I Premier Cru Classé di Bordeaux: Château Mouton Rothschild

Il vero e proprio tour intrapreso da AIS Brescia all’interno del mondo dei premier cru bordolesi ci porta alla scoperta di Mouton Rothschild. Cinque i vini in degustazione tra cui il prestigioso Château Mouton Rothschild 2011 1er cru classé

Elisa Inselvini

Le serate dedicate ai grand cru di Bordeaux proseguono con questo secondo appuntamento dedicato a Château Mouton Rothschild che si svolto come di consueto nella sede di AIS Brescia venerdì 18 ottobre.

Mouton Rothschild rappresenta l’unico vero strappo alla regola nella storia del classement del 1855 con il suo inserimento, successivo nella prestigiosa classificazione, nel 1973, annoverandolo così tra i 5 premier cru di Bordeaux.

In realtà, il motivo della sua iniziale esclusione fu puramente legato all’estrema giovinezza di uno Château fondato solamente nel 1853 e, pertanto, ancora sconosciuto nel panorama all’atto dell’elaborazione della storica e restrittiva classificazione. Ma già dagli albori questo Château ha posto le basi affermarsi all’interno nell’Olimpo dei vini di Bordeaux divenendo di fatto, nella sua evoluzione, il più rappresentativo del Médoc.

La produzione vinicola della zona si declina quasi esclusivamente sui vini rossi, con il cabernet sauvignon a fare da protagonista. E se questo vitigno è diretto responsabile della struttura dei vini, ad integrare le sue peculiarità ci pensa il merlot, che conferisce finezza e rotondità, il cabernet franc, con le sue note aromatiche e, seppur in minor parte, il petit verdot e il malbec. In particolare il vigneto della famiglia Rothschild è composto da cabernet sauvignon (81%), merlot (15%), cabernet franc (3%) e petit verdot (1%).

La maggior parte dei cru classé si trova su depositi alluvionali gravelo-sabbiosi ricchi di quarzo, con poca ritenzione idrica e caldi, ottimali proprio per il vitigno principe, il cabernet sauvignon. Nelle zone contigue troviamo Saint-Estèphe, caratterizzato da terreni molto drenanti e sottosuoli argillosi che conferiscono al vino un carattere forte, colore intenso, maggiore ricchezza tannica e spiccata acidità. Quest’ultima in particolare risulta determinante per la capacità di invecchiamento di questi vini. I terreni tipici di Pauillac, invece, sono caratterizzati da sottosuoli con strati profondi di arenarie ferrose (alios) che imprimono ai vini opulenza e carnosità. Vini che si prestano a lunghissimo invecchiamento. Infine, Saint-Julien con i suoi terreni composti da Graves della Garonna e un sottosuolo variegato di argille, torba e ciottoli grossi.

La proprietà dello Château è nelle mani della famiglia Rothschild dal 1853. Sarà tuttavia dal 1992 che, l’opera del barone Philippe, uomo dotato di enorme spirito imprenditoriale e creativo, apportò un’impronta di rinnovazione radicale che portò a rivoluzionare e dare grande risalto ad una realtà già prospera come quella aziendale. Sarà proprio a partire da quegli anni che Château Mouton Rothschild cambierà profondamente mediante, non solo la costruzione di una cantina che è già di per sé un progetto unico ed ambizioso con la sua lunghezza di più di cento metri, ma anche attraverso l’ampliamento di appezzamenti vitati cru classé e la costante forza propulsiva nel processo di commercializzazione e distribuzione dei vini.

Lo spirito innovatore ed imprenditoriale del barone Philippe lo portò, inoltre, ad una collaborazione fruttuosa con Robert Mondavi, nella Napa Valley, dalla quale venne concepito il famoso Opus One. Questo carisma, questa voglia di imporsi, ha inciso anche su prospettive sempre più orientate al lusso, coronate nella geniale ideazione della famosa etichetta che, dal 1945, ha decretato un nuovo modo di concepire la degustazione del vino a partire dall’ammirazione per l’arte. Miro, Picasso e Chagall sono solo alcuni tra gli artisti testimonial delle etichette stesse.  Come a sottolineare che Arte chiama Arte.

E questo non è difficile da credere considerato che ogni anno l’etichetta, attraverso la mano di un artista, rende omaggio non solo all’arte pittorica ma anche alla perfetta armonia con un vino esclusivo per poter deliziare la vista, ancor prima del palato, del fortunato consumatore. Fortunato perché non sono certo bottiglie alla portata di tutte le tasche, ma che, per scelta, sono destinabili alle grandi occasioni ed agli appassionati di tutto il mondo. E questa associazione mentale che ormai lega indissolubilmente vino ed arte non ha fatto altro che incrementare il mito di questo Château.

La degustazione

CHATEAU DOMAYNE SAINT ESTEPHE 2015

Dal colore intenso e profondo. All’impatto si esprime nelle note lattiche dello yogurt, ma anche nella tipicità del ribes nero. Un naso dalla complessità aromatica contenuta. Al sorso emerge la speziatura e la buona freschezza. Il tannino è già molto dolce ed elegante.

CHATEAU BRANAIRE DUCRU 2012 SAINT JULIEN

Un naso intrigante e complesso, di grande ricchezza olfattiva. Di primo impatto si esprime come fumoso ed inchiostrato e, a seguire, attraverso una nota lattica di crème caramel. La complessità evolve verso le note salate e al contempo aspre del cappero sottaceto. A seguire il vegetale nei sentori di resina, erbe e muschio. L’ingresso in bocca è impresso dal frutto rosso piccolo e dolce. Un vino che potremmo definire austero, un grande classico che esprime a pieno la sua annata.

CHATEAU GRAND-PUY-LACOSTE 2012

Un vino che esprime in modo deciso la tipicità del vitigno e della zona di produzione, Pauillac. I profumi sono quelli classici e puliti del cabernet sauvignon, in particolare nel pepe, nel peperone e nel lampone. Decisa la nota di confettura di ciliegia e la nota di ribes e frutta nera matura. L’assaggio denota una più spiccata sapidità accompagnata da un tannino asciutto e vigoroso. Un vino che ci fa ritenere darà il meglio di sé nella successiva evoluzione.

CHATEAU PONTET-CANET 2014

La speziatura è quella dolce “da dessert” tipica del pan pepato. Il miele, l’anice, la liquirizia e la cannella. La finezza del vino si esprime anche in successivi sentori floreali. All’assaggio si presenta con un tannino cesellato ed importante è il ruolo dell’acidità che si declina in una percezione di succo e polpa di frutta acidi. L’eccellenza è evidente e richiama la beva.

CHATEAU MOUTON ROTHSCHILD 2011 PREMIER CRU CLASSE

Un vino che si preannuncia subito di grande complessità ed eleganza. Al naso il marzapane e la torta frangipane. A seguire una nota delicatamente salina. I frutti sono quelli scuri del ribes nero e della mora, grafite a seguire. Intrigante nella nota balsamica ben presente che qui si esprime nelle erbe in macerazione dei the, degli infusi e delle tisane. All’assaggio la grandezza di questo vino si esprime attraverso la coerenza e l’integrazione gusto olfattiva tra naso e bocca. Vellutati i tannini e persistente nel finale.