Barbaresco Tris?

Stop, no grazie, esaurito. Dopo due serate da 90, ci sarrebbe tutto lo spazio per una terza e magari quarta serata. Sì, quando si parla di Barbaresco ci mettiamo sull’attenti. Una serata in perfetta sintonia, quella del 2 marzo scorso, con Giorgio Rinaldi e Diego Sburlino.

Gabriella Grassullo

Giorgio Rinaldi, per la parte storica, ci riporta indietro in un passato assai lontano di duemilacinquecento anni, ma in zona, ci furono già molte infiltrazioni di vari popoli da almeno cinquemila anni; tra questi i Celti, indoeuroperi del nord, dalla cultura forte e carismatica dedita alla religione, e poi i  Liguri dall’impronta culturale un po’ più “rude” ed arcaica. Quando arrivarono i Romani si trovarono in zona abitata da popolazioni “barbare” non sapendo, forse, di essere barbari pure loro, almeno per i Greci. Oggi le Langhe sono patrimonio dell’Unesco dal 2014; un riconoscimento dell’unicità e fascino dei suoi vigneti perfettamente curati. Terreni tortoriani, prevalentemente argillosi di varia natura con marne e sabbie ideali per il nebbiolo.

Diego Sburlino e Giorgio Rinaldi

Diego Sburlino, per la parte normativa, degustativa e anche ..poetica, ci ricorda la signora Matilde, Tildin, nonna di quel Signore del Barbaresco, Angelo Gaja, che diceva: “saper fare, saper far fare e..farlo sapere”, alla quale Angelo ha un legame molto forte.  

Sei campioni in degustazione, di cui quattro del 2014; un’annata che in zona si è rivelata molto buona per via del soleggiamento di luglio e agosto e per le forti escursioni.

Barbaresco Ais Como

 

Barbaresco DOCG Masseria 2017, Vietti,  intenso nella veste, le belle note di pepe, viola appassita, tabacco, caffè, bocca laminare,  tannino mordente ma fine; Barbaresco DOCG Ovello  2014, Albino Rocca, note di umus, bosco, spezie dolci gusto avvolgente ed equilibrato; Barbaresco DOCG Asili 2014 Michele Chiarlo, un cru di rara finezza, straordinaria la fattura, lamponi, more, liquerizia unita ala tabacco , rosa appassita, violetta, setoso il tannino, classico e sobrio lo stile; Barbaresco DOCG 2014 Angelo Gaja, dal naso dolce alla moda, floreale, profumo a seguire spezie, marasca e legno, un vino di ampi confini..; Barbaresco DOCG 2013 Marziano Abbona, fresco vegetale officinale e austero, elegante,  dal tannino mordente ma equilibrato, molto fine e strutturato; Barbaresco DOCG 2013 Tettineive, su terreni sciolti il naso è più terroso, liquerizia, foglie  e rosa macerati, rabarbaro e china chiude sottile e lungo.