A spasso nel tempo...

Racconti dalle delegazioni
27 settembre 2007

A spasso nel tempo...

Venerdì sera, 21 settembre 2007, l’AIS delegazione di Sondrio ha organizzato una serata di degustazione veramente memorabile, intitolata “A spasso nel tempo…” - continua

Giacomo Codazzi

...suddivisa in due distinti momenti: una verticale di annate storiche di Sforzato tradizionale presso le Cantine Nino Negri a Chiuro e una successiva cena con altre perle enologiche presso l’agriturismo Fracia, ubicato nel prestigioso omonimo vigneto, sempre proprietà della Negri. Ma andiamo con ordine.

Nel tardo pomeriggio sommeliers e appassionati, naturalmente in numero limitato, si sono ritrovati presso le Cantine Nino Negri di Chiuro, nella splendida cornice di Palazzo Quadrio, dove il direttore ed enologo della Negri, Casimiro Maule ed il noto sommelier professionista Nicola Bonera, hanno guidato la platea nello straordinario mondo del vino d’altri tempi con un Fracia del 1967, seguito da una verticale di Sforzato tradizionale delle annate 1970, 1985, 1988, 1990, 1997 e 1999.



La passeggiata nel tempo si è aperta con il Fracia 1967, prodotto con uve Nebbiolo in purezza; un vino, questo, che ha veramente stupito i presenti per la sua limpidezza e il suo colore ancora luminoso (un’aranciato vivace). La struttura non sembra molto robusta ma comunque si evidenzia una buona consistenza (siamo sul 12,5% vol. alcol). Al naso presenta ancora un’ottima intensità e una discreta complessità di aromi: un bel fondo fruttato, che è piuttosto frutta cotta, una speziatura dolce, sentori floreali (fiori secchi), accenni balsamici e una bella mineralità. In bocca è secco, abbastanza caldo, con una buona morbidezza. Emergono ancora sentori di affumicato, quasi di sabbioso. La struttura è piuttosto contenuta, senza potenza e si avverte una piacevole freschezza, una certa sapidità con finale balsamico e mentolato abbastanza persistente.

Siamo di fronte ad un vino definito da Nicola Bonera “gentile ed elegante” che si beve ancora con grande piacevolezza e ben si presta ad accompagnare il cibo.



Lasciato il primo campione, che rimane un po’ a sé stante, senza possibilità di confronti con altri della stessa tipologia, si è passati alla verticale di Sforzato tradizionale con ben sei annate diverse.

La prima annata esaminata è quella del 1970.

Casimiro Maule, nella sua premessa, ha tenuto a sottolineare che molte delle bottiglie in degustazione non sono più in giacenza alla Negri e per onorare al meglio la serata sono state riacquistate presso terzi, con l’handicap di non trovarle sempre conservate nelle migliori condizioni. Proprio l’annata 1970 è espressione di questo aspetto negativo.

Già all’esame visivo presenta infatti un colore non proprio vivace, frutto di un’evoluzione sicuramente più marcata rispetto al vino precedente. Al naso si rilevano comunque sia una buona intensità che una complessità di sensazioni olfattive. Sentori di affumicato e di minerale, quasi di ferroso, con la presenza ancora del fruttato. In bocca con le sensazioni retro olfattive si percepiscono ancora sentori di cuoio, di animale, accenni salmastri, di radici, eteree. E’ secco, caldo ed abbastanza morbido, ma si percepisce poco l’appassimento del frutto. E’ abbastanza intenso e persistente ma scarsamente equilibrato perché è un prodotto che ha superato il suo momento migliore.



Dal ’70, un bel salto di 15 anni e siamo al 1985, un’annata definita mediamente buona per la qualità dell’uva.

Al naso profumi molto leggeri. Subito note di pasta di olive e di liquirizia; fruttosità questa volta più accentuata con sentori di frutta sotto spirito (ciliegie, lamponi, more) e poi accenni di rosmarino e pepe bianco. L’alcol è ancora integro, avvolgente e la tannicità ha ancora un minimo di ruvidità. Inoltre si avvertono ritorni di sentori balsamici. E’ un vino di corpo ma non pesante, abbastanza intenso e persistente.



Passiamo poi allo Sforzato del 1988, ritenuto da molti, Natale Contini in primis, forse il migliore della verticale.

All’esame visivo il vino presenta una maggiore quantità di materia colorante, un granato luminoso con meno sfumature aranciate. Al naso un’intensità più potente del precedente campione, con quattro o cinque percezioni immediate, dall’affumicatura alla torrefazione, una speziatura più evidente, non più dolce ma amara, tipo bacca di ginepro e ancora, sentori di frutta appena matura, tocchi amari di china e cenni di idrocarburi. E’ un vino abbastanza caldo ma più aggressivo, che conserva una certa freschezza con ritorni di sentori vegetali di foglia e di frutto come il ribes. Un vino piuttosto intenso e persistente con un finale senza dubbio più completo.



