Quattro giorni intensi ed indimenticabili in Borgogna - Seconda Parte

News
04 luglio 2007

Quattro giorni intensi ed indimenticabili in Borgogna - Seconda Parte

Marc Morey, Antonin Rodet, Joseph Drouhin... La seconda parte, conclusiva, del viaggio in Borgogna. Il racconto degli ultimi due giorni attraverso le tante schede di degustazione e le delizie gastronomiche.

Fernando Araújo-Coelho

Turismo Enogastronomico AIS Lombardia.

La Delegazione di Cremona ed AIS Tour – 4 giorni intensi ed indimenticabili in Borgogna - Seconda Parte




Martedì 22 maggio



Lasciamo la “base” di Beaune per percorrere la quindicina di kms che ci separano di Chassagne Montrachet, verso SW. Il primo appuntamento della giornata è al Dom. Marc Morey et Fils. Produttore considerato dalla critica francese come uno dei migliori del comune, saremo ricevuti da Bernard Mollard, genero di Marc Morey, responsabile della vinificazione.



L’attività di Marc Morey comincia nel 1905, da una piccola vigna annessa a bar/ristorante. Oggi quasi 10 ettari di vigne a Chassagne, di età media compresa tra i 30-60 anni. Una produzione media di 60.000 bottiglie, dalle quali 20.000 commercializzate ogni anno.



Bernard Mollard risponde con piacere alle nostre numerose domande (il gruppo si sente ormai “a casa” in Borgogna e le domande piovono…) e esprime l’opinione che, in Italia, le zone individuate come “classico” potrebbero rappresentare il punto di partenza per un discorso che ruoti intorno alle valenze del terroir.



In generale, pratica un batônnage limitato, perché ricerca soprattutto un bouquet di riduzione; la SO2 libera all’imbottigliamento si aggira in torno ai 30 mg/l (più alta che in passato, secondo lui per deterioramento nella qualità dei tappi); l’enologo è chiamato in cantina come si chiama il medico per controllare il proprio stato di salute e prevenire eventuali gravi malattie; soprattutto nella fase di chiarifica/filtrazione (collage) dei vini prima dell’imbottigliamento si usa caseina per i bianchi e albumina per i rossi; botte nuova o non in funzione della grandezza dell’annata. Ci spiega che Montrachet sta a significare “monte di roccia”.





Bourgogne AC Blanc 2006 (botte; 100% Chardonnay)

Giallo paglierino scarico di buona luminosità. Fruttato fresco a polpa bianca. Marcata acidità. Da terreni prevalentemente argillo-calcarei.

75/100



Chassagne-Montrachet 1er Cru “Les Chevenottes” 2006 (botte; 100% Chardonnay)

Luminoso. Fruttato che richiama la banana, la pesca bianca. Note minerali e di legno ben integrato. Elegante, sapido, già in equilibrio. Finale di bocca floreale e fruttato, soprattutto di mela.

83/100



Chassagne-Montrachet AC 1er Cru “En Virondot” 2006 (botte; 100% Chardonnay)

Verdolino, luminoso. Nota minerale, di carburo, evidente. Sentori tostati a coprire un floreale bianco che cerca di esprimersi. Fresco, sapido e con PAI lunga. Elegante con chiusura su aromi floreali e petrosi.

86/100



Bâtard-Montrachet Grand Cru 2006 (botte; 100% Chardonnay)

Verdolino, luminoso. Fruttato maturo con rimandi alla banana; floreale su biancospino e cornice vanigliata. Materia superiore, grasso. Sapido e di PAI lunga con finale che rimanda all’uva matura, alla pesca in presenza di frutta secca tostata. 600 bottiglie in tutto ottenuta dal blend tra metà della massa passata in botte nuova e metà in botte usata.

