D’Attimis-Maniago: una secolare tradizione vinicola “dal sangue blu”
Racconti dalle delegazioni
28 gennaio 2025

AIS Brescia ha ospitato una serata di approfondimento dedicata alla cantina friulana di Buttrio. Presenti all’evento i Conti Fabio e Alberto D’Attimis Maniago Marchiò che hanno raccontato ai soci la storia e i vini della loro azienda.
RUBRICHE
Quella che vi raccontiamo oggi è una nobile storia e una storia nobile: nobile storia perché ci porta a conoscere meglio la casata dei Conti D’Attimis-Maniago che a Buttrio, in provincia di Udine, dal 1585 porta avanti con successo la realtà aziendale da ben 18 generazioni. Dicevamo che è anche una storia nobile in quanto racconta dell’impegno di questa famiglia che, con grande costanza e spirito di sacrificio, continua a prendersi cura del territorio e degli 86 ettari di vigneti di proprietà in modo sostenibile, tradizionale, senza stravolgere quello che il terroir offre, valorizzandone ogni singola parcella.
CLIMA E DENOMINAZIONE
La cantina fa parte della DOC Friuli Colli Orientali: i vigneti dei Conti si trovano in zona leggermente collinare; qui, nonostante la lieve altitudine, trovandoci nella parte più a sud della denominazione, si registra un clima più caldo rispetto al resto dell’areale. Ciò permette di godere di condizioni pedoclimatiche molto favorevoli che rendono il territorio a spiccata vocazione viticola.
FRA VITIGNI AUTOCTONI E INTERNAZIONALI
Sono ben 23 le varietà allevate nelle vigne dei Conti d’Attimis Maniago, fra queste un ruolo fondamentale lo hanno senz’altro quelle autoctone, fortemente identitarie, alcune in fase di riscoperta: dalla ribolla gialla al refosco dal peduncolo rosso passando per la malvasia, il tazzelenghe e il verduzzo friulano.
Non mancano anche alcuni vitigni internazionali che in questa zona hanno trovato terreno fertile, riuscendo ad esprimersi ottimamente: fra questi il pinot grigio e il sauvignon ma anche il cabernet e il merlot. Quest’ultimo si trova, all’interno della tenuta, in circa 17 appezzamenti su 80 totali: ciò permette ai produttori di selezionare di anno in anno, in base alle rese ottenute in ogni singolo appezzamento, le uve migliori per mantenere un livello qualitativo sempre costante.
Da questa grande cura per le singole parcelle di vigneto scaturisce la scelta di prediligere vini monovarietali, espressioni genuine delle proprie uve, quasi a voler apporre il proprio timbro sull’espressione di ogni singolo vitigno.
RISPETTO PER L’AMBIENTE E SOSTENIBILITÀ
La devozione nutrita nei confronti dei vigneti è riscontrabile anche attraverso la certificazione SQNPI di cui gode l’azienda, sinonimo di attenzione e rispetto per l’ambiente circostante. L’intento è quello di preservarlo e proteggerlo, scegliendo volutamente rese basse e svolgendo con il proprio enologo un lavoro che parte dalla pianta sino a giungere in cantina, chiudendo l’intero processo in modo sostenibile.
IN CANTINA: VASCHE IN CEMENTO E AFFINAMENTO IN LEGNO
L’intera produzione sosta in vasche di cemento, materiale prediletto già a partire dagli anni ’60 e preferito all’acciaio in quanto permette un miglior controllo della temperatura. Alcuni dei vini fanno inoltre passaggi in barrique di terzo o quarto passaggio, in tonneaux o nelle tradizionali botti friulane di 50 ettolitri, mantenendo il vino a dimora, esaltandone i sentori originari e non facendo prevaricare quelli derivanti dal legno.
La degustazione
Friuli Colli Orientali DOC Ribolla Gialla 2023
Il viaggio degustativo, insieme al Conte Alberto D’Attimis Maniago Marchiò e il figlio Fabio, con il supporto del sommelier Artur Vaso, parte dalla ribolla gialla. L’assaggio è sull’annata 2023, ottenuta da una vinificazione tradizionale con pressatura soffice delle uve, maturazione in cemento e alcuni mesi di affinamento in bottiglia. Una varietà di grande interesse e in fase di riscoperta che in questa versione realizzata dai Conti D’Attimis Maniago ci permette di sentire prima al naso e poi di gustare in bocca un grande frutto. Una spiccata acidità trova bilanciamento con una piacevole sapidità, rendendo il sorso elegante e ben equilibrato. La parte vegetale è presente e ben riconoscibile così come la purezza dei profumi floreali. Un vino che potrebbe andare bene sia da aperitivo che abbinato a primi piatti di pesce. Beverino e gustoso, come una buona ribolla gialla deve essere.
