I vini di Fontanavecchia
Da Torrecuso, provincia di Benevento, una serata dedicata da Ais Mantova ai vini dell'azienda Fontanavecchia, condotta da Libero Rillo...
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Libero Rillo, il titolare, ci narra una storia incentrata sul talento e sulla passione contadina, ingredienti fondamentali dei prodotti presentati .
L' azienda imbottiglia dai primi anni '90 ma produce vino da almeno 5 generazioni; da sempre ha creduto nelle potenzialità dei due vitigni autoctoni della zona, l'AGLIANICO e la FALANGHINA (con cui produce la quasi totalità delle referenze che presenta sul mercato) e nelle loro caratteristiche intrinseche che danno vita a grandi vini, strutturati ed importanti, non sicuramente di bassa gradazione, scarsa acidità o pronta beva, come si potrebbe credere specialmente per il bianco, la Falanghina...Anzi!
Quest'uva, più di tante altre, si presta a soluzioni e metodi di vinificazione diversi, la possiamo trovare in versione spumantizzata, oppure come vino fermo e secco adatto all'invecchiamento, o ancora appassita e adatta alla produzione di vini dolci.
Ma passiamo ai fatti, alla degustazione di 4 vini bianchi ed 1 rosè, accompagnati da prodotti gastronomici campani freschissimi portati direttamente da Libero e precisamente: pane tipico leggermente tostato da assaporare con olio di Torrecuso monovarietale prodotto in azienda, piacevolmente piccante ed amarognolo, poi succulenta mozzarella di bufala del Casertano, saporito prosciutto crudo di maiale nero, razza tipica del casertano,animale più piccolo con carne più magra dei maiali nostrani ,e due formaggi, del Caciocavallo e un Pecorino del Taburno di razza laticauda ,con profumo meno invadente del classico. L'arrosto di maiale servito poi con i rossi è invece cucinato come sempre in modo eccellente dallo chef Matteo.
Partiamo dalle bollicine, con un “Nudo Eroico Spumante Falanghina Extra Dry 2008”, Falanghina 100%, vinificata con metodo charmat (3 mesi di rifermentazione in autoclave).Brillante nel calice, esprime piacevolezza all'olfatto con sentori di fiori bianchi e note sfumate di agrumi,specialmente pompelmo. Bocca fresca,giusta sapidità,corpo ed equilibrio si abbina ottimamente con la mozzarella di bufala.
Continuiamo con una falanghina “base”, un ”Taburno Falanghina Doc 2008”, fermentato solo in acciaio per 4 mesi, giallo paglierino tenue,naso complesso di fiori,agrumi, vegetali, note minerali quasi di idrocarburo,supporto acido e minerale importante al palato,spiccata personalità,piacevole e con ottimo rapporto qualità-prezzo,elemento da non trascurare assolutamente.
Il terzo che ci apprestiamo a degustare e' un FIANO in purezza, ”Fiano del Sannio Doc 2008” (fino a qualche anno fa non prodotto a Benevento, in quanto il vitigno predilige normalmente zone sui 400-500 mt) che nasce dall'esigenza di inserire nella gamma un prodotto che soddisfacesse le richieste dei clienti, soprattutto del nord italia. Bel giallo paglierino luminoso, si apre al naso con sentori di fiori bianchi come il tiglio,di agrumi e frutta come mela e pera. A colpirci maggiormente sono però la mineralità e la freschezza molto importanti che percepiamo all'esame gusto-olfattivo, caratteristiche innate nel frutto,più che derivanti dal processo di vinificazione. La filosofia aziendale è infatti preservare le caratteristiche tipiche dei prodotti, che devono essere il più naturali possibile.
Passando al rosè prima di chiudere la rassegna dei bianchi, affrontiamo un “Principe Lotario Spumante rose' BRUT”, vendemmia 2006 (millesimato), da uve AGLIANICO, bellissimo colore di buccia di cipolla ramata,sprigiona sentori di ciliegia, marasca, ribes, rosa canina,e' un rosato ancora una volta espressione coerente del vitigno,con caratteristiche di spiccata mineralità. sempre per questo molto adatto in abbinamento.
Segue il “Beneventano Falanghina IGT 2001”,con il suo colore oro carico brillante,sebbene non sia filtrato né stabilizzato. La frutta fresca lascia il posto qui a frutta matura,all'ananas,ai canditi,alla mandorla,alle note di corteccia,e a quelle dolci del miele. In bocca è morbido,caldo ma allo stesso tempo tornano i sentori olfattivi che si amalgamano ottimamente con freschezza spinta e sapidità. Pai interminabile, equilibrio,armonia,eleganza ed autenticità. Promosso a pieni voti,Luigi Bortolotti lo premia con più di 90 punti,uno dei bianchi migliori che abbia mai assaggiato, e siamo tutti d'accordo di valorizzarlo non come prodotto da tutto pasto ma come vino da meditazione.