91/100



Chassagne-Montrachet 1er Cru “Les Vergers” 2005 (100% Chardonnay)

Giallo paglierino lucente. Naso elegante e potente. Fruttato tropicale, fiori bianchi e note dolci da legno di affinamento ben amalgamato. Abbastanza fresco, rotondo, PAI di buona lunghezza con retrogusto vanigliato. Più minerale del cru “Les Chevenottes”.

85/100



Chassagne-Montrachet 1er Cru “En Virondot” 2005 (100% Chardonnay)

Riflessi verdolini. Albicocca, biancospino, mineralità e nota vanigliata del legno fusi con eleganza. Profondo, espansivo ma non pesante. PAI lunga e di saporita mineralità.

87/100



Chassagne-Montrachet 1er Cru “Les Chevenottes” 2004 (100% Chardonnay)

Paglierino. Fruttato acerbo e richiamo vegetale verde. Alcol prevaricante, acidità non ben integrata. Nel complesso corto. Annata di minore maturità rispetto al 2005, nel complesso classica nei risultati che ha dato.

80/100



Pouligny-Montrachet 1er Cru “Les Pucelles” 2004 (100% Chardonnay)

Giallo paglierino di media saturazione. Poco intenso, con sentori fruttati acerbi e floreali. Vivace come acidità e di buona serbevolezza.

83/100



Chassagne-Montrachet 1er Cru “Les Chevenottes” 1996 (100% Chardonnay)

Giallo paglierino con ancora riflessi verdolini. Fruttato maturo ed integro. Ancora molto fresco. Con PAI lunga, finale fruttato. Annata buona per rapporto zuccheri-acidi in vendemmia.

84/100



Chassagne-Montrachet 1er Cru “En Virondot” 1986 (100% Chardonnay)

Giallo oro luminosissimo. Consistente, ricco. Fruttato tropicale, agrumi canditi, sentori di cenere e balsamico. Pieno. Fresco. Lungo con finale ancora dominato da richiami di uva matura. Grande annata per i bianchi. Una vera esperienza di una macchina del tempo.

93/100







Finita la visita e degustazione presso il Dom. Marc Morey et Fils, Loïc Porteret, collaboratore del produttore Antonin Rodet ci raggiunge a Chassagne-Montrachet. È infatti prevista per il pomeriggio una degustazione dei vini di Antonin Rodet nella sede dell’azienda, a Mercurey. Loïc ci accompagnerà a pranzo e ci farà vedere due proprietà del gruppo Rodet. Ci rechiamo prima al Château de Rully, dove visitiamo l’antica cantina e facciamo due passi nel vigneto. Dal 1986, Casa Rodet assicura la lavorazione delle vigne del Domaine e commercializza i vini sotto l’etichetta del castello (la cui costruzione è cominciata da una torre quadrata, tuttora ben conservata, nel sec. XII; il castello appartiene ai Conti di Ternay dalla fondazione ed è tutt’ora abitato).







Poi, Loïc ci fa ancora vedere i preziosissimi vigneti intorno a Chassagne-Montrachet e Puligny-Montrachet).



I vini a pranzo a “La Table d’Olivier (Leflaive)” (Puligny-Montrachet)

(Tutti i vini sotto elencati sono di produzione dello stesso Olivier Leflaive)





Bourgogne AC Blanc “Les Setilles” 2005 (100% Chardonnay)

Giallo paglierino scarico. Naso semplice, fruttato, in specie mela golden. Alcune note di vegetale verde. Morbido, fresco, ma corto. Beverino.

75/100



Saint-Aubin 1er Cru “En Remilly” 2004 (100% Chardonnay)

Luminoso. Biancospino e gelsomino. Fruttato a polpa bianca. Bella fragranza. Fresco, sapido ed equilibrato nel complesso. PAI di buona lunghezza su note fruttate e floreali coerenti con il naso.

82/100



Puligny-Montrachet AC 2004 (100% Chardonnay)

Giallo paglierino di maggiore saturazione rispetto al precedente. Sentori di pasticceria. Fresco, di corpo esile. Sapido con finale vanigliato.

