Alla scoperta di Barone Pizzini
Ais Cremona non ha sicuramente sbagliato a scegliere il Ristorante Paredes y Cereda a Spino d’Adda per presentare una delle più antiche aziende vinicole della Franciacorta: nobile l’azienda, nobile la location.
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Il ristorante è all’interno di una villa di cui i Conti di Paredes sono stati proprietari e feudatari nel XVIII secolo. L’azienda franciacortina è stata fondata nel 1870 dal Barone Giulio Pizzini Piomarta Von Thursberg ed una delle più antiche della zona. Un tempo rinomata per i vini fermi, ha fatto il salto qualitativo quando nel 1967 nasce la Doc Franciacorta e comincia a produrre metodo classico. L’azienda porta ancora il nome Barone Pizzini ma non appartiene più alla famiglia: nel 1991 il nipote del Barone cedette l’azienda a un gruppo di imprenditori locali e da quel momento sono state poste le basi della nuova società concentrando l’attenzione sul trinomio Territorio, Persona, Ambiente: è proprio per essere coerenti con le loro idee che negli ultimi anni l’azienda si è impegnata a fondo nella ristrutturazione di vigne e cantina ed è stata la prima azienda di questa rinomata zona ad orientarsi verso il biologico. Nel 1998, ci spiega il direttore generale Silvano Brescianini presente in sala, è iniziata la sperimentazione biologica e dal 2001 tutti i vigneti ottengono la certificazione A.B. Il biologico, prosegue Brescianini, è sicuramente più dispendioso, ma l’attenzione all’ambiente, la salute delle persone e il rispetto per il territorio sono molto più importanti nonché indispensabili per la qualità del prodotto finale che sarà il risultato derivante da una natura incontaminata e naturale. Un vino puro, tanto che l’azienda può vantarsi di scrivere in etichetta “Residuo Zero” a garanzia dell’assenza di residui da diserbanti chimici e da pesticidi di sintesi. L’agricoltura biologica, in effetti, consente solo l’utilizzo di sostanze naturali, esclude o comunque limita il ricorso a molecole fitosanitarie sintetiche, conserva e migliora le caratteristiche del suolo, rispetta le forme di vita e gli organismi utili, incoraggia la biodiversità e permette la crescita tra le vigne di specie animali e vegetali che creano un equilibrio positivo per la vite, salvaguarda la salute dell’ambiente e del consumatore. La viticoltura biologica è considerata un mezzo indispensabile per produrre vini di qualità. «Il mezzo è il biologico, il fine è la qualità», predica Brescianini. Un’ulteriore testimonianza dell’interesse per l’ambiente è la nuova cantina inaugurata nel 2007 e costruita anch’essa seguendo le regole della bioedilizia: pannelli fotovoltaici, fitodepurazione delle acque, sistema condizionamento naturale ecc. L’azienda Barone Pizzini, inoltre, aderisce al progetto Ita.Ca per la riduzione dei gas serra, in particolare di CO2, ritenuta la maggior responsabile della destabilizzazione del clima. La cantina si trova in località San Carlo a Provaglio d’Iseo e si estende su 47 ha vitati di cui 27 di proprietà distribuiti in quattro comuni diversi: Provaglio d’Iseo, Corte Franca, Adro e Passirano. L’altitudine media è di 200 m s.l.m., il suolo di tipo morenico e il microclima della zona vicina al lago favorisce la produzione di vini eleganti e ricchi di profumi floreali. L’azienda presta la massima attenzione nelle fasi produttive: pressatura soffice, vinificazione termo condizionata, particolari tappi che scongiurano il sentore di tappo sono alcuni degli accorgimenti adottati al fine di ottenere il prodotto migliore. Negli ultimi anni tanti sono stati i riconoscimenti e i premi: ricordiamo il Rosé Franciacorta 2008 come miglior vino biologico al mondo nel 2012 e nel 2010 la Guida dei vini biologici ha premiato il Satén miglior spumante bio in Italia. L’azienda produce più di 370.000 bottiglie e oltre al Franciacorta produce vini fermi bianchi e rossi; possiede anche un’azienda in Maremma a Scansano “Poderi di Ghiaccioforte” e una nelle Marche dei Castelli di Jesi a Maiolati Spontini: Pievalta. Quest’ultima certificata “Demeter” per agricoltura biodinamica.
