ed erbe alpine; il sorso è intenso, ma equilibrato, di grande finezza e persistenza. 

Nel terzo campione proposto in quest’ultima batteria, i Degustatori lombardi hanno riconosciuto i lineamenti del Merlot prodotto in areale gardesano: chiaramente più ricco di materia colorante e concentrazione del calice precedente, contraddistinto da una intensa balsamicità al naso, fresco e sapido al palato, ma il cui assaggio manca un po’ di lunghezza tannica. 

La giornata di degustazione si è conclusa con un’inattesa ed atipica versione di groppello affinato per due anni in anfora da 1600 l di terracotta non smaltata: il Khaos dell’azienda Pratello, che secondo Artur Vaso restituisce perfettamente i tratti dell’annata 2015 con l’acidità ancora ben presente, il corpo longilineo, affusolato, ma per nulla debole. La speziatura del Groppello si manifesta subito sia all’esame olfattivo che gustativo, unita ad aromi di frutti macerati, a richiami vegetali di oliva nera, nocciolo di pesca, resina di pino, erbe boschive. Nel finale torna per l’ennesima volta la salinità, timbro distintivo del territorio gardesano. 

Termina così un altro incontro di approfondimento che ha permesso al gruppo Degustatori Ais della Lombardia di cimentarsi anche con assaggi meno consueti di vini rossi della propria regione. Un sentito ringraziamento va alle aziende che hanno contribuito alla giornata coi loro vini, alla squadra servizi di Ais Como, ad Artur Vaso per l’ottimo supporto didattico, all’Albavilla Hotel & Co. che ha ospitato l’evento, alla padrona di casa Rossella Ronzoni e a Luigi Bortolotti per la sapiente e riuscita organizzazione.