Bernabei: Marco e Matteo
Protagonisti della serata organizzata da Ais Mantova, i fratelli Marco e Matteo, figli del celebre enologo Franco Bernabei, con il quale collaborano nell'azienda di famiglia “Enoproject”, società che offre consulenza viticola ed enologica a diverse cantine in Italia.
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Laureati in enologia, giovani, entusiasti e volenterosi di apprendere il mestiere che il padre ha loro trasmesso con passione,ci raccontano “la filosofia Bernabei”attraverso vini vivi,unici ed autentici,con grandi personalità e riconoscibilità,collegati al frutto dell'uva,al territorio, a secolari tradizioni e non costruiti per assecondare le richieste ed i gusti del mercato.
“Fare vino è facile, oggi nascono nuove aziende ed etichette come funghi. Ma far storia è ben altro..
Un vino deve rispecchiare la storia di quella gente che negli anni ci ha creduto,investito,ci ha dedicato la vita. E non importa che sia “perfetto”, che sia uguale ogni anno, che assomigli a qualche vino omologato..Non è come il succo di frutta,che ci aspettiamo di trovare uguale e costante nel sapore nel tempo,in qualunque momento decidiamo di gustarlo...”
E stasera, a supporto di questo loro “credo”,assaggeremo vini nei quali si percepirà chiaramente come i nostri due ospiti (ed il padre) abbiano dato voce al terroir e non a tecniche enologiche che possano “truccare”i prodotti rendendoli “facili “per la maggior parte dei palati. Ce li raccontano con quel fervore che può avere solo chi vive il vino per passione più che per lavoro, supportati nella degustazione da Bortolotti.
Per cominciare,un bianco della Doc Offida, Passerina “Radiosa” 2009 dell' az. San Francesco Cherri di Ascoli Piceno,un vino leggero ed invitante ,con componenti floreali e fruttate fuse con quelle di salvia,minerali calcaree,agrumi ancora acerbi. Bocca gradevole e acida ma non pungente,anzi,la sapidità lo rende quasi morbido. Il vitigno “passerina” può esprimersi in vini molto più strutturati,ma qui si è optato per la piacevolezza immediata.
Marco ci illustra poi un Vespaiolo 2009 ,Villa Angarano Bianchi – Michiel,di Bassano del Grappa (Vi), prodotto da uva”vespaiola”, così chiamata perchè i dolci acini sono presi frequentemente di mira dalle vespe,prodotto sicuramente più strutturato del precedente,con note terziarie di spezie come la cannella,e di legno ben usato,che non compromette l'espressione tipica del vitigno. Bianco da pasto,che si abbina ottimamente con gli asparagi,primi piatti e secondi di carne bianca. Al palato è complesso e persistente,dopo la deglutizione tornano il frutto bianco,la mandorla e la nocciola.
Matteo apre la rassegna dei rossi con un Refosco dal Peduncolo Rosso 2008, Vigneti Le Monde, Doc Grave, provincia di Pordenone : prodotto giovane,di pronta beva. Luigi ne evidenzia subito la piacevolezza del colore,la morbidezza visiva. Al naso emergono frutti neri in modo evidente e leggere note speziate. La bocca è morbida, equilibrata, piena, piacevole complessivamente. Notevole l'eleganza per essere un Refosco:in questa bottiglia il territorio si fonde alla mano dell'enologo. Da sottolineare la gran menzione ottenuta da questo prodotto in occasione del Concorso Enologico Internazionale tenutosi al recente Vinitaly.
Ci spostiamo in toscana,”patria”dei Bernabei, stasera rappresentata da un Chianti Classico Riserva “Le Bandite” 2006 dell'az. Lornano di Castellina in Chianti, un “cru”che nasce dalla collaborazione tra Matteo e Taddei,il titolare. Luigi percepisce subito nel bicchiere l'autenticità della zona e l'espressione tipica del sangiovese. Bell'aspetto visivo,con archetti morbidi che scendono eleganti. Olfatto di note di frutta rossa e nera come la prugna,i mirtilli e i ribes,amalgamate con le note speziate, di cacao, tabacco e goudron. La morbidezza e l'alcol al palato sono equilibrate da tannini vigorosi ma educati.
Dopo il sevizio di squisiti ravioli di patate con cipolla di Tropea al sugo di carne e timo, procediamo con un Merlot 2006 della Tenuta Santa Maria alla Pieve di Colognola ai Colli (Vr), da uve merlot in purezza vendemmiate a inizio settembre e solo in minima parte essiccate,che conferiscono al vino un bell'aspetto come colore e consistenza,gradevoli sentori di frutta rossa al naso,solo leggera speziatura,sensazioni pseudo-balsamiche. In bocca è piacevole, persistente, solo una punta eccessiva di alcol lo rende non perfettamente equilibrato.
