Champagne. La rivincita dell’Aube

Artur Vaso, miglior sommelier della Lombardia 2017 e 3°classificato nell'ultima edizione del concorso nazionale, ha accompagnato AIS Como in un bellissimo viaggio alla scoperta della storia, della cultura e del vino di un territorio affascinante e dalle grandi potenzialità.

Federico Borra

Considerato per anni periferico e solo alla stregua di un enorme serbatoio di uve e mosti a buon mercato dai potenti Negociant del dipartimento della Marna, il vigneto della Côte des Bar, principale zona vitivinicola dell'Aube, si sta riscoprendo unico e inimitabile.

Proprio nell'Aube nel XII secolo furono impiantate le prime barbatelle di chardonnay originarie di Cipro. Ugo di Blois, colui che, dopo aver riunificato le contee di Troyes, Vitry e Bar-sur-Aube, assunse il titolo di Ier Comte de Champagne, le portò in Francia di ritorno dalla Terra Santa dopo aver combattuto nelle crociate. Per questo motivo l'Aube si può considerare come la culla della Champagne. Furono però i produttori della Marna, oggi sede delle più importanti Maison, a intuire per primi le potenzialità del vitigno chardonnay e se ne impossessarono. Gli stessi impedirono poi all'Aube di utilizzare la denominazione Champagne per secoli. Solo all'inizio del XX secolo all'Aube venne riconosciuta l'appartenenza allo Champagne a seguito di numerosi scontri e proteste messe in atto dai vigneron della zona. 

Nel 1911 infatti furono creati i cru e la conseguente scala di prezzo per le uve, nel 1927 una legge del governo francese sancì i confini della Champagne vitivinicola ed infine il 29 giugno 1936 venne istituita la appellation d'origine controlée AOC Champagne. Nonostante ciò i Negociant di Epernay e Reims sfruttarono i vigneti dell'Aube per avere pinot nero, che nel frattempo aveva preso il posto dello chardonnay, ad un prezzo vantaggioso. Nella seconda metà del secolo scorso qualche timido viticoltore cominciò a produrre champagne in maniera autonoma, ma tutt'oggi la maggior parte dei viticoltori della Côte des Bar sono perlopiù conferitori.

Oggi l'Aube è un dipartimento francese, incastonato tra la Marna a Nord, lo Yonne e la Cote-d'Or (territori della Borgogna) facente parte della regione del Grand Est, creata nel 2016 accorpando l'Alsazia, Champagne – Ardenne, e Lorena. La capitale Troyes è una città d'arte, di storia e dal ricco patrimonio architettonico e una volta era il centro più importante di tutta la Champagne. Se Parigi è a rinomata (anche) per essere a forma di cuore, la pianta del centro storico di Troyes ricorda il famoso tappo a fungo dello Champagne. Tra i sui vicoli stretti che ricordano gli edifici medioevali dell'Alsazia, si possono gustare molte specialità tra cui l'andouillette, una salsiccia a base di trippa di vitello, ovviamente bevendo una bollicina locale.

Il clima nell'Aube è prevalentemente continentale, ma l'assenza di rilievi significativi porta una ragguardevole influenza oceanica. Rispetto a quello della Marna il vigneto dell'Aube gode di temperature più miti, un miglior irraggiamento solare e una piovosità maggiore. Sono però più frequenti le gelate primaverili che più di una volta hanno influenzato qualitativamente e quantitativamente la produzione vitivinicola. Le condizioni climatiche generali favoriscono parassiti e agenti patogeni della vita come la peronospora che, nel 2016 ad esempio, ha creato non pochi problemi.

I vigneti sono esclusivamente posizionati sulle colline, anche con pendenze rilevanti, prevalentemente sui versanti sud, sud-est e un altimetria compresa tra 180 e 250 metri s.l.m.. Questo consente di avere il miglior irraggiamento possibile e favorisce il deflusso delle acque in eccesso.

Nella Côte des Bar i terreni sono argillosi e calcarei, ricchi di marne sedimentarie formatesi nel Giurassico Superiore e di fossili marini. Per questo sono molto simili a quelli di Chablis e di Sancerre, ma qui non viene coltivato lo chardonnay perché questo vitigno, che ha un germogliamento precoce, soffre in modo particolare le gelate primaverili tipiche dell'Aube e il pinot nero è ancora molto richiesto in tutta la AOC.

Le caratteristiche del terreno donano agli champagne della Côte des Bar un apertura aromatica bianca, anche se spesso sono Blanc de Noirs, un acidità croccante e una verve salina non indifferente che conferisce ai vini pienezza gustativa e lunga persistenza.

