Fascino e longevità del Soave, uno dei vini più antichi d’Italia
Una serata dinamica e ricca di approfondimenti, condotta dal sommelier Diego Sburlino, che tra storia e terroir ci ha portato alla scoperta di uno dei primi vini riconosciuti in Italia, il Soave.
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“Il vino bianco, ottenuto da uve selezionate, ha un bellissimo candore che sembra creato da un giglio bianco”. Cassiodoro.
L’origine del nome Soave pare sia stata attribuita a Dante Alighieri che, in esilio a Verona, lo descrisse come un vino di “beva soave”. Ma la zona del Soave ha origini molto più antiche, tant’è che un secolo prima di Cristo veniva citato sia da Antonio che da Virgilio; all’epoca apprezzato soprattutto per la sua versione appassita, il Soave veniva chiamato “vino retico”. Tra il V e il VI secolo d.C., quando i popoli barbari iniziarono a calare, un politico romano, Cassiodoro, precedendo l’avanzare del suo re Teodorico e valutando le varie zone resta impressionato proprio dal colore di questo vino, tanto da descriverlo in uno dei suoi più noti aforismi. Questa sua grande qualità viene formalizzata nel 1931 grazie anche all’enologo e politico Arturo Marescalchi che nel 1924, diventato presidente della commissione parlamentare, introduce una legge sulla tutela dei vini tipici facendolo diventare il primo vino bianco tipico ufficiale.
Ma cosa aspettarsi da un bicchiere di Soave?
Bisogna premettere che la principale uva con cui si ottiene il Soave, la garganega, è molto particolare ed esigente. A grappolo spargolo, buccia sottile ma resistente e maturazione piuttosto tardiva ha una particolarità: i suoi profumi delicati in presenza di ossigeno svaniscono, causandone una perdita dal 30% al 50%, ecco perché sono ammesse fino a un 30% di trebbiano di Soave o chardonnay e un 5% di altre uve bianche tradizionalmente coltivate come il pinot bianco. Ma a risolvere questo problema è di aiuto la moderna tecnologia enologica che consente di lavorare il vino in anossia, permettendo così ai produttori di vinificarla in purezza. Tecnica utilizzata soprattutto nella zona Classica.
L’areale del disciplinare DOC, che prevede una produzione di 15 tonnellate/ettaro, è piuttosto esteso e comprende sia la zona Classica, che quella dei Colli Scaligeri, la quale abbraccia la zona Classica formando un ferro di cavallo intorno ad essa. Oltre a queste sottozone bisogna fare una distinzione delle due DOCG: il Recioto di Soave, il primo vino veneto a ottenerla nel 1998, che prevede una resa massima delle uve appassite in vino del 40% e il Soave Superiore che è stato riconosciuto come DOCG qualche anno dopo, nel 2002, prevede una resa/ettaro di 10 tonnellate e comprende una zona dell’area Classica ristretta alle zone collinari più elevate.
Focalizzandoci maggiormente sull’area Classica, che si sviluppa tra Soave e Monforte d’Alpone, possiamo aggiungere che è la parcella più collinare della DOC Soave ed è proprio su quelle colline che nacque, secoli fa, questo vino. Nella parte centrale della Lessinia si trovano principalmente dei terreni che hanno un sottosuolo vulcanico costituito da rocce mafiche e ultramafiche. La formazione inizia 90 milioni di anni fa grazie alle eruzioni sottomarine e tre ere geologiche che si succedono. Scendendo in profondità si trovano diversi strati con colori, densità e caratteristiche differenti l’uno dall’altro, dalle lave basaltiche, ai tufi vulcanici, alle argille rosse. In base al livello di ossidazione del terreno si possono notare colori diversi anche in una singola vigna, variando dal grigio, al giallo, al rosso. Un’altra particolarità è data dal suo PH neutro che essendo “lavorato” da almeno un paio di millenni ha perso tutta la sua componente acida, caratteristica principale dei terreni vulcanici. È un suolo fertile, profondo che dà la possibilità alla vite di nutrirsi nel migliore dei modi, riuscendo così a dare vini più minerali e strutturati. Nella zona Classica occidentale invece è presente il calcare, caratterizzato dalla minor presenza di minerali e suoli meno profondi. Ciò implica che la vite abbia meno nutrimento e vigoria ma con una più presente percentuale di norisoprenoidi che daranno al vino sentori di frutta tropicale e matura e terpeni che si traducono con la presenza di note più floreali e agrumate. Queste principali differenze sono visibili anche a occhio nudo: osservando i vari sistemi di impianto, infatti, si potrà notare che nella parte centro orientale le viti hanno un sistema di allevamento a pergola, detta pergola laterale o Soavese, mentre nella parte più occidentale, perciò quella caratterizzata dal terreno calcareo, il sistema di allevamento è a spalliera.
