ViniVeri 2025. Appuntamento a Cerea per i degustatori lombardi
Degustatori AIS Lombardia
18 aprile 2025

Anche quest’anno i degustatori di AIS Lombardia hanno visitato la fiera del consorzio ViniVeri, che ha tagliato il traguardo del 20esimo anno, con una degustazione di otto vini provenienti da tutta Italia
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A pochissimi giorni dalla presentazione della nuova divisa ufficiale AIS, il gruppo dei degustatori lombardi è chiamato all’evento più “casual” dell’anno vitivinicolo. Si tratta dell’ormai consueta degustazione esclusiva organizzata nel contesto della fiera del consorzio ViniVeri, giunta alla ventesima edizione, nell’Area Exp “La Fabbrica” di Cerea, in provincia di Verona.
ViniVeri è un consorzio che raggruppa vignaioli che rispettano una regola per produrre vini in equilibrio con i cicli naturali, limitando chimica nei vigneti e interventi invasivi in cantina. In breve: la produzione dell’uva destinata a vino avviene senza l’utilizzo di diserbanti e concimi chimici limitandosi ai prodotti permessi dalle norme in vigore per l’agricoltura biologica. I vigneti ammessi sono quelli autoctoni, non OGM e la vendemmia è rigorosamente manuale. L’impianto dei nuovi vigneti avviene esclusivamente da viti ottenute da selezione massale e non clonale. In cantina non sono ammessi lieviti selezionati, controllo delle temperature, interventi accelerativi della fermentazione e azioni chiarificanti o filtranti non rispettosi dell’equilibrio naturale del vino. Infine: la solforosa totale non può superare gli 80 mg/l per i vini secchi e 100 mg/l per quelli dolci.
Ad accogliere il gruppo dei degustatori di AIS Lombardia, il presidente del consorzio Paolo Vodopivec che ringrazia calorosamente per la partecipazione e introduce una degustazione che vede protagonisti 8 vini, presentati dai rispettivi produttori, provenienti da nord, centro e sud Italia.
La degustazione
Campania IGP Fiano “Nadar” 2022 - Casa Brecceto
Cominciamo con un vino proveniente dal nord delll’Irpinia, nel vocato areale di Ariano Irpino (AV), a est di Benevento e a sud-ovest di Foggia.
Sebastiano Fortunato, enologo di Casa Brecceto ci presenta “Nadar”, un fiano in purezza dedicato all’omonimo fotografo, avventuriero e inventore francese, pioniere assoluto della fotografia aerea.
È ottenuto con una macerazione di 5 giorni sulle bucce, a seguire conclude la fermentazione, senza il contatto con le vinacce, prima di affinare in anfora per nove mesi e in bottiglia per un anno.
Nel calice si presenta dorato, di buona intensità olfattiva e una complessità che rivela note di salvia, agrumi, alloro, mela cotogna, vaniglia, frutta secca, castagna ma anche delicati cenni sulfurei che il vigneto, posto tra i 600 e i 650 metri sul livello del mare, ricava dalle vene di gesso e zolfo presenti nel terreno che contraddistingue la cosiddetta “Sella di Ariano”, un antico valico appenninico che collega i versanti tirrenico e adriatico del Bel Paese. È un vino cangiante, si scopre con il passare dei minuti: inizialmente mostra il lato più silvestre liberando in seguito gli aromi più fruttati.
Al palato è contraddistinto da ottime freschezza e sapidità che preludono ad un lungo e appagante finale dai ritorni nocciolati.
Lazio IGT “Ventidue Dodici” 2022 - Milana Gioacchino
Con il secondo vino ci spostiamo a 70 km a sud-est di Roma, più precisamente nel comune Olevano Romano. L’azienda agricola Milana Gioacchino è una piccola realtà familiare a conduzione biologica che arriva a produrre 5000 bottiglie l’anno, dedicate, attraverso i nomi di fantasia, alle date importanti per la famiglia. La filosofia aziendale, nell’ottica di portare nel calice la tipicità di uve e territorio, predilige affinamenti in acciaio, nessuna filtrazione e utilizzo minimo, se non assente, di solforosa.
“Ventidue Dodici” è un vino particolare, prodotto da un uvaggio che comprende malvasia puntinata per il 60%, trebbiano toscano, ottonese (nome locale del bombino bianco) e un 3% di moscato che, a dispetto dell’esigua percentuale, si fa sentire arricchendo il già complesso corredo aromatico. Viene prodotto in 400/500 bottiglie ma solo nelle annate in cui i cinghiali non razziano le uve moscato di cui sono particolarmente ghiotti.