La Côte des Bar si estende da Bar-sur-Aube a Bar-Sur-Seine lungo l'altopiano di Langres, nel sud dell'Aube, compreso tra le pianure della Champagne e i rilievi della Borgogna: dista quasi 200 km da Epernay e poco meno della metà da Chablis. Il vigneto si adagia sui pendii, alternandosi tra foreste, fattorie, fiumi, torrenti e ruscelli e paesi fantasma dove anche le chiese sono spesso chiuse.

I quasi 8000 ettari vitati dell'Aube sono in prevalenza coltivati a pinot nero (83.9%) seguito dallo chardonnay (11.64%) e via via gli altri, pinot bianco, arbanne, petit meslier e pinot grigio. Il sistema di allevamento più diffuso è il guyot semplice e la densità di impianto va da 8000 a 10000 ceppi per ettaro.
Nella Côte des Bar ci sono 64 cru, nessuno dei quali classificato Grand o Premier anche se è la regione vitivinicola più grande della Champagne. È suddivisa in due macro zone: Barsuraube, a est del dipartimento vicino a Bar-sur-Aube e Barséquanais, a sud vicino a Bar-sur-Seine, forse la zona con una maggior sensibilità verso le varietà storiche.
Nell'Aube vitivinicolo esistono anche altre due zone di produzione, piccole, ma molto caratteristiche. Assieme raggiungono circa il solamente 4% della produzione del dipartimento. Montgueux, pochi chilometri a ovest di Troyes, è una collina di gesso affiorata in mezzo a terreni non adatti alla viticultura. Considerata da molti come la Montrachet della Champagne, regala uno chardonnay dalle spiccate note tropicali molto richiesto e acquistato da tutte le Maison del nord. Anche a Villenauxe-la-Grande, più a est, si coltiva in prevalenza chardonnay ed è l'unica parte dell'Aube dove la classificazione dei vigneti va oltre l'80% (chardonnay 87%, pinot nero 85%) pur essendoci comunque solo autre cru.

La degustazione

Cuvèe Excellence Blanc de Noirs - Moutaux

Il viaggio attraverso gli champagne dell'Aube comincia con la Cuvèe Excellence di Moutaux, casa vitivinicola di Bligny, paese a metà strada tra Bar-sur-Aube e Bar-sur-Seine. Certificata Terra-vitis dal 2010 e HVE (High Enviromental Value) dal 2019, crede fortemente in una viticoltura sostenibile e rispettosa delle uve e del terroir attraverso la combinazione di tradizione e modernità. 
Il vino, 100% pinot nero, è un Extra Brut dall'intenso colore giallo paglierino. Fermentato parzialmente in legno e affinato 48 mesi sui lieviti, al naso esprime pienamente l'impronta del vitigno con note fruttate, sia di frutti rossi che a polpa gialla, accompagnate da sfumature di pasticceria ed erbe aromatiche. In bocca spicca per acidità e persistente salinità, caratteristiche che lo rendono un ottimo vino da sorseggiare durante un pasto.

Cuvèe des Filles Brut - Cristian Senez

La Maison Cristian Senez si trova a Fontonette ed è stata fondata nel 1975. Orgogliosa di essere certificata HVE e HACCP, crede in una viticoltura sostenibile che valorizza il passato con uno sguardo al futuro. Oltre ai sui ottimi vini, famosi sono i Saignée, produce anche Marc de Champagne e Ratafià.
Lo champagne nel bicchiere, un assemblaggio di pinot bianco e chardonnay in egual misura, si presenta vivace e estroverso. Dai riflessi ancora verdolini nonostante i quattro anni trascorsi in cantina, al naso è caratterizzato da note delicate di frutta fresca, mentre in bocca la fa da padrona la sapidità. Una spiccata acidità, derivante dal fatto che il vino non ha svolto la fermentazione malolattica e che è stato affinato soltanto in acciaio, ricorda il Lime. Ottenuto dalla vendemmia 2015, anche se in etichetta non è dichiarato, questo champagne è ottimo come aperitivo, si potrebbe anche abbinare a pesce e frutti di mare, e persino azzardare un accostamento con una crostata agli agrumi.

Le Fleur de l'Europe Brut Nature 2015 - Fleury 

Cantina fondata nel 1895 da Émile Fleury a Courteron nella Côte des Bar, è stata la prima di tutta la Champagne a divenire biodinamica nel 1989. Oggi produce oltre 200.000 bottiglie. Caratteristica unica di questa azienda sta nel fatto che la presa di spuma è effettuata con tappi di sughero, caratteristica che obbliga l’azienda ad effettuare un dégorgement manuale.
Le Fleur de l'Europe, primo champagne biodinamico nell'annata 1992, è ottenuto da uve pinot nero in prevalenza (85%) e chardonnay (15%). Creato da un assemblaggio di vini del 2015 e vini di riserva viene vinificato e svolge la fermentazione malolattica in grandi botti di legno. Dal colore giallo paglierino, al naso è delicato ed equilibrato, con note di fiori, frutta e miele. In bocca si scopre schietto, avvolgente e cremoso, agrumato, ma soprattutto iodato e minerale.

