I vini della Valle d’Aosta: le eccellenze della regione più piccola d’Italia

Racconti dalle delegazioni
28 novembre 2022

I vini della Valle d’Aosta: le eccellenze della regione più piccola d’Italia

Una serata alla scoperta dei vitigni autoctoni e delle aziende vitivinicole all’avanguardia presenti nella regione più piccola d’Italia. Tra il verde senza confini dei pascoli, castelli incantati e un territorio completamente montuoso

Maria Ruocco

Quando si pensa alla Valle d’Aosta l’ultima immagine che balza alla mente è quella del vino. La mente, in genere, va subito ai leggendari castelli, al Forte di Bart, allo sci, al trekking, al Monte Bianco, alle miniere di Cogne, allo shopping a “Courma”.

Eppure, in questa regione, ai piedi delle imponenti cime delle Alpi, è presente una piccola ma forte identità vitivinicola caratterizzata da varietà autoctone che si sono adattate perfettamente al territorio e che danno origine a vini di grande qualità e carattere.

Giovedi 27 ottobre Alberto J. Levi, presidente di AIS Valle d’Aosta, ci ha accompagnati alla loro scoperta all’interno di una serata di grande approfondimento organizzata da AIS Mantova. Nominato Miglior Sommelier Valle d’Aosta nel 2011, Alberto J. Levi si definisce un “degustatore appassionato”, ed è proprio un racconto appassionante quello che ci ha fatto della sua terra.

Storia e caratteristiche di territorio unico

In Valle d’Aosta la vite è stata importata dai Romani probabilmente già nel I secolo a. C., mentre la traccia più antica che attesti la presenza della viticoltura risale al 1032 e si trova in un atto di compravendita di vigneti. Nel corso del Medioevo la Valle d’Aosta esportava il proprio vino al di là delle Alpi, nel Vallese e in Savoia. Nel periodo napoleonico e nel corso del XIX secolo la superficie vitata era di circa 3.000 ettari. 

Dalla fine del XIX fino alla metà del secolo scorso, la regione fu colpita dalla fillossera, dell’oidio e peronospora.È poi a partire dagli anni 50 del Novecento che si iniziano a cogliere le potenzialità della viticoltura con l’istituzione di quello che è oggi l’Institut Agricole Régional e che grande contributo ha dato alla produzione di vini di qualità della regione. 

Arriviamo così agli anni 70 quando nascono le prime Cantine Cooperative che rivestono un ruolo centrale nella produzione e nella divulgazione dei vini valdostani. Oggi, quelle presenti sul territorio sono pochissime, sei, e a queste si aggiungono però tanti piccoli produttori privati, molto apprezzati per la qualità dei proprio prodotti, che nascono da viti coltivate lungo la valle della Dora Baltea e sulle pendici delle montagne.

Varie zone della Valle risultano assolutamente vocate alla produzione viticola grazie all’esposizione soleggiata del versante settentrionale e a un clima arido, tanto che questo territorio pare sia tra i più aridi d’Europa. Come ci racconta Alberto, la produzione di vini della regione è limitata a soli 400 ettari di vigneto, di cui 70% in montagna, frutto di una viticoltura spesso giustamente definita “eroica”. Qui l’utilizzo della tecnologia, infatti, si scontra con la naturale configurazione del territorio. 

La vocazione vitivinicola del territorio è riconociuta sotto la Denominazione di Origine Controllata Valle d'Aosta - Vallée d'Aoste, declinata in 7 sottodenominazioni di area: Arnad-Montjovet, Blanc de Morgex et de La Salle, Chambave, Donnas, Enfer d’Avrier, Nus, Torrette.

Le principali varietà

Tra le principali varietà allevate si trovano il petit rouge, vitigno a bacca rossa più coltivato della Valle e considerato l’autoctono per eccellenza; il fumin, secondo autoctono più diffuso, ottimo vitigno da assemblaggio anche se oggi sono moltissime invece le aziende che lo vinificano in purezza, utilizzando lunghi affinamenti sia in legno che in acciaio; il picotendro, il nebbiolo locale, vinificato per lo più in purezza e con il quale si producono vini di alta qualità come il Donnas DOC; la prëmetta, che viene coltivata principalmente a Aymavilles, dove si ottiene il famoso vino rosso “Torrette”, infine il vien de nus e il riscoperto vuillermin

Tra i vitigni a bacca bianca, il petite arvine, portato dalla vicina Svizzera, e prié blanc, allevato fino ad altitudini ai limiti della sopravvivenza della vite, da cui nasce il Blanc de Morgex et de La Salle.

In questa regione anche vitigni internazionali come chardonnay, pinot grigio, pinot nero e syrah danno ottimi risultati ed abbiamo avuto modo di appurarlo nel corso della serata.

La degustazione

Alberto ci ha guidati attraverso una degustazione dedicata alla produzione più rappresentativa portata avanti da coraggiosi vigneron, il cui contributo ha dato un impulso importante alla diffusione dei vini della Valle D’Aosta in Italia e all’estero: La Vrille, Rosset Terroir, Les Crêtes e Pellissier.

La prima batteria di bianchi si è aperta con una sorpresa da parte del nostro delegato che ci ha proposto lo Spumante “Grazie mille”, prodotto dall'omonima azienda agricola. 
Certificato biologico e vegano, si ottine con la vinificazione di uve glera. Sfoggia un’ottima personalità, con espressività legate a sentori di pera e grande piacevolezza di bocca supportata da un equilibrio acido-sapido molto gradevole. Un prodotto veramente molto interessante.

