L’Italia e lo chardonnay: una lunga storia d’amore
Racconti dalle delegazioni
27 giugno 2025

È in fase di svolgimento presso la sede di AIS Brescia il master su uno dei vitigni a bacca bianca più diffuso, presente in tutto il Mondo: lo chardonnay. Al timone di queste tre serate speciali c’è Nicola Bonera, capace di offrire sempre numerosi spunti di riflessione. Nel corso della seconda serata il focus è stato sulle migliori espressioni italiane.
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Quando si parla di chardonnay, istintivamente la nostra mente collega questo vitigno alla sua aura internazionale: tra i più adattabili e versatili ma anche fra i più amati e apprezzati a livello mondiale, capace di “ambientarsi” bene in luoghi geograficamente molto differenti fra loro per posizione, altitudine, clima, territorio, sistemi di allevamento e numerose altre variabili relative alle condizioni pedoclimatiche che ne ampliano le possibilità di personalizzazione, realizzazione e produzione. Il panorama di sfaccettature e sfumature sullo chardonnay si amplierebbe notevolmente se dovessimo prenderne in considerazione le sue espressioni nei vari assemblaggi – oggetto di molteplici denominazioni – o le sue innumerevoli versioni con bollicine; la nostra attenzione si focalizzerà invece sulle sue espressioni in purezza, non spumantizzato.
California, Sudafrica, Argentina, Cile, Italia, e poi ancora Francia – terra da cui prende i natali – Australia, Nuova Zelanda sino ad arrivare alla Repubblica Ceca o alla Slovenia: la sua amplia diffusione non è soltanto frutto della sua versatilità ma è soprattutto dovuta al fatto che, ovunque è stato impiantato, non solo è riuscito ad attecchire senza troppa fatica ma soprattutto ha attirato una grande attenzione su di sé, raccogliendo il consenso di un vasto pubblico di amatori e professionisti che continuano ad amarlo e apprezzarlo.
Gli “chardonnay lovers” sono molto numerosi anche presso la sede di Ais Brescia dove, grazie alla speciale guida di Nicola Bonera, è in corso di svolgimento un master dedicato interamente a questo vitigno internazionale: un viaggio iniziato lo scorso 6 giugno che si concluderà il 27 giugno.
In questo articolo vi racconteremo la serata dedicata ai più importanti chardonnay presenti in Italia: attraversando da nord a sud il nostro Bel Paese, scopriremo e degusteremo le migliori espressioni dei vari territori.
Lo chardonnay in Italia
Da quanto emerge da ricerche e dati storici, pare che lo chardonnay in Italia abbia toccato come primo suolo quello piemontese - nello specifico la zona del Monferrato - nel 1819 grazie a Filippo Antonio Maria Asinari di San Marzano che lo importa dalla Francia con il nome di “Montrachet”. Solo dopo alcuni decenni, nel 1850, Giovanna d’Asburgo lo trapianta in Alto Adige mentre nel 1900 lo troviamo anche in Trentino: è qui che Giulio Ferrari ne intuisce le grandi potenzialità e inizia a utilizzarlo per realizzare i primi spumanti italiani rifermentati in bottiglia, dando vita alla tradizione del Metodo Classico nel nostro Paese.
Successivamente lo chardonnay inizierà ad attecchire anche nel centro Italia: in Toscana nel 1920 giunge grazie agli Antinori. Sarà sempre in questa regione, per mezzo di un’altra grande famiglia vitivinicola, che nel 1973 farà un’ulteriore “upgrade”: la prima versione di vino bianco con affinamento in legno, il “Benefizio” di Frescobaldi.
Da lì in poi la sua ascesa nel territorio nazionale sarà pressoché ininterrotta e continua sino ai giorni nostri: in ogni regione d’Italia esiste almeno qualche impianto di chardonnay.
Tra le regioni con meno ettari vitati figura la Liguria, che già di per sé ha un territorio vitivinicolo limitato, così come la Basilicata; discorso a parte per la Valle d’Aosta, regione in cui, nonostante i pochi ettari vitati, lo chardonnay riesce comunque ad esprimersi con interessanti risultati.