80/100



Chassagne-Montrachet 1er Cru “Abbaye de Morgeot” 2004 (100% Chardonnay)

Scarico in colore ma luminoso. Buona digestione del legno di affinamento con naso dominato da note di speziatura dolce. Giusto corpo, fresco, sapido seppur di PAI non esaltante. Finale minerale, o per meglio dire di “gusto di niente”.

81/100



Meursault 1er Cru “Poruzots” 2004 (100% Chardonnay)

Un punto di colore sopra la media. Intensità contenuta ma eleganza nelle note soprattutto fruttate e floreali. Acidità interessante, maggiore polpa e PAI di buona lunghezza, maggiore rispetto ai precedenti 1er cru.

83/100



Puligny-Montrachet 1er Cru “Les Referts” 2004 (100% Chardonnay)

Luminoso, con riflessi verdolini. Vegetale, con ricordi di buccia di mela, erbe aromatiche e scorze di agrume. Fresco e salato. Buona finezza, PAI interessante, pecca per una punta di alcol di troppo.

84/100



Chablis Vaudésir Grand Cru 2001 (100% Chardonnay)

Giallo dorato, luminoso. Fruttato maturo ricco, note silicee e legno ben integrato. Bouquet comunque su toni ossidati. In bocca caldo, ancora fresco e PAI buona e finale minerale (per alcuni già oltre l’ottimo di maturità per altri complesso e intrigante proprio perché evoluto con accenni di ossidazione).

89/100



Finito il pranzo e le sette degustazioni in esso comprese, si parte verso il Château de Mercey, altra proprietà di Antonin Rodet con 52 ettari di vigna nel cuore delle Hautes Côtes de Beaune. Vediamo le vigne confinanti, anche quelle dove la pianta evidenzia la forma a “lira”, oggi ammessa soltanto per le vigne già esistenti dove è stata praticata negli anni questa forma di allevamento. E si prosegue per Mercurey, in Côte chalonnaise, per la degustazione complessiva dei vini delle diverse proprietà.







La degustazione da Antonin Rodet



Loïc Porteret fa riferimento al fatto che i Rully Blanc erano venduti come AOC (Denominazione di Origine Controlata) Meursault. Alla fine degli anni ottanta, a causa dell’aumento dei prezzi dei vini borgognoni, godettero di crescente successo in quanto considerati dei Petit Meursault. E poi commenta alcuni aspetti salienti della commercializzazione: la GDO mette in assortimento dei vini premiati in concorsi nazionali. Questo fattore è meno importante per il canale HoReCa. Molti ristoranti si fanno produrre vino con propria etichetta per distinguere il vino da quello sugli scaffali dei supermarket.





Château de Mercey

Bourgogne Hautes-Côtes de Beaune AC “Vigne en Lyre” 2004 (100% Chardonnay)

Luminoso. Fine, floreale e minerale. Elegante, equilibrato con alcol corretto.

80/100



Château de Rully

Rully AC Blanc 2005 (100% Chardonnay)

Luminoso. Fruttato di pesca bianca, biancospino e note burrose. Più potente ed espressivo del precedente. Saporito con finale vanigliato.

83/100



Château de Mercey

Mercurey AC Blanc 2004 (100% Chardonnay)

Un punto in più di colore dei precedenti, lucente. Note vegetali, asparago e minerali. Aggraziato ma sottile, aromi di bocca dominati da minerale e vegetale. Alcol un poco invadente.

79/100



Château de Rully

Rully 1er Cru “La Pucelle” 2006 (botte; 100% Chardonnay)

Giallo paglierino di buona saturazione. Fruttato di mela verde, sentori vegetali e note speziate. Grande annata, e la materia del vino la testimonia. Legno ben amalgamato ad incorniciare aromi di bocca netti coerenti con il naso.

84/100



Château de Mercey

Bourgogne Hautes-Côtes de Beaune AC “Vignes en Lyre” 2004 (100% Pinot Noir)

Rosso rubino scarico con riflessi violacei. Fruttato di ciliegia, fragola e violetta. Richiamo anche allo speziato. Buona annata seppur con risultati leggeri di corpo. Equilibrato, fresco, tannini scorrevoli. Di pronta beva.

