Assegnati i premi a Enozioni a Milano 2020

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25 gennaio 2020

Assegnati i premi a Enozioni a Milano 2020

Charlie Arturaola, Luciano Ferraro ed Elisabetta Foradori. Ecco le tre personalità del mondo del vino alle quali è stato assegnato il premio Enozioni a Milano, giunto alla sua terza edizione

Redazione

Venerdì 24 gennaio, con la tradizionale Cena di Gala al The Westin Palace Hotel di Milano, si è aperta la terza edizione della rassegna Enozioni a Milano, organizzata da AIS Lombardia. E come di consueto, durante la serata, si è tenuta l’assegnazione dei premi Enozioni a Milano che anche quest’anno ha visto premiati tre protagonisti che si sono contraddistinti nella comunicazione del vino.

I riconoscimenti, consegnati dalla madrina Tessa Gelisio e dal Presidente di AIS Lombardia, Hosam Eldin Abou Eleyoun, sono stati assegnati a Charlie Arturaola, Luciano Ferraro ed Elisabetta Foradori, tre profili professionali eterogenei che in comune hanno la straordinaria abilità di trasformare la narrazione del vino in un’esperienza emozionale, sintetizzando nel loro storytelling la capacità del vino di inebriare i fruitori non solo grazie all’assaggio ma anche tramite il racconto.

Charlie Arturaola, è considerato uno dei dieci palati più influenti della storia moderna del vino americano, un vero e proprio mito vivente, un uomo ammirato per la sua competenza e semplicità. Nel 2012 a Londra ha ricevuto il premio International Wine & Spirit Competition Comunicator Award, il riconoscimento internazionale più importante per questo settore. 

Luciano Ferraro, è un critico enologico e caporedattore del Corriere della Sera per cui cura anche la rubrica DiVini. Negli ultimi anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti come miglior giornalista italiano dal Comitato Grandi Cru d’Italia, Premio Casato Prime Donne a Montalcino, Miglior comunicatore di Carpenè Malvolti, Premio 5 Stelle al giornalismo, il Premio della Guida Vini Buoni del Touring Club Italiano. 

Elisabetta Foradori, produttrice, nel 1984 ha preso le redini dell'azienda Foradori. Spinta da una forte passione e amore per la propria terra, si è imposta sin dagli esordi in cantina il recupero di un vitigno autoctono della zona, il Teroldego. Realizza così Granato, un "rosso importante" da uve Teroldego in purezza che esordisce nel 1986, e già negli anni ’90 l’etichetta diventa immagine vincente di quest’angolo delle Dolomiti, grazie anche alla determinazione con cui Elisabetta la promuove viaggiando.