Ais Sondrio incontra i produttori della Valtellina. Plozza e Triacca

È partito sabato 26 gennaio da Tirano il ciclo di incontri tra la Delegazione AIS Sommelier di Sondrio e i produttori della Valtellina. «Per una volta ho giocato in casa» le parole della Delegata AIS Elia Bolandrini, tiranese doc.

Marco Bormolini

Ais Sondrio incontra i produttori della ValtellinaUna giornata baciata da un sole splendido ha accompagnato la pattuglia AIS di Sondrio nella visita tra le cantine dell’azienda Plozza e la tenuta “La Gatta” della casa vinicola Triacca. Ritrovo alla cantina storica dell’azienda Plozza, in Via San Giacomo a due passi da Tirano Vecchia. «Ricordo che qui, da studentessa, passai un’estate a diretto contatto con le uve che venivano conferite dal comprensorio» il ricordo di Elia Bolandrini. Passi avanti da quegli anni ‘70 ne sono stati fatti eccome, anche se come ha spiegato il titolare dell’azienda Andrea Zanolari, Plozza ha mantenuto come quartier generale la cantina storica di Tirano dove vengono ancora vinificate tutte le uve. Botti storiche, alcune centenarie di castano, altre in rovere. Plozza in cantina appare ancora un tradizionalista al passo con la modernità, come testimonia la sede moderna situata a poche centinaia di metri, a ridosso di alcuni filari di vite proprio sotto la montagna. «Teniamo sempre a far vedere entrambe le anime della nostra azienda- spiega Zanolari- perché rappresentano la filosofia della nostra azienda, che ha il cuore in Italia ma esporta soprattutto in Svizzera, da sempre il nostro mercato di riferimento, sin da quando il fondatore, Pietro Plozza, ha iniziato a commercializzare vino negli anni venti del secolo scorso». Un’azienda che oltre a due cantine davvero contrastanti tra loro, un mix tra storico e moderno curioso da visitare, può vantare un piccolo record. «La Plozza fu la prima cantina a produrre e vendere lo Sforzato- spiega Andrea Zanolari- che il fondatore Pietro Plozza utilizzava come traino commerciale per vendere altri vini di Valtellina». Oggi tutto è cambiato, ma questa innovazione si mostra subito osservando alcune linee delle bottiglie, nonché dal contenuto. Vini complessi, mai banali, che trovano un ottima distribuzione nella vicina Svizzera.

Ais Sondrio incontra i produttori della ValtellinaPassando da Tirano a Bianzone, uno sguardo in alto e non si può non ammirare la maestosità della tenuta “La Gatta”. Forse sarebbe il caso di dare il nome appropriato, ovvero “Monastero la Gatta”, che venne acquistato dalla casa vinicola Triacca nel 1969. Anno dopo anno Triacca, ormai giunti alla quarta generazione, come ci ha spiegato Luca Triacca, ha sistemato e portato agli antichi fasti quello che un tempo era un monastero. Senza dimenticare la qualità in vigna, perché i prodotti assaggiati da Triacca hanno tutti come denominatore un lavoro che inizia in mezzo alla vite sino ad arrivare in cantina, rispettando tutti i passaggi della filiera. «Circa il 90% delle uve che vinifichiamo in Valtellina è di nostra proprietà, ci avvaliamo poi di storici conferenti che vengono controllati dai nostri tecnici per valutare lo stato delle uve conferite». Triacca ha la Valtellina nel suo dna, ma che si sta affacciando anche ad altri mercati con alcune cantine che fanno parte del Gruppo e hanno sede in Toscana, precisamente nel Chianti, nella zona di Montepulciano e in Maremma. «Ma la Valtellina rimane sempre una punta di eccellenza del nostro Gruppo- spiega Triacca- qui abbiamo le nostre radici e qui vogliamo continuare a rimanere». Una degustazione dei vini di Triacca, partendo da “La Gatta”, passando poi a una riserva sempre de “La Gatta”, virando poi sugli Sforzati Prestigio e San Domenico per chiudere con l’ultimo nato, il Monastero, ha accompagnato una pizzoccherata che ha chiuso in bellezza la visita. «Credo che degli incontri come questi non possano che fare bene sia al mondo dei sommelier che agli stessi produttori- ha spiegato Elia Bolandrini- Solamente con un contatto diretto con il territorio, capendo le diverse sfaccettature di un’azienda possiamo davvero comprendere sino in fondo le tipicità e le potenzialità della Valtellina. Abbiamo iniziato dalla zona più a nord, con l’obiettivo di visitare tutte le cantine e rinsaldare con loro un legame che ci vede uniti nella promozione del vino valtellinese».

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