Continua l’erosione del vigneto Italia. I dati dell'UIV

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20 giugno 2013

Continua l’erosione del vigneto Italia. I dati dell'UIV

Persi 9000 ettari rispetto al 2011 a conferma della continua erosione della superficie vitata in Italia. Le perdite maggiori in Sicilia, Piemonte, Emilia Romagna e Sardegna. In Lombardia censiti 22.993 ettari vitati nel 2012, 503,3 in meno rispetto all’anno precedente. Il punto della situazione di UIV (Unione Italiana Vini).

Redazione

 

Superfici vitate in Italia per regioniLe ultime rilevazioni del potenziale viticolo raccolte dal Corriere Vinicolo, organo di informazione dell’UIV (Unione Italiana Vini) tracciano un quadro se non allarmante, quanto meno preoccupante. Nonostante il regime di estirpazione con premio dei vigneti sia terminato da due anni, l’erosione della superficie vitata italiana non si ferma. L'Italia scende a 655.000 ettari, 9.000 in meno rispetto al 2011, 138.000 rispetto al 2000, quando invece si coltivavano circa 790.000 ettari a vigna.

Scorrendo i dati nel dettaglio non mancano, però, le eccezioni: le perdite di superficie maggiori si riscontrano in Sicilia (-4.000 ettari), Piemonte (-2.500), Emilia Romagna (-2.000) e Sardegna (-1.700). In controtendenza, invece, Veneto (+1.400 ettari) e Friuli Venezia Giulia (+800), che secondo l’UIV sono imputabili all'effetto Prosecco. La Puglia, regione che tra 2000 e 2011 aveva perso oltre 24.000 ettari di superficie, ha invece fermato l’andamento negativo e sono ripartiti gli impianti nelle zone del Nord della stessa.

Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini, non nasconde la sua preoccupazione. «Questo fenomeno, oltre a rappresentare in certe aree sensibili un pericolo in termini di stabilità idrogeologica dei terreni, porta all’erosione di un patrimonio difficilmente recuperabile, che si traduce in abbandono del territorio, perdita di tradizione e cultura legate alla viticoltura, che a sua volta intacca il fascino che il nostro Paese può rappresentare per quel turismo enogastronomico che negli ultimi anni ha dato forte impulso alle economie locali. Sollecitiamo le istituzioni, a tutti i livelli, a non sottovalutare il problema e a porre in atto politiche che possano incentivare il ritorno in vigneto dei giovani e al contempo rendano meno difficile la vita per quelle aziende interessate a investire nella viticoltura». Secondo Zonin bisogna  abbattere la burocrazia e uniformare le tante procedure esistenti. «Troppo spesso a scoraggiare gli imprenditori è la diversità di leggi e regolamenti non solo tra regioni, ma addirittura fra territori confinanti. Al contempo è necessario rendere più appetibili da un punto di vista economico gli incentivi alle ristrutturazioni dei vigneti, che negli ultimi dieci anni sono state un fattore propulsivo importante che ha consentito di rendere il vigneto italiano più performante e remunerativo».

Superfici vitate Italia

Se volgiamo lo sguardo all’estero, la situazione non è diversa. A far compagnia all’Italia, dunque, nella riduzione della superficie vitata troviamo anche la Francia, che in 10 anni ha perso circa 100.000 ettari, e la Spagna, che ne ha persi quasi 300.000.

Superfici vitate Mondo

 

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