Bordeaux: Michel Rolland e gli altri
La serata, promossa da Ais Monza mercoledì 27 Novembre presso il Ristorante Capovolto di Misinto, è stata l’occasione per mettere a confronto due vini di Bordeaux prodotti da Michel Rolland che, alla guida di aziende vinicole in Francia e in altri stati e con consulenze in oltre 100 aziende nel mondo è senza dubbio il più famoso degli enologi, con altri due molto particolari di altri produttori.
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È stata anche occasione di esordio per il Neo Relatore Alessandro Giaume, che ha conquistato la platea con la sua preparazione, competenza, e l’ammirevole chiarezza e capacità espositiva. Molto interessante e didattico l’excursus introduttivo all’interno del quale, Alessandro Giaume e Costantino Gabardi di Prestige (la società importatrice dei vini in degustazione), hanno duettato per fornire informazioni sui terroir e i vini di Bordeaux. Con oltre 120.000 ettari vitati, appartenenti a circa 170.000 Chateaux, il territorio di Bordeaux è caratterizzato da una grande parcellizzazione del proprio areale vitivinicolo con composizioni del terreno molto differenti da una zona all’altra. Il “terroir” è un dogma (non solo a Bordeaux, ma in tutta la Francia) e qualsiasi caratteristica dei vini viene ricondotta ad esso. “C’est le terroir” dicono i produttori e, in effetti, si riscontra una totale aderenza del vitigno scelto e del vino prodotto alle caratteristiche del terroir. I diversi tempi di raggiungimento di maturità tecnologica e fenolica dei diversi vitigni impiegati rendono necessario il cosiddetto taglio “Bordolese”, vale il blend tra vini vinificati separatamente; vinificarli insieme in uvaggio imporrebbe una mediazione fra i tempi di maturazione che comporterebbe la rinuncia alle caratteristiche peculiari dei singoli vitigni. Le zone interessate dalla degustazione sono state: Saint-Estèphe, Pauillac, Saint-Émilion, Pomerol e Sauternes. Una fascia di terreno divisa a metà dal fiume Gironda e caratterizzata da una considerevole presenza di argilla, che porta in dote al vino un’importante acidità, ottima spalla per l’invecchiamento. Saint-Estèphe e Pauillac, a ovest della Gironda, hanno terroir caratterizzati da un’alta percentuale di argilla blu (mineralizzata in sassi dello stesso colore) che conferisce ai vini maggiore acidità e li rende più adatti all’invecchiamento. In particolare, quelli di Saint-Estèphe sono i vini più potenti e i produttori utilizzano maggiori percentuali di Merlot per arrotondarli. Nelle Graves viene meno la componente argillosa a favore del silicio e il terroir risulta più adatto alla produzione di Cabernet Sauvignon. La zona del Sauternes è caratterizzata dalla nebbia che favorisce la formazione della botrytis cinerea o muffa nobile; questa concentra gli zuccheri all’interno degli acini asciugando l’acqua. La muffa è generata anche da una particolare gestione fogliare della pianta che funge da invito agevolando la funzione del clima. La vendemmia è effettuata rigorosamente a mano, con molti passaggi in vigna, selezionando ogni volta i singoli acini (sélection de grains nobles) che hanno raggiunto le condizioni ottimali.
Chateau Meyney 2008 Saint-Estèphe Cru Bourgeois Supérieur
56% Cabernet Sauvignon, 26% Merlot, 9% Petit, Verdot 9% Cabernet Franc
Vinificazione in acciaio seguita da 16 – 18 mesi di affinamento in barrique di allier delle quali il 40% nuove. A Saint Estéphe l’altezza massima s.l.m. è 20 metri; sfata il mito che i grandi vini si producano solo in collina. Si tratta di un Saint - Estèphe abbastanza classico, che dà una sensazione di materia importante; non si manifesta subito nella sua pienezza, ma invita ad entrare nel bicchiere a cercarlo. Di grande finezza olfattiva, si avverte subito il contributo del Merlot, importante ma ben armonizzato. Presenta le caratteristiche di acidità attese dalla composizione del terreno e una sapidità significativa. La caratteristica di lieve rusticità che si avverte rientra nelle sue specifiche.
Chateau Grand Puy Ducasse 2007 Pauillac 5éme Cru Classé
60% Cabernet Sauvignon, 40% Merlot.
Vinificazione in acciaio termoregolato seguita da 18 – 24 mesi in barrique delle quali il 40% nuove. Siamo in Aquitania, tutte le varietà di vitigni utilizzate sono indigene. Qui, sulla Gironda, il commercio del vino è iniziato molto prima che in altre zone del Bordeaux. Il colore è impenetrabile, quasi porpora, per l’elevata percentuale di Merlot che conferisce una sensazione di fruttato dolce. Mostra una grande padronanza dell’utilizzo della barrique, non si avverte, infatti, il contributo tannico da parte del legno. Equilibrato e persistente, si potrebbe desiderare una maggiore fusione fra i due vitigni.
I due vini successivi sono prodotti da Michel Rolland. Pur appartenendo a due denominazioni diverse, i due cru sono confinanti, separati unicamente da una strada, tuttavia i terroir sono diversi e si riflettono nelle diverse caratteristiche dei vini.
Chateau Rolland Maillet 2008 Saint Emilion Grand Cru
75% Merlot 25% Cabernet Sauvignon.
Vinificazione in cemento seguita da affinamento in barrique per almeno 18 mesi. Il cemento sta tornando largamente in uso, non vetrificato ma grezzo, con una mescola particolare e un sistema di refrigerazione cementificato all’interno delle vasche. A Saint Emilion, diversamente da altre zone d Bordeaux, la classificazione viene rivista ogni 10 anni; a partire dall’anno prossimo questo vino non sarà più Grand Cru poiché il disciplinare impone l’imbottigliamento all’interno del territorio. Michel Rolland, invece, lo imbottiglia nella confinante proprietà di Le Bon Pasteur, poiché non riesce a trasferire la linea di imbottigliamento al di là della strada. Un vino preciso e persistente, dal colore porpora impenetrabile, in cui si avvertono le note varietali del Cabernet e il tannino del Merlot, ben presente ma non aggressivo. Buona gestione dell’affinamento in barrique che conferisce note empireumatiche date dalla tostatura del legno.
Chateau Le Bon Pasteur 2006 Pomerol
80% Merlot, 20% Cabernet Sauvignon.
La gestione della vigna e la vinificazione sono le stesse del vino precedente, cambia solo il terroir, come già detto, semplicemente separato da una strada. Si avverte una completa fusione del legno con la parte frutto. Michel Rolland vinifica una parte del mosto direttamente in barrique subito dopo la pigiatura; questo accorgimento “abitua” il vino al legno e permette una maggiore fusione fra le caratteristiche intrinseche dei vitigni e quelle conferite dall’affinamento.
Chateau de Rayne Vigneau 2007 Sauternes 1er grand Cru Classé
74% Semillon, 24% Sauvignon Blanc, 2% Muscadelle.
Resa 10/15 hl/ha, la vendemmia è realizzata con da 4 a 8 passaggi in vigna. Tutto il pressato viene immesso direttamente in legno dove avviene tutta la vinificazione. Di brillante colore giallo dorato tendente all’ambrato, è olfattivamente intenso e scaldandosi diventa ampio nella varietà dei profumi. La presenza del muffato è ben percettibile e il residuo zuccherino di 140 gr/l è ben equilibrato da una freschezza importante. Molto lunga e completa la persistenza gustativa.
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