Il Carso: vini tra pietra, Bora e mare
A Magenta una serata dedicata a un territorio ostile, plasmato dalla caparbietà dell’uomo. Paesaggi inaspettati, borghi affascinanti e ospitali, e cantine scavate nella roccia sono il teatro naturale dei territori del Carso.
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Rocce. Questa l’immagine di fondo che percorre la serata. Il nostro pensiero vive di sensazioni e facciamo fatica a raffigurarci la fertilità di un terreno in un contesto tanto duro, difficile e ostile. La sorpresa arriva da Vinicio Zanetti, sommelier, degustatore e relatore della Delegazione AIS Milano che apre la serata organizzata presso la sede di Magenta, portandoci l’emozione di un viaggio di soli pochi giorni prima. Le nostre rappresentazioni mentali cambiano. Le sue parole, i ricordi e gli incontri ci parlano di un territorio meraviglioso, affascinante, che merita di essere scoperto.
Siamo nel Carso e nella sua omonima DOC. Il territorio è compreso tra le province di Gorizia e Trieste. L'area più rilevante, anche per dimensioni, è quella dell'altopiano Carsico. Il terreno, arido e difficile, è composto da rocce calcaree erose nel tempo dall’azione dell’acqua che, penetrando in profondità, ha dato origine a grotte e gallerie sotterranee: il cosiddetto carsismo. La vegetazione si concentra prevalentemente all’interno delle doline, conche formatasi dall'erosione della roccia calcare, dove troviamo il terreno coltivabile. Diversi produttori, con coraggio, investimenti e un lavoro incredibile, hanno letteralmente spietrato alcuni terreni trasportando successivamente la terra dalle doline per impiantare nuove vigne. Il clima alterna periodi piovosi in primavera e autunno al freddo e asciutto d’inverno. La Bora, da un lato penalizzante per la sua forza, dall’altro elimina qualsiasi forma di umidità. Al centro della DOC Carso troviamo le due sottozone Terrano e Terrano Classico. Quest’ultima, dislocata sull’altopiano, è composta da terre rosse. Qui il clima è abbastanza freddo con importanti escursioni termiche e la maturazione dell’uva richiede tempi piuttosto lunghi. I vini si caratterizzano per acidità e sapidità.
La seconda area è quella del ciglione carsico che copre tutta la zona costiera che va da Duino a Trieste. Il suolo è limoso e argilloso, simile al Flysch. Quando piove l'acqua non viene assorbita e scivola via obbligando le radici della vite ad andare molto in profondità a tutto vantaggio di caratteristiche aromatiche raffinate. Il clima, grazie all’influsso del mare, è meno freddo rispetto all’altopiano Carsico. Per contenere il terreno, soprattutto in passato, è stato fatto un importante lavoro di muretti a secco.
Breg è la terza area. Il terreno è simile a quello del ciglione carsico ma il clima è più mite, quasi mediterraneo. Siamo a un passo dal confine e la contaminazione tra Italia e Slovenia è molto forte. L'industrializzazione ha occupato una buona parte del territorio e purtroppo l’aspetto paesaggistico ne ha risentito in maniera negativa. Le caratteristiche della zona si adattano soprattutto alla produzione di vini bianchi.
Sono tre i vitigni identitari del Carso: la vitovska, la malvasia istriana e il terrano.
La vitovska è il vitigno di riferimento dell'enologia del Carso. Inizialmente poco considerata e utilizzata in uvaggio, dal 1978, con la produzione della prima bottiglia, vive una tendenza di continua crescita. Per caratteristiche si presta molto bene alla macerazione e all’invecchiamento. La malvasia istriana si è adattata benissimo all'habitat locale. Vitigno fragile, tutti i viticoltori della zona producono la propria versione. Risulta estremamente secca e longeva. Anche il terrano si è adattato molto bene alle caratteristiche del territorio. È diffuso sia nella zona del Carso sia in quella istriana. Negli ultimi anni si sta facendo un grande lavoro perché da vino considerato modesto possa crescere e ricoprire il ruolo di vino di qualità.
Siamo a fine presentazione. Rimaniamo colpiti e affascinati dalle ultime fotografie scattate da Vinicio nel corso del suo tour enologico. Prima, una vista meravigliosa del paese di Prepotto, dove si concentrano a pochi passi uno dall’altro i principali produttori di vino del Carso. Poi, una serie di immagini scattate all’interno di cantine scolpite nella roccia, un meraviglioso teatro naturale assolutamente imperdibile e da visitare.
