Alla scoperta dello Champagne
Il resoconto di un entusiasmante viaggio nel cuore della Champagne, organizzato da AIS Milano...
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Nei momenti più belli e significativi della nostra vita capita a tutti noi di festeggiare con un calice di champagne, ma non di rado desideriamo stapparne una bottiglia per superare quelli più difficili.
Accompagnando spesso il cibo con le bollicine, sia nazionali che estere, sono riaffiorati nella mia mente i ricordi del bellissimo viaggio didattico che ho fatto con la delegazione di Milano nel mese di luglio 2009: un tour nella regione di Champagne per approfondire la conoscenza e le tecniche di produzione di questo mito enologico. L’organizzazione, orchestrata dal delegato Fiorenzo Detti con la collaborazione di Daniele de Pari, responsabile delle uscite didattiche AIS Milano, è stata strutturata in modo da visitare due rinomatissime maison, la più grande cooperativa e un giovane, ma già noto, vignaiolo emergente.
La prima tappa è stata la Maison Philipponnat, a Mareuil sur Ay. Al nostro arrivo la responsabile dell’accoglienza, una giovane italiana, ci ha accompagnati a visitare il vigneto Clos des Goisses. Il vigneto, 5,5 ettari acquistati nel 1935 da Pierre Philipponnat, si caratterizza per una pendenza molto evidente (dal 30 al 45%) e un suolo poco profondo poggiante su puro gesso. L’età media delle piante è mantenuta sopra i 25 anni. Abbiamo potuto constatare dal vivo con quanta delicatezza e cura gli operai trattano questi grappoli.
Dopo le numerose foto-ricordo di rito, siamo stati condotti all’interno della maison per osservare tutta la fase produttiva, fino al caveau, perché solo così si può capire la longevità di questi grandi vini. L’azienda produce 600.000-700.000 bottiglie all’anno.
Il nostro gruppo ha avuto la fortuna di assaggiare i seguenti vini:
- Royale Réserve brut
- Royale Réserve pas dosé 2004
- Réserve Rosée
- Grand Blanc Brut 2002
- Réserve Millésimèe Extra Brut 2002
- Cuvée 1522 Grand Cru 2002
- Clos des Goisses 2000
La degustazione dello champagne Clos des Goisses (65% pinot nero e 35% chardonnay) è stata un’esperienza meravigliosa: si presenta con un colore giallo dorato brillante e bollicine molto fini. Al naso è ampio, con sentori freschi di torta alla frutta, rabarbaro, miele, un finale di incenso e legno di sandalo; in bocca mostra una bella intensità e persistenza, la sua grassezza non copre una vibrante freschezza, la nota minerale è ben marcata, mentre nel finale rimane un ricordo fruttato molto piacevole. Questo prodotto è rimasto sui lieviti per 8 anni e la sua sboccatura è avvenuta ad agosto del 2008.
Calorosa l’accoglienza presso la seconda azienda, la Maison Henri Giraud ad Ay, la cui visita è stata resa ancora più efficace grazie al talento del nostro collega Sergio Gulino, che ha tradotto le spiegazioni dal francese con grande velocità e precisione. Un’azienda piccola nelle dimensioni, ma assai rinomata per la sua filosofia, che punta al rispetto dell’ambiente e alla massima cura durante tutte le fasi di produzione e di affinamento in cantina, con lo scopo di tenere altissima la qualità dei prodotti.
I vini degustati:
- Esprit de Giraud
- Espirit de Giraud Blanc de Blanc
- Hommage à François Hémart
- Code Noir
- Code Noir Rosé
- Fut de Chêne Blanc 1999
Il secondo giorno si è aperto con un rapido ripasso sulle tecniche della spumantizzazione ad opera del Maestro Luciano Merlini, nel breve tragitto verso la nuova maison, terminato in un lungo applauso sia per la divertente semplicità nella spiegazione sia per l’indiscutibile competenza.
La Maison Nicolas Feuillatte, a Epernay, è la più antica unione di produttori di champagne, costituita da 82 cantine sociali che raggruppano oltre 5000 coltivatori. La gamma Nicolas Feuillatte vanta 11 dei 17 grands crus e 32 dei 41 première crus. Il gruppo ha seguito la guida passo dopo passo nella spiegazione delle varie fasi di produzione. In questa azienda la tecnologia raggiunge i massimi livelli, vista l’elevatissima quantità di bottiglie prodotte (circa 25 milioni) e l’estrema qualità garantita.
