Madeira, storia dell'incredibile vino che arriva dai Tropici

Madeira, piccola isola e antica colonia portoghese al largo delle coste africane, con un clima subtropicale, bassa escursione termica e ridotte precipitazioni estive, sembrerebbe vocata solo per il turismo e i frutti esotici...

Valeria Gubelli

Invece, come spiega Ilaria Ranucci, sommelier e degustatore AIS, nonostante le condizioni avverse, la notevole differenza di temperatura tra nord e sud dell'isola e l'inusuale collocazione geografica (siamo nei pressi del trentaduesimo parallelo), in questa realtà così particolare ha origine un prodotto unico, un vino liquoroso ricco di storia, in grado di mantenere intatta la sua personalità anche dopo invecchiamenti pluridecennali.

 Il terreno, vulcanico, con rocce basaltiche ricche di ferro e magnesio e povere di potassio, è la probabile causa della singolare acidità dei vini di Madeira. La superficie vitata è poco estesa e frammentata, per la conformazione montuosa dell'isola: le principali zone produttive sono Camara de Lobos a sud, São Vicente e Sant'Ana a nord. A Funchal, la capitale, una delle zone più vocate, quasi tutte le aree vitate sono state purtroppo sacrificate per edificare alberghi e strutture ricettive. La coltivazione si realizza su terrazzamenti in basalto, detti Poios; questo implica che la vendemmia si possa realizzare solo manualmente, da fine agosto a metà ottobre.

Il relatore
Nel 1500, nell'isola furono piantate le prime viti di malvasia, da nobili e piccoli proprietari, molti di origine genovese; anche Cristoforo Colombo fece tappa qui, durante il suo viaggio verso il nuovo mondo. L'isola divenne punto di sosta per le navi inglesi, che trasportarono il Madeira attraverso l'oceano: conosciuto e apprezzato negli Stati Uniti, per festeggiare la Costituzione Americana ne vennero aperte ben 55 bottiglie! Il Madeira era amato anche da Winston Churchill, che ebbe la fortuna di assaggiare una bottiglia del 1792, donata a Napoleone quando fece tappa sull'isola prima dell'esilio a Sant'Elena, ma che l'imperatore francese non riuscì mai a degustare.

L'esposizione al calore fornisce al Madeira un potenziale di invecchiamento notevole. I vini più pregiati sostano in legno minimo due anni a 30°-35° C (Canteiro), altrimenti in acciaio per almeno tre mesi a 40°-45° C (Estufagem).

Tra i vitigni il sercial, vinificato secco, molto acido, il verdelho, utilizzato anche per vini non liquorosi, il boal, di maturazione precoce e buon grado zuccherino, la pregiata malvasia di São Jorge, che cresce vicino al mare, il tinta negra, che occupa il 90% della superficie vitata, e il terrantez, quasi scomparso e riscoperto recentemente, che regala vini delicati, di grande qualità.

Gli attuali produttori di Madeira sono solo otto, tra aziende storiche con riserve di oltre un secolo fa e realtà più recenti.

Il servizioIn degustazione sono stati proposti sei vini, da vitigni e produttori diversi, espressioni delle differenti tipologie:

Henriques & Henriques Seco 5 Años, da tinta negra. Color topazio, al naso profumi di frutta secca (noce), leggera speziatura (pepe bianco), buccia di mandarino; emerge una delicata nota iodata. In bocca ritorna l'agrume insieme alla nota alcolica, con una persistenza non lunghissima. Consigliato per un gradevole aperitivo.

Barbeito Sercial 10  Años, da sercial. Permenenza in rovere francese per 10-15 anni, uve di diversa provenienza; vitigno che conferisce al Madeira un fascino particolare, con grandi potenzialità di invecchiamento. Al naso spicca la nota iodata, con sentori di agrumi e pepe bianco in sottofondo. In bocca si avverte delicatamente la frutta secca, insieme a un tocco citrino. Retrobocca secco, con un piacevole ritorno finale. Versatile, si può abbinare con un aperitivo, oppure con formaggi tipo caciotte e crostacei.


I viniBlandy's Verdelho 10 Años, da verdelho. Canteiro in rovere americano, macerazione pre-fermentativa. Spicca una nota di fumo, seguono un ricordo di arancia e sentori terziari iodati, dovuti al processo produttivo. Si distingue una nota speziata più dolce dei precedenti (vaniglia). All'assaggio emergono morbidezza e corposità; una nota di arancia candita accompagna l'ottimo finale, espressione di gioventù. Buona dinamica gustativa; vino da meditazione, si può accompagnare con un sigaro.


Pereira d'Oliveira Terrantez 1971
, da terrantez. Gradevoli riflessi bruni; al naso spiccano note di smalto, agrumi, albicocca, miele, spezie legnose. Sorprende all'assaggio l'acidità ancora marcata, dopo ben 45 anni! Segue una tessitura di notevole complessità, con diversi ritorni, dall'acidità citrina alla speziatura. Finale interessante, ritorno retronasale lungo, molto persistente. Da accompagnare con un sigaro. Vitigno interessante, riscoperto di recente.


I caliciLeacock's Boal 1966, da boal. Al naso profumi di frutti rossi, spezie dolci (vaniglia), nota fumé e leggero sentore di vernice. L'ingresso in bocca è bruciante, di incredibile vitalità che si mantiene nel tempo. La dolcezza dei frutti rossi si ritrova nel finale, con una persistenza importante. Annata molto buona.


H.M. Borges Malmsey 15 Años
, da malvasia. Canteiro. Emergono al naso una nota mentolata, balsamica (pino), una nota evolutiva quasi di plastica e l'alcol. All'assaggio si ritrova l'eucalipto, accompagnato da sentori di frutti rossi e un ritorno di acidità agrumata.

L'incredibile potenzialità di invecchiamento, la varietà di stili che comunque esprimono la tipicità del prodotto e la rarità sono solo alcuni elementi del fascino senza tempo del Madeira.

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