La degustazione
Produttore: Azienda Agricola Prà
La prima batteria in degustazione è formata da tre annate di Soave Classico Doc Otto, primo vino prodotto da Graziano Prà.
Soave Classico DOC Otto 2021
100% garganega
Paglierino vivace e luminoso. Olfatto fine e dolce di mela, pesca, albicocca, banana, scorza di agrume candito, seguito da nuances floreali di tiglio e gelsomino, per concludere con un finale speziato e minerale caratterizzato da pepe bianco e polvere da sparo. In bocca si presenta fresco, con una evidente sensazione sapida ma allo stesso tempo rotondo ed equilibrato. Nel finale persiste una piacevole sensazione saporita.
Soave Classico DOC Otto 2014
100% garganega
Giallo dorato pieno e luminoso. Al naso si esprime con note di frutta matura, banana, ananas, albicocca e pesca sciroppata, fanno capolino anche profumi speziati dolci, la carruba, lo zafferano ed il miele di castagno. Al sorso risulta verticale con una sapidità netta equilibrata dalla morbidezza, persistono gli aromi agrumati e speziati con un tocco salmastro.
Soave Classico DOC Otto 2012
100% garganega
Giallo dorato denso e consistente, con nette note di frutto evoluto, il fico secco, il pompelmo candito ed il mango lasciano spazio poi al cardo selvatico, al pepe bianco per completare l bouquet con sentori vulcanici e polvere da sparo. Il palato caldo è supportato da ottima freschezza e sapidità, ritornano i sentori della frutta esotica.
Produttore: Società Agricola Pieropan
Segue la seconda batteria caratterizzata da tre diverse annate del Soave Classico DOC La Rocca. Questa cantina ha un secolo di storia, infatti iniziano a produrre uve e vinificare già dal 1901 grazie al medico Leonildo Pieropan.
Soave Classico DOC La Rocca 2021 – Pieropan
100% garganega
Paglierino vivace in cui si affacciano sfumature dorate. Il naso è un bouquet di frutta matura, mela, albicocca disidratata e frutta esotica, gelso bianco, glicine, spezia dolce e cera, con leggeri e piacevoli sentori di burro. Al palato è nitido l’aroma floreale e sapido, c’è equilibrio tra freschezza e sapidità con chiusura equilibrata ed avvolgente.
Soave Classico DOC La Rocca 2015 Pieropan
100% garganega
Vestito di un intenso dorato. All’olfatto si percepisce la frutta matura di mela rossa e pesca polpa gialla evoluta, seguiti da fiori di acacia essiccati, miele e un leggero tocco vanigliato. Il sorso è avvolgente ed equilibrato, fresco e saporito, lasciandoci con un piacevole finale sapido e amandorlato.
Soave Classico DOC La Rocca 2010 Pieropan
100% garganega
Sfoggia un oro intenso, luminoso e brillante, caratterizzato da una armoniosa palette odorosa che va dal bosso, alle erbe essiccate, al frutto dolce della pesca e della pera matura e poi ancora polvere da sparo ed idrocarburo. Raggiunge la sua massima espressione al sorso che lascia spazio più alla parte saporita rispetto alla freschezza. Rotondo, persistono delle note minerali e sapide, seguite da una piacevole mandorla amara.
Produttore: Cà Rugate
Nell’ultima batteria troviamo tre espressioni del Soave Classico Monte Fiorentine.
Soave Classico DOC 2021 Monte Fiorentine
90% garganega, 10% trebbiano di Soave
Paglierino vibrante. Il naso è costituito principalmente da un bouquet fruttato e floreale di mela croccante, agrume, biancospino, tiglio, pepe bianco e mandorla fresca. In bocca risulta energico grazie alla sua piacevole freschezza e sapidità. Il finale è fruttato di mela, confermandomi un ottimo equilibrio nelle varie fasi della degustazione.
Soave Classico DOC 2015 Monte Fiorentine
100% garganega
Paglierino denso con sfumature dorate. Albicocca disidratata, pesca e mango sono i primi profumi che si percepiscono seguiti da erbe aromatiche ed officinali secche finendo con sbuffi di pietra focaia. Sorso equilibrato, con un’ottima contrapposizione tra la spiccata freschezza e la sua rotondità, termina con sentori freschi ed agrumati.
Soave Classico DOC 2010
100% garganega
Fitto giallo paglierino. Naso dolce, caratterizzato dal frutto tropicale, banana, ananas, per continuare con pesca sciroppata, trovando anche un floreale di gelsomino evoluto e speziatura dolce. Il palato è croccante, stupendo ancora oltre che per la sua morbidezza anche per la buona freschezza, rendendo ottima la beva con anche il suo finale esotico e vivace.