75/100



Château de Rully

Rully AC Rouge 2004 (100% Pinot Noir)

Rosso rubino di buona saturazione. Fruttato maturo, vegetale cotto, nota di medicinale e rimandi cioccolatosi. Fresco e giustamente tannico, finale con prevalenza dell’amaro declinato aromi vegetali.

70/100



Château de Rully

Rully 1er Cru “Les Molesmes” 2006 (botte; 100% Pinot Noir)

Purpureo. Vinoso, floreale, note agrumate, in specie tamarindo. Vivace acidità e giusto tannicità.

78/100



Château de Mercey

Mercurey AC “Sazenay” 2004 (100% Pinot Noir)

Rosso rubino di media saturazione, con riflessi violacei. Piccoli frutti a bacca nera, in specie ribes, su sentori speziati e cioccolatosi. Di buon corpo, fresco, tannino un po’ rustico, PAI sufficiente con finale speziato.

77/100



Chateau de Mercey

Maranges 1er Cru “Les Clos Roussots” 2004 (100% Pinot Noir)

Colore di buona saturazione, con riflessi violacei. Pungenza alcoolica, fruttato di fragola e cassis. Morbido, equilibrato, piacevole nella sua avvolgenza. Purtroppo PAI corta.

81/100



Cave Privée

Savigny-lès-Beaune1er Cru “Les Marconnets” 2005 (botte; 100% Pinot Noir)

Visivo impenetrabile. Ancora in riduzione, ma con evidenza di potenziale speziato, balsamico, pepe e cuoio. Tannini dolci, buona spalla acida, giusto corpo. PAI interessante con finale fruttato avvolgente. Affinamento in legno ancora da metabolizzare.

86/100



Dom. des Perdrix

Nuits-Saint-Georges AC 2004 (100% Pinot Noir)

Rosso rubino denso. Naso intenso, pungenza alcolica e fruttato di ciliegia matura. Astringente, corto ma pulito. Giusto amaro in chiusura.

80/100



Dom. des Perdrix

Vosne Romanée AC 2004 (100% Pinot Noir)

Rosso rubino cupo. Nota minerale, penalizzato comunque da una modesta intensità. Alcol dominante, nel complesso abbastanza elegante seppur sottile.

77/100



Dom. des Perdrix

Nuits-Saint-Georges 1er Cru “Aux Perdrix” 2003 (100% Pinot Noir)

Colore luminoso con ancora unghia compatta e violacea. Naso con evidenza di confettura di piccoli frutti a bacca rossa e note di cioccolato bianco. Fresco per l’annata, viene a mancare a livello di PAI.

81/100



Cave Privée

Nuits-Saint-Georges 1er Cru “Les Porets” 2001 (100% Pinot Noir)

Scomparsa unghia violacea caratterizzante il precedente. Etereo, con note smaltate. Manca di corpo ed evidenza di alcol scisso.

75/100



Cave Privée

Nuits-Saint-Georges 1er Cru “Les Damodes” 2000 (100% Pinot Noir)

Rosso rubino. Sentori animali, vegetale cotto, cuoio, sottobosco, fondi di caffè e cioccolato fondente. Elegante, equilibrato, acidità vivace, tannicità giusta e vellutata. PAI di buona lunghezza con chiusura caratterizzata da aromi di tabacco e pellame.

85/100



Dom. des Perdrix

Echezeaux Grand Cru 2004 (100% Pinot Noir)

Ancora con riflessi violacei, luminoso. Piccoli frutti rossi, balsamico, vegetale. Buona intensità. Materia interessante, fresco, alcol ben integrato. PAI lunga con finale fruttato dolce, in specie aroma di fragola.