Dopo la mescita il vino risulta, per scelta produttiva, leggermente velato e dalla notevole consistenza. I profumi si librano con una certa intensità tra erbe aromatiche (timo, origano, salvia), frutta a polpa bianca e gialla (mela, pesca, ananas), zenzero, liquirizia, ginestra e rosa gialla. Il sorso si rivela sorprendentemente snello, garbato ma con una personalità decisa data anche da una lieve sensazione tannica. Da provare in abbinamento con carne bianca agli agrumi.
Collio DOC Friulano 2018 - La Castellada
La Castellada è un’azienda del Collio Goriziano, certificata biologica certificata dai primi anni 2000. Conta dieci ettari totali di vigne, poste tra 120 e 180 metri slm in una zona ben ventilata con sbalzi termici ottimali e lavorate esclusivamente con zolfo, solo in caso di necessità.
Il friulano (ex tocai) in assaggio quest’oggi macera non più di 6 giorni sulle bucce prima di passare in barrique sulle fecce fini fino all’agosto dell’anno successivo. Successivamente riposa in acciaio per 2 anni dove viene “illimpidito”per decantazione e conseguenti travasi, per preservarne la ricchezza gustativa. Esce sul mercato a 5 anni dalla vendemmia.
Si presenta giallo dorato e brillante. A livello di aromi si snoda elegantemente tra arancia gialla, erbe aromatiche, note salmastre, polvere pirica, nespola selvatica, cenni di mirto e un’impronta di radice di liquirizia. L’impatto al palato è avvolgente, ricco di sapore, equilibrato e svela la perfetta maturazione delle uve di partenza.
Cesanese del Piglio DOCG “Priore Ju Lattaro” 2021 - Azienda Agricola La Visciola
A Pietro Maciocca dell’azienda agricola La Visciola il compito di presentare la sua azienda e il primo rosso della sessione. La Visciola è stata fondata nel 2005 ed è gestita a livello familiare, con conduzione biologica, nell’areale di Piglio in provincia di Frosinone.
I 5 ettari coltivati ad uva derivano dal recupero di vecchi vigneti risalenti agli anni 50/60 dove accanto al cesanese e alla passerina, che rappresentano la produzione principale, sono stati trovati pochi tralci di un antico vitigno rosso, chiamato maiolica che, in linea con la vocazione dell’azienda, è stato preservato e viene vinificato nelle annate propizie.
Il vino in assaggio è un cesanese in purezza ottenuto da uno dei 4 cru dedicati a questo vitigno. Fermenta in acciaio, viene affinato in cemento e riposa in bottiglia per due anni prima della messa in commercio.
Si presenta rosso carminio con riflessi granati, è contraddistinto da un bouquet pulito in cui frutti rossi maturi, ciliegia sotto spirito, prugna, cenni di tabacco e pepe nero si combinano invitando all’assaggio.
Al palato si presenta rotondo, fresco, dal tannino raffinato. Concede un ritorno gustativo elegante e corrispondente a quanto espresso a livello di profumi. Il produttore si congeda suggerendolo in abbinamento con la cucina ciociara, in particolare con l’abbacchio.
Valpolicella DOC Classico Superiore “Camporenzo” 2021 - Monte Dall’Ora
Il vino che Monte Dall’Ora ci presenta è frutto di un progetto, partito nel 2008, volto a superare lo stereotipo del Valpolicella ottenuto dall’appassimento delle uve, mostrando la vocazione del territorio anche attraverso vini meno concentrati dell’Amarone.
Troviamo nel calice il classico poker di uve tipiche della zona: corvina, corvinone, rondinella e molinara raccolte con una vendemmia a tre passaggi in cui vengono selezionati, di volta in volta, solo i grappoli che hanno raggiunto la perfetta maturazione. Il vigneto, concesso all’azienda proprio perché venisse custodito e lavorato in maniera “pulita”, è esposto a sud-est ed è caratterizzato da una forte presenza calcarea che fa di questo valpolicella un piccolo gioiello di finezza e personalità a partire dall’aspetto visivo di grande luminosità.
Al naso si offre generoso ed elegante con le note tipiche del territorio che si fondono magistralmente: ciliegia marasca, pepe rosa, ciclamino, toni di erbe aromatiche e sbuffi balsamici. Sorso in perfetto equilibrio, dal tannino levigato e da una chiusura fruttata e succosa.
