Bianchi di Puglia, ogni calice narra una storia autentica

Racconti dalle delegazioni
20 novembre 2025

Bianchi di Puglia, ogni calice narra una storia autentica

La sera di Halloween AIS Monza e Brianza ci ha condotto in un viaggio alla scoperta dei bianchi di Puglia assieme a Sergio Libanore. Un’immersione nella luce e nel sole di una terra che per molti significa solo vacanza e per molti altri rappresenta un tuffo nella memoria delle origini familiari.

Giovanni Libutti

Immagina una serata brianzola di fine ottobre, gli ingredienti ci sono tutti: la pioggia, il primo freddo e le giornate che diventano sempre più corte per il ritorno dell’ora solare. Immagina che quella sera sia anche la sera di Halloween e che le streghe posticce che si affrettano lungo le strade verso una delle tante feste a tema, accentuino questa sensazione lugubre e oscura. 

Sergio Libanore, quell’atmosfera, l’ha spezzata con la luce e il sole della terra di Puglia: assieme a lui abbiamo degustato otto vini, immaginando di accompagnarli ad alcuni piatti della tradizione pugliese.

La Puglia è notoriamente terra di grandi vini rossi, grazie alle varie declinazioni e interpretazioni di primitivo e negramaro, ma questa serata ci ha consentito di apprezzare come anche i luminosi e caldi vitigni a bacca bianca riescano a rappresentare con pienezza il luminoso calore della Capitanata, delle Murge, della Valle d’Itria e del Salento.

La storia vitivinicola della Puglia affonda le sue radici nel 2000 a.C., quando i Fenici introdussero i primi esemplari di vitis vinifera; nel corso dei secoli, l’apporto di tecniche e tradizioni da parte dei Greci e l’inizio degli scambi commerciali nel Medioevo, hanno favorito lo sviluppo della cultura enoica della regione. La storia di ogni successo è spesso figlia della capacità di trasformare una crisi in un vantaggio: risale infatti alla fine del 1800 e all’iniziale estraneità della fillossera, il grande vantaggio competitivo che regalò alla Puglia il titolo di “Cantina d’Italia e di Europa”. Risale sempre al finire del XIX secolo lo sviluppo dei “Trani” milanesi, quelle antiche locande di mescita di vini pugliesi che presero piede in terra meneghina sfruttando le guerre doganali con la Francia.

I vini bianchi tardano a trovare apprezzamento, inizialmente a causa del pregiudizio favorevole verso i vini rossi che “fanno bene” e successivamente perché, a seguito dell’arrivo della fillossera anche in Puglia, si scelgono vitigni resistenti e molto produttivi come il trebbiano. Nei primi anni ’70 del secolo scorso, cominciano a essere impiantati i primi vitigni internazionali, tra cui lo chardonnay. Risale, infine, agli anni ‘90 la riscoperta dei vitigni bianchi autoctoni come il bombino bianco, il minutolo, l’antinello, il maresco e il moscatello selvatico.

Il mercato attuale, ormai indirizzato verso la ricerca della qualità, pretende che anche i vini bianchi si caratterizzino per una forte impronta territoriale e che, al tempo stesso, siano eleganti e profumati, sapidi, freschi e possibilmente poco alcolici e non troppo strutturati. Questa “sete” di qualità trova risposta in un territorio che ancora oggi conserva, seppur ora in quota fortemente ridotta rispetto al passato, un 20% di coltivazioni ad alberello. Questa tipologia di impianto regala una marcia in più ma ha un difetto: costa, così come costa generalmente produrre qualità. La scelta di aree vocate, la riduzione delle rese per pianta, la raccolta a mano, la selezione delle uve e le vendemmie notturne, la crio-macerazione, la fermentazione malolattica e il bâtonnage per i bianchi fermentati in legno, sono tutti ingranaggi di un sistema della qualità che col tempo sta caratterizzando sempre più le scelte dei vignaioli pugliesi.

La degustazione

Daunia Bombino Bianco IGP - Spumante Metodo Classico Brut RN 2019 - d'Araprì

Siamo a San Severo, nella Capitanata bizantina, la cantina d’Araprì nasce dallo spirito imprenditoriale di tre amici, accomunati dalla passione per il jazz e per il vino e convinti di poter produrre anche al Sud spumanti di pregio, con l’intuizione di poter valorizzare, con lo spumante, l’autoctono bombino bianco, il cosiddetto “vino buono spagnolo”. All’esame visivo risulta di un bell’oro brillante, al sorso colpisce l’ingresso sferzante, una lama di vibrante acidità, quasi citrina; al naso note di ginestra, cedro, lime, mandarino e albicocca che declinano sul burro, la pasticceria e qualche cenno di cioccolato bianco. Il vino ha una bella persistenza e immaginiamo come possa trovare un bell’abbinamento con un piatto di linguine al gambero rosso di Gallipoli condite con aglio di Altamura e liquirizia.

Puglia Moscatello Selvatico IGP - Bellagriffi 2023 – Crifo

Ci spostiamo nelle Murge, patria dei muretti a secco dalle rocce aguzze (“murex”), la cui arte costruttiva è stata riconosciuta nel 2018 dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità. La Cantina di Ruvo di Puglia nasce nel 1960 e conta ora 400 soci. Tra i vigneti che circondano la collina dominata da Castel del Monte, nel regno di Federico II di Svevia, matura il moscatello selvatico, uva aromatica dolce. Il vino che se ne ricava è di colore paglierino, dal profumo fragrante e muschiato. Al naso affiorano sentori di zagara, melone, salvia e rosmarino. Il vino è tenue, delicato ma manca un po’ di acidità. Lo immaginiamo abbinato a una vellutata di cicerchie con castagne e salsiccia.

