Sostenibilità e rapporti con l'ambiente

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08 maggio 2008

Sostenibilità e rapporti con l'ambiente

Organizzato dallo Studio agronomico Sata e dall’azienda Guido Berlucchi il seminario “Nuovi obbiettivi per il vino di qualità: sostenibilità e rapporti con l’ambiente in un clima mutabile”. Il racconto di Riccardo Modesti...

Riccardo Modesti

Organizzato dallo Studio agronomico Sata e dall’azienda Guido Berlucchi presso il Relais Franciacorta di Colombaro di Corte Franca lo scorso 5 maggio, il seminario “Nuovi obbiettivi per il vino di qualità: sostenibilità e rapporti con l’ambiente in un clima mutabile” è stato un valido momento di confronto su tematiche certamente poco sviluppate in appuntamenti di questo genere. Troppo spesso infatti, come ha ricordato il moderatore Giacomo Mojoli - dell’Università degli Studi di scienze gastronomiche di Pollenzo -, questi appuntamenti finiscono molto spesso con il parlare di ciò che c’è nel bicchiere da un punto di vista sensoriale e troppo poco di tutto ciò che gravita intorno alla produzione del vino di qualità. Arturo Ziliani, vicepresidente dell’azienda, nel suo saluto di apertura, ha peraltro auspicato la necessità di giornate come questa nel corso della quale sono state affrontate in modo scientifico tematiche - grazie anche alla presenza di relatori di alto livello come non sempre è possibile riscontrare in appuntamenti di questo tipo - quali il cambiamento climatico e il suo impatto futuribile sulla viticoltura, la gestione delle acque reflue prodotte in cantina e l’utilizzo consapevole delle risorse idriche.



Proprio l’uso e il recupero delle risorse idriche è stato oggetto della relazione di Joël Rochard, - Pole environment dell’ITV France, Station Régional Champagne - che ha sviluppato un interessante intervento sulla gestione delle acque in cantina, proponendo sia metodologie di riduzione dei consumi che possibili strategie di gestione delle acque reflue, queste ultime volte anche al recupero di eventuali sottoprodotti utili. Tali strategie descritte da Rochard sono già in essere in alcune realtà della regione della Champagne. Queste tecniche vanno peraltro valutate coerentemente alla dimensione della struttura aziendale, in modo da scegliere la strategia più con anche rispetto agli eventuali impatti economici.



Il risparmio idrico, o comunque una migliore gestione dell’acqua, è un tema che non può non ricollegarsi ai cambiamenti climatici: da questo punto di vista la “sfida” tra i punti di vista di Luigi Mariani - agroclimatologo dell’Università degli studi di Milano - e di Bernard Seguin - membro della commissione Intergovernmental Panel on Climate Change - è stato un momento molto interessante rispetto non solo a cosa dovremo attenderci nel prossimo futuro da un clima percepito e divulgato dai media come in continuo cambiamento, ma anche e soprattutto per il suo impatto sulla viticoltura.



Luigi Mariani vede infatti il periodo climatico iniziato verso la fine degli anni ’80 del secolo scorso, nel quale si è verificato un “gradino” di temperatura piuttosto sensibile che come una opportunità molto interessante per la viticoltura di qualità dimostrando, nella sua esposizione ricca di dati, che esso sia da considerare in termini di fase stazionaria che, piuttosto, come una fase di passaggio verso un clima ulteriormente più caldo e più siccitoso come spesso riferiscono i media, e che comunque esso è da sempre fatto di grandi ciclicità.



L’opinione di Seguin che, nel suo intervento, ha valutato l’attuale cambiamento climatico non solo come un fattore destinato ad acuirsi nei prossimi decenni fino a sconvolgere l’attuale situazione climatica dell’emisfero boreale, ma anche come un fattore che porterà a profonde modifiche a livello europeo della viticoltura, rivoluzionando la vocazionalità di diversi terroir che, per questo, si vedranno costretti a “snaturare” le proprie attuali peculiarità.



L’intervento di Leonardo Valenti - Università degli studi di Milano -, è stato focalizzato sulle capacità che i diversi terroir dovranno mettere in gioco nell’assorbire le possibili variazioni climatiche che già, anno dopo anno, vanno a verificarsi anno dopo anno. In particolare, l’uomo deve mettersi nelle condizioni di approcciare il problema derivante dai cambiamenti climatici da punti di vista diversi, tramite pratiche di adattamento ambientale, gestionale, strutturale: è sempre e comunque l’intervento umano che fa la differenza attraverso l’uso di pratiche adeguate e ragionate in base alla situazione.Valenti ha auspicato il passaggio verso una viticoltura più professionale, nel corso della quale sia possibile effettuare programmazioni ragionate e a lungo termine. Inoltre, proprio per potere dare maggiori strumenti di adattabilità, egli ha auspicato come molto importante la possibilità di arrivare a riconsiderare i disciplinari di produzione con opportune revisioni, proprio per dare al viticoltore delle possibili armi in più per riuscire a trovare una situazione ideale per produrre al meglio.



Pierluigi Donna - studio Agronomico Sata - dopo avere illustrato gli intenti e gli obbiettivi di Sata, ha concluso la mattinata presentando un innovativo sistema di valutazione oggettiva della qualità e dell’efficienza aziendale a livello di filiera, attualmente applicato in via sperimentale presso le realtà seguite da Sata: l’obiettivo è, tramite l’attribuzione per ogni aspetto individuato nel percorso produttivo di un punteggio e di un fattore moltiplicativo che ne indica l’importanza - sono oltre un centinaio quelli individuati -, andare a riconoscere gli eventuali punti critici che portano dalla vite al vino, esprimendo una valutazione finale da un punto di vista sia di efficienza che di sostenibilità ambientale, oltre che economica, nel lavoro che viene svolto in azienda.



Scarica il Comunicato Stampa di SATA

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