Cameriere, Crémant!
Racconti dalle delegazioni
05 giugno 2025

Una serata interamente dedicata alle bollicine francesi prodotte fuori dall’areale della Champagne. L’evento organizzato da AIS Brescia si è rivelato ricco di piacevoli sorprese. A condurla, con la sua speciale verve, Guido Invernizzi.
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Spesso vengono considerate, ingiustamente, le “cugine” meno importanti dello Champagne ma le diverse espressioni di Crémant in Francia hanno una loro dignità e una loro tipicità che si differenzia per giusta natura dalle parenti più famose ma, specie in certi casi, non hanno nulla da invidiare loro, anzi: in una degustazione alla cieca sarebbero in grado di mettere in difficoltà anche un degustatore professionista.
E con chi si poteva svolgere un viaggio così particolare, girovagando fra i diversi areali francesi, se non che con Guido Invernizzi? Grazie ad AIS Brescia, lo scorso 23 maggio, presso la sede di via Triumplina, abbiamo attraversato insieme queste zone, soffermandoci in ognuna di esse, arricchendo il nostro bagaglio di conoscenze e scovando piacevoli sorprese.
Crémant: storia, tradizioni e normative
Il Crémant vanta una lunga tradizione: in Borgogna viene prodotto almeno dal 1820, nella Loira - uno degli areali storici per questa produzione - esiste da circa due secoli ma si può andare ancora ben oltre indietro nel tempo se pensiamo che nello Jura si producevano vini effervescenti sin dal tardo ‘600 o addirittura se ricordiamo quella che viene considerata la prima bollicina francese, la Blanquette de Limoux, prodotta nel Languedoc nel 1531.
Se prima del 1994 il termine Crémant era utilizzato per definire tutti gli spumanti (compresi gli Champagne) prodotti con una pressione inferiore in bottiglia, successivamente all’introduzione di una nuova normativa è stato stabilito che può essere considerato Crémant un vino spumante prodotto con metodo champenoise soltanto in determinate regioni vinicole francesi – esclusa la Champagne - e in Lussemburgo e solo se rispetta specifiche caratteristiche. Occorre infatti che ci sia un periodo minimo di affinamento sui lieviti di 9 mesi (per lo Champagne devono essere 12) e una pressione finale in bottiglia non inferiore alle 5 atmosfere, la quale permette di avere una spuma leggera e delicata; la commercializzazione, invece, può avvenire dopo almeno 12 mesi.
Aree di produzione
Sono otto le AOC autorizzate alla produzione di Crémant: le prime risalgono agli anni ’70 - il Crémant de Loire e il Crémant de Bourgogne – a cui si sono aggiunte negli anni i vari Crémant d'Alsace, Crémant de Bordeaux, Crémant du Jura, Crémant de Limoux e Crémant de Die sino all’ultima arrivata, nel 2015, il Crémant de Savoie. Il Lussemburgo è invece l’unica nazione oltre i confini francesi autorizzata alla loro produzione.
Ogni zona ha le proprie peculiarità e caratteristiche dovute principalmente alle tipologie di terreni e suoli di produzione, ai vitigni utilizzati - molto differenti fra loro - e ovviamente alle tecniche di vinificazione scelte dai diversi produttori.
Ognuno con i propripunti di forza, tra differenze e similitudini ma con un aspetto comune: l’aumento dell’offerta registrato negli ultimi anni con il consequenziale incremento della produzione e una maggiore presenza nei mercati stranieri – con una media del 40% sul totale delle vendite - segno che la qualità in molti casi è nettamente migliorata, generando di fatto un rapporto qualità-prezzo indiscutibilmente migliore rispetto agli Champagne.
Otto le bollicine francesi che abbiamo degustato facendo tappa nelle diverse AOC di Francia in cui si produce Crémant, tutte realizzate con affinamento solo in acciaio: ne è venuta fuori una serata decisamente frizzante e divertente, senz’altro interessante e per nulla banale.
Crémant de Die
Con il primo assaggio ci troviamo a metà strada tra il Rodano Nord e il Rodano Sud, areale con terreni argillosi-calcarei dominato da montagne e pendii scoscesi (solo nella zona della Provenza se ne trovano di più alti) e un clima alpino-mediterraneo. Questa zona è diventata AOC per la produzione di Crémant nel 1993: in principio l’unico vitigno ammesso era il clairette, oggi a questo si sono aggiunti l’aligoté e il moscato.
Brut - Monge Granon
83% clairette, 15% aligotè, 2% moscato
Il produttore svolge una seconda fermentazione che va da 1 a 3 anni e utilizza tecniche di vinificazione biodinamiche. Osservando il nostro calice, possiamo riscontrare delle bollicine fini e mediamente veloci, segno di una presa di spuma ben fatta. Dal colore giallo paglierino si evince vivacità e giovinezza, caratteristiche che ritroviamo anche al naso con note da “boulangerie”: dalla baguette fragrante alla crosta croccante del pane; non mancano poi sentori di frutta bianca, fiori e note minerali che ci riconducono al territorio di produzione prettamente d’altura con erbe di montagna, mela verde e pompelmo. Al gusto ci stupisce il tratto amaricante sul finale, anche questo tipico di questa tipologia e del vitigno. Di piacevole beva, fine ed elegante.