Rosso di Montalcino DOC 2021 - Fonterenza
Fonterenza è un’azienda nata nel ’97 dalla volontà di due sorelle, Francesca e Margherita originarie di Milano. Quattro gli ettari di vigneto posti sul versante sud-est di Montalcino coltivati in regime biologico dal ’99 e con un avvicinamento successivo alla biodinamica.
L’annata 2021 in assaggio è stata molto calda ma il vigneto, circondato da boschi, risulta protetto da condizioni climatiche sfavorevoli. L’uva per questo Rosso di Montalcino, particolarmente rappresentativo per l’azienda e il territorio, proviene dalle diverse parcelle vinificate separatamente e affinate 24 mesi in botti da 25 hl. A seguire si procede con il blend che affina in vasche di cemento vetrificato per almeno sei mesi prima dell’imbottigliamento.
Vino dal colore acceso e dai profumi intensi e raffinati in cui spiccano l’arancia rossa, tabacco biondo, ciliegia, pepe bianco e note di smalto. All’assaggio è fresco, corroborante, dal tannino piacevolmente addomesticato e dalla lunga persistenza dove ritornano, con grande garbo, i toni fruttati percepiti all’olfatto. L’attenzione ai dettagli come il diraspamento manuale, le vendemmie a più passaggi tra le due forme di allevamento (un po’ atipiche per la zona): guyot sui terreni più calcarei e alberello su quelli siccitosi di galestro fanno di questo vino un esempio di gran classe in un già grande territorio.
Marche IGT Rosso “Arshura” 2021 - Valter Mattoni
Ci spostiamo nelle Marche, a Castorano, tra Offida e Ascoli e in assaggio troviamo un montepulciano in purezza.
Gli onori di casa spettano a Valter che simpaticamente confessa che la sua passione è nata dalle degustazioni impegnative con gli amici (leggi bevute) nei ristoranti di Grottammare. Dopo i primi esperimenti nei primi anni 2000 regolarizza l’azienda nel 2006. Conta quattro ettari vitati tra sangiovese, trebbiano, pecorino, grenache e naturalmente il montepulciano che, con “Arshura”, ha rappresentato il punto di partenza dell’avventura di Valter. Il nome simboleggia la sete atavica e inestinguibile come la passione di Valter e della sua famiglia.
Fermenta spontaneamente per 15/18 giorni e dopo la svinatura affina in barrique di secondo/terzo passaggio per 15/20 mesi prima dell’imbottigliamento.
Il calice si colora di rosso rubino denso, impenetrabile. Profilo olfattivo di grande intensità e immediata riconoscibilità dei descrittori: inchiostro di china, confettura di more, ciliegia nera, spezie, tabacco, cenni di goudron e note salmastre. In bocca si rivela pulito, caldo, sapido, dal tannino muscoloso ma docile: caratteristiche perfettamente integrate nella lunga durevolezza. Un montepulciano ricco, composto, che si fa ricordare.
Barbera d’Asti DOCG “La Mora” 2023 - Laiolo Reginin
L’ultimo vino in assaggio è una barbera d’Asti che nasce a Vinchio, un piccolo paese del Monferrato, da terreno sabbioso e calcareo molto drenante che permette una maturazione veloce delle uve donando grande acidità e toni fruttati.
Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un vino preciso, netto, raffinato. Viola, spezie orientali, frutti rossi si combinano in un bouquet fine e stuzzicante. Al palato è morbido, dalla freschezza vibrante, dal tannino integrato e dalla lunga chiusura. Equilibrato ed estremamente godibile “La Mora” è un’espressione di barbera autentica e succosa.
Dal racconto che Paolo fa dell’azienda, a conduzione familiare da 70 anni, traspare una smisurata passione per il proprio lavoro e una grande ammirazione per la vite da cui, utilizzando i vinaccioli, producono perfino degli ottimi grissini.
A chiusura della sessione di assaggi, guidata in maniera molto precisa dal responsabile degustatori Luigi Bortolotti, il presidente di AIS Lombardia Hosam Eldin Abou Eleyoun ha invitato i degustatori, e implicitamente tutti i sommelier, a essere ambasciatori del vino di qualità e a prediligere acquisti che aiutino il settore vitivinicolo italiano, oggi più che mai, costretto a fronteggiare con coraggio, sfide decisamente impegnative.
Se il livello qualitativo è quello degustato in questa bella giornata primaverile, non sarà difficile accogliere l’invito del presidente.