Alla scoperta delle isole dell’Arcipelago Muratori

Racconti dalle delegazioni
10 dicembre 2014

Alla scoperta delle isole dell’Arcipelago Muratori

Organizzata da Ais Mantova presso il ristorante Edelweiss di Castel d’Ario, una degustazione di alcuni prodotti di Arcipelago Muratori. Al fianco del nostro delegato Luigi Bortolotti il dott. Andrea Buccella, enologo e agronomo, responsabile tecnico di Villa Crespia, una delle quattro isole dell’azienda

Cristina Maggi

Il progetto "Arcipelago Muratori" nasce nel 1999 da un'idea scaturita da Francesco Iacono, enologo e vicepresidente dell'azienda che comprende quattro "isole", vale a dire quattro aziende dislocate in territori diversi, ma che hanno in comune una visione storica, tecnica e filosofica: "Villa Crespia", sede principale in Franciacorta, "Rubbia al Colle", realtà situata a Suvereto in provincia di Livorno in piena Doc Val di Cornia e neonata Docg Suvereto, "Oppida Aminea", terza azienda situata nel Sannio beneventano ai piedi del colle Amineo, dove si coltivano Fiano, Greco, Falanghina, Coda di Volpe ed altre varietà tipiche della zona e, ultima nata, "Giardini Arimei", collocata sull'isola di Ischia dove si coltivano le uve Biancolella, Forastera nonché Uva Rilla e Coglionara. 

Si inizia degustando i vini della linea Franciacorta, prodotti nella sede principale dell'azienda Villa Crespia.

Villa Crespia

Il primo è il "Miolo" che nasce in un unico vigneto dai suoli argillosi che consentono una maturazione più lenta delle uve Chardonnay.  Si distingue per le note floreali e fruttate molto intense che ammorbidiscono sia l'acidità che la struttura.

Il secondo vino è il "Cesonato" Satèn, sicuramente più strutturato del precedente ma decisamente morbido con le sue note floreali, che richiamano la rosa e la ginestra, e di frutta matura. Il perlage è finissimo e persistente a dimostrare la grande personalità di questo vino le cui uve provengono da vigneti situati in alta collina di origine morenica e poco profondi.

Siamo passati poi al terzo, sempre da uve Chardonnay al 100%, il "Numero Zero": è il Franciacorta simbolo della tenuta poiché con il suo dosaggio zero sprigiona tutti gli aromi tipici del vitigno. Brillante, con un perlage finissimo, al naso sfodera profumi intensi di fiori ma anche di frutta, pere quasi mature e agrumi delicati. Bella tostatura, cremosità buona: prodotto armonico, ben bilanciate acidità e sapidità e con una bella persistenza.

L'ultimo prodotto della linea metodo classico è un altro dosaggio zero, ma ottenuto con un vitigno differente dallo Chardonnay. Il "Cisiolo", infatti, deriva da uve Pinot Nero e non a caso si è deciso di degustarlo dopo il precedente per metterlo a confronto. Si presenta con un perlage molto fine anche se meno persistente ed al naso si percepisce immediatamente una nota fruttata più fresca. Anche la nota verde di clorofilla è più accentuata ed inoltre si avvertono note speziate di lieviti e di agrumi.

Ottimo prodotto dal carattere deciso, stimolante, che si accompagna molto bene agli ottimi piatti proposti dalla cucina. 

Si cambia ora zona e si arriva in Toscana, di fronte all'Isola d'Elba, territorio livornese della Tenuta "Rubbia al Colle", pensata per la produzione esclusiva di vini rossi: 80 ettari vitati divisi su tre poderi che rappresentano la variabilità ambientale della Val di Cornia. Spettacolare la grandiosa cantina sotterranea a Suvereto, costruita grazie allo sbancamento di una collina invisibile ad occhio nudo e realizzata in tre anni di duro lavoro. La struttura si estende su una superficie di circa 10.000 metri quadrati, utilizza energia elettrica tramite pannelli fotovoltaici ed è dotata di un impianto moderno di recupero e riciclo delle acque piovane.

In questa realtà sono conservate circa 15.000 bottiglie di tutta la gamma di produzione che comprende i vini in degustazione. 