Passiamo ai rossi da AGLIANICO in purezza,anche se dopo un vino come l'ultimo degustato rischiano di passare in secondo piano!
“Vigna Cataratte riserva Aglianico del Taburno 2005”(cinque grappoli 2009) e “ Grave Mora Aglianico del Taburno 2004”. Le differenze tra i due stanno nell'impostazione del vino,il primo fatto con uve di una vigna,e' un cru, nel secondo invece si utilizzano i filari migliori di più vigne. Per quanto riguarda la fermentazione, il vigna Cataratte fermenta in acciaio a temperatura controllata per circa 20 giorni, e affina 4 anni di cui 1 in barriques di rovere francese in parte nuove ed in parte usate, il Grave Mora fermenta a temperature più basse per trenta giorni e sosta in botti solo nuove. Nel bicchiere,se osserviamo il colore, sembra più giovane il Grave Mora ,con i suoi riflessi violacei, perchè è più adatto all'invecchiamento e trova il suo equilibrio ottimale minimo dopo dieci anni dall'imbottigliamento. Catrame, goudron, cuoio, note erbacee e di macchia mediterranea, piacevolezza e importante acidità per il primo,sentori di liquirizia, frutta nera, spezie dolci, tannico, fresco e robusto il secondo. Entrambi ottimi prodotti, seppur giovani, complessi, eleganti con notevole corrispondenza gusto-olfattiva, equilibrio e Pai.
Ancora una volta grazie all'Ais abbiamo avuto l'opportunità non solo di degustare grandi prodotti,di confrontarli,di abbinarli con specialità gastronomiche tipiche e da noi introvabili,spendendo poco e godendoci un atmosfera amichevole e conviviale, ma di capirli all'interno del contesto in cui sono stati pensati,voluti,prodotti,sudati da chi, su di loro, ha investito la propria vita. Grazie Libero per queste belle emozioni.
“....Il mio vino ha carne ed ossa e pelle che è profumata di memoria, sapore che avvolge le lingue e risveglia la parola, il mio vino è sangue di questa terra e questa terra è tutto ciò che ho dentro.”
Libero Rillo
L' azienda imbottiglia dai primi anni '90 ma produce vino da almeno 5 generazioni; da sempre ha creduto nelle potenzialità dei due vitigni autoctoni della zona, l'AGLIANICO e la FALANGHINA (con cui produce la quasi totalità delle referenze che presenta sul mercato) e nelle loro caratteristiche intrinseche che danno vita a grandi vini, strutturati ed importanti, non sicuramente di bassa gradazione, scarsa acidità o pronta beva, come si potrebbe credere specialmente per il bianco, la Falanghina...Anzi!
Quest'uva, più di tante altre, si presta a soluzioni e metodi di vinificazione diversi, la possiamo trovare in versione spumantizzata, oppure come vino fermo e secco adatto all'invecchiamento, o ancora appassita e adatta alla produzione di vini dolci.
Ma passiamo ai fatti, alla degustazione di 4 vini bianchi ed 1 rosè, accompagnati da prodotti gastronomici campani freschissimi portati direttamente da Libero e precisamente: pane tipico leggermente tostato da assaporare con olio di Torrecuso monovarietale prodotto in azienda, piacevolmente piccante ed amarognolo, poi succulenta mozzarella di bufala del Casertano, saporito prosciutto crudo di maiale nero, razza tipica del casertano,animale più piccolo con carne più magra dei maiali nostrani ,e due formaggi, del Caciocavallo e un Pecorino del Taburno di razza laticauda ,con profumo meno invadente del classico. L'arrosto di maiale servito poi con i rossi è invece cucinato come sempre in modo eccellente dallo chef Matteo.
Partiamo dalle bollicine, con un “Nudo Eroico Spumante Falanghina Extra Dry 2008”, Falanghina 100%, vinificata con metodo charmat (3 mesi di rifermentazione in autoclave).Brillante nel calice, esprime piacevolezza all'olfatto con sentori di fiori bianchi e note sfumate di agrumi,specialmente pompelmo. Bocca fresca,giusta sapidità,corpo ed equilibrio si abbina ottimamente con la mozzarella di bufala.