La parte del leone in termini di quantità – ma anche di qualità - la fanno sicuramente la Lombardia, il Trentino, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Sicilia seguiti da Toscana e Piemonte.
Caratteristiche principali
Dai profumi più agrumati a quelli tipici della frutta tropicale passando per note di caramello, burro e ancora lo speziato della vaniglia o la mineralità che emerge grazie anche al sentore di pietra focaia: il ventaglio di descrittori è molto ampio proprio perché variegati sono i territori in cui viene prodotto e molto differenti le interpretazioni che ogni produttore decide di realizzare prevedendo o meno l’uso del legno o dell’acciaio.
Anche la fermentazione malolattica è una tecnica che contribuisce ad influenzarne i marcatori: utilizzata soprattutto quando è previsto l’affinamento in barrique per convertire l’aggressivo acido malico nel più tenue acido lattico, permette al vino di ottenere una piacevole morbidezza.
La Degustazione
Con Nicola Bonera ci siamo divertiti nel trovare per ogni vino un aggettivo che potesse in qualche modo rappresentare e caratterizzare ogni singolo assaggio; li troverete al termine di ogni degustazione, come parola simbolo di ognuno di questi otto chardonnay.
Sebino Chardonnay IGT Setticlavio 2023 – Muratori 13.5%
Con il primo calice giochiamo in casa: siamo in Franciacorta, nel comune di Adro, territorio dai suoli profondamente morenici. Il nostro vino svolge la fermentazione in acciaio e poi affina in legno per 9 mesi.
Al naso risulta molto piacevole con sentori di burro e caramello; emerge la componente fruttata e si percepisce anche un accenno di speziatura e balsamicità. Al palato risulta molto scorrevole, semplice ma efficace con una buona freschezza, guadagnando in piacevolezza ad ogni assaggio; sicuramente si esprime meglio in bocca che all’olfatto. CRISTALLINO
Friuli Isonzo DOC Chardonnay 2022 – Vie di Romans 14.5%
Ci spostiamo nel territorio friuliano, nella zona DOC Isonzo, sulle terrazze denominate Rive Alte.
La fermentazione di questo vino dura 23 giorni, segue l’affinamento sui lieviti per circa 8 mesi in barrique e successivi 9 mesi in bottiglia.
I sentori in questo caso sono molto differenti: si passa dalle note fruttate di passion fruit e fragoline di bosco al vegetale che ricorda quasi l’asparago passando per i sentori burrosi, presenti non per la malolattica ma come normale evoluzione aromatica del vitigno, tipica quando c’è passaggio in legno. La componente vegetale spicca più al naso che al palato dove invece sarebbe apprezzabile avere un finale più rinfrescante; l’alcolicità è ben in evidenza, lungo e persistente sul finale. INTRIGANTE
Valle d’Aosta DOP Chardonnay Cuvée Bois 2022 – Les Cretes 13.5%
Dal Friuli Venezia Giulia arriviamo in Valle d’Aosta: con i suoi suoli morenici e il clima alpino saliamo in quota, dai 600 agli 800 mt slm, per degustare quello che potremmo definire uno chardonnay montano.
Fermenta in botti di rovere francese - per metà nuove e metà di secondo riempimento - da 300 litri, segue l’invecchiamento "sur lies" per 12 mesi con bâtonnage settimanale. L’affinamento in bottiglia è di 12 mesi.
Dai sentori molto floreali e da note agrumate riconducibili al cedro nonché banana e pera non troppo mature; il passaggio in legno è abbastanza marcante anche all’olfatto. In bocca è ricco, quasi tannico, con un finale amarognolo; sul finale è molto avvolgente. RASSICURANTE
Alto Adige DOC Vigna Castel Ringberg 2022 – Helena Walch 13.5%
Anche in questo caso le altitudini non mancano trovandoci all’interno dell’areale del lago di Caldaro in un vigneto posto tra i 330 e i 400m slm.
A fine fermentazione il vino viene lasciato sui propri lieviti e sottoposto settimanalmente al bâtonnage per 6 mesi; successivamente affina per 10 mesi in barrique e per ulteriori 6 mesi in acciaio.