Crémant de Savoie
È la più giovane fra le AOC per la produzione del Crémant: nasce infatti nel 2015 nonostante la tradizione spumantistica di qualità in questo territorio sia ben radicata. Siamo in Savoia, zona dal clima semi continentale che si è evoluta geologicamente a partire dalla nascita delle Alpi: i suoli sono formati principalmente dalla ghiaia e dal calcare provenienti dalle montagne. Le altitudini sono più basse rispetto all’area precedente: siamo all’incirca fra i 250 e i 450 metri slm; il jacquère è uno dei vitigni fondamentali sia per la spumantizzazione che per la produzione di vini bianchi fermi.
Extra Brut - Andre & Michel Quenard
100% jacquére
Prodotto in un ambiente pedoclimatico montano, a circa 1000 metri d’altezza - un’eccezione per la zona in cui ci troviamo – questo vino nasce in terreni di origine morenica, da viti di oltre 40 anni; l’affinamento è di 18 mesi sui lieviti e il residuo zuccherino è di 2,5g/l.
Piacevole l’esame visivo con maggiore presenza di verdolino rispetto al vino precedente ma anche con maggiore presenza di materia colorante. Al naso non è complesso ma risulta elegante: ci regala piacevoli sentori di erbe officinali - soprattutto genziana - e sentori fruttati che vanno dalla pesca bianca alla nespola passando per la scorza d’agrume. In bocca si caratterizza per una bella freschezza e una sapidità ben presente che fa ritornare la nota agrumata; meno amaricante rispetto al primo e ben equilibrato, questo Crémant presenta una buona persistenza e una piacevole attrattiva.
Crémant de Bordeaux
Una zona che non necessita di grandi presentazioni in quanto l’areale bordolese è di per sé molto più che noto e rinomato ma - escludendo il Sauternes - principalmente per la produzione di grandi vini rossi; eppure l’AOC per la produzione di Crémant esiste dal 1990 e da allora ha registrato una continua ascesa. Il clima è oceanico, temperato e con buona umidità, i suoli sono prevalentemente sabbiosi-argillosi-calcarei; rare le gelate con estati prettamente soleggiate e autunni lunghi e caldi.
Brut Nature - Chateau Rioublanc
50% semillon, 25% sauvignon, 15% colombard
Nel nostro calice abbiamo uno spumante che ha fatto 20 mesi di affinamento sui lieviti, remuage manuale nelle pupitres e sboccatura “à la volée”. Altra particolarità di questo vino è data dall’uvaggio con la presenza sia del colombard - vitigno “neutro” solitamente utilizzato per i distillati - che del semillon, utilizzato invece soprattutto per la produzione di vini dolci.
Alla vista il colore risulta più carico rispetto ai primi due e molto più fitto: quasi dorato tanto da sembrare un “Sauternes con le bollicine”, sensazione che riscontriamo anche all’olfatto: note di albicocca e miele in prima battuta non tradiscono le origini e il vitigno; subito dopo arrivano anche sentori di frutta tropicale, frutta candita e sfumature da patisserie. In bocca cambia la percezione perché spicca una grande sapidità dovuta all’influenza marina dell’Oceano; il residuo zuccherino è minimo ma ben equilibrato, buona la freschezza. Un assaggio molto particolare e anche un po’ insolito per via dei sentori tipici di vini dolci che solitamente non si riscontrano nelle bollicine ma decisamente accattivante.
Crémant d’Alsace
È il Crémant che viene più venduto e consumato in Francia dopo lo Champagne; solo nell’ultimo anno, approfittando dell’aumento dei prezzi degli Champagne, l’incremento nelle vendite è stato del 6%. AOC dal 1976, qui i terreni sono composti soprattutto da argille e marne, buoni per i riesling e i gewurztraminer fermi ma anche per gli spumanti che vengono prodotti principalmente da pinot bianco ma anche da pinot nero, auxerrois e chardonnay.
Extra Brut - Meyer Fonné
60% auxerrois, 20% chardonnay, 15% pinot bianco, 5% pinot nero
La nostra bollicina ha svolto un periodo di affinamento sui lieviti di 18 mesi e ha un dosaggio zuccherino inferiore ai 3g/l di zucchero.
Il colore torna più tenue rispetto al precedente ma le bollicine si distinguono in quanto particolarmente fini ed eleganti. La parte olfattiva ci permette di cogliere soprattutto sentori di frutta tropicale matura ma anche note minerali; emergono anche note agrumate – spicca fra tutti il mandarino - e la parte di pasticceria prevale sulla panificazione in maniera quasi carezzevole. Al gusto riscontriamo una buona sapidità e un finale un po' amaricante che si bilancia bene con una gradevolissima morbidezza nonostante il dosaggio ridotto. Fresco, attraente, elegante.