Marco prende la parola e ci porta in Sardegna con un Cannonau Isola dei Nuraghi 2006. Dal calice esce tutto il territorio autentico sardo,selvaggio. L'uva fermenta all'aria aperta,poi rimane 24 mesi in botti da 320 lt. E’ uno dei migliori Cannonau assaggiati: un'ondata di profumi inonda l'olfatto, escono frutti rossi maturi,fiori macerati,le bacche tipiche dell'entroterra sardo, e le note aromatiche, di alghe salmastre tipiche del mare di Sardegna. Elegante e potente al palato,con equilibrio,struttura e Pai lodevoli. Grandissimo prodotto da quotare oltre i famosi 90 punti.
Ancora due rossi strutturati da degustare in abbinamento con coppa di maiale arrosto con salsa di verdure e patate al forno e con una selezione di formaggi pecorino alla fine, e cioè un Sagrantino di Montefalco “Vento di Passione “ 2006, tenute San Clemente, Montefalco (Pg) e un Pinot Nero Vignacorejo 2004 ,az. Vignaioli Contrà Soarda di Bassano del Grappa (Vi). Rubino intenso il primo, si apre al naso con sensazioni fruttate iniziali che lasciano via via spazio a quelle terziarie di goudron,tabacco,corteccia, note balsamiche e speziate di pepe e cannella. In bocca è morbido,equilibrato,di grande struttura ,importante sapidità e Pai coerente nel richiamo del frutto nero.
Prodotto in quantità limitata il secondo,di colore rosso rubino scarico con riflessi granati, ci regala sentori di frutti rossi come i lamponi,seguiti da macchia mediterranea, note balsamiche, vegetali e speziate di pepe nero. Gusto morbido,vellutato ed elegante,con buone freschezza ed alcolicità che sicuramente gli conferiranno durata e qualità nel tempo.
La serata si chiude con i consueti confronti ai tavoli tra commensali con gusti e opinioni diverse.
Tutti però ci troviamo d'accordo nel riconoscere l'autenticità e la tipicità di questi prodotti ,alcuni dei quali poco conosciuti ma di gran interesse.
Grazie Marco e Matteo,continuate cosi' e vi aspettiamo presto per un altro viaggio alla scoperta
di perle enologiche che solo un paese come l'Italia puo' vantare e voi sapete ottimamente valorizzare.
“Fare vino è facile, oggi nascono nuove aziende ed etichette come funghi. Ma far storia è ben altro..
Un vino deve rispecchiare la storia di quella gente che negli anni ci ha creduto,investito,ci ha dedicato la vita. E non importa che sia “perfetto”, che sia uguale ogni anno, che assomigli a qualche vino omologato..Non è come il succo di frutta,che ci aspettiamo di trovare uguale e costante nel sapore nel tempo,in qualunque momento decidiamo di gustarlo...”
E stasera, a supporto di questo loro “credo”,assaggeremo vini nei quali si percepirà chiaramente come i nostri due ospiti (ed il padre) abbiano dato voce al terroir e non a tecniche enologiche che possano “truccare”i prodotti rendendoli “facili “per la maggior parte dei palati. Ce li raccontano con quel fervore che può avere solo chi vive il vino per passione più che per lavoro, supportati nella degustazione da Bortolotti.
Per cominciare,un bianco della Doc Offida, Passerina “Radiosa” 2009 dell' az. San Francesco Cherri di Ascoli Piceno,un vino leggero ed invitante ,con componenti floreali e fruttate fuse con quelle di salvia,minerali calcaree,agrumi ancora acerbi. Bocca gradevole e acida ma non pungente,anzi,la sapidità lo rende quasi morbido. Il vitigno “passerina” può esprimersi in vini molto più strutturati,ma qui si è optato per la piacevolezza immediata.
Marco ci illustra poi un Vespaiolo 2009 ,Villa Angarano Bianchi – Michiel,di Bassano del Grappa (Vi), prodotto da uva”vespaiola”, così chiamata perchè i dolci acini sono presi frequentemente di mira dalle vespe,prodotto sicuramente più strutturato del precedente,con note terziarie di spezie come la cannella,e di legno ben usato,che non compromette l'espressione tipica del vitigno. Bianco da pasto,che si abbina ottimamente con gli asparagi,primi piatti e secondi di carne bianca. Al palato è complesso e persistente,dopo la deglutizione tornano il frutto bianco,la mandorla e la nocciola.