Abbiamo assaggiato i seguenti vini, prima di pranzare nel caveau dell’azienda:
- Brut Réserve Particuliere
- Grand cru Blanc de Blancs
- Grand Cru Blanc de Noir
Dulcis in fundo, la Maison Ruinart, la più antica della regione di Champagne, fondata nel 1729. La maison vanta una lunghissima tradizione e una elevata qualità mantenuta intatta negli anni. La stupenda accoglienza e la dettagliata spiegazione di tutta la storia della maison ci hanno lasciato piacevolmente stupiti. Forti le emozioni che abbiamo avvertito attraversando le gallerie per raggiungere lo splendido caveau della maison, lungo quasi 8 km, con 24 pozzi naturali e profondità sotto terra di 35 metri. Qui si organizzano cene e concerti di grande effetto. L’azienda lavora solo con due vitigni, Chardonnay e Pinot Noir, esclusivamente nella tipologia Brut, e si distingue per il lungo invecchiamento dei suoi prodotti (il Blanc de Blanc, ad esempio, il più giovane dei prodotti, esce sul mercato dopo 4 anni).
Durante la superba degustazione abbiamo assaggiato:
- R de Ruinart
- Ruinart Blanc de Blancs
- Dom Ruinart 98
- Ruinart Rosé
- Dom Ruinart Rosé 96
Sempre millesimati sono il Dom Ruinart e il Dom Ruinart Rosé. Quest’ultimo, del ’96, è frutto di un’annata eccezionale, un vino invitante alla vista, coinvolgente al naso, opulento in bocca: è una esperienza sublime. Consigliano di degustarlo a fine pasto o di abbinarlo a una preparazione a base di agnello. Nonostante i 12 anni di invecchiamento, l’assaggio a distanza di un solo anno dalla sboccatura dà l’impressione di grande gioventù.
Con l’azienda Ruinart abbiamo chiuso in bellezza la nostra uscita didattica in Champagne, dandoci appuntamento per le prossime gite in compagnia della delegazione AIS di Milano.
Accompagnando spesso il cibo con le bollicine, sia nazionali che estere, sono riaffiorati nella mia mente i ricordi del bellissimo viaggio didattico che ho fatto con la delegazione di Milano nel mese di luglio 2009: un tour nella regione di Champagne per approfondire la conoscenza e le tecniche di produzione di questo mito enologico. L’organizzazione, orchestrata dal delegato Fiorenzo Detti con la collaborazione di Daniele de Pari, responsabile delle uscite didattiche AIS Milano, è stata strutturata in modo da visitare due rinomatissime maison, la più grande cooperativa e un giovane, ma già noto, vignaiolo emergente.
La prima tappa è stata la Maison Philipponnat, a Mareuil sur Ay. Al nostro arrivo la responsabile dell’accoglienza, una giovane italiana, ci ha accompagnati a visitare il vigneto Clos des Goisses. Il vigneto, 5,5 ettari acquistati nel 1935 da Pierre Philipponnat, si caratterizza per una pendenza molto evidente (dal 30 al 45%) e un suolo poco profondo poggiante su puro gesso. L’età media delle piante è mantenuta sopra i 25 anni. Abbiamo potuto constatare dal vivo con quanta delicatezza e cura gli operai trattano questi grappoli.
Dopo le numerose foto-ricordo di rito, siamo stati condotti all’interno della maison per osservare tutta la fase produttiva, fino al caveau, perché solo così si può capire la longevità di questi grandi vini. L’azienda produce 600.000-700.000 bottiglie all’anno.