Dal sentore agrumato ed esotico, si caratterizza per note fruttate di mandarino ma anche floreali e vegetali di acacia e tiglio; l’uso del legno conferisce una buona speziatura e lascia emergere maggiormente anche la frutto a guscio, in special modo mandorle e nocciole non tostate. In bocca ricorda molto lo stile borgognone con una nota cremosa e una bella sapidità, sul finale è lungo e fresco. MAGNETICO
Sebino Chardonnay IGT Selva della Tesa 2019 Ca del Bosco 13.4 %
Torniamo in Franciacorta con il quinto assaggio in una delle cantine simbolo di questo areale, situata fra Provaglio d’Iseo e Passirano; il 2019 è la prima annata in cui questo chardonnay cambia nome, prendendo quello della vigna da cui viene realizzato.
Il vino fermenta in botti di rovere per almeno 9 mesi e anche in questo caso il bâtonnage è settimanale, viene svolta anche la fermentazione malolattica; l’affinamento in bottiglia è di almeno 3 anni e 6 mesi.
Al naso la nota di agrumi e frutta matura è ben presente, emerge anche un piacevole sentore balsamico; nel complesso si evince una bella evoluzione. Al palato spicca una buona sapidità mentre manca un po' di freschezza in quanto ha raggiunto la fase massima della sua evoluzione; l’uso del legno è ben dosato e mai invadente. FUORI DAL TEMPO
Toscana IGT La Pietra 2022 – Tenute del Cabreo 13.5%
Iniziamo a dirigerci verso il centro Italia facendo sosta in Toscana degustando quello che per primo riceve l’appellativo di vino “supertuscan” con uvaggio bianco da chardonnay.
La fermentazione inizia in acciaio con successivo travaso in legno a metà processo; matura poi in tonneau di rovere francese da 5 hl (50% nuovo e 50% di secondo e terzo passaggio) per almeno 24 mesi prima dell’affinamento in bottiglia.
Al naso emerge la nota burrosa con un bell’accento balsamico, sentori fruttati di banana nonché di pasticceria con accenni di pasta frolla, delicato ma elegante. In bocca si caratterizza per una buona freschezza e una leggera asprezza sul finale che chiude ammandorlato. SCULTOREO
Umbria IGT Cervaro della Sala 2022 – Castello della Sala Marchesi Antinori 13.5%
Restiamo nella parte centrale della Penisola spostandoci in Umbria: qui, tramite i Marchesi Antinori, l’enologo Renzo Cotarella nel 1985 crea la prima annata di questo vino che ha al suo interno anche una piccola parte di ghechetto.
La maturazione si svolge in barrique dove avviene anche la fermentazione alcolica per 6 mesi seguita da una parziale fermentazione malolattica. Successivamente lo chardonnay è pronto per essere trasferito in acciaio per unirsi con il grechetto che invece viene vinificato separatamente in assenza di legno; affina poi in bottiglia per 10 mesi.
Dalla degustazione olfattiva si percepisce una presenza fruttata molto presente e ben variegata che va dall’agrume sino alla frutta esotica; piacevole anche la componente floreale di fiori bianchi che ricordano tanto la ginestra. Al palato ha una bella rotondità e una notevole persistenza; molto lungo sul finale e con ottime prospettive di invecchiamento che lo renderanno ancora più complesso. L’ESSENZIALE
Sicilia DOC Vigna San Francesco 2022 - Tenuta Regaleali 13%
Chiudiamo il nostro excursus nella regione più a Sud d’Italia, a Palermo, all’interno della Tenuta Regaleali del Conte Lucio Tasca d’Almerita che impianta lo chardonnay già nel 1985 da barbatelle borgognone.
Il vino fermenta in botti di rovere francese per poi affinare sempre in tonneaux di rovere da 350 litri - per il 70% nuovo e 30% di secondo passaggio - per almeno 8 mesi.
Al naso l’uso del legno non è percettibile, emerge piuttosto in maniera preponderante la componente fruttata esotica e agrumata con banana e cedro, molto fine ed elegante. In bocca è molto piacevole, arriva in modo lento e pacato, quasi con garbo. NOBILE