Matteo apre la rassegna dei rossi con un Refosco dal Peduncolo Rosso 2008, Vigneti Le Monde, Doc Grave, provincia di Pordenone : prodotto giovane,di pronta beva. Luigi ne evidenzia subito la piacevolezza del colore,la morbidezza visiva. Al naso emergono frutti neri in modo evidente e leggere note speziate. La bocca è morbida, equilibrata, piena, piacevole complessivamente. Notevole l'eleganza per essere un Refosco:in questa bottiglia il territorio si fonde alla mano dell'enologo. Da sottolineare la gran menzione ottenuta da questo prodotto in occasione del Concorso Enologico Internazionale tenutosi al recente Vinitaly.
Ci spostiamo in toscana,”patria”dei Bernabei, stasera rappresentata da un Chianti Classico Riserva “Le Bandite” 2006 dell'az. Lornano di Castellina in Chianti, un “cru”che nasce dalla collaborazione tra Matteo e Taddei,il titolare. Luigi percepisce subito nel bicchiere l'autenticità della zona e l'espressione tipica del sangiovese. Bell'aspetto visivo,con archetti morbidi che scendono eleganti. Olfatto di note di frutta rossa e nera come la prugna,i mirtilli e i ribes,amalgamate con le note speziate, di cacao, tabacco e goudron. La morbidezza e l'alcol al palato sono equilibrate da tannini vigorosi ma educati.
Dopo il sevizio di squisiti ravioli di patate con cipolla di Tropea al sugo di carne e timo, procediamo con un Merlot 2006 della Tenuta Santa Maria alla Pieve di Colognola ai Colli (Vr), da uve merlot in purezza vendemmiate a inizio settembre e solo in minima parte essiccate,che conferiscono al vino un bell'aspetto come colore e consistenza,gradevoli sentori di frutta rossa al naso,solo leggera speziatura,sensazioni pseudo-balsamiche. In bocca è piacevole, persistente, solo una punta eccessiva di alcol lo rende non perfettamente equilibrato.
Marco prende la parola e ci porta in Sardegna con un Cannonau Isola dei Nuraghi 2006. Dal calice esce tutto il territorio autentico sardo,selvaggio. L'uva fermenta all'aria aperta,poi rimane 24 mesi in botti da 320 lt. E’ uno dei migliori Cannonau assaggiati: un'ondata di profumi inonda l'olfatto, escono frutti rossi maturi,fiori macerati,le bacche tipiche dell'entroterra sardo, e le note aromatiche, di alghe salmastre tipiche del mare di Sardegna. Elegante e potente al palato,con equilibrio,struttura e Pai lodevoli. Grandissimo prodotto da quotare oltre i famosi 90 punti.
Ancora due rossi strutturati da degustare in abbinamento con coppa di maiale arrosto con salsa di verdure e patate al forno e con una selezione di formaggi pecorino alla fine, e cioè un Sagrantino di Montefalco “Vento di Passione “ 2006, tenute San Clemente, Montefalco (Pg) e un Pinot Nero Vignacorejo 2004 ,az. Vignaioli Contrà Soarda di Bassano del Grappa (Vi). Rubino intenso il primo, si apre al naso con sensazioni fruttate iniziali che lasciano via via spazio a quelle terziarie di goudron,tabacco,corteccia, note balsamiche e speziate di pepe e cannella. In bocca è morbido,equilibrato,di grande struttura ,importante sapidità e Pai coerente nel richiamo del frutto nero.
Prodotto in quantità limitata il secondo,di colore rosso rubino scarico con riflessi granati, ci regala sentori di frutti rossi come i lamponi,seguiti da macchia mediterranea, note balsamiche, vegetali e speziate di pepe nero. Gusto morbido,vellutato ed elegante,con buone freschezza ed alcolicità che sicuramente gli conferiranno durata e qualità nel tempo.
La serata si chiude con i consueti confronti ai tavoli tra commensali con gusti e opinioni diverse.
Tutti però ci troviamo d'accordo nel riconoscere l'autenticità e la tipicità di questi prodotti ,alcuni dei quali poco conosciuti ma di gran interesse.
Grazie Marco e Matteo,continuate cosi' e vi aspettiamo presto per un altro viaggio alla scoperta
di perle enologiche che solo un paese come l'Italia puo' vantare e voi sapete ottimamente valorizzare.
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