Grüner Veltliner, il principe d’Austria

Insieme a un relatore d’eccellenza, Nicola Bonera, abbiamo scoperto terre e luoghi del Grüner Veltliner, principe dei vitigni austriaci.

Carolina Bertoli

Il Grüner Veltliner rappresenta un terzo della realtà vitivinicola austriaca. L’origine del suo nome è ancora dubbia: in tedesco, infatti, “er” finale è genitivo sassone, quindi la traduzione letterale sarebbe “della Valtellina”. Si pensa che gli sia stato attribuito a causa di scambi commerciali con questa zona, ma nonostante ripetuti studi e ricerche, questa tesi non può essere oggi ancora confermata. L’unico aspetto certo è la sua origine genetica: alla fine degli anni ’90 è stato scoperto che il Grüner Veltliner è figlio di un incrocio tra il traminer e il Sankt Georgen, vitigno ormai quasi estinto e originario della zona centrale dell’Austria. Utilizzato sia in purezza che in assemblaggio, viene macerato anche in contenitori di legno, anche di piccoli dimensioni, le più ricercate delle quali sono quelle del mastro bottaio Stockinger.
Questa varietà è coltivata anche oltre il confine austriaco; in Slovacchia è nota con il nome di Veltlin Zalene o Veltlinske Zelené, e in Ungheria col nome di Veltlini.

Un po’ di storia e legislazione

L’Austria vanta circa 2000 anni di storia vitivinicola, tant’è che già nell’epoca Carolingia si inizia a parlare di “zona di elezione” per i vini, in particolare per quanto riguarda la valle di Wachau, situata in Bassa Austria. Proprio in questa zona, negli anni ’80, si forma il Vinea Wachau Nobilis Districtus, ovvero un distretto di produttori associati al consorzio vini Wachau in netto contrasto con quella che era allora la legislazione tedesca/austriaca. L’obiettivo era quello di produrre vini meno potenti secondo i “vecchi standard”, ma decisamente più eleganti.

I vini sono classificati in tre livelli di qualità: i vini denominati “Steinfeder” – dal nome di un’erba che cresce vicino alle rocce – sono leggeri e fragranti, il loro mosto deve pesare tra i 15 e i 17 KMW o grado babo, Nel caso dei  vini “Federspiel”, termine che deriva dalla falconeria e vuole simboleggiare eleganza e grinta, il mosto deve pesare almeno 17 KMW. I vini Smaragd” hanno come simbolo un ramarro e identificano i vini prodotti solo nelle annate migliori: in questo caso vinificando uve che hanno raggiunto una completa maturazione fisiologica, il mosto deve avere un peso minimo di 18,5 KMW.

Le zone vitivinicole in Austria

Oggi l’Austria del vino si può suddividere in quattro zone: l’area del Danubio, del Weinviertel – che tradotto significa “quartiere del vino” – quella Pannonica ed infine la Stiria. Sono presenti 18 Doc riconoscibili per la bandiera austriaca sulla capsula e sono previste 40 vitigni di cui 26 a bacca bianca e 14 a bacca rossa. In alcune denominazioni possiamo trovare la dicitura DAC (Districtus Austriae Controllatus), che prende come punto di riferimento il concetto già sostenuto dai produttori del distretto di Wachau e rappresenta la nuova disciplina del vino austriaco. Entrata in vigore il primo gennaio 2003, presenta un nuovo sistema di denominazione che differisce in maniera significativa da quello presente in passato in Austria e Germania, e mette in primo piano il luogo di origine dell’uva. I vini, per avere questa denominazione, devono seguire regole precise, dalla produzione alla bottiglia, esattamente come avviene per i nostri vini DOC o DOCG. In passato, invece, l’Austria prendeva come punto di riferimento il sistema tedesco dei “predicati”, non valorizzando però in questo modo la sua produzione, poiché solo in una zona circoscritta, quella vicina al lago Neusiedl, si producono vini passiti e botritizzati.
Nel sistema delle DAC possiamo trovare anche i termini Gebietswen ( vino regionale), Ortswein (vino dei villaggi) e Riedenwein (vino monovitigno) che indicano non solo una determinata zona, ma fanno riferimento anche a un determinato comune, paese o parcella di terreno, in modo equivalente a quello che in Francia chiamano Cru o Grand Cru. L’unica zona che ad oggi non appartiene alla dicitura DAC è la Thermenregion.
Per quanto riguarda le rese, tutti i produttori devono produrre 10 tonnellate per ettaro con una resa massima del 75%, anche se ultimamente hanno cambiato queste misure per contrastare gli effetti del cambiamento climatico che rischia di aumentare in modo troppo rilevante il grado zuccherino a discapito dell’acidità. 

Clima e Terroir

La principale area viticola dedicata al Grüner Veltliner è quella posizionata sul confine orientale del Paese, caratterizzata dal clima pannonico, dove i venti caldi si scontrano, seppur in maniera minima, con quelli freddi provenienti da Nord. Siamo quindi nella Bassa Austria, con le sue quattro zone d’elezione accomunate dal Danubio e i suoi affluenti; il Kamptal con 3600 ettari vitati è caratterizzato da colline molto scoscese dove nella parte più alta si trovano principalmente terreni scistosi, mentre nella piana si accumula il Löss e i suoi vini sono realizzato solo con riesling o con grüner veltliner; il Kremstal, con 2368 ettari vitati; nel Wagram si trovano 2460 ettari vitati e il löss caratterizza la maggior parte del terreno e quindi la DAC da singola vigna non può che essere dedicata a un vino bianco; la Wachau ha 1323 ettari vitati e rese molto basse con la presenza di una percentuale maggiore di Gneiss rispetto alle altre aree citate: qui il clima pannonico inizia lasciare spazio a quello freddo del Nord. 

