Jean Valenti, un secolo da sommelier

News
25 aprile 2023

Jean Valenti, un secolo da sommelier

“Ho portato la torta!”. Avresti esclamato così. Con la “erre” arrotondata, memoria sempre viva della tua consuetudine con il mondo francese.

Simone Savoia

Oggi è il tuo centesimo compleanno, sei nato a Casazza, Alta Bergamasca, meno di 4mila anime a una manciata di chilometri dal Lago d’Iseo, il 25 aprile 1923. Sei nato quando l’Italia era monarchia, sei nato quando troppi bambini se ne andavano ancor prima di assaporare la vita. E anche tu avevi rischiato, ma le cure amorevoli di tua madre, il chinino e l’aiuto di Dio ti avevano tenuto su questa terra. 

Avresti portato la torta che avevi fatto fresca quel mattino stesso, l’hai sempre portata alle ragazze della sede centrale dell’Associazione Italiana Sommelier. Perché tu sei Jean Valenti e la più grande e importante organizzazione di tastevin al mondo l’hai fondata tu, il 7 luglio del 1965. Tu e un manipolo di folli visionari in anni di follia e visione, il boom economico, il Savini di Milano, Aristotele Onassis che ti mette una ricca mancia in mano affinché tu mantenga sempre pieno di champagne il calice di Maria Callas. 

E tu, Jean, hai sempre sciorinato questi ricordi con partecipato distacco, per memoria condivisa. In pochissimi hanno saputo che durante la Seconda Guerra Mondiale sei stato detenuto in un campo di prigionia tedesco. A chi te ne domandava rispondevi, mentendo con leggerezza, di ricordare i campi di more attorno a quel luogo di sofferenza.

Quando la tua gente t’incontrava ai congressi e alle altre manifestazioni dell’Associazione Italiana Sommelier, mostravi orgoglioso la tessera numero 1 dell’AIS, plastificata. E noi ci sentivamo tutti bambini, era come se Zio Paperone ci mostrasse la sua moneta “numero 1”, quella su cui aveva costruito la sua immensa fortuna. I tastevin delle origini erano come abitanti di un mitico Klondike, una terra lontana e inesplorata, ricca di fascini e durezze.

Te ne sei andato in silenzio, in un giorno d’ottobre del 2016. E avremmo avuto ancora bisogno di sentire per l’ennesima volta il tuo racconto sulle origini dei tastevin, sul vino italiano, su Onassis e Gianni Agnelli. Ci avresti detto parole sagge sul coronavirus, su anni lunari e terribili, sul vino ecosostenibile, sull’enoturismo. 

Hai portato tu la torta. E, mentre spegni tutt’e 100 le candeline in un soffio solo, ci chiediamo, con gli occhi umidi, se siamo noi a festeggiare te o tu a festeggiare noi. Tutti tuoi figli, nipoti e pronipoti. 

Auguri, maestro Jean. Di cuore.