Lo champagne di Daniele Zamuner

L'Ing. Zamuner, grande appassionato di spumanti di matrice francese, nel 1980 importò dalla terra d'Oltralpe alcune barbatelle di Pinot Noir e Meunier con l’intento di coltivarle a Sona, in provincia di Verona...

Andrea Bonesi e Monica Mirandola

Serata all’insegna della convivialità al ristorante Edelweiss di Castel d'Ario (Mn) quella trascorsa con l' Ing. Zamuner, grande appassionato di spumanti di matrice francese, che nel 1980 importò dalla terra d'Oltralpe alcune barbatelle di Pinot Noir e Meunier con l’intento di coltivarle nella propria azienda situata a Sona (VR).
Una degustazione quindi insolita sia per i vitigni impiegati che per la zona produttiva non certo famosa per le bollicine; l'approccio richiesto è inusuale in quanto non dobbiamo cadere nell'errore di fare confronti con spumanti nostrani bensì direttamente con gli Champagne.

Nell'Azienda Agricola Zamuner si coltivano in totale 6 ha di superficie collinare tra vite (5 ha) e olivo (varietà Frantoio, Majolo e Leccino) in terreni argillosi e calcarei di origine morenica dove la forma di allevamento utilizzata è il guyot con un'alta densità d'impianto (4.500 piante/ha) abbinata ad una bassissima resa (ca. 70 q.li/ha).
Zamuner ammette di aver subito da sempre il fascino del Pinot Nero per la sua personalità e per l'imprevedibilità del suo carattere scontroso, che fanno diventare ogni vendemmia una vera e propria scommessa. Il suo progetto dura da 30 anni ed è meritevole di grande rispetto per il coraggio dimostrato nel proporre vini che i consumatori inizialmente hanno avuto difficoltà a comprendere e soprattutto per la personalità che ha saputo trasmettere ai suoi prodotti. Da qui la scelta di utilizzare la medesima liqueur d’expedition per tutti i Brut, in modo da far emergere le differenze di ogni annata esaltando la purezza del frutto senza manipolarne eccessivamente le caratteristiche (al contrario di chi, spesso, per motivi commerciali, cerca in cantina di dare uniformità e continuità ai propri prodotti). L'esperienza e la passione di Zamuner portano alla creazione di spumanti (ovviamente Metodo Classico) unici nel panorama vitivinicolo italiano che ci apprestiamo ad assaggiare ,insieme a salame “Strolghino” e Parmigiano Reggiano invecchiato 36 mesi :

Cuvee brut 2005 ( Pinot nero 60% e Chardonnay 40%) : prodotto voluto da Zamuner per rispondere ad esigenze di mercato e scelto qui da Bortolotti per la sua similitudine allo “Spumante italiano” e per avere una base di confronto con le successive Riserve nelle quali viene fatto largo utilizzo di Pinot Meunier (vitigno che conferisce mineralità importante ai vini). Splendente e brillante il colore, fine il perlage, si apre al naso con delicati frutti bianchi, nota vegetale elegante tipica del pinot nero, lievi sentori agrumati. Al palato è morbido, spiccano freschezza e mineralità che vivacizzano il finale in cui tornano le note vegetali percepite al naso. Prodotto dalla piacevolezza immediata e di facile comprensione.

Seguono le Riserve composte da 70% Pinot Nero, 20% Pinot Meunier, 10% Chardonnay che degustiamo non nel consueto ordine cronologico ma in base alla loro espressività:

Brut Millesimato Riserva “Villa la Mattarana” del 1996: dodici anni sui lieviti conferiscono un colore quasi dorato, “mielato” All’olfatto ha un impatto notevole ma non caratterizzato solo dai sentori dei lieviti come solitamente accade quando ci si accosta ad uno spumante, bensì dalla perfetta fusione di questi ultimi con le note minerali e d'agrumi. Emerge il fruttato di arancia, mela e albicocca ed un finale con note eteree, di gomma e sottobosco. Al palato è vellutato ed elegante; entra morbido ma permane per molto tempo in un susseguirsi di note fruttate e minerali molto fini.

Brut Millesimato Riserva “Villa la Mattarana” del 2000. Paglierino carico, è corredato da profumi di fiori e frutti (maggiori rispetto al base 2005) che tornano con evidenza anche al palato. Rimane la nota minerale tipica del Pinot Meunier. In abbinamento con l'antipasto si dimostra il più azzeccato, anche se un formaggio complesso come un Parmigiano stagionato necessiterebbe vini più morbidi che effervescenti!

Brut Millesimato Riserva “Villa la Mattarana” del 1989. Quasi vent’anni di permanenza sui lieviti sono veramente molti (infatti una bottiglia è ossidata); ma da quelle buone escono un’eleganza molto sfumata ed un’inaspettata (per l’età) freschezza. Olfatto giocato sulle note erbacee del Pinot nero e, come per i campioni più giovani, sulla perfetta fusione tra lieviti e frutta bianca come banana, pesca, ananas. In bocca emergono anche sentori di lacca e gomma. La notevole mineralità caratterizza anche questo vino e gli permette di reggere un tale invecchiamento..E' ormai maturo ma ancora di grande armonia.

Arrivano sulle nostre tavole delicatissimi tortelli con ripieno di Bagoss che si abbinano perfettamente al “Villa Mattarana” del 2000.

A seguire:

Brut Millesimato Riserva “Villa Mattarana” del 1998: rapisce l’olfatto con iniziali note di bergamotto che poi si rincorrono evolvendo in caucciù, sandalo, legno esotico. Al palato c’è perfetta corrispondenza con quanto percepito dalle narici ed impressiona la grande armonia.

Brut Millesimato Riserva “Villa Mattarana” del 1990:...cerebrale più che da abbinamento... Grandissima personalità, sentori di frutta secca (nocciola) e freschezza agrumata che ci accompagna a lungo non nascondono la lunghissima permanenza sui lieviti. Grandiose l'acidità e la mineralità che si fondono in un equilibrio veramente ammirevole che impressiona tutti. Sicuramente il miglior vino degustato.

Brut Rosè Riserva “Villa la Mattarana” del 2000 (80% Pinot Nero, 20% Pinot Meunier): vino più immediato e comprensibile che, a differenza dei precedenti, sprigiona profumi di crosta di pane, brioches e di caramella inglese che si incrociano con quelli di frutta (mirtillo, ribes, lampone) ed i fiori (viola, buganville). In bocca è maturo e piacevole.

Viene servito il secondo piatto, polenta morbida con purea di ceci al Lardo di Colonnata e Cotechino mantovano, piacevole e succulento ma a nostro avviso troppo strutturato e “ ruspante” per sposarsi con la delicatezza degli spumanti.

Finale in dolcezza con una squisita torta di mele che abbiniamo ad un Demisec 2002 (Pinot Nero 70%, Chardonay 20%, Pinot Meunier 10%): colore sfavillante, affascina con note di mela cotogna, e stupisce per il buon equilibrio tra morbidezza ed acidità.

Non ci capita spesso di degustare spumanti particolari, di così lungo invecchiamento, oltretutto proposti a prezzi sicuramente accessibili ( fattore tutt'altro che trascurabile al giorno d'oggi...) e per questo ringraziamo l'Ais di Mantova e l'Azienda Zamuner.

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