88/100



Abbiamo degustato i vini di Antonin Rodet nei loro uffici (in cantina c’erano dei lavori in corso) ed il caldo oggi a Mercurey si sente. Abbiamo anche effettuato, fino adesso, 33 degustazioni! Torniamo a Beaune, meno di 30km a Nord.



I vini a cena a “Le Caveau des Arches” (Beaune)



Il ristorante è all’interno di una volta sotterranea del sec. XVIII che ha inglobato un ponte del sec. XV, al fianco del quale ci sediamo a tavola. Si parte con un Kir (Aligoté e Cassis).





Les Héritiers des Comtes Lafon

Mâcon AC 2004 (100% Chardonnay)

Buona saturazione di colore. Poco intenso, giocato su note fruttate soprattutto di mela golden. Leggero e con alcol eccessivo.

75/100



Dom. de H. et P. Jacquesson

Rully 1er Cru “La Pucelle” 2005 (100% Chardonnay)

Bel giallo paglierino. Floreale e minerale. Elegante, fresco e sapido.

80/100



Dom. Château de Chorey

Chorey-lès-Beaune AC 2003 (100% Pinot Noir)

Cupo. Fruttato purtroppo coperto da pungenza alcolica. Fresco, di giusto corpo, nota alcolica eccessiva.

79/100



Dom. Vincent Girardin

Santenay AC 1er Cru “Les Graviéres” 2004 (100% Pinot Noir)

Rosso rubino scarico, luminoso. Fragrante, pulito, con note fruttato appena acerbo. Fresco, equilibrato, di giusto corpo. Finale elegante.

84/100



Dom. P. Charlopin

Marsannay AC 2004 (100% Pinot Noir)

Cupo e denso. Inteso, sovrastato però da pungenza alcolica. Retrogusto di cassis evidente.

83/100



Mercoledì 23 maggio (ultimo giorno!)



La mezza giornata sarà dedicata alla Maison Joseph Drouhin, produttore storico con sede e cantina principale nella città di Beaune.



Ci riceve Jean Pierre Cropsal. Ci introduce al domaine J. Drouhin, un’azienda famigliare. Le cantine in passato furono proprietà dei Duchi di Borgogna e dei Re di Francia. L’azienda è specializzata in microvinificazioni, soprattutto di rossi. Grande attenzione al lato enologico (enologia di precisione): 0,6% di volatile è già un vino considerato mal riuscito.



Jean Pierre ci racconta veramente tanto della Borgogna. Beaune, 20.000 abitanti, è il centro di gravità dell’area vinicola. Chablis appartiene geologicamente al bacino della Senna, simile alla Champagne. La Côte d’Or si forma durante il Giurassico in conseguenza dello sprofondamento che l’orogenesi alpina provoca circa 2 milioni di anni fa. A ciò si aggiunsero diversi terremoti catastrofici. Concetti cardine: tipicità del terroir, qualità del vigneron. Pinot Noir, ad esempio, è solo un supporto come la pellicola per la macchina fotografica. È un vitigno di origine gallica. Riferisce similitudine con il Nebbiolo: avrebbero probabilmente un antenato comune di origine ungherese. Ci fa l’esempio del Gamay, che dà in zona vini ordinari, soprattutto da suoli argillo-calcarei. Nel Beaujolais, su suoli granitici, dà invece ben altri risultati. Caratteristica del territorio sono le vigne cintate da muretti a secco (clos): il Clos de Bèze risale al 660 DC e può a buon titolo considerarsi la prima denominazione d’origine del Mondo. In Bordeaux vige una classificazione delle aziende vinicole risalente al 1855. In Borgogna vige invece un sistema, creato nel 1935, applicato da village a village. Nella zona meno vocata, terreni in piano di origine alluvionale, abbiamo la generica Bourgogne AOC. Nella zona vocata, su terreni morenici, abbiamo i Villages; mentre sui terreni giurassici di più antica orgine abbiamo Premier e Grand Cru. Sono state individuate circa 1.000 parcelle viticole (climat) di qualità. I Grand Cru non appartengono al villagio ma…a se stessi! Attenzione: i vigneti di pregio, salvo il caso di alcuni monopoli, appartengono a più vigneron (Clos de Vougeot, 50 ha di estensione, 85 proprietari). Il terroir borgognone può essere idealmente immaginato come un mobile da numerosi cassetti. Chablis: da 40.000 ha pre-fillossera è passato a 600 ha post-fillossera. La ricostruzione dei vigneti è avvenuta a partire dagli anni sessanta. Chardonnay sostitutivo: Melon de Bourgogne, Aligoté (acidità) e Pinot Bianco (vinosità e corpo). Il bianco in Borgogna arriva con l’era industriale, fino al 1850 si produceva solo rosso. Ci racconta la particolarità del “Clos des Mouches”: etichetta in verità illegale, tollerata perchè risale al 1924, prima della legge del 1935. Fino al 1957 trovabile solo da Chez Maxim, a Parigi.