La degustazione
Carso DOC Vitovska 2015 – Bole
Siamo a pochi passi da Trieste nel borgo incontaminato di Piščanci. Famiglia di lunga tradizione, i Bole sono stati i primi a lanciare la vitovska sul mercato. Il vino nasce da una fermentazione spontanea con lieviti indigeni, una macerazione molto breve di poche ore e un affinamento di 12 mesi (50% in acciaio e 50% in botti grandi). Allo sguardo cristallino e di colore giallo paglierino. Naso abbastanza intenso con sentori odorosi di frutta matura ed esotica, sfumature vegetali e di erbe aromatiche. Al palato risulta caldo e abbastanza morbido sebbene con l'evoluzione abbia perso un po' in freschezza. Bellissima sapidità e buona persistenza.
Venezia Giulia IGT Vitovska 2015 – Grgic
Siamo nella zona del Breg. Igor Grgič ha ereditato la piccola proprietà agricola dal nonno e l’ha trasformata in un’azienda vitivinicola biodinamica oggi anche agriturismo. Il vino è stato prodotto da una fermentazione spontanea con lieviti indigeni, una macerazione di poche ore e un affinamento di 12 mesi in acciaio. Alla vista cristallino e di colore giallo paglierino con toni dorati. Naso complesso con sfumature di frutta matura ed erbe aromatiche, sentori balsamici e note terziarie. In bocca risulta più morbido e avvolgente rispetto al vino precedente. La sapidità predomina tra le sensazioni saporifere offuscando in parte l’acidità. Risulta migliore all’esame olfattivo rispetto a quello gusto-olfattivo.
Venezia Giulia IGT Malvasia 2019 - Kante
Siamo sull’altopiano del Carso tra i 250 e 400 metri di altitudine in un territorio di terre rosse ricco di calcare. Kante è uno dei produttori più affermati della zona e precursore negli anni ’80 del secolo scorso nell’esaltare il territorio e ad avviare l’opera immane di spietramento. Pratica un’agricoltura convenzionale ma con un uso molto limitato della chimica. Il vino nasce da una fermentazione spontanea con lieviti indigeni e un affinamento totale di due anni a partire da poche settimane in barrique usate di rovere francese per poi proseguire in acciaio. Alla vista cristallino e di colore giallo paglierino. Naso intrigante con profumi piacevoli di pesca sciroppata e di erbe aromatiche, sentori di salvia e di macchia mediterranea. In bocca verticale, moderatamente morbido, fresco e sapido. Sul finale una nota di miele. Come per il vino precedente, risulta migliore all’esame olfattivo rispetto a quello gusto-olfattivo.
Venezia Giulia IGT Ograde 2021 - Skerk
Il produttore sta diventando uno dei personaggi più importanti nel palcoscenico dei vini del Carso. La visita alle cantine scavate nella roccia è un’esperienza indimenticabile. Il vino è un blend di quattro vitigni: vitovska, malvasia istriana, glera e pinot grigio che vengono vinificati separatamente. Affinamento sulle fecce fini per 12 mesi in botti di legno grande. Alla vista leggermente opaco e di colore ramato di buccia di cipolla. Il naso è intenso e complesso. Il bouquet esprime note agrumate di pompelmo, profumi di erbe aromatiche e vegetale. In evidenza un sentore mielato. All’assaggio risulta abbastanza morbido, fresco, moderatamente tannico e molto persistente. In evidenza una bella sapidità. Vino pronto con davanti un'importante evoluzione. Il punteggio è molto alto, tra i 90 e 91 punti.
Venezia Giulia IGT Terrano 2016 - Kante
Il vino nasce da tre settimane di macerazione e affinamento di 36 mesi. L’imbottigliamento è stato effettuato senza filtrazione. Colore rubino con riflessi granato. Al naso risulta abbastanza intenso e abbastanza complesso. Emergono sentori di frutti di bosco, note speziate e vegetali e una leggera traccia ematica. In bocca è caldo, abbastanza morbido, fresco e sapido. In evidenza una piacevole setosità tannica. Il vino risulta equilibrato e maturo.
Carso DOC Terrano 2014 - Castelvecchio
Siamo a Sagrado nel Carso Goriziano. Castelvecchio è una delle aziende vinicole più grandi della zona, di proprietà lombarda, situata in una magnifica villa palladiana. Il vino non ha fatto fermentazione malolattica per mantenere la spigolosità del terrano e affina 9 mesi in acciaio. Colore rosso rubino. Al naso risulta abbastanza intenso e abbastanza complesso. Emergono sentori di frutti di bosco e note ematiche caratteristiche di questa tipologia di vino. In bocca risulta poco equilibrato forse dovuto a un’annata, il 2016, particolarmente difficile. Dominano le durezze e in particolare un’acidità molto spinta. Nonostante ciò, il vino risulta comunque piacevole.