Quest’area, oltre a custodire al suo interno moltissime micro differenze geologiche, ha una conformazione di terreno che si può suddividere in due macro tipologie: il Löss, sedimento parzialmente alpino formato da uno strato di argilla e sabbie compatte dal colore bruno rossiccio, che lo rende perfetto per la produzione del Grüner Veltliner; lo Gneiss, una pietra scistosa con due versioni differenti, una con più presenza di silice chiamata Ortogneiss, mentre l’altra con più presenza di arenarie chiamata Paragneiss, ed è il substrato più adatto alla coltivazione di riesling Renano, ma non si esclude del tutto anche la presenza del nostro vitigno protagonista che avrà una spiccata nota salina/minerale.

Nicola BoneraLa degustazione

Wachau
Piewald Federspiel Terrassen 2021
Helmut Piewald ha fondato la sua azienda nel 1995. La tenuta è situata nella valle dello “Spitzer Graben”, località vinicola di risonanza mondiale. Questo vino fa solo passaggi in acciaio.
Verdolino luminoso. Sorprende per un naso piacevole ed appagante, inebria subito con note erbacee di salvia ed erba appena tagliata per proseguire con note floreali fresche di fiori di campo, fruttate di mela verde, banana e agrumi per finire con una speziatura pungente di rafano. Il sorso è caldo, intenso ed equilibrato con una nota sapida che invoglia la beva lasciando aromi pepati sul finale.

Wagram
Weingut Ott Fass 4 2021
Terreni molto profondi composti da Löss e ricchi di sedimenti minerali e fossili. Lo stile di Bernhard Ott è caratterizzato da una vendemmia a piena maturità e dall’utilizzo del grappolo intero. Dopo la raccolta l’uva viene pressata e lasciata a contatto con le bucce direttamente in pressa, successivamente il mosto viene travasato in acciaio inox o botti di Stockinger. Il vino viene prodotto con lieviti indigeni e a temperature non controllate.
Di colore verdolino intenso. Se in un primo momento si sentono sentori di mela matura poi si fanno strada nuances più fragranti di agrumi, glicine, salvia e timo seguiti da sbuffi freschi e mentolati. L’assaggio risulta pieno e rotondo, con una giusta contrapposizione tra la parte morbida e quella sapida ottenendo così una grande bevibilità.

Kamptal
Schloss  Gobelsburg Langenlois 2021
Schloss Gobelsburg è da secoli di proprietà dei monaci cistercensi, che qui coltivano la vite da più di mille anni e tutt’ora i sotterranei del castello vengono utilizzati come dimora delle botti e magazzino per le bottiglie perché hanno un clima naturalmente fresco e umido. Affinamento in botte grande da 25 hl.
Naso frizzante di ananas seguite da note floreali ed erbacee di salvia e lemon grass che fanno capolino alla speziatura di pepe bianco, ginepro e zenzero candito. Sorso verticale con la parte acida che lo fa da padrone risulta comunque piacevole, persistono note di tropicali di ananas, mango e frutto della passione.

Wachau
Knoll Smaragd Ried Schütt 2021
È una delle aziende più significative d’Europa. I Knoll hanno contribuito in maniera sostanziale all’ascesa della Wachau tra le zone vinicole più importanti del mondo. 
Verdolino pieno e luminoso. Ti inebria con le sue essenze dolci e piccanti che vanno dalla frutta esotica dell’ananas e della banana, ai fiori bianchi di campo, alle erbe aromatiche di salvia e basilico, per proseguire con il cardamomo e il pepe bianco e finire con panna cotta e tostatura dolce. Pieno, avvolgente ed armonico, stupisce per la sua perfetta sincronia, dove la parte salina fa sempre da padrone lasciando la bocca pulita ma con un retrogusto minerale e fumé.

Wachau
Rudi Pichler Smaragd  Hochrain 2019
Rudi Pichler è passato negli anni, dall’essere un giovane produttore “anticonformista” all’essere annoverato tra i più rappresentativi della Wachau. È stato uno dei primi ad utilizzare barrique al posto delle tradizionali botti austro-tedesche. Dopo una macerazione di 12 ore il mosto fa fermentazione ed affinamento in vasche d’acciao.
Nel colore giallo verdolino fanno capolino timide e brillanti velature paglierine. Intenso e pungente ti avvolge con una nota di liquirizia ed erbe officinali, il frutto frescodel bergamotto, proseguendo con la resina di pino,speziato ed etereo chiude con sentori di cuoio conciato, lisciva e pappa reale. Il sorso forte, potente e saporito lascia una sensazione vellutata che può farlo sembrare quasi tannico ma bilanciato e morbido.

Wachau
Prager Smaragd Achleiten Stockkultur 2019
La forza di Toni Bodenstein risiede nel radicato rispetto per l’ambiente e nella continua ispirazione che la natura gli offre. Il vino viene vinificato in acciaio con 5 mesi sulle fecce fini.
Verdolino con lampi paglierini, luminoso, vivace e scorrevole. Palette aromatica sensuale e affascinante con fiori di sambuco, glicine, menta, salvia e poi ancora nettarina polpa bianca e agrumi dolci proseguendo con erbe aromatiche, elicrisio, rabarbaro, per finire con note di crema pasticcera. Avvolgente, rotondo, fine, fresco e sapido, l’equilibrio perfetto che rende la beva estremamente piacevole ed armonica.