Il futuro della Valle d'Aosta e la viticoltura dei Giovani Vignerons
Racconti dalle delegazioni
13 gennaio 2025

Consapevolezza e rispetto delle proprie origini sono il punto di partenza di un gruppo di giovani vigneron che vogliono guadagnarsi un ruolo di primo piano nel futuro della viticoltura nella “loro” Valle d’Aosta. A Magenta AIS Milano ospita tre viticoltori valdostani, guidati dal sommelier Altai Garin
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La Dora Baltea, che segna il territorio valdostano, ha cambiato il suo abituale corso sconfinando fino alle porte di Milano e abbracciando, con un’ondata di energia e passione, i partecipanti alla serata organizzata presso la sede distaccata di Magenta di AIS Milano. Le cause non sono da ricercarsi nel cambiamento climatico, ma nella vitalità di tre giovani viticoltori valdostani – Matthieu Betemps, Nicole Charrère e André Pellissier – giunti nel comune dell’hinterland milanese a bordo di un furgone carico di bottiglie di vino, sogni, convinzioni e aneddoti da raccontare. Con loro, nella duplice veste di relatore della serata e promotore dell’iniziativa, Altai Garin, anche lui “autoctono” d’Aosta, sommelier, degustatore ufficiale e relatore AIS.
Altai, con la consueta efficacia comunicativa, traccia una panoramica della Valle d’Aosta tratteggiandone le caratteristiche principali. Ma è ai giovani viticoltori che vuole regalare la scena. Li accompagna nel corso di tutto l’evento aiutandoli a sostenere il palcoscenico senza oscurarne la visibilità e l’attenzione che meritano.
Il progetto nasce nel 2016 dall’unione di un gruppo di giovani vigneron valdostani con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il proprio territorio e la propria cultura, comunicando al mondo la storia e la passione, l’impegno nel proprio lavoro e la qualità dei vini prodotti. Ci si confronta, si condividono conoscenze, esperienze e nuove idee e, non per ultimo, ci si diverte insieme. Da qui la partecipazione a diversi eventi tra cui un primo nel 2017 presso la sede AIS di Milano, quella odierna e un futuro proiettato verso nuovi appuntamenti in altre sedi AIS lombarde.
Il primo a presentarsi è Matthieu Betemps. La sua giovane età – è nato nel 1997 – e un viso simpatico sempre pronto al sorriso creano subito la giusta empatia. La sua azienda vitivinicola nasce nel 2017 con 2 ettari di vigneto che da qualche anno lo impegnano a tempo pieno. Si estendono nei dintorni del comune di Saint Christophe dov’è anche situata la sua piccola cantina. Oltre che con passione, Matthieu lavora la sua terra con grande attenzione alla natura, concimazione solo organica, meno interventi possibili in cantina dove vengono utilizzati lieviti indigeni per valorizzare terroir e annata. Parla con orgoglio di un vitigno eletto a simbolo e compagno di vita, la petite arvine, che trova la massima espressività nel territorio valdostano capace di esaltarne mineralità e acidità. «Vedere la tua uva che si trasforma in vino ti ripaga di ogni sacrificio». Così Matthieu conclude la sua presentazione invitandoci a degustare il suo primo vino.
Petite Arvine 2023 - Matthieu Betemps
Fermentato in acciaio. Colore giallo paglierino carico. Impattante al naso per complessità aromatica giocata su una parte dolce di frutta matura e tropicale, e una amaricante. In bocca si manifesta la grande potenzialità della petite arvine. In evidenza l’acidità (nonostante la vendemmia a ottobre inoltrato), alcol, corpo e densità. Un vino di carattere con una bella lunghezza giocata sulle erbe aromatiche. Un bianco strutturato che può sostenere anche piatti importanti. Per Matthieu, ideale come aperitivo con un piatto di salumi.
Di Nicole Charrère colpiscono fin da subito la simpatia e la sua voglia di comunicare. Già a nove anni è in vigna con papà Danilo. Insieme conducono l’azienda vitivinicola Le Clocher, che si estende su quasi cinque ettari. Siamo poco lontani da Aosta, a Jovencan sulla Route des Vins, in un paesaggio da sogno circondato dalle montagne più alte d'Europa. Otto i vitigni coltivati e una produzione che conta 12 etichette (la prima del 2003) diversificate per tipologie di vinificazione. 35.000 le bottiglie prodotte. «Con orgoglio», sottolinea Nicole, «in azienda siamo solo in due: io e papà, papà ed io». La viticoltura è di tipo convenzionale con il massimo rispetto e amore per le vigne che la famiglia lavora da più di trent’anni. Inizialmente la vinificazione avveniva solo in acciaio. Poi, da una scommessa lanciata da Nicole al papà, un primo utilizzo del legno con il vitigno petite arvine. «Un po’ di innovazione ci vuole», sottolinea Nicole, «ma per sapere dove andare devi ricordarti da dove sei partito. Se oggi sono qua è per il lavoro e i sacrifici che papà ha fatto prima di me». Ci lascia alla degustazione del suo vino con un’ultima frase: «Oggi non solo bevete un bicchiere di vino ma state ascoltando la storia di una famiglia che crede nel proprio lavoro e vive di questo».