 

Vallée dAoste DOC Chambave Muscat 2020 - La Vrille
È ottenuto esclusivamente con muscat petit grain, allevato su terreni prevalentemente morenici. L’affinamento di 8 mesi è in acciaio, con frequenti “bâtonnages”, ulteriore affinamento in bottiglia di 4 mesi. Questo vino si caratterizza per un interessante bouquet aromatico floreale e fruttato, con sentori di albicocca, salvia, timo e pesca, delicatamente alcolico e fresco.

Vallée dAoste DOC Petite Arvine 2020 - Rosset Terroir
Questa petite arvine è allevata a Montjovet su un terreno prevalentemente sabbioso. La fermentazione e l’affinamento avvengono in acciaio. Lo spettro aromatico è floreale e fruttato, con note di gelsomino, mela e agrumi.

Vallée dAoste DOC Petite Arvine 2021 Vigna Devin Ros - Les Crêtes
Particolarmente concentrata e ricca di aromi, questa petite arvine viene coltivata in un solo vigneto nella zona vocata di Montjovet in bassa Valle e famosa per la produzione di qualità. Fermentazione di 12 giorni in acciaio inox con affinamento “sur lies” di 9 mesi. Si caratterizza per note floreali e agrumate ed in particolare fiori bianchi, ginestra e zagara. Al gusto ha un finale persistente.

In chiusura un ulteriore “intruso”: Lazio Passerina IGP Costafredda 2020 dell’azienda Carlo Noro. È ottenuto da uve passerina coltivate su terreni a 400 metri di altitudine dove vengono utilizzati esclusivamente fertilizzanti naturali e decotti delle erbe spontanee della tenuta. 
Di corpo ricco e rotondo con ricordi di albicocca, arance, pompelmo, erbe mediterranee e frutta secca. Persistenza aromatica lunga e piacevole, ben supportata da interessanti note minerali.

Dopo un gustoso intermezzo, la batteria dei rossi:

Vallée dAoste DOP Torrette Superieur 2019 - Pellissier 

Il vino è ottenuto da un blend di 80% petit rouge, 15% fumin e 5% syrah. Tutti i vigneti dell’azienda si trovano a un’altezza compresa tra i 750 e gli 850 metri s.l.m. incastonati tra le rocce, su un suolo povero e prevalentemente sabbioso, caratterizzato da un substrato di rocce carbonatiche con depositi granitici di origine glaciale. Matura in botti di rovere e barriques per 12 mesi. Molto rappresentativo del territorio, è un vino caratterizzato da aromi di frutti rossi e spezie, lungo e di grande equilibrio al gusto.

Vallée dAoste DOP Syrah 870 2019 - Rosset Terroir

Syrah in purezza allevato su terreni sabbiosi, limosi e pietrosi. Fermentazione in acciaio a temperatura spontanea. Macerazione post fermentativa a caldo di 20 giorni, pressatura e affinamento in parte in barriques. Si presenta con sentori di piccoli frutti di sottobosco, con una delicata spaziatura, liquirizia, pepe nero. Tannino ben equilibrato.

Vallée dAoste DOP Fumin 2020 - Les Crêtes

Questo fumin è allevato su un terreno morenico e sabbioso. Vino di grande carattere, uno dei più rappresentativi dell’azienda. Prevede una maturazione di 12 mesi in barriques francesi. Si presenta fruttato, con sentori di mirtilli, sottobosco e piccoli frutti rossi. Al gusto note di vaniglia, ginepro e tabacco, con note di liquirizia sul finale. 

 

Per concludere, un’ultima sorpresa con la degustazione dei vini di Laiolo Reginin. Si tratta di un produttore biologico che dedica la sua attività e i suoi principali sforzi alla ricerca della migliore qualità possibile con il vitigno barbera. 

Spumante Metodo Classico "Lo stravagante

Viene prodotto con sole uve rosse e una permanenza di 36 mesi sui lieviti. All’assaggio esprime forza e vigore ben coniugati con netti sentori di frutta rossa come lampone e ribes. L’ottima struttura e la buona persistenza lo rendono uno spumante “gastronomico”, da provare anche con piatti di carne o salumi come il cotechino o lo zampone di Modena. 

Barbera d'Asti Superiore DOCG "Da Sul" 2019

Prodotto come una volta, con metodi artigianali e uve provenienti da una singola vigna centenaria su terreno composto da tufo bianco, marne ed argille. Macerazione sulle bucce per circa 40 giorni e affinamento per 6 mesi in tonneaux.
Buon corpo con sentori varietali di mora e ciliegia matura, aromi floreali di rosa e violetta seguiti da leggeri sbuffi balsamici di mentuccia. Al gusto è morbido e di grande equilibrio e di rustica tipicità.

Nizza Docg Lai Man 2019
Un Barbera ricco, profumato, sapido ed elegante, ottenuto con una macerazione di 40 giorni sulle bucce e un affinamento in tonneaux da 700 litri di 12 mesi. All’assaggio mostra un’intensa armonia di piccoli frutti rossi, di more e di ciliegia, con un’ottima freschezza, ricordi di cacao e di tabacco dolce. Persistenza aromatica molto lunga, supportata da tannini levigati e da un’intensa mineralità che è perfettamente integrata con le note alcoliche di fondo che armonizzano l’espressività complessiva del vino.

Grazie ad Alberto Levi per averci accompagnati con competenza e passione nella scoperta delle eccellenze di questa regione!