Brut Millesime 2012 - Millot

La tenuta Millot è situata nel cuore della Valle dell'Ource, a Verpillières-sur-Ource, di proprietà della famiglia da ormai sei generazioni, ha la certificazione HVE dal 2016. 
Il 65% di pinot nero caratterizza questo méthode champenoise, mentre il 35% di chardonnay lo arrichisce. Affinato in parte in botti di rovere, fa la fermentazione alcolica e quella malolattica in contenitori di acciaio inox. Trascorsi 60 mesi sui lieviti viene dosato con 8g/l di zucchero. 
Bellissimo il colore, un giallo dorato molto elegante, al naso si esprime con note di frutti rossi, con profumi di pasticceria, mandorle, noci, ma anche spezie e uva passa. In bocca, dove sicuramente è percettibile lo zucchero, emergono sfumature di legno, frutta a polpa gialla e frutta da guscio. 

Brut Millesime 2009 - Cordèuil Pere & Fille

Jeannine e Raymond Cordèuil piantarono le prime viti di pinot nero nei loro terreni nel 1950. Dopo 20 anni trascorsi nella Cooperativa Sociale decisero di prodursi il proprio champagne. Oggi la casa Cordèuil Pere & Fille, situata a Fontonette, è arrivata alla terza generazione di viticoltori e ha da poco completato la conversione del vigneto, iniziata nel 2015, in biologico. Peculiarità dei vini prodotti è il lungo affinamento dei vini che va da un minimo di 7 anni a ben oltre i 12. 
Il vino presentato è ottenuto da 50% pinot nero e 50% chardonnay. Le uve sono ottenute da vigneti di oltre 30 anni siti nei villaggi di Noé-les-Mallets, Fontonette e Ville-sur-Arce.
Il Brut Millesime 2009, dosaggio 5g/l, dopo aver trascorso 144 mesi sui lieviti, più ulteriori 6 in bottiglia, arriva nel nostro bicchiere sfoggiando un colore giallo dorato, un naso intrigante e ricco, con frutta bianca, rossa e da guscio, un dolce speziato e un avvolgente tostato. In bocca è pieno, ricorda l'aroma della paglia e del fieno, ma chiude sapido. È il sale infatti la chiave di lettura di tutti i vini in degustazione.

Riserva Solera - R.Dumont et Fils Accueil

23 ettari di vigneto, tutti nel villaggio di Champignol-Lez-Mondeville, sono il tesoro di questa storica Maison. Posizionate in media oltre 100 metri più in alto rispetto agli altri CRU, la sommità è a 370 metri s.l.m. su terreni del Kimmerdgiano praticamente identici a quelli di Chablis, le viti della famiglia Dumont forniscono uve più acide e con una miglior capacità di invecchiamento. Pinot nero, pinot bianco, chardonnay, pinot grigio e petit meslier trovano spazio tra i filari.
Il Riserva Solera, 100% chardonnay, viene vinificato in una botte da 120 hl mai completamente svuotata dal 1991. Ogni anno il 30% del contenuto viene imbottigliato e rimpiazzato con la vendemmia corrente. Trascorsi 36 mesi sui lieviti e dosato con 8 g/l di zucchero, lo champagne è pronto per essere venduto. Intenso nel colore, regala anche al naso note di maturità. Tè verde, frutta, liquirizia sono completate da un sentore lattico di formaggio. In bocca ritorna la sapidità che ben accompagna un erbaceo affascinante.

Chiudiamo la serata riassaggiando i vini rimasti nel bicchiere dove si riscontra un'evoluzione nei profumi e nei sapori. Note di fumé, china, corteccia, burro, nocciola, arachidi, tisane e liquirizia sono ora dominanti. In bocca quello che però è rimasto come punto fermo è la persistente sapidità che tutti i vini dell'Aube esprimono.
Ci aspettiamo grandi cose dai vigneti della Côte des Bar, una parte fondamentale dello Champagne per troppi anni considerata periferica e dozzinale.

Chiudiamo la serata con una piccola nota d'orgoglio per AIS Como, la consegna degli attestati per i soci più longevi, tesserati da oltre 20 anni, e per i nuovi Sommelier professionisti!