Locorotondo Bianco d'Alessano DOC - Cinqueò Almaditria 2022 - Upal
Locorotondo Verdeca DOC - Cinqueò Almaditria 2022 - Upal

Il nostro viaggio ci porta ora in Valle d’Itria, la valle dei trulli e di Alberobello.

Il primo dei vini in degustazione delle Cantine sociali Upal di Cisternino, più di 1000 soci conferitori per più di un milione di bottiglie, è un bianco d’Alessano in purezza, vitigno resistente e a maturazione tardiva caratterizzato da bassa acidità e alto residuo zuccherino. Il primo “5ò” (come le cinque lettere “o” della parola Locorotondo) si presenta con sentori di pesca giunta a piena maturazione arricchiti da note di melone e mandarino e da un finale di cioccolato bianco. Chiudiamo gli occhi e lo sorseggiamo idealmente con una frittata di lampascioni.

Il secondo Locorotondo è un verdeca in purezza, vitigno dalla buccia pruinosa e dalla polpa succosa che nel nord della Puglia viene chiamato pampanuto. La prima caratteristica che balza all’occhio sono le sfumature verdoline.  Il naso regala un bouquet di erbette aromatiche, fieno, camomilla, grafite e zenzero. La freschezza è migliore rispetto al bianco d’Alessano e lo accompagniamo ad una tiella di riso, patate e cozze.

Valle d'Itria Maresco Bianco IGT - Maccone 2021 - Donato Angiuli

Il nostro viaggio virtuale per il Tavoliere fa tappa ad Adelfia. Il vino in degustazione è un 100% maresco, uva il cui nome deriva dalla crasi tra il termine mar-uggio e l’aggettivo f-resco che caratterizza sensorialmente il vitigno. La cantina Angiuli nasce nel 1880 e per i vini di nicchia ha creato il marchio “Maccone”, dal nome d’arte dialettale del primo cantiniere, uomo di personalità e fama in ambito locale, così come grande personalità dimostra il calice in degustazione: profumi semplici, agrumi, ananas e pompelmo, accompagnati da una spiccata nota di idrocarburi. Vino di potente sapidità e lunga persistenza, uno dei più sorprendenti della serata. Lo degustiamo accompagnato da un’immaginaria burrata di Andria.

Puglia Bianco IGP - Myor 2023 - Colli della Murgia 

Siamo a Gravina in Puglia, la cantina che visitiamo ha il grande merito di avere riportato in vita il minutolo, oggi considerato tra le più interessanti varietà a bacca bianca del panorama enologico pugliese ma che era stato quasi abbandonata perché poco produttiva. Il calice si distingue da tutti gli altri della serata per lo straordinario colore dorato, intenso e luminoso, che prefigura l’affinamento di sei mesi in tonneau di rovere francese. Al naso esplodono aromi di frutta esotica, erbe aromatiche, vaniglia, crema pasticcera, miele con un leggero finale di idrocarburi. Al palato è morbido, cremoso e rimanda a ricordi di caco dolce stramaturo e albicocca. È innegabilmente un grande vino con una bella lunghezza e accompagnerebbe efficacemente un piatto di fricelli con salsiccia e melanzane.

Salice Salentino Bianco DOC - Le Pitre 2024 – Mottura

Atterriamo nella Penisola Salentina, la Messapia, la “terra tra i due mari” rossa e ricca di ferro; la Cantina Mottura si trova a Tuglie, piccola località del sud Salento che con i suoi 120 ha e 1,7 milioni di bottiglie rappresenta una tra le più grandi realtà della Puglia. Su terreni di tufo e argilla, da viti allevate ad alberello, proviene il vino ottenuto da 70% chardonnay e 30 % fiano. Al naso è elegante e sono riconoscibili i profumi del frutto della passione, di albicocca, vaniglia, con finale affumicato. In bocca il vino è sostenuto da una buona spalla acida. Lo vediamo ben abbinato ad una crema di fave e cicorielle selvatiche.

Moscato di Trani DOC - Piani di Tufara 2022 – Rivera

Dulcis in fundo il nostro viaggio si conclude ad Andria, ai piedi delle colline dell’Alta Murgia, dove le tenute Rivera rappresentano dalla fine dell’800 un simbolo del territorio. Il calice in degustazione è un Moscato di Trani, vino dolce prodotto dall’appassimento degli acini di moscato reale, le cui origini risalgono sino all’XI secolo. L’importanza storica di questo vino è testimoniata dal malcontento con cui i commercianti veneziani accolsero le limitazioni all’esportazione introdotte dal Conte di Trani, Roberto d’Angiò. L’affinamento di 3-4 mesi in barrique di rovere francese dona al vino un colore carico e brillante. Il naso è ampio e invaso da delicatissime note di albicocca, mela, frutta candita, fiori di zagara, miele e vaniglia. Al palato sono ben riconoscibili i 98 grammi di residuo zuccherino ma il vino non è affatto stucchevole trovando un ottimo bilanciamento dalla spalla acida che invita alla beva. È un vino che può essere degustato con una cartellata. 

Si conclude in bellezza la serata tra i sorprendenti e inusuali vini bianchi della Puglia che ci ha regalato alcune belle scoperte con un grande rapporto qualità/prezzo. Si spengono le luci, si riaprono gli ombrelli e si torna a questa umida, buia e mascherata notte di Halloween.