Bonarda Style

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01 ottobre 2006

Bonarda Style

In degustazione a Milano le Bonarda dell'Oltrepo

Riccardo Modesti

Si fa presto a dire Bonarda, talmente presto che senza precisare si rischia di fare confusione: Oltrepò Pavese, Colli Piacentini, Piemonte, perfino Argentina. E anche puntualizzando che stiamo parlando di Oltrepò Pavese la situazione non migliora, poiché non è chiaro di quale versione si stia trattando, cioè “vivace” o “fermo”. In questo articolo tratteremo del volto “vivace” del celebre vino oltrepadano, vagliato dai degustatori ufficiali lombardi nel corso di una degustazione svoltasi presso la sede regionale di Milano durante lo scorso giugno.
Ottenuto dalla rifermentazione, sempre più in autoclave e sempre meno in bottiglia, di un vino ottenuto per un minimo di 85% da uve croatina - barbera, ughetta e uva rara gli altri vitigni ammessi dal disciplinare - il Bonarda vivace continua a rappresentare allo stato dei fatti l’espressione più unitaria di un territorio il cui problema principale è proprio la mancanza di una caratterizzazione produttiva. Certo, laddove esistono realtà che si connotano grazie a vini molto importanti per storia, fama e prezzo, può apparire quasi una beffa che la maggiore realtà produttiva lombarda, e una delle più grandi a condizione nazionale, possa essere ricordata per un vino vivace.
Ma non è solo il nome che fa importante un prodotto, bensì anche e soprattutto il giro d’affari che muove. Una delle linee d’azione del nuovo corso oltrepadano è rappresentato dal tentativo di venire a capo di questo “vino da lavoro” da 16 milioni di bottiglie, che porta soldi nelle casse delle aziende già a partire da pochi mesi dopo la fine della vendemmia. Così, oltre al fronte Pinot nero sia in rosso che metodo classico, il cui ruolo designato è quello di rappresentare l’eccellenza produttiva, è stato dunque aperto un fronte sul Bonarda vivace, concretizzatosi nel concetto “Bonarda Style”: si tratta di un’operazione di marketing che punta a costruire un modo di bere legato al Bonarda e basato sullo slogan portante “naturalmente vivace”. Sono stati dunque creati un sito web (bonarda.it), un magazine e una proposta di merchandising, organizzati momenti unitari in grado di avere un proprio spazio autonomo presso importanti manifestazioni di settore, come ProWein, Vinitaly e MiWine, e create una serie di iniziative locali basate sulla campagna “Provalo con...”, che mira a suggerire abbinamenti ragionevoli con alcuni piatti quotidiani.
Quello del Bonarda vivace è insomma un mondo tutto da scoprire, e le 66 referenze vagliate, quota ingente raggiunta anche grazie alla fattiva collaborazione del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, testimonia l’interesse dei produttori verso l’iniziativa: l’elevato numero di prodotti ci ha costretti a dividere i 12 degustatori ufficiali convocati per l’occasione in 3 gruppi, ognuno dei quali ha dunque assaggiato 22 vini, rigorosamente alla cieca, assegnando loro un punteggio tramite la scheda Ais. I migliori di questa prima tornata sono stati nuovamente riassaggiati da tutti e 12 i degustatori. Il punteggio finale è stato determinato attraverso una normalizzazione dei dati forniti dalle tre commissioni nei due passaggi.
La giornata è stata aperta dall’intervento di Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio, il quale ha tracciato un profilo a 360 gradi della realtà Oltrepò Pavese Bonarda vivace: poco meno di 16 milioni di bottiglie per un giro d’affari di oltre 200 milioni di euro; una produzione ormai quasi completamente imbottigliata e controllata prima e dopo la rifermentazione; un vitigno generoso ma esigente; una metodologia produttiva sempre più al passo con i tempi e all’insegna della tecnologia; un vino che vuole parlare in termini di modernità e piacevolezza. Oltre a ciò, Panont si è particolarmente soffermato sul fatto che Bonarda vivace significa soprattutto un giusto rapporto qualità/prezzo: ed è proprio da qui che partono le nostre riflessioni su quanto è emerso dalla degustazione.
In termini di qualità la degustazione ha evidenziato un livello medio del prodotto decisamente più che decoroso, come confermano i 47 campioni che hanno conseguito almeno 75 punti: quasi del tutto assenti prodotti difettosi, ci si aspettava però un profilo organolettico comune molto più omogeneo, a parte il residuo zuccherino sempre presente in misura più o meno accentuata; si passa dunque da Bonarda golosi, immediati, ricchi di frutto e giustamente vivaci ad altri più esili, spigolosi, erbacei, eccessivamente frizzanti e sovente tenuti in piedi soltanto da un residuo zuccherino da vino amabile. Per fare un “vino facile ma di struttura”, come ha auspicato Panont, la croatina deve però essere allevata con molta oculatezza, rispettandone i tempi di maturazione (lunghi) senza farsi ingolosire eccessivamente dalla sua produttività (potenzialmente elevata).
In termini di prezzo occorre invece garantire che sullo scaffale non ci siano insolite derive verso il basso: anche se spesso l’equazione sorge spontanea, la croatina non è lambrusco, vitigno di pianura, ma un vitigno da collina e in collina allevato. Una bottiglia di Bonarda deve quindi avere un prezzo che rifletta questa diversità, garantendo però al consumatore una qualità da vino da collina in cui la croatina sia perfettamente riconoscibile.
Scendendo nel dettaglio, a fronte di 5 campioni che hanno ottenuto almeno 80 punti ce ne sono stati altri 8 fermatisi appena sotto, cioè a quota 79: un buon risultato, dunque, per un prodotto spesso sottovalutato e bistrattato, anche quando non lo meriterebbe.
Questa conclusione si ritrova nel commento di Luciana Libera: “la degustazione è andata molto meglio di quanto mi aspettassi e ho trovato quasi tutti i campioni all’altezza della situazione”. Qualche perplessità invece per Alberto Rovati, che ritiene difficile “trovare l’equilibrio: vedo sempre più Bonarda da uve molto mature, ricche di sensazioni avvolgenti e ‘cioccolatose’ in bocca, ma che rischiano di stancare; il Bonarda che vorrei, invece, è un vino che sappia coniugare morbidezza e vivacità e che in estate si possa bere anche fresco”.
Concludiamo davvero sottolineando come anche questa volta, come sempre quando sul tavolo c’è Oltrepò Pavese, si scateni sempre un dibattito molto acceso e coinvolgente: nel bene e nel male, purché se ne parli... dunque!

