I vini del Vesuvio: esplosioni e lacrime

Con elegante e coinvolgente napoletanità, Ernesto Lamatta, delegato AIS Comuni Vesuviani, nella serata dello scorso 22 Marzo presso la delegazione AIS di Pavia, parlando dei vini del Vesuvio ci ha trascinati in un territorio di antiche leggende, ma allo stesso tempo lirico e di viscerale mediterraneità.

Gabriella Grassullo

Un prezioso contatto con la nostra delegata Elisa Cremonesi, che ci ha dato l’opportunità di conoscere un po’ di più questa particolare zona della Campania. Sia chiaro; nessuno in sala ha pianto o è saltato per aria. No. Secondo la leggenda le lacrime abbondantemente versate sul Vesuvio sarebbero di Gesù, e la colpa è da attribuire al malefico Lucifero che, “scacciato dal Paradiso riuscì a rubarne un lembo, lo condusse sulla terra formando così il Golfo di Napoli. Gesù fu molto addolorato, e dalle sue soavi lacrime sorsero delle viti e un’uva dal sapore angelico: il Lacryma Christi”.

AIS Pavia | I vini del VesuvioEsplosivi invece lo sono i vini, con le viti che allignano sul Vesuvio, sorto da un’antica caldera di 4 km di diametro, su formazioni che risalgono a ben 25 milioni di anni fa, mentre il lembo del Somma vesuviano a 300 milioni di anni fa. Un terreno lavico, molto ricco in minerali, scuro e poroso, fertile e ben drenato. Le prime testimonianze delle presenza della vite risalirebbero al V secolo A.C., ma i Greci, dalla Tessaglia, probabilmente portarono le antiche uve caprettone (coda di volpe) e falanghina per i vini bianchi; il piedirosso e l’aglianico per i rossi, presente anche l’uva catalanesca portata invece dagli Spagnoli. Oltre all’uva, molte sono le produzioni agricole vegetali-fruttifere, dai sapori marcati; tant’è che Napoli divenne a fine 700 la seconda città più popolata d’Europa dopo Parigi.

Dodici vini in degustazione. La cantina Sorrentino con lo spumante Dorè Vesuvio Piedirosso dop, molto fresco, fragrante di bella bevibilità, e Vigna Lapillo Lacryma Christi del Vesuvio bianco 2016 con 8 mesi sui lieviti da uve caprettone, agrumato, sulfureo e iodato, la cantina del Vesuvio con il AIS Pavia | I vini del VesuvioLaryma rosato 2016, fine mentolato ma tagliente, un Lacryma bianco verticale, profondo, lungo. Le cantine Olivella con Lacrima bianco Lacryma Christi del Versuvio bianco 2016, duro, sapido, ma dalla bella chiusura morbida; il Vipt (bevuto) Vesuvio rosso doc 2016 dal monte somma, meno sapido, molto bevibile, fresco, fiori frutta rossa. L’azienda agricola Bosco de Medici con Lavaflava Lacryma Christi del Vesuvio bianco 2016 da caprettone e falanghina, dolce al naso, esotico, lungo dai ritorni di pompelmo, e il Lavarubla Lacryma Christi del Vesuvio rosso 2016, bel frutto, pepe bianco, terso e composto. La cantina Casasetaro con il Munazei Lacryma Christi del Vesuvio bianco 2016, austero, salino e sferzante; Munazei Lacryma Christi del Vesuvio rosso 2016, immediato, bevibile, fresco. Cantina Villa Dora con il Vigna del Vulcano Lacryma Christi del Vesuvio bianco doc 2006, da coda di volpe 80% 6-8 mesi sui lieviti, sulfureo, sapido, tagliente ma sa essere morbido, e il Gelsonero Lacryma Christi del vesuvio rosso doc 2004, da aglianico 85%, un bel tabacco, menta, minerale, liquerizia ed etereo.