Guida all’utilizzo della denominazione d’origine Pinot Nero in Oltrepo’

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07 aprile 2009

Guida all’utilizzo della denominazione d’origine Pinot Nero in Oltrepo’

Il Consorzio Oltrepò Pavese presenta la più approfondita pubblicazione sul pinot nero mai edita in Italia. 226 pagine che racchiudono oltre 25 anni di studi e di esperienze

Redazione

Con i suoi 2.800 ettari in produzione e l’ambizioso obiettivo di giungere a 4.000 nei prossimi anni, l’Oltrepò Pavese è di gran lunga il primo territorio italiano per quanto riguarda la coltivazione di uve pinot nero. Eppure si tratta di una realtà poco conosciuta anche dagli stessi addetti ai lavori. Il Consorzio Tutela, soprattutto a partire dall’avvento del direttore Carlo Alberto Panont, ha scelto di puntare con decisione su questa tipologia di vitigno, tanto per quanto riguarda la produzione spumantistica – che in Oltrepò ha lunga e gloriosa storia – sia per quanto riguarda la produzione di vini rossi fermi.

Alle parole, sono seguiti i fatti. A partire dalla vendemmia 2007 il territorio ha beneficiato della Docg sull’Oltrepò Metodo Classico, nelle versioni bianco e rosé (quest’ultimo adotterà il marchio collettivo Cruasé). Ed ora, come fondamentale supporto ai produttori che già si cimentano o hanno intenzione di cimentarsi con questo difficile e affascinante vitigno, ecco che il Consorzio presenta la più approfondita pubblicazione sul pinot nero mai edita in Italia. 226 pagine che racchiudono oltre 25 anni di studi e di esperienze, con il fondamentale contributo di alcune delle aziende oltrepadane che per prime hanno creduto nel pinot nero e dell’Università di Milano.



Il volume è diviso in sei sezioni. La prima, curata dal professor Attilio Scienza e da Mario Maffi, parla di storia; qui si scopre come il pinot nero sia presente in Oltrepò fin dalla metà del XIX secolo avendo trovato il suo habitat naturale soprattutto a Rocca dei Giorgi, nell’alta Valle Scuropasso, per opera del conte Carlo Giorgi di Vistarino, il quale iniziò la produzione di quello che allora si chiamava lo Champagne. La seconda e la terza sezione si occupano delle risorse ambientali, dei microclimi, delle differenti unità territoriali con le rispettive vocazioni: in una parola, del terroir, quel fattore fondamentale in passato troppo spesso trascurato che determina quali vitigni vadano piantati e dove per avere risultati ottimali.



Si passa poi ad un vero e proprio manuale del territorio: scelte agronomiche, scelte enologiche e un’approfondita catalogazione dei cloni di pinot nero. Infine, una vasta bibliografia e i disciplinari delle nuove Docg (Oltrepò Metodo Classico) e Doc (pinot nero vinificato in rosso). L’opera è stampata su carta di pregio e abbonda di foto a colori, tabelle, grafici. È da intendersi come una completa ed esaustiva guida per ottenere da quel fantastico vitigno che è il pinot nero i risultati migliori in un territorio vocato ma anche molto diversificato come l’Oltrepò Pavese. Può essere interessante per chiunque voglia conoscere meglio il territorio, ma è uno strumento dedicato soprattutto alle aziende vinicole oltrepadane.



Guida all’utilizzo della denominazione d’origine Pinot Nero in Oltrepo’

Pagine 228, formato 21 x 29.

Prezzo al pubblico euro 20,00.

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