Flor de Caña: all'ombra del vulcano

Una serata inconsueta e ruggente nella sede AIS di Brescia ha permesso l’approfondimento di uno dei rum più importanti per storia e qualità del mondo. Un incontro reso ancora più coinvolgente grazie alla presentazione di Debora Tarozzo, brand ambassador per l’Italia dell’azienda, e alla degustazione finale guidata da Artur Vaso

Damiano Perini

Non solo vino nella delegazione di AIS Brescia. Capitano anche occasioni in cui l’approfondimento e la degustazione si spingono oltre i confini, nel mondo dei distillati. Opportunità che non si verificano spesso, ma quando si presentano lasciano sempre il segno in chi partecipa, sia per la qualità ricercata del prodotto che per la personalità di chi lo presenta. 

Così è successo per la serata dedicata al rum di lunedì 13 gennaio, un incontro dove il protagonista è stato il Ron Flor de Caña, nelle versioni di 7, 12 e 18 anni, presentato dalla vulcanica e preparatissima Debora Tarozzo, brand ambassador dell’azienda. Il prodotto è importato e commercializzato dalla genovese Velier, e non senza un certo orgoglio, essendo anche la famiglia proprietaria della distilleria, giunta alla quinta generazione, originaria proprio di Genova.

La storia risale a oltre un secolo fa, quando nella seconda metà dell’Ottocento Alfredo Francisco Pellas Canessa, lascia la sua famiglia e le comodità del Vecchio Continente con intenti imprenditoriali ambiziosi. Si reca prima nella California della Gold Rush, e successivamente, cinque anni dopo, si trasferisce nel paese esotico del Nicaragua. 

L’azienda nasce ufficialmente nel 1890 a Chichigalpa, a centoventi chilometri da Managua, e a cinque chilomentri soli dal vulcano San Cristobal, il più attivo del Paese. Fu chiaro da subito a Alfredo Pellas che le caratteristiche del territorio si adattavano benissimo al prodotto a cui voleva dare vita, sfruttando le proprietà geologiche e atmosferiche della natura circostante: fertilità delle sue terre, acqua arricchita e clima caldo, che garantiscono qualità e identità al prodotto.

Flor de Caña è una delle pochissime aziende di rum che può vantare il totale controllo di ogni singolo processo, dalla coltivazione di canna da zucchero alla produzione di melassa, dalla distillazione propria fino all’invecchiamento e imbottigliamento in loco; assicurandosi così un distillato tra i più autentici in commercio.

Il rum (ron in lingua spagnola) di cui si è parlato durante la serata è prodotto a partire da melassa (con una presenza di circa il 64% di zucchero), derivata da una canna da zucchero comune, ma di un appezzamento determinato, e fatta fermentare per circa una settimana con lieviti selezionati. Il tutto viene poi distillato mediante un impianto continuo multicolonna: cinque colonne che vogliono dire cinque passaggi, che “non danno però vodka”, tiene a sottolineare Debora, ma un prodotto puro dal profilo ben definito, con una gradazione di circa il 77,5%. Questo, una volta diluito con acqua distillata, è messo a invecchiare in barili di bourbon: è la fase più importante del rum, il “core businnes” dell’azienda, dove avviene lo scambio con il legno che darà al distillato quei particolari sentori di spezie dolci e frutta secca, oltre che il colore.

L’azienda Flor de Caña definisce il suo rum come “il più eco-friendly del pianeta”, utilizzando il 100% energia rinnovabile per la distillazione. Alla sostenibilità e alla sensibilità etica e ecologica si aggiungono numerose altre attenzioni, di cui l’azienda va fiera, come il Fair Trade Certified, una certificazione di commercio equosolidale che garantisce la tutela soprattutto del lavoratore.

La degustazione

Artur Vaso ha condotto la degustazione, dimostrando, con un percorso sensoriale tutt’altro che banale, una complessità e una finezza del prodotto, un rum dalla forte identità capace di sprigionare note e sensazioni come solo i grandi distillati sanno fare.

Ron Flor de Caña centenario 07 YO
Un colore lucente e vivo, dall’ambrato ancora non definito, ma già tendente a sfumature rossastre più robuste. È delicato al naso l’odore etero derivato dall’alcol; si amalgama prima, per poi sparire, ai vaghi e leggeri profumi di fiori e frutta secca. Al palato è caldo, rotondo, avvolgente.

Ron Flor de Caña Centenario 12 YO
Forse al momento della degustazione il più equilibrato e il più armonico della batteria. Il colore ambra è intenso e suggestivo, i riflessi sono cristallini. Espressività importante al naso con note di frutta gialla, miele e nocciole tostate, che ritornano in bocca incalzate dalla piacevole presenza aromatica di spezie dolci, soprattutto vaniglia. Al palato si presenta omogeno e il finale è lungo, leggermente amarognolo, ma con un retrogusto di pesca estasiante.

Ron Flor de Caña Centenario 18 YO
I sei anni di invecchiamento in più rispetto al precedente ne fanno un rum dal colore insuperabile, ambrato scuro, sfumature rossastre e intense, vivo, fervente. Non mancano i profumi di vaniglia, frutta secca da guscio; ma questi sembrano come coperti da esalazioni eteree eccessive, magari non necessariamente un difetto, ma certo un impedimento che ne penalizza la complessità. In bocca resta il grande rum che ci si aspettava, con un vortice di frutta gialla, cioccolato, caramello, noci moscate.

Tutti i rum degustati, ma più in generale tutti quelli prodotti da Flor de Caña non hanno zuccheri aggiunti. La prova? Un goccio di rum sul palmo della mano e poi dare il via a un insistito sfregamento: il rum evapora e le mani non restano appiccicate, cosa che invece succederebbe se il distillato contenesse zucchero o caramello. Debora, che ha proposto divertita questo giochetto, lo chiama “esame tattile”. 

In chiusura di serata c’è stato offerto un drink a base di Flor de Caña anejo 5 yo, direttamente preparato in sala dalla stessa Debora, esperta in Mixology; ciò per provare che il distillato, anche se miscelato con altre bevande, non perde la sua qualità.