Franciacorta Satén

Venerdì 22 marzo 2013. Fabio Bagno, Delegato Ais Cremona e Zaccaria Foglio, sommelier degustatore, hanno condotto una serata dedicata al Franciacorta presentando in degustazione quattro Satén

Daniela Guaragni

Serata Franciacorta Satén Ais CremonaDavanti a una platea piuttosto numerosa è stato presentato questo territorio vinicolo che si estende vicino al lago d’Iseo, in provincia di Brescia, nei comuni previsti dal disciplinare di produzione, pubblicato nel 1995 e successivamente modificato e aggiornato. La zona delimitata dal disciplinare disegna un anfiteatro di colline moreniche formatosi all’epoca delle glaciazioni: il suolo risulta particolarmente vocato alla coltivazione della vite (scistoso, ciottoloso, ghiaioso). Sulle colline della Franciacorta la vite è stata impiantata fin dalle epoche più remote ne sono testimonianza il ritrovamento di vinaccioli di epoca preistorica e gli scritti di autori classici quali Plinio e Virgilio; negli ultimi 40 anni inizia a tutti gli effetti la viticoltura moderna orientandosi per una produzione di qualità piuttosto che di quantità:  una prima fase di impianto avvenne negli anni 1960/70 quando si ottenne la DOC, di questo periodo  si può ricordare un personaggio sicuramente  carismatico quale Franco Ziliani, allora enologo dell’azienda Guido Berlucchi,  che nel 1961 produsse le prime 3000  bottiglie di metodo classico. Gli impianti di questi anni vengono poi abbandonati perché non più in linea con gli obiettivi qualitativi della Franciacorta. Una seconda fase di impianti fu realizzata negli anni 70/80 quando le scelte qualitative portarono a usare nuove forme di allevamento e pratiche colturali più attente ed evolute.  Fu negli anni 1990 che la Franciacorta fece il salto qualitativo e si indirizzò verso impianti più fitti, con un numero di ceppi/ettaro tra i 4000-6000, con viti a ridotto sviluppo vegetativo , a spalliera bassa, come guyot e cordone  speronato e a una bassa produzione per ceppo.   La denominazione Franciacorta identifica un vino prodotto con la rifermentazione in bottiglia ed è stato il primo vino italiano metodo classico a essere riconosciuto nel 1995. Penso sia inutile prolungarci per spiegare la seconda rifermentazione in bottiglia, ricordiamo solo i punti principali previsti dal disciplinare Franciacorta. Il disciplinare prevede, oltre la zonazione, norme rigide e scrupolose per ottenere vini di assoluta qualità riguardo la produzione delle uve, la vinificazione, le caratteristiche organolettiche ed altro. Le tipologie previste sono: Franciacorta con un periodo minimo di affinamento sui lieviti di 18 mesi, Franciacorta Satén, Franciacorta Rosé con permanenza minima sui lieviti di 24 mesi, Franciacorta Millesimato con sosta minima sui lieviti di 30 mesi, e Franciacorta Riserva con sosta minima sui lieviti di 60 mesi.  La preparazione del vino base può essere ottenuta da una mescolanza di vini di annate diverse (cuvée), per il  millesimato è obbligatorio almeno 85% del vino dell’annata di riferimento. L’imbottigliamento del vino per le operazioni di tiraggio è consentito da 1 febbraio successivo alla vendemmia, il tiraggio è l’ imbottigliamento dei vini base assemblati a cui sono aggiunti  zucchero e lieviti che svolgeranno la seconda fermentazione durante la quale si sviluppa anidride carbonica con conseguente incremento della pressione interna fino al raggiungimento di 6-7 atmosfere. Le uve previste per l’elaborazione del Franciacorta sono Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. Il Franciacorta Satén è un vino blanc de blancs prodotto con solo uve Chardonnay o aggiungendo uve di Pinot Bianco massimo 50% . Il nome è per sottolineare la morbidezza di questo vino che ricorda le sensazioni delicate della seta; questa morbidezza  è dovuta dalla minor pressione in bottiglia ( 5 atmosfere), è fatto obbligo di utilizzare massimo 20 gr/lt di zucchero all’atto della presa di spuma. Il Franciacorta Satén è prodotto per la tipologia di sapore nella sola versione  brut, con un residuo zuccherino nel rispetto dei limiti della normativa comunitaria.

Passiamo all’assaggio dei Franciacorta e ai rispettivi piatti in abbinamento serviti dopo la degustazione:

- Franciacorta Satén 2008 Ferghettina: si presenta di colore giallo paglierino brillante, con perlage fine e persistente; cremoso, con note di frutta candita, pasticceria e confetto. Finale fresco e sapido. Abbinato a un piatto di culatello è risultato armonico.

- Franciacorta Satén s.a. Cavalleri: di colore giallo paglierino carico, brillante, con perlage fine e persistente. Al naso è floreale, elegante e quasi dolce; al palato entra morbido con sentori di frutta esotica e crosta di pane. Il finale è sapido. Si è abbinato egregiamente a un risotto con gamberi e fiori di zucchine.

-Franciacorta Satén 2008 Contadi Castaldi: di un bel colore paglierino  brillante, dal perlage fine e persistente. Al naso si percepisce un bouquet di profumi floreali, di mandorla e fragranza di pane. In bocca si presenta con una buona cremosità e un finale sapido e minerale. Buono l’abbinamento dei tagliolini con punte d’asparagi e crescenza.

- Franciacorta Satén Magnificentia s.a. Uberti: di colore giallo paglierino brillante e con perlage fine e persistente. Al naso escono note fragranti di pane, di mela, di cedro. La spuma è soffice e cremosa ed il finale è quasi equilibrato . Abbinato a un rollatino di tacchino con verdure è risultato armonico.

La serata si è così conclusa con i dovuti ringraziamenti del Delegato Ais Cremona Fabio Bagno al titolare del  Ristorante Rosa Blu, Alberto Sironi per l’ospitalità e accoglienza riservataci e complimentandoci per la bella location, un benevolo apprezzamento  allo chef Invernizzi Gualtiero per l’ottima elaborazione dei piatti, un ringraziamento  al nostro collega Foglio Zaccaria per la sua collaborazione, ai sommeliers  che hanno prestato servizio e contribuito alla bella riuscita della serata, un caloroso grazie a tutti i partecipanti .

 

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