Rully AC 2005 (100% Pinot Noir)

Rosso “clairet”. Note di fragola, cassis e rimandi speziati. Leggero, tannino rustico, buona freschezza seppur PAI corta.

78/100



Beaune-Grèves 1er Cru 2003 (100% Pinot Noir)

Riflessi violacei. Pulito, netto, fragrante con sentori di violetta, rosa, piccoli frutti a bacca nera e accenni di vaniglia. Fresco, presenza tannica salda, PAI lunga con finale su aroma di rose e ribes.

88/100



Charmes-Chambertin Grand Cru 2000 (100% Pinot Noir)

Rosso da affresco medioevale, unghia tendente al granato. Luminoso. Note animali, liquirizia, sottobosco, corteccia, vegetale cotto, tabacco. Baroleggia! PAI lunghissima con finale elegantissimo.

92/100



Chablis AC 2005 (100% Chardonnay)

Poco saturo. Vinoso. Leggero, corto, di buona serbevolezza grazie a spiccata acidità.

75/100



Meursault AC 2005 (100% Chardonnay)

Luminoso. Fiori bianchi, nota agrumata, legno ben integrato. Fresco, PAI di media lunghezza, corpo esile.

78/100



Beaune 1er Cru “Clos des Mouches” 2004 (100% Chardonnay)

Giallo paglierino carico, luminoso. Fiori di campo, minerale, legno ben integrato, fragrante. Polposo, fresco, PAI lunga e finale di bocca pulito ed elegante.

88/100



A pranzo a “Le Jardin des Remparts”, stellato Michelin (Beaune) prima del ritorno. I vini:



Dom. Joseph et Pierre Matrot

Bourgogne AC Aligoté 2006 (100% Aligoté)

Giallo paglierino scarico. Poco intenso. Eccessivamente acido, al più beverino.

70/100



Dom. Hubert Chavy

Bourgogne AC Rouge “La Taupe” 2005 (100% Pinot Noir)

Riflessi violacei. Naso semplice, vinoso, di cassis. Fresco, leggero, PAI corta con finale ancora di cassis. Servito fresco per aumentarne un poco le durezze.

78/100



Si rientra in Italia. Non dalla Valle d’Aosta come in partenza, saliamo invece a NE per entrare in Svizzera a Basilea. Qualcuno scherza…e se facessimo un pò dell’Alsazia?



Il viaggio è stato un’esperienza ricchissima. Tanti appunti da approfondire. Voglia di tornare? Sicuramente, al più presto!



Sotto il temporale e pioggia battente in Ticino. È la sera della partita Milan-Liverpool, che terminerà in apoteosi con la vittoria del Milan. Arriveremo a Milano just in time, le sfilate di gioia si stanno ancora formando. Scendono i milanesi ed il pullman prosegue verso Crema e Cremona. In perfetta armonia. Come tutto il viaggio.

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessaria la registrazione.
Se ancora non l'hai fatto puoi registrati cliccando qui oppure accedi al tuo account cliccando qui

I commenti dei lettori