Continuiamo con una falanghina “base”, un ”Taburno Falanghina Doc 2008”, fermentato solo in acciaio per 4 mesi, giallo paglierino tenue,naso complesso di fiori,agrumi, vegetali, note minerali quasi di idrocarburo,supporto acido e minerale importante al palato,spiccata personalità,piacevole e con ottimo rapporto qualità-prezzo,elemento da non trascurare assolutamente.
Il terzo che ci apprestiamo a degustare e' un FIANO in purezza, ”Fiano del Sannio Doc 2008” (fino a qualche anno fa non prodotto a Benevento, in quanto il vitigno predilige normalmente zone sui 400-500 mt) che nasce dall'esigenza di inserire nella gamma un prodotto che soddisfacesse le richieste dei clienti, soprattutto del nord italia. Bel giallo paglierino luminoso, si apre al naso con sentori di fiori bianchi come il tiglio,di agrumi e frutta come mela e pera. A colpirci maggiormente sono però la mineralità e la freschezza molto importanti che percepiamo all'esame gusto-olfattivo, caratteristiche innate nel frutto,più che derivanti dal processo di vinificazione. La filosofia aziendale è infatti preservare le caratteristiche tipiche dei prodotti, che devono essere il più naturali possibile.
Passando al rosè prima di chiudere la rassegna dei bianchi, affrontiamo un “Principe Lotario Spumante rose' BRUT”, vendemmia 2006 (millesimato), da uve AGLIANICO, bellissimo colore di buccia di cipolla ramata,sprigiona sentori di ciliegia, marasca, ribes, rosa canina,e' un rosato ancora una volta espressione coerente del vitigno,con caratteristiche di spiccata mineralità. sempre per questo molto adatto in abbinamento.
Segue il “Beneventano Falanghina IGT 2001”,con il suo colore oro carico brillante,sebbene non sia filtrato né stabilizzato. La frutta fresca lascia il posto qui a frutta matura,all'ananas,ai canditi,alla mandorla,alle note di corteccia,e a quelle dolci del miele. In bocca è morbido,caldo ma allo stesso tempo tornano i sentori olfattivi che si amalgamano ottimamente con freschezza spinta e sapidità. Pai interminabile, equilibrio,armonia,eleganza ed autenticità. Promosso a pieni voti,Luigi Bortolotti lo premia con più di 90 punti,uno dei bianchi migliori che abbia mai assaggiato, e siamo tutti d'accordo di valorizzarlo non come prodotto da tutto pasto ma come vino da meditazione.
Passiamo ai rossi da AGLIANICO in purezza,anche se dopo un vino come l'ultimo degustato rischiano di passare in secondo piano!
“Vigna Cataratte riserva Aglianico del Taburno 2005”(cinque grappoli 2009) e “ Grave Mora Aglianico del Taburno 2004”. Le differenze tra i due stanno nell'impostazione del vino,il primo fatto con uve di una vigna,e' un cru, nel secondo invece si utilizzano i filari migliori di più vigne. Per quanto riguarda la fermentazione, il vigna Cataratte fermenta in acciaio a temperatura controllata per circa 20 giorni, e affina 4 anni di cui 1 in barriques di rovere francese in parte nuove ed in parte usate, il Grave Mora fermenta a temperature più basse per trenta giorni e sosta in botti solo nuove. Nel bicchiere,se osserviamo il colore, sembra più giovane il Grave Mora ,con i suoi riflessi violacei, perchè è più adatto all'invecchiamento e trova il suo equilibrio ottimale minimo dopo dieci anni dall'imbottigliamento. Catrame, goudron, cuoio, note erbacee e di macchia mediterranea, piacevolezza e importante acidità per il primo,sentori di liquirizia, frutta nera, spezie dolci, tannico, fresco e robusto il secondo. Entrambi ottimi prodotti, seppur giovani, complessi, eleganti con notevole corrispondenza gusto-olfattiva, equilibrio e Pai.
Ancora una volta grazie all'Ais abbiamo avuto l'opportunità non solo di degustare grandi prodotti,di confrontarli,di abbinarli con specialità gastronomiche tipiche e da noi introvabili,spendendo poco e godendoci un atmosfera amichevole e conviviale, ma di capirli all'interno del contesto in cui sono stati pensati,voluti,prodotti,sudati da chi, su di loro, ha investito la propria vita. Grazie Libero per queste belle emozioni.
“....Il mio vino ha carne ed ossa e pelle che è profumata di memoria, sapore che avvolge le lingue e risveglia la parola, il mio vino è sangue di questa terra e questa terra è tutto ciò che ho dentro.”
Libero Rillo
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