2017-1988. Il Moscato di Scanzo di Biava in verticale
AIS Como ospita una coinvolgente e appassionate verticale del vino icona di Manuele Biava, il Moscato di Scanzo. Insieme a lui Federico Bovarini, miglior Sommelier di Lombardia 2023 e ambasciatore di questa piccola eccellenza bergamasca.
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Manuele Biava si appassiona al Moscato di Scanzo fin da piccolo ammirando il lavoro che il nonno Giovanni svolgeva per la curia di Bergamo producendo il vino consumato dal vescovo durante la santa messa. Decide quindi di seguirne le orme sposandone completamente la filosofia produttiva incentrata sulla qualità a discapito della quantità.
I vigneti di proprietà sono situati nella zona maggiormente vocata alla produzione della denominazione, unico vino rosso passito ottenuto da uve moscato in Italia. Si trovano infatti sulla sommità del monte Bastia nel comune di Scanzorosciate, a soli 5 km da Bergamo. Qui il sottosuolo è caratterizzato da una formazione calcareo marnosa ben stratificata dal colore grigiastro chiamata “Sas de Luna” che dona alle viti sali minerali e sostanze nutritive, garantisce equilibrio termico, restituendo calore alle radici profonde delle piante durante la notte e consente un perfetto drenaggio delle acque piovane. Il vigneto ha un esposizione ottimale, i filari corrono lungo le pendici del monte da est a ovest. Il vento e il fitto bosco che circonda le viti concorrono a creare un microclima che innalza la qualità finale dell’uva regalando un vino ricco in acidità e sapidità. Le piante, di età compresa tra 30 e 50 anni. sono ben radicate nel “Sas de Luna”, la densità di impianto è di circa 3000 ceppi per ettaro. La resa è bassissima, 25hl/ha. I grappoli, composti da pochi acini con una sottile buccia delicata e ricoperti di abbondante pruina, sono vendemmiati esclusivamente a mano nei giorni a cavallo tra settembre e ottobre. Dopo una rigorosa cernita, le uve vengono messe in essiccatoio per oltre 60 giorni dove raggiungono l’appassimento voluto in modo naturale.
Storicamente la sgranatura manuale degli acini e la pressatura erano effettuate dal nonno Giovanni nella settimana tra Natale e Capodanno, quando il Vescovo in persona veniva a controllare la qualità delle uve. Manuele Biava ha deciso di far proprie queste usanze. Il mosto rimane a contatto con le bucce per non meno di 18 giorni. La fermentazione, che spesso è lenta e difficoltosa, continua per circa un mese. Ottenuta una gradazione alcolica di 15% vol. e un residuo zuccherino che si aggira su 80 gr/l, il vino viene affinato per un minimo di 2 anni in vasche d’acciaio. Una volta imbottigliato, il Moscato di Scanzo DOCG prodotto da Biava prosegue la sua evoluzione in bottiglia fino all’uscita sul mercato che, generalmente, avviene trascorsi 5 anni dalla vendemmia. Questo non è però vero per tutte le annate. Alcune annate di cui Manuele non è soddisfatto, rimangono ulteriormente in cantina e, forse, non verranno mai commercializzate.
La cura e la dedizione messe nella lavorazione di questo vino donano al moscato di Manuele Biava un colore intenso e accattivante, molto vivido e lucente anche col trascorrere degli anni. Attraente e seducente al naso, è dominato da note speziate, fruttate e balsamiche. In bocca esprime tutta la sua energia perfettamente bilanciata da una sorprendente e ben integrata acidità. La sapidità ci accompagna in un duraturo finale ammandorlato. Da molti considerato come un vino da meditazione, trova talvolta degni compagni in formaggi erborinati, preparazioni di pasticceria secca o nel cioccolato fondente.
La lungimiranza di Giovanni Biava gli ha consentito di intuire il potenziale evolutivo del Moscato di Scanzo. Biava è infatti l’unica azienda vitivinicola appartenete al consorzio che può vantare un patrimonio di oltre 6000 bottiglie di annate passate stoccate in cantina. Le prime risalgono addirittura al 1935. Dagli anni sessanta in poi una parte considerevole, viste le poche migliaia di bottiglie prodotte, viene sistematicamente aggiunta all’archivio storico permettendo di assaporare un vino straordinario in tutte le sue innumerevoli sfaccettature.