I degustatori

  • Aboueleyoun Hosam Eldin
  • Bonassi Davide
  • Caccia Alessandro
  • Cattaneo Stefano
  • Giordano Riccardo
  • Guiggi Camilla
  • Libera Luciana
  • Modesti Riccardo
  • Nasi Tito
  • Rovati Alberto
  • Valenza Gino
  • Yoshida Kiyomi

    I vini che hanno conseguito un punteggio di almeno 80/100

    Azienda: Picchioni Andrea - Canneto Pavese (81 punti)
    Nome del vino: OP Bonarda
    Vitigno: croatina (90%), barbera (10%)
    Provenienza uve: Canneto Pavese
    Bottiglie prodotte: 15.000
    Prezzo franco cantina (IVA inclusa): €5,00

    Azienda: Cantina Intercomunale di Broni - Broni (81 punti)
    Nome del vino: OP Bonarda Bronis
    Vitigno: croatina (100%)
    Provenienza uve: Cigognola, Pietra de' Giorgi, Broni, Stradella, Canneto Pavese, Castana.
    Bottiglie prodotte: 35.000
    Prezzo franco cantina (IVA inclusa): €4,05
    Nota: la stessa azienda ha presentato in degustazione OP Bonarda Viticoltori del Bronese, che ha conseguito un risultato di pari livello

    Azienda: Piccolo Bacco dei Quaroni - Montù Beccaria(80 punti)
    Nome del vino: OP Bonarda Mons Acutus
    Vitigno: croatina (90%), barbera (10%)
    Provenienza uve: Bosnasco e Montù Beccaria
    Bottiglie prodotte: 10.000
    Prezzo franco cantina (IVA inclusa): €3,90

    Azienda: Anteo - Rocca de’ Giorgi(80 punti)
    Nome del vino: OP Bonarda Staffolo
    Vitigno: croatina 100%
    Provenienza uve: Rovescala
    Bottiglie prodotte: 25.000
    Prezzo franco cantina (IVA inclusa): €5,50

    Azienda: Tenimenti Castelrotto - Montecalvo Versiggia (80 punti)
    Nome del vino: OP Bonarda Brioso Torti
    Vitigno: croatina (100%)
    Provenienza uve: Montecalvo Versiggia
    Bottiglie prodotte: 30.000
    Prezzo franco cantina (IVA inclusa): €7,20

    Hanno conseguito 79 punti le aziende:
  • La Costaiola
  • Bellaria
  • Monterucco
  • Fratelli Giorgi
  • Vercesi del Castellazzo
  • Castel San Giorgio
  • Ballabio
  • La Travaglina

    Hanno conseguito 78 punti le aziende:

  • Tenuta Percivalle
  • Tenuta Il Bosco
  • Le Fracce
  • Castello di Luzzano
  • Tenuta Malaspina
  • Poggio Rebasti
  • Torrevilla
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