Cornalin 2023 - Le Clocher
Il cornalin, da sempre presente in Valle d’Aosta, non è un vitigno alla moda ma ha trovato in questo territorio una sua bellissima espressività e una buona popolarità grazie alla spiccata acidità e mineralità. Ha una capacità evolutiva molto interessante e una bella componente aromatica che lo fa accostare al dolcetto. Colore rubino trasparente. Al naso emergono note di frutto maturo rosso e una venatura amaricante quasi acerba. Ma è in bocca che racconta la sua grande potenzialità. Spicca per acidità, ma è la salinità che in questo caso raggiunge la sua massima espressività. Il tannino, per caratteristiche del vitigno, ricopre un ruolo di secondo piano. Versatile per abbinamento sia come aperitivo che per un pranzo settimanale non impegnativo.
È sempre bello incontrare persone che, sfidando la propria naturale timidezza, salgono su un palco e affrontano un pubblico numeroso. André Pellisier è una di queste: crede nel proprio lavoro e ha tanta voglia di raccontarlo. La sua omonima azienda vitivinicola ha sede a Saint-Pierre, a pochi minuti dal comune di Aosta. Tre ettari vitati dove, per le caratteristiche del territorio, si producono unicamente vini a bacca rossa sia autoctoni (su tutti petit rouge e fumin) che internazionali (syrah e pinot nero). Sette le etichette attualmente a catalogo.
L’approccio alla viticoltura lo deve alla famiglia. Il bisnonno possedeva una piccola vigna di 1.000 metri nella zona più storica delle «Torrette». Prima abbandonata e poi ripresa dal papà che la coltiva per hobby conferendo le uve ad altri produttori. All’età di 15-16 anni, con le prime esperienze in vigna, nasce in André la passione per la viticoltura. Nel 2017 arriva la decisione di vinificare in proprio. Tutt’ora l’azienda non ha una cantina di proprietà e si appoggia a un produttore vicino.
Fumin 2022 - Pellissier
Il vitigno fumin ha una durezza intrinseca, un tannino deciso e una spiccata acidità. Se si ha la pazienza di attenderlo, raggiunge ottimi risultati qualitativi. Il passaggio in legno aiuta a ottenere una beva inziale piacevole, nonostante la giovane età. Colore rosso rubino cupo. Il naso gioca su una componente di dolcezza di frutti di bosco e una componente speziata data dalla barrique. In bocca il tannino risulta nobile e intrigante. Buone la morbidezza e la rotondità. Sapido, ma ciò che colpisce di più è la sua marcata acidità.
La serata si conclude con una degustazione di vini da petit rouge in purezza che i tre produttori propongono nella versione che più sentono propria.
Torrette 2023 - Matthieu Betemps
L’idea di Matthieu è di un vino giovane senza fronzoli che arrivi diretto. La fermentazione è in acciaio, il colore rosso rubino. Il naso risulta un po’ contratto e necessita di tempo. Predomina la parte floreale di geranio e di erbe aromatiche. In bocca spicca per acidità e mineralità. Il tannino risulta delicato. Un’ottima interpretazione di Torrette base.
Torrette Supérieur 2023 - Le Clocher
Le uve sono raccolte da vitigni diversi per anzianità. Vinificato in acciaio, passaggio successivo in botte per una parte del vino e nuovo assemblaggio in acciaio. Colore rosso rubino. Come il precedente, al naso risulta un po’ contratto, ma con grandi prospettive evolutive. In evidenza la componente fruttata di prugna e fico. Il passaggio in legno regala sentori di torrefazione e cacao amaro. In bocca risulta equilibrato con la parte salina in evidenza.
Sancto Petro 2022 - Pellissier
Dopo un mese di appassimento delle uve il vino matura in barrique. Naso complesso dove emergono note floreali di rosa, fruttate di ciliegia e fragola in confettura, speziate di chiodi di garofano. A chiudere cacao, caffè e una leggera sensazione di pipa. In bocca risulta denso e spicca per acidità.
Come da apprezzata consuetudine a Magenta, la serata si conclude con una cena a base di piatti tipici valdostani particolarmente apprezzati da tutti gli ospiti. A tavola, nuovamente accompagnati dai vini precedentemente degustati, si continua a respirare la passione e l’energia che contraddistingue questo gruppo di giovani “vigneron” valdostani. Si fa tardi. Chissà se rientreranno subito a casa o preferiranno dormire nel proprio furgone. Loro sono così. D’altronde si può sognare ovunque.