Lo Sforzato del 1990 presenta decisamente un alcol maggiore, testimoniato anche numericamente dall’effettiva gradazione (14,8% vol.).

Casimiro Maule sottolinea che il 1990 è l’annata migliore tra i vini esaminati ed è anche la prima realizzata con una impostazione nuova per quanto concerne la tecnica di produzione.

Visivamente un granato vivo con una certa consistenza. Al naso è intenso, con una bella complessità e pulizia: tocchi di cuoio, pellame, fiore essiccato, la viola soprattutto. Sentori di malto, caffelatte, cacao, bagne alcoliche per la pasticceria, note vanigliate e burrose e una decisa mineralità. In bocca una gradevole freschezza, una morbidezza importante che tiene a bada l’alcol. Il finale è lungo ma non lunghissimo come ci si sarebbe potuto aspettare dalle premesse.



Con lo Sforzato del 1997 siamo alla seconda buona annata come qualità della vendemmia.

Casimiro Maule ricorda che dal 1996 la Negri ha cominciato ad usare botti nuove.

In questo caso all’olfatto arrivano strane sensazioni, molto diverse da quelle dei vini precedenti. Emergono sentori di caramella mou, di variegato alle creme, cenni di erbe aromatiche come l’alloro, chiodi di garofano ed anice. A livello gustativo rispetto agli altri sforzati presenta maggiori espressioni.



La verticale si conclude con lo Sforzato del 1999.

Al naso riemergono ricordi del precedente ’97, con un po’ più di caramello, una bella speziatura nera e un’amaricante di china. In bocca troviamo ancora tannini piuttosto esuberanti, una certa ruvidità e rusticità. Si evidenzia una perfetta corrispondenza gusto olfattiva. E’ un prodotto incompiuto e che ha bisogno ancora di cibo, con un finale comunque abbastanza lungo.



La serata è poi proseguita in località Fracia a Teglio, dove nel ristorante che porta lo stesso nome del famoso vigneto si è svolta la cena; in degustazione una splendida batteria di vini pregiati sempre della Negri.

In apertura abbiamo potuto provare in anteprima lo spumante Brut Cuveé Negri 2005, sboccato appena da una settimana e realizzato con il 55-60% di Chardonnay, 20% di Pinot Nero e la restante percentuale formata dai vitigni del Cà Brione (Sauvignon Blanc, Incrocio Manzoni, Nebbiolo).

Nonostante Casimiro Maule abbia sottolineato che lo spumante potrà raggiungere l’optimum tra due o tre mesi, abbiamo potuto comunque già apprezzarne la qualità. Nel bicchiere un bel paglierino brillante, con perlage sottile e persistente. Al naso fini note di fruttato (frutta tropicale) e floreale (fiori bianchi) accompagnato da sensazioni agrumate. In bocca si presenta fresco ed abbastanza morbido con una bella mineralità. Un vino forse ancora non pienamente equilibrato ma già con una buona persistenza.

Successivamente si è passati alla degustazione del Quadrio 2004 Valtellina Superiore Docg, vino che presenta nell’uvaggio, oltre al Nebbiolo, una piccola percentuale di Merlot (10%). Nel bicchiere un bel rubino con una buona consistenza. Al naso sentori di fruttato con note di sottobosco. In bocca è molto gradevole e morbido con tannini fini; chiude con una buona persistenza su note di fiori secchi.

E’ poi il turno del Riserva 1999 Valtellina Superiore Docg.

Qui il livello qualitativo comincia decisamente ad alzarsi. Nel bicchiere un bel granato consistente. Al naso buona intensità e complessità di sensazioni odorose. Alle note fruttate (frutta matura e sotto spirito) e floreali (fiori secchi) si aggiungono sensazioni di tabacco, cioccolato, speziatura nera e accenni balsamici. In bocca è caldo ed abbastanza morbido con ancora una notevole freschezza e sapidità. Un vino intenso e decisamente persistente.

Segue il Vigneto Fracia 1999 Valtellina Superiore Docg.

Grande vino che si presenta con un bel granato luminoso e compatto. Al naso è intenso e complesso con profumi di tabacco, cuoio, liquirizia, cacao, frutta sotto spirito (ciliegia, piccoli frutti neri) e accenni di speziatura. In bocca è morbido, pieno ed avvolgente con gradevoli tannini ed un’elegante freschezza di fondo. Un vino equilibrato, intenso e persistente con un finale lungo.

Dulcis in fundo, lo Sforzato 5 Stelle 1999 Docg, ormai divenuto il vino emblema della Negri.

Nel bicchiere un colore granato e una buona consistenza. Al naso sensazioni fruttate, di confettura di piccoli frutti neri, seguite da note più evolute e raffinate, speziatura, tabacco, vaniglia, accenni di china e balsamici. In bocca è potente ed equilibrato, caldo ed abbastanza morbido, con un bel tannino ed una discreta sapidità. E’ intenso con un lungo finale…come lunga e ricca di soddisfazioni gusto olfattive è stata questa splendida serata.

Un plauso a Natale, Angelo, Peppino e a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento

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