Il nostro gruppo ha avuto la fortuna di assaggiare i seguenti vini:
- Royale Réserve brut
- Royale Réserve pas dosé 2004
- Réserve Rosée
- Grand Blanc Brut 2002
- Réserve Millésimèe Extra Brut 2002
- Cuvée 1522 Grand Cru 2002
- Clos des Goisses 2000
La degustazione dello champagne Clos des Goisses (65% pinot nero e 35% chardonnay) è stata un’esperienza meravigliosa: si presenta con un colore giallo dorato brillante e bollicine molto fini. Al naso è ampio, con sentori freschi di torta alla frutta, rabarbaro, miele, un finale di incenso e legno di sandalo; in bocca mostra una bella intensità e persistenza, la sua grassezza non copre una vibrante freschezza, la nota minerale è ben marcata, mentre nel finale rimane un ricordo fruttato molto piacevole. Questo prodotto è rimasto sui lieviti per 8 anni e la sua sboccatura è avvenuta ad agosto del 2008.
Calorosa l’accoglienza presso la seconda azienda, la Maison Henri Giraud ad Ay, la cui visita è stata resa ancora più efficace grazie al talento del nostro collega Sergio Gulino, che ha tradotto le spiegazioni dal francese con grande velocità e precisione. Un’azienda piccola nelle dimensioni, ma assai rinomata per la sua filosofia, che punta al rispetto dell’ambiente e alla massima cura durante tutte le fasi di produzione e di affinamento in cantina, con lo scopo di tenere altissima la qualità dei prodotti.
I vini degustati:
- Esprit de Giraud
- Espirit de Giraud Blanc de Blanc
- Hommage à François Hémart
- Code Noir
- Code Noir Rosé
- Fut de Chêne Blanc 1999
Il secondo giorno si è aperto con un rapido ripasso sulle tecniche della spumantizzazione ad opera del Maestro Luciano Merlini, nel breve tragitto verso la nuova maison, terminato in un lungo applauso sia per la divertente semplicità nella spiegazione sia per l’indiscutibile competenza.
La Maison Nicolas Feuillatte, a Epernay, è la più antica unione di produttori di champagne, costituita da 82 cantine sociali che raggruppano oltre 5000 coltivatori. La gamma Nicolas Feuillatte vanta 11 dei 17 grands crus e 32 dei 41 première crus. Il gruppo ha seguito la guida passo dopo passo nella spiegazione delle varie fasi di produzione. In questa azienda la tecnologia raggiunge i massimi livelli, vista l’elevatissima quantità di bottiglie prodotte (circa 25 milioni) e l’estrema qualità garantita.
Abbiamo assaggiato i seguenti vini, prima di pranzare nel caveau dell’azienda:
- Brut Réserve Particuliere
- Grand cru Blanc de Blancs
- Grand Cru Blanc de Noir
Dulcis in fundo, la Maison Ruinart, la più antica della regione di Champagne, fondata nel 1729. La maison vanta una lunghissima tradizione e una elevata qualità mantenuta intatta negli anni. La stupenda accoglienza e la dettagliata spiegazione di tutta la storia della maison ci hanno lasciato piacevolmente stupiti. Forti le emozioni che abbiamo avvertito attraversando le gallerie per raggiungere lo splendido caveau della maison, lungo quasi 8 km, con 24 pozzi naturali e profondità sotto terra di 35 metri. Qui si organizzano cene e concerti di grande effetto. L’azienda lavora solo con due vitigni, Chardonnay e Pinot Noir, esclusivamente nella tipologia Brut, e si distingue per il lungo invecchiamento dei suoi prodotti (il Blanc de Blanc, ad esempio, il più giovane dei prodotti, esce sul mercato dopo 4 anni).
Durante la superba degustazione abbiamo assaggiato:
- R de Ruinart
- Ruinart Blanc de Blancs
- Dom Ruinart 98
- Ruinart Rosé
- Dom Ruinart Rosé 96
Sempre millesimati sono il Dom Ruinart e il Dom Ruinart Rosé. Quest’ultimo, del ’96, è frutto di un’annata eccezionale, un vino invitante alla vista, coinvolgente al naso, opulento in bocca: è una esperienza sublime. Consigliano di degustarlo a fine pasto o di abbinarlo a una preparazione a base di agnello. Nonostante i 12 anni di invecchiamento, l’assaggio a distanza di un solo anno dalla sboccatura dà l’impressione di grande gioventù.
Con l’azienda Ruinart abbiamo chiuso in bellezza la nostra uscita didattica in Champagne, dandoci appuntamento per le prossime gite in compagnia della delegazione AIS di Milano.
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