La degustazione
Moscato di Scanzo DOCG Biava 2017
Dal colore lucente, caratterizzato da nuance accese, vivaci e luminose. Subito al naso si distinguono le spezie, marchio di fabbrica della zona di produzione. Proprio quando pepe e cannella lasciano spazio a lamponi e more emerge l’avvolgente balsamicità delle erbe aromatiche fresche. Morbido e vellutato, in bocca è percettibile una discreta presenza zuccherina che ben si appaia con l’esuberante acidità e l’invitante sapidità. Col passare dei minuti nel calice si affaccia una delicata nota d’incenso.
Moscato di Scanzo DOCG Biava 2012
Impeccabile nell’aspetto, avvicinandoci al vino scopriamo subito la presenza del caco, della carruba e della liquirizia. Il fruttato si rivela attraverso la prugna, la mora, l’arancia rossa, la china, il tamarindo, mentre un tratto vegetale che ricorda la macchia mediterranea rimane sullo sfondo. Una prorompente sapidità, una esuberante acidità e un tannino vitale caratterizzano l’assaggio e, in antitesi con il tenore alcolico elevato e alla discreta presenza zuccherina, restituiscono un vino dall’equilibrio inaspettato.
Moscato di Scanzo DOCG Biava 2009
Un’ annata austera che si mostra subito con le sue peculiarità. Inaspettate note affumicate trasmettono reminiscenze di aringhe e colatura di alici. Il profumo di cuoio che a poco a poco si fa strada va a braccetto con ben definiti sentori di cannella e rabarbaro Più dolce rispetto ai precedenti assaggi non nasconde però la presenza del tannino e della caratteristica acidità. Una gradevole fragranza di te nero persiste dopo il sorso. Prima annata DOCG
Moscato di Scanzo DOC Biava 2006
Una piccola rarità. Nel 2006 una forte grandinata ha costretto l’azienda a produrre solo un terzo delle bottiglie. Eppure il vino si esprime su altissimi livelli, richiamando alla mente il Porto, lo Sherry, il Marsala e il Madeira, i grandi vini fortificati con cui rivaleggiava in tutta Europa nel XIX secolo. Arancia disidratata, anice stellato e chiodi di garofano rievocano il Natale. La vivida acidità elegantemente si contrappone alla fortificante presenza di zucchero e alcol. Suggestiva è il finale, forse più caratteristico di un vermouth che di un passito, dominato dalla succosità di una caramella balsamica alle erbe alpine.
Moscato di Scanzo DOC Biava 2002
Per la prima volta nel 2002 il Moscato di Scanzo tutto, non solo quello prodotto da Biava, si può fregiare del marchio DOC. Il vino di Manuele, nonostante i 20 anni ed oltre, colpisce per la luminosità, la vivacità e la tonalità delle sue mille sfumature. Sentori di cacao e caffè abbracciano un bouquet di fiori appassiti, l’inebriante profumo della resina di pino si accompagna con un avvolgente ricordo di agrumi essiccati. Nel calice la complessità aromatica è sorprendente. Molto elegante al sorso, estremamente equilibrato grazie a un’acidità ancora vitale e una sapidità fuori dal comune.
Moscato di Scanzo Biava 1988
Ultima annata prima dell’inizio dell’attività dell’Azienda agricola Biava fondata nel 1989 e ultima etichettata con le tre croci della curia. La prima cosa che si nota è il colore, percettibilmente diverso dagli altri, con toni più aranciati seppur ancora vivido. Avvicinando il naso al bicchiere sembra di varcare la soglia di una antica cantina. Profumi di legno preannunciano una balsamicità in evidenza. Il vino è morbido, vellutato, cremoso, il tannino è ancora ben distinguibile, la sapidità altrettanto. Smorzata dal passare del tempo la sensazione zuccherina. Durature note di prugne e agrumi secchi, noci, nocciole e mandorle tostate si fondono in un lungo abbraccio.