Rubia Al Colle
Il primo assaggio è il "Tutto Natura" IGT Toscana Sangiovese proveniente da uve situate in ambiente di pianura su suoli profondi, umidi, sabbioso-limosi con clima caldo e asciutto. Nasce così un vino della linea eco-simbiotica (cioè proveniente da vigneti che non subiscono nessun trattamento chimico e nessuna chiarifica in cantina) di color rosso porpora, sinceramente fruttato con profumi persistenti di frutti rossi maturi che ripropone i valori dei vini antichi: la naturalità.  

Il secondo vino è il "Barricoccio", Sangiovese Suvereto Doc prodotto con biotipi di Sangiovese (90%) e Ciliegiolo (10%), selezionati in un vecchio vigneto tradizionale della Val di Cornia. Il termine che dà nome al vino è una sintesi tra "barrique" e "coccio" ed indica il contenitore in terracotta delle dimensioni e forma di una barrique capace di conservare il vino nel tempo, rispettandone le caratteristiche naturali di giovinezza e freschezza.

Barricoccio

Quello che all'esordio, nella sua prima annata, il 2004, si chiamava Rumpotino prende poi il nome di Barricoccio da un'idea di Francesco Iacono (che realizza questo contenitore con l'ausilio di una Fornace fiorentina) secondo il quale l'utilizzo di questo contenitore consente negli anni al vino di non perdere i sentori di frutta rossa per affinarsi in aromi più evoluti, ma di mantenere la freschezza della vendemmia con colori brillanti.

Profumi molto varietali di frutti rossi con una buona spalla acida percepita all'esame gustativo ne fanno un prodotto ottimo e molto particolare.

"Vigna Usilio", Val di Cornia Suvereto Doc, è il terzo grande rosso che nasce dalla vinificazione di uve collocate in uno dei vigneti più alti della valle, inondato dal sole cui è dedicato. Usil, infatti, in etrusco è il nome del Dio Sole. È un vino di grande struttura e persistenza, con una ricchezza di aromi di frutti rossi maturi ma anche di sensazioni terziarie di cuoio e note balsamiche. Coinvolgente, pieno e di grande morbidezza, ben si abbina ai piatti realizzati dallo chef Matteo.

Gli ultimi due rossi in degustazione della tenuta toscana sono di taglio bordolese e sono stati scelti appositamente dal nostro delegato Luigi per esaltare la grande struttura di questi vini.

Il primo è "Vigna Molisso" Val di Cornia Suvereto, diventato Docg dalla vendemmia 2011, assemblaggio come detto di stile bordolese di Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot e Syrah. Si presenta color granato intenso proprio a sottolineare la sua grande struttura e persistenza. Al naso un'esplosione di profumi di frutti rossi maturi, ma anche note vegetali, minerali e balsamiche ed al palato è ottima la morbidezza, con una bella corrispondenza con gli aromi percepiti al naso.

Il secondo è l'Olpaio Val di Cornia Suvereto, anch'esso diventato Docg dalla vendemmia 2011, assemblaggio di Merlot e Cabernet Sauvignon.

Molto intenso come il precedente e di grande struttura, premiato all'estero per la sua morbidezza e persistenza. Si presenta di un colore rosso granato intenso e all'olfatto prevalgono gli aromi di frutta matura, di frutti rossi e anche sensazioni floreali, balsamiche e di cuoio. Più intense rispetto al precedente le note varietali erbacee.

Grande personalità per un vino che si abbina molto bene con i piatti di carne ma anche con primi piatti saporiti a base di carne e selvaggina. 

Si riparte ora in viaggio in direzione sud, nella bellissima isola di Ischia per degustare a fine serata il "passito secco da conversazione" prodotto nell'isola dell'arcipelago chiamata "Giardini Arimei".

"Giardini Arimei" è un vino unico per metodo di raccolta e di trasformazione delle uve (di vitigni diversi ed autoctoni) surmaturate in pianta, raccolte durante l'arco di tre stagioni con sette vendemmie consecutive e lasciate fermentare in palmento (vasca con chiusura di acciaio). È una vecchia tecnica rivalutata per esaltare tutte le note tipiche dei vitigni consentita soprattutto dal clima del territorio.

Giardini Arimei

Nasce così un vino strutturato, morbido, molto ricco di profumi che spaziano dalle note tipiche di frutti tropicali, frutta secca, canditi e miele alle spezie mediterranee, alla pasticceria secca e persino alle note di terra vulcanica.

Si differenzia dagli altri passiti tradizionali per la sua spiccata acidità e per la sua vena amabile, non troppo dolce che lo rende accattivante e versatile nell'abbinamento.

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