Friuli Colli Orientali DOC Pinot Grigio 2023
Da quello che è uno dei vitigni bianchi autoctoni per antonomasia del Friuli si passa a un internazionale che sta dando importanti soddisfazioni all’azienda: il pinot grigio, di cui beviamo l’annata 2023. L’apertura è decisamente più fruttata, con note balsamiche e un leggero sentore di spezie dolci che accompagnano con piacevolezza la nostra degustazione. Il gusto è più rotondo e più caldo rispetto alla Ribolla ma persiste la componente sapida che diventa filo conduttore fra i due vini, rendendolo ottimo in abbinamento con antipasti di mare.
Friuli Colli Orientali DOC Sauvignon 2023
Il secondo vitigno internazionale bianco è il sauvignon, nuovamente annata ‘23. La parte olfattiva gioca un ruolo importante trattandosi di un vitigno semiaromatico ma è in perfetto equilibro con la componente gustativa: in bocca risulta fine, abbastanza persistente, più complesso che intenso, con un leggero sentore agrumato e una parte vegetale non troppo invadente. Tra gli abbinamenti vien da sé pensare a crostacei o pesci saporiti.
Friuli Colli Orientali DOC Malvasia 2021
Per chiudere la batteria dei bianchi non si poteva che tornare ad un altro grande classico del territorio friulano: la malvasia che, in zone come quella di Buttrio, esprime grande potenza ed intensità, merito delle temperature più calde rispetto al resto dell’areale. L’annata 2021 si presenta con una struttura importante e una notevole complessità: il gusto semiaromatico del vitigno trova un ottimo equilibrio con la sapidità, molto presente anche in questo assaggio. Un sorso pieno e molto interessante dalle piacevoli note leggermente agrumate, ideale con risotti a base di pesce o di verdure.
Friuli Colli Orientali DOC Refosco d.p.r. 2022
Dai bianchi passiamo ai rossi iniziando da un altro vitigno che rappresenta in modo indelebile il terroir che stiamo raccontando: il refosco dal peduncolo rosso. Annata 2022, vinificato giovane senza passaggio in legno. Struttura, tannino, corpo: questo vino rosso dal colore rubino intenso con riflessi violacei regala grande piacevolezza al sorso, raccontando inequivocabilmente il territorio da cui proviene. I profumi di frutta matura si mescolano ai sentori vegetali e a quelli di spezie, donando verticalità alla beva. Il tannino, non del tutto levigato e volutamente “granuloso”, rende questo assaggio quasi masticabile, beverino e abbinabile a piatti di carni rosse, insaccati, affumicati.
Friuli Colli Orientali DOC Merlot 2021
Non poteva mancare un vitigno rosso internazionale: è il momento del merlot, annata 2021. Già dal colore, tendente al granato, si percepisce il passaggio in legno (sosta 6 mesi in botti da 50 ettolitri). La conferma arriva sia al naso che al gusto: le spezie rispetto a quelle del Refosco si fanno un po’ più dolci, tendenti al vanigliato e la frutta da matura diventa confettura. Al palato si presenta molto lungo, morbido e con un tannino ben levigato dall’affinamento in legno, giungendo ad un finale armonico e molto equilibrato: grande eleganza.
Friuli Colli Orientali DOC Tazzelenghe 2019
L’ultimo rosso è un fiore all’occhiello dell’azienda, il tazzelenghe, annata 2019. Il termine proviene dal friulano “taglia lingua”, il che rende l’idea di quella che è la componente tannica di questo vitigno. Per renderlo più amabile, i produttori hanno optato per un affinamento in barrique di terzo o quarto passaggio per almeno 26/28 mesi. La produzione è di nicchia: 1500 bottiglie l’anno ottenute da 6 ettari di vigneti, solo nelle annate migliori, per un vino che presenta un tannino importante e piacevole dalla spiccata persistenza. Una buona acidità fa da spalla alla nota alcolica, sentori speziati si mescolano a quelli più eterei, conferendo “compattezza” alla beva. Pensando ad un abbinamento, la scelta ricadrebbe, senza dubbio, su piatti importanti come selvaggina o arrosti.
Friuli Colli Orientali DOC Tore delle Signore Verduzzo Friulano 2021
La degustazione si chiude in dolcezza, in tutti i sensi: l’ultimo vino è il verduzzo friulano, annata 2021. Già dall’esame visivo, dove cogliamo un colore dorato intenso brillante, tendente all’ambrato, possiamo scorgere la qualità di questo vino che ovviamente da il meglio di sé sul versante gusto-olfattivo: una dolcezza niente affatto stucchevole, ben bilanciata dall’acidità che non stanca dopo il primo sorso, invitando anzi a proseguirne l’assaggio. Le note agrumate si fondono con quelle di miele e frutta secca donando complessità e intensità. Gli amanti del salato lo troveranno perfetto con formaggi stagionati, optando invece per un abbinamento dolce, creme e piccola pasticceria la faranno da padrone. Da provare anche assoluto, da meditazione: ogni sorso vi regalerà piacevoli sensazioni.
Otto vini degustati molto diversi fra loro ma con un unico comune denominatore: l’identità. Ciascun monovarietale assaggiato fa risaltare le tipiche caratteristiche ad esso proprie, riconoscibili indiscutibilmente, in maniera netta e precisa.
Segno che la classe non è acqua ma vino, nobile, in tutti i sensi.