La degustazione è stata guidata dal sommelier degustatore Foglio Zaccaria e dal delegato AIS Cremona dopo aver introdotto il territorio del Franciacorta e il processo produttivo del metodo classico.
I vini in degustazione
Franciacorta Extra Brut S.A.
Chardonnay 95% e Pinot Nero 5%, permanenza sui lieviti 24 mesi. Dal colore oro brillante e con perlage fine e persistente, al naso si percepiscono note di frutta e fiori bianchi. Si evidenziano poi tocchi agrumati, di cedro, e frutta secca (mandorle) e ancora lievi note di pasticceria e mineralità. L’ingresso in bocca è sapido e fresco con un richiamo alla mandorla. Finale sapido e buona persistenza. La rilevante e spiccata acidità è stata percepita in tutti i prodotti assaggiati: è un po’ la caratteristica dell’azienda, rientra nello stile Barone Pizzini. Esalta l’eleganza, bilanciando freschezza e sapidità. La tipologia Extra brut ha un residuo zuccherino fino a 6 gr/lt .
Franciacorta Satén millesimato 2009
Come previsto dal disciplinare, le uve che concorrono a formare il Satén sono bianche e in questo caso la scelta ha privilegiato il solo chardonnay nella tipologia brut, ossia con residuo zuccherino fino a 15 gr/lt. Millesimato, perché almeno 85% del vino base è dell’annata. Infine, l’affinamento sui lieviti è di 30 mesi. Si presenta con un colore giallo paglierino scarico, perlage fine e persistente. L’impatto olfattivo rileva leggere note citrine, fiori bianchi eleganti e un fruttato maturo. Al palato fa il suo ingresso con grande freschezza per merito della rilevante acidità bilanciata da una buona morbidezza. Buona anche la sapidità. Tornano i sentori di pera e mela croccanti con un finale persistente.
Franciacorta Nature 2009
Da uve Chardonnay 70% e Pinot Nero 30%. Sosta sui lieviti 30 mesi. Colore giallo paglierino carico, cristallino, perlage fine e persistente. Al naso impatto di frutta gialla (pesca e albicocca), emergono poi note di frutta secca (nocciola e mandorla) e note agrumate che trovano poi corrispondenza in bocca oltre alla netta sapidità e la buona freschezza. La struttura è dovuta alla maggiore presenza di Pinot Nero. La tipologia Nature ha un residuo zuccherino fino a 3 gr/lt.
Franciacorta Rosé millesimato 2009
Pinot Nero 100%, affina 30 mesi sui lieviti. Si presenta con un rosa chiaretto, dal perlage fine e persistente. Il ventaglio dei profumi si manifesta con una nota di lampone seguita dal ribes e una leggera crosta di pane. In bocca è pieno e si confermano i frutti evidenziati al naso, finale con piccola nota tannica, buona sapidità, buon equilibrio e piacevolezza.
Franciacorta Bagnadore Riserva 2005 Pas Dosé
5 grappoli per la guida Duemilavini 2012, rappresenta il fiore all’occhiello dell’azienda, la riserva di prestigio, con una maturazione sui lieviti di almeno 60 mesi. Le uve, Chardonnay 50% e Pinot Nero 50%, provengono dal vigneto Roccolo che gode di una posizione particolarmente soleggiata e con una buona escursione termica. Sono le ultime uve ad essere vendemmiate per essere raccolte leggermente più mature. Il 30% del vino base fa un passaggio in barrique. Nel bicchiere si presenta con un colore giallo oro antico brillante, il perlage è di grande finezza e persistenza. Al naso è dotato di ricca complessità, con profumi che variano dalle spezie dolci, come la vaniglia e pepe bianco, alla frutta matura esotica come l’ananas, chiudendo con note di lieviti ed erbe aromatiche. Al palato è ben strutturato, la vaniglia smussa l’acidità ancora ben presente, il finale è lungo e sapido con ritorno delle erbe aromatiche.
Si è conclusa la serata con i dovuti ringraziamenti da parte del Delegato Fabio Bagno a Corrado Invernizzi, titolare del Ristorante e a tutto il suo staff, molto professionale e discreto, allo Chef che a fine degustazione ci ha servito un ottimo risotto al lime, al Direttore Generale dell’azienda Barone Pizzini Silvano Brescianini, al Degustatore Ufficiale Foglio Zaccaria, alle Sommelier Elisa e Paola che hanno prestato, come sempre, un’impeccabile servizio, e al numeroso pubblico che era presente in sala.
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