L’arte dei muretti valtellinesi diventa materia di studio e di dibattito

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16 maggio 2019

L’arte dei muretti valtellinesi diventa materia di studio e di dibattito

Appuntamenti in Valtellina: lezioni a scuola per costruire i muretti a secco e un importante convegno sul paesaggio storico rurale. Scarpellini (Provinea): «Obiettivo: amare la propria terra e lavorare per la sua salvaguardia»

Sara Missaglia

Se provate a metterli in fila, uno dietro all’altro, andrebbero a comporre una strada lunga 2.500 chilometri, come dire Milano-Palermo e ritorno. Sono i muretti a secco della Valtellina, patrimonio Unesco dal 28 novembre 2018, che sono ora anche materia di studio. Non sui banchi di scuola ma in mezzo alle vigne. 

La Fondazione Provinea, il Polo Professionale di Valtellina e la Comunità Montana hanno recentemente avviato corsi in Valtellina con ore di lezione rivolte agli studenti inserite nel corso di operatore edile. Si impara facendo, non sui banchi di scuola, ma in mezzo alle vigne di Valtellina. «L’elemento fondamentale è il fatto che i corsi sono all’interno del piano di studi degli studenti. Partiamo dalle scuole, non corsi esterni» ci spiega Cristina Scarpellini, Presidente di Provinea e a sua volta viticoltrice. «L’obiettivo è insegnare ad amare la propria terra e a lavorare per la sua salvaguardia, sviluppando nel contempo una forte identità culturale». 

Custodi della terra ammassando le pietre una all’altra, senza alcun altro elemento se non terra secca. «Le due Comunità Montane di Sondrio e di Tirano hanno attivato corsi che proseguiranno sino al prossimo novembre – prosegue Cristina Scarpellini – e che saranno aperti anche a case vinicole, agricoltori, disoccupati e appassionati della coltivazione della vite». 

La Valtellina nel nostro Paese ha l’area più estesa di muretti che risalgono ad alcuni millenni di anni fa e sostengono i ronchi vitati per consentire la coltivazione della vite. Un’intera valle ridisegnata dal lavoro dell’uomo, per addomesticare una montagna impervia e le sue pendenze. Un dedalo di muretti che non hanno solo una funzione architettonica per la creazione del terrazzamento, ma sono fattore di identità del territorio, fondamentale per la tutela contro il dissesto idrogeologico e per la salvaguardia del paesaggio anche dal punto di vista turistico. 

Il 21 maggio presso il Teatro Sociale di Sondrio la Fondazione Provinea, con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia, di Coldiretti e del Consorzio Tutela Vini di Valtellina ha infatti organizzato il convegno “Valtellina, un patrimonio chiamato territorio”: tra i tanti interventi, sono previsti quelli di Gianmarco Centinaio, ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, e di Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura della Regione.

Al centro del dibattito il paesaggio rurale storico: la Valtellina, con il suo paesaggio vitato terrazzato, è infatti candidata all’iscrizione nel registro nazionale. «Dopo il riconoscimento Unesco, l’iscrizione sarebbe un altro punto a favore per il potenziamento della nostra identità, con piena valorizzazione dell’attività vitivinicola», commenta sempre la Scarpellini. Impegno a livello istituzionale per dare sempre maggiore visibilità alla valle, e impegno nelle scuole tra gli studenti per sensibilizzare le generazioni più giovani alla sua tutela: la partita a questo punto si gioca su più fronti, l’impegno è massimo.