A Sondrio le bollicine da vitigni autoctoni

Se viaggiare su un tappeto magico è sempre stato il sogno di tutti i bambini, quale potrebbe essere quello di un sommelier? Forse viaggiare su una bollicina? Ebbene, mercoledì 6 aprile è iniziata grazie a Elia Bolandrini e Guido Invernizzi la prima delle quattro serate che ci porteranno in giro per l'Italia alla ricerca di bollicine speciali

Ermanno Rumi

Guido Invernizzi ed Elia BolandriniTipiche e pregiate come possono esserle quelle provenienti da vitigni autoctoni. Autoctono deriva dal greco e con qualche libertà letterale possiamo dire che significa: originario del luogo stesso in cui vive, in cui si sviluppa. Un vitigno autoctono non è altro che un vitigno coltivato e diffuso nella stessa zona di origine del vitigno stesso. Le varietà italiane ufficialmente iscritte al registro ampelografico  nazionale sono più di 350, mentre si calcola che siano tuttora esistenti più di 1500 varietà autoctone o tradizionali, purtroppo in numero limitato e a forte rischio di perdita. Lo scopo di queste serate è  quello di divertirci insieme a scoprire quelle varietà che non si trovano a portata di mano sugli scaffali delle enoteche, ma che vale la pena andare a cercare. 

Si parte. Siamo in Nord Italia e abbiamo 7 tappi, pardon Tappe!

Si parte con il Veneto, zona dei Colli Euganei, un terreno di origine vulcanica, un vitigno tipico normalmente vinificato in rosso, il raboso, e vi posso assicurare ha saputo meravigliare anche in queste vesti. Passaggio obbligato in Trentino, ecco dalla Valllagarina un lagarino bianco! Dall'Alto Adige, Lago di Caldaro, una varietà molto particolare che personalmente non avevo mai sentito, un sauvignier gris. Come ci ha spiegato Guido, risulta essere l'incrocio realizzato nel 1983 tra il cabernet sauvignon e il bronner; il risultato genetico è stato un  vitigno con caratteristiche di sauvignon blanc e cabernet franc. Prodotto in "tiratura limitata" di 2000 bottiglie: è stata una gradita sorpresa. Dall'Alto Adige al Lago di Garda, dove troviamo un sorprendente trebbiano di Lugana. Vitigno  già noto nel 1567 dal mercante Agostino Gallo e da Andrea Bacci che indicavano la zona per la produzione di vini "Trebulani"

Ma non possiamo fermarci. Eccoci in Piemonte con un'altra chicca; la nascetta, vitigno originario dell'Albese, parente del gros blanc e tipico della Val di Susa, dove troviamo dei terreni calcarei e argillosi. Su verso la Valle d'Aosta ad incontrare un'altra perla, pardon bollicina, questa volta parliamo di priè blanc. Vitigno locale ancora a piè franco perché la fillossera non osa arrampicarsi fino a qui: siamo in presenza del vitigno più alto d'Europa! Anche qui una piacevole sorpresa con dei profumi strabilianti e non solo, anche in bocca mantiene tutte le promesse fatte al naso.

Concludiamo con un intruso a sorpresa che si rivela un principe, uno chardonnay friulano. Lasciamo adesso riposare la nostra bollicina impazienti di riprenderla per il prossimo viaggio in Centro Italia sicuri che anche lì troveremo delle gradite sorprese.

Un grazie a tutti i Partecipanti, a Elia Bolandrini e a Guido Invernizzi che sono riusciti a stupirci con bollicine fuori dall'ordinario. Grazie a Marco dell'Osteria Rapella che ci ha ospitato e rifocillato con un gustoso "Ossobuco alla Milanese" adagiato su un delizioso "letto giallo".  

Ais Sondrio - Serata Bollicine autoctone - Le bottiglie

Vini In degustazione
  • Veneto : Raboso - Vignalta - Arquà Petrarca - Brut Nature
  • Trentino: Lagarino Bianco -  Cimbrus - Alfio Nicolodi  - Brut
  • Alto Adige : Sauvignier Gris - Clarice - Werner Morandell - Brut 
  • Lombardia: Lugana - Cà Lojera - Tenuta Tiraboschi - Dosaggio Zero
  • Piemonte : Nascetta -  Sé - Poderi Cellario - Brut
  • V. Aosta : Priè Blanc - Cuvée Gerbollier - Cave Mont Blanc de Morgex - Brut Nature
  • Friuli: Chardonnay - Dom Jurosa - Lis Neris - Extra Brut