Crémant de Bourgogne
AOC dal 1975, questo Crémant solitamente predilige sia la terra nota per la produzione dello Chablis, ovvero lo Yonne, sopra la Côte d’Or ma anche la Côte Chalonnaise. I terreni sono prevalentemente argillosi-calcarei e il clima è continentale con inverni freddi e possibili gelate tardive. In Borgogna esistono due categorie per queste bollicine: la prima utilizza per la produzione soltanto pinot nero, chardonnay, pinot bianco e pinot grigio mentre la seconda può avere in uvaggio gamay, aligoté, melon de bourgogne e sacy; la maggior parte della produzione però viene realizzata con i due vitigni prìncipi di quest’area ovvero pinot nero e chardonnay.
Brut - Nathaklie Theulot
100% pinot nero
Il vino in degustazione svolge un periodo di affinamento sui lieviti di 18 mesi e ha un dosaggio pari a 5 grammi di zucchero per litro.
La componente effervescente ci colpisce per persistenza e finezza, il colore per una buona vivacità. Al naso la nota di panificazione e di lievitato prevale rispetto alla parte dolce della pasticceria; fra i sentori fruttati, oltre alla pesca e al melone bianco, c’è una piacevole nota di lampone che ci riporta al vitigno, utilizzato in purezza. Anche al gusto il pinot nero mostra le sue peculiarità donando maggiore struttura e complessità a questo Crémant che potrebbe competere benissimo con dei buoni Champagne.
Crémant de Jura
Lo Jura, fra tutti i territori, è quello che presenta un territorio molto più simile a quello dello Champagne per la notevole presenza di gesso. Il territorio ottiene l’AOC nel 1995; qui il clima è semicontinentale e i terreni sono calcarei misti con argilla e fossili marini. Fra i vitigni utilizzati non manca il savagnin, caratteristico di questa regione, ma ci sono anche il poulsard e il trousseau.
Brut Nature - Domaine Pignier
85% chardonnay, 15% pinot nero
Un affinamento di 24 mesi sui lieviti gli conferisce un colore che vira verso il dorato ma anche verso l’oro antico - anche per la presenza del vitigno a bacca nera - mantenendo comunque una buona lucentezza e una piacevole trasparenza. La parte olfattiva, alla cieca, potrebbe condurci facilmente in Champagne per eleganza e attrattiva: emergono piacevolmente le note agrumate, la frutta secca, una nota mielata e una più tipicamente minerale legata ad erbe officinali e aromatiche. In bocca si conferma la percezione già accennata: salinità e sapidità per una bollicina che Guido definisce “schioppettante” e detta similitudine in questo caso ci pare alquanto calzante.
Crémant de Limoux
Il Crémant de Limoux è la prima bollicina che è stata prodotta in Francia nella zona del Roussillon: antesignana del blanquette de Limoux. Ci troviamo tra il Mediterraneo e l’Oceano, l’altitudine raggiunge punti di 400 mt slm e i suoli sono argillosi ma anche sabbiosi. Per il Crémant vengono usati soprattutto lo chardonnay e lo chenin blanc, ma si possono aggiungere anche il manzac e il pinot nero.
Brut 2021 - J. Laurens
60% chardonnay, 30% chenin blanc, 5% manzac, 5% pinot nero
La componente visiva ci porta verso un giallo verdolino che tende al paglierino – l’affinamento è stato di 18 mesi sui lieviti - giovane, sano, vivace. Al naso emergono piacevoli note floreali legate al biancospino, al tiglio e al sambuco: sicuramente è la bollicina con maggiori sentori legate a questo descrittore fra quelle sinora degustate; riconoscibili anche una nota di mela e di boulangerie che ci riporta a note farinose leggiadre. Al gusto è saporito ma equilibrato, perfetto per un buon aperitivo: la semplicità di beva non lo rende banale, anzi lo caratterizza per la sua freschezza e briosità.
Crémant de Loire
Chiudiamo questo nostro viaggio nell’areale della Loira, AOC per la produzione del Crémant dal 1975, una delle zone più storiche. Al suo interno ci sono le regioni di Anjou, Saumur, Touraine e Cheverny, il clima presenta quindi molte sfaccettature trattandosi di una regione molto estese e anche i suoli sono molto differenti fra loro: si va dalle zone prettamente arenarie a quelle più calcaree passando per argilla, silice e ghiaia. Due i vitigni principali: lo chenin e il cabernet franc ma non solo: c’è anche lo chenin noir, il grolleau noir e il raro orbois.
Chateau Bois Brinco - Brut Nature
90% chenin blanc, 10% chenin noir
Il nostro Crémant fa un affinamento sui lieviti di 20 mesi e proviene da terreni tufacei, sabbiosi.
Nella sua veste giallo paglierino vivace, le bollicine si presentano numerose con ascesa media, eleganti e persistenti. L’olfatto potrebbe indurci a pensare ad un assaggio diverso considerando l’eleganza e l’attrattiva riscontrata: ad una piacevole mineralità e una nota agrumata di frutta mediamente matura si aggiungono sensazioni legate al mondo della pasticceria. Al gusto risulta sapido, quasi salmastro ma influenzando positivamente l’assaggio; la componente amaricante risulta ben gestita così come la freschezza